La libertà non è uno spazio libero. Libertà individuale e bene collettivo
Cosa significa dunque essere liberi? La libertà è anche responsabilità? Quanto sono importanti le regole per potere essere liberi? Quanto è importante essere liberi di muovere la fantasia, farla correre, poter pensare? E quanto essere liberi di andare nel mondo?
Gli psicoterapeuti si muovono da sempre tra il livello della libertà individuale e quello dei vincoli della terapia, e sappiamo bene che a volte la libertà (ad esempio di pensare, fantasticare, parlare) è possibile solo all’interno di alcuni vincoli, di una cornice.
In questo periodo ci stiamo confrontando tutti con l’idea di libertà e con i suoi limiti: ci viene chiesta in vario modo la privazione di quote di libertà, per un bene superiore, la tutela della salute, nostra e dell’altro.
Questo ha generato sensazioni abbastanza diverse in ognuno di noi e a seconda dei momenti.
Essere costretti a casa ci ha fatto sentire insolitamente liberi dagli impegni, doveri, vincoli esterni ad esempio; ci siamo sentiti per un po’ sollevati dal senso di colpa delle cose da fare e non fatte, o del tempo non dedicato alle persone care. In altri casi ci siamo sentiti leoni in gabbia, privati dell’aria, costretti ad un confronto forzato con i nostri pensieri, paure, preoccupazioni, solitudini, compagni.
La “fase due” ci ha esposto ad altre privazioni, e ad una riflessione etica e responsabile su quanto la propria libertà finisca dove inizia quella dell’altro: l’altro può essere sentito come una minaccia, ma anche come una protezione; l’altro è il limite alla propria libertà ma anche la condizione di possibilità della propria libertà.
Ne parliamo con
Stefano Bolognini, psichiatra e psicoanalista
Ilaria Rossetti, scrittrice
Gherardo Colombo, magistrato e scrittore
Moderano:
Irene Sarno, membro del Comitato Scientifico della Casa della Psicologia
Davide Baventore, vicepresidente OPL