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Tag: gravidanza

Conservare privatamente e richiamare il campione in Italia è legale e consentito ecco perché

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

La conservazione cordone ombelicale è fonte di dubbi (anche a causa della circolazione di informazioni non corrette), circa il rientro in Italia per fini terapeutici del campione prelevato e consegnato ad una biobanca per la conservazione privata. Vediamo cosa dice la legge.

Nell’Unione Europea il prelievo, la conservazione e la circolazione dei campioni di sangue cordonale sono regolati da norme di legge specifiche1 che stabiliscono che questi debbano essere prelevati seguendo una certa procedura, da persone qualificate e presso una struttura accreditata. Dopo aver prelevato il sangue, il campione va inviato a un istituto di tessuti affinché ne assicuri la tracciabilità e lo conservi correttamente.

Questo istituto in caso di necessità terapeutica consegnerà il campione al centro sanitario, dove sarà eseguito il trapianto. Secondo la legge, inoltre, la biobanca (la struttura che si occupa della conservazione delle cellule staminali) deve avere l’accreditamento dell’autorità competente che attesti che le norme siano rispettate.

La legislazione italiana2 definisce che il sangue prelevato può essere portato all’estero e consegnato a biobanche previa richiesta di autorizzazione all’esportazione fatta alla Regione competente (il rilascio del documento è a pagamento).

L’Istituto Superiore di Sanità, tramite il Centro Nazionale dei Trapianti, ha confermato la possibilità di far rientrare in Italia il sangue conservato all’estero. Il Centro Nazionale dei Trapianti, interrogato dall’Autorità garante del mercato e della concorrenza, ha risposto che per fini terapeutici l’utilizzo del campione di sangue estratto da parte di un Centro di Trapianti non può essere escluso, a patto che i campioni conservati all’estero rispettino i requisiti di legge.

Affermare che le strutture pubbliche italiane non hanno fiducia nelle biobanche estere (accreditate da una nazione appartenente all’UE), vuol dire dubitare di uno dei principi più importanti del mercato europeo: gli stati membri dell’Unione Europea riconoscono reciprocamente le autorizzazioni e le certificazioni che sono state fornite dalle autorità pubbliche di un altro Stato appartenente all’UE.

È quindi assolutamente legale richiamare in Italia i campioni di sangue cordonale esportati con una precisa autorizzazione della Regione, mediante le Direzioni Sanitarie competenti, e dopo aver pagato una tariffa.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

 

Note

1. Direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE
2. Decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 191 ("d.lgs. 191/2007") e dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 16 in attuazione delle direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE.

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

In cosa si differenziano i test di screening prenatale dai test di diagnosi prenatale? Questo è un interrogativo che spesso si pongono le gestanti, soprattutto quelle che affrontano la loro prima gravidanza.

Per tutelare salute e benessere di mamma e bimbo si consiglia di eseguire, durante la gestazione, diversi esami (es. Bi Test, villocentesi ecc.) che si distinguono in non invasivi e invasivi.

I test di “screening prenatale”sono di tipo non invasivo. Abbinano analisi di tipo biochimico sul sangue della madre a ecografie per evidenziare alterazioni rispetto ai valori di riferimento. Si tratta di test sicuri e innocui sia per la mamma sia per il bambino e sono di tipo probabilistico, ossia determinano la percentuale di possibilità che vi siano anomalie fetali (es. trisomie, difetti del tubo neurale) confrontando gli esiti dell’esame con i valori di riferimento. La percentuale di affidabilità varia in base al tipo di test di screening prenatale.

Bi Test, Tri Test e Quadri Test esaminano il valore di determinate proteine nel sangue e associano un’ecografia (translucenza nucale) per misurare il feto. L’affidabilità di questi test raggiunge l’85% 1 . Anche i test prenatali non invasivi che esaminano il DNA del feto fanno parte dei test di screening prenatale, e individuano nel campione ematico prelevato dalla gestante, i frammenti di DNA fetale (presente nel circolo sanguigno materno fin dall’inizio della gestazione). Questi test rilevano alterazioni cromosomiche (es. Sindrome di Down, trisomie 18 e 13) e hanno un’attendibilità del 99,9% 2 .

Villocentesi, amniocentesi e cordocentesi sono esami invasivi e appartengono ai test “diagnostici”. Esaminano liquidi o tessuti prelevati direttamente dal feto e forniscono una diagnosi, poiché rilevano con certezza le anomalie fetali. Questi test di tipo invasivo prevedono che si prelevi un campione tramite una siringa direttamente dal pancione, di liquido amniotico (amniocentesi), di sangue cordonale ombelicale del bimbo (cordocentesi), di placenta (villocentesi). Essendo invasivi, i test di tipo diagnostico hanno una percentuale di aborto dell’1%.

