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WOP!

WOP!

Dance…dance…otherwise we’re lost!
Danziamo…danziamo…altrimenti siamo perduti”

Lo spettacolo nasce dal progetto “Paese che vai, accoglienza che trovi” di integrazione tra migranti ospiti all’Hotel “Mille Miglia” e persone della comunità locale di Sant’Eufemia, Brescia. Iniziato a gennaio 2017, si è svolto una volta a settimana e ha visto la partecipazione di circa 30 persone. E’ stato promosso da Acli, Consiglio di Quartiere di Sant’Eufemia della Fonte e condotto da Marina Beatini. Alcuni frammenti sono stati presentati a Sant’Eufemia nella lezione aperta presso la Tenda della Pace a gennaio e durante la celebrazione del 25 aprile in cui il gruppo di teatro ha presentato il canto di “Bella ciao” unito a danze e canti africani. Lo spettacolo finale è andato in scena alla Festa dei Popoli di Sant’Eufemia il 29 giugno e nel contesto degli eventi “Assaggia Sant’Eufemia” il 17 settembre.
L’esito finale di questo laboratorio di teatro ha seguito i sentieri delle danze, dei canti, delle poesie e della musica d’Africa e d’Italia ad un livello soglia di incontro tale per cui possiamo dire che, in questa micro-comunità, è nata una nuova cultura fatta di commistioni e conoscenza reciproca al di là del “noi” e “loro”. E’ nata una situazione di accoglienza dell’Altro oltre gli stereotipi, attraverso il corpo ed i suoi significati come via privilegiata di comunicazione, coscienti del fatto che siamo tutti migranti e tutti figli della migrazione. “Wop” era il termine con cui negli Stati Uniti d’America venivano definiti in modo dispregiativo i migranti italiani. “Odissea di un Wop” è il titolo di un racconto dello scrittore di fama internazionale John Fante, statunitense figlio di migranti italiani che racconta i pregiudizi che subì fin da bambino. “Wop” resta oggi come un monito a ricordarci che abbiamo sofferto la stessa diffidenza che ora viene riservata ai migranti d’altri Paesi, diffidenza che in questo laboratorio di teatro è stata completamente capovolta per creare ponti anziché nuovi muri. Nella grande follia e violenza di questo mondo, l’Arte può salvarci: come diceva l’immensa Pina Bausch “dance…dance…otherwise we are lost!”, “danziamo…danziamo…altrimenti siamo perduti!”

Durata spettacolo: 1 ora.Ingresso libero.

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