Sottoporre la futura mamma a uno di questi esami è una decisione che il ginecologo prenderà dopo aver valutato alcuni fattori come età della donna e casi in famiglia di anomalie genetiche.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Quali sono i test di screening prenatale da fare durante la gravidanza?

Quali sono i test di screening prenatale da fare durante la gravidanza?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Per garantire il proprio benessere e quello del nascituro, è essenziale che durante la gravidanza la gestante si sottoponga a controlli e faccia un test del dna fetale.

Vi sono vari tipi di test prenatale atti a calcolare le possibilità di anomalie nel bambino. Dalla 10ª alla 14ª settimana di gestazione è possibile sottoporsi al Bi Test e alla translucenza nucale, esami spesso svolti contemporaneamente. Si preleva un campione di sangue per controllare che i valori della Free Beta-HCG e della PAPP-A (due proteine) siano nella norma; poi si esegue un’ecografia (translucenza nucale), per effettuare delle misurazioni sul feto. In caso queste misurazioni diano risultati alterati saranno fatti altri controlli diagnostici invasivi. Affidabile all’85%, il Bi Test fornisce non una diagnosi, bensì le probabilità di eventuali anomalie nel feto (es. Sindrome di Down).

Dalla 10ª settimana ci si può sottoporre al test del DNA fetale. Si preleva dalla futura mamma un campione di sangue per analizzare i frammenti del DNA del feto che vi sono presenti. Questo test prenatale non invasivo ha una percentuale di affidabilità del 99% per la rilevazione delle Trisomie 21, 18 e 13 (le principali anomalie dei cromosomi).

Tra la 15ª e la 18ª settimana si può scegliere il Tri Test. Si esegue sulla gestante prima un prelievo ematico e per controllare i valori dell’AFP (alfafetoproteina), dell’estriolo non coniugato e della gonadotropina corionica. Poi si esegue un’ecografia per controllare più nel dettaglio questi valori. Il Tri Test rileva anomalie quali la Sindrome di Down e la spina bifida. Il Quadri Test (variante del Tri test), controlla anche l’ormone inibina A nel campione ematico. Questi due test, non diagnostici ma probabilistici, sono affidabili al 70% circa.

Sottoporsi a esami di screening prenatale è raccomandato a tutte le gestanti, in particolare a quelle con fattori di rischio quali: età superiore ai 35 anni, casi in famiglia di anomalie genetiche. Se i test prenatali rilevano anomalie, le gestanti devono sottoporsi a test invasivi per confermarne o no il risultato.

Le gestanti possono rivolgersi al proprio ginecologo per avere indicazioni sul test di screening prenatale più adatto cui sottoporsi.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

 

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Salute in gravidanza: farmaci e prevenzione per la mamma e il bambino

Salute in gravidanza: farmaci e prevenzione per la mamma e il bambino

Sottoporsi sempre agli esami di controllo, eseguire i test prenatali e occuparsi della conservazione cellule staminali: una donna in attesa di un figlio è sempre attenta alla propria salute e a quella del piccolo che sta per nascere, per garantire al massimo la prevenzione.

Con il presentarsi di alcuni piccoli disturbi legati alla gravidanza, sono tante le donne che hanno dubbi in merito all’assunzione dei farmaci, temendo che questi si rivelino dannosi per la salute del bambino.Dobbiamo sfatare questo falso mito. Per farlo e per promuovere una tutela migliore della salute delle donne in gestazione, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha realizzato un portale web interamente dedicato alla corretta informazione sui farmaci.

Iniziamo col distinguere farmaci e farmaci; non tutti infatti possono dirsi dannosi per il bambino. Prescritti dal proprio medico determinati farmaci possono dunque essere utilizzati senza alcun problema. Adì esempio ci sono donne che soffrono di malattie croniche che per tutta la vita (anche prima della gravidanza) sono sotto terapia farmacologica. Per loro sarà il medico specialista a dover valutare come proseguire. Non è consigliato infatti sospendere improvvisamente la terapia, ma modularla in considerazione della gravidanza in corso: il medico potrà ad esempio modificare i dosaggi o sostituire il farmaco abitualmente preso con altri alternativi.

Generalmente le future mamme tendono a ridurre l’uso di farmaci durante i loro nove mesi, per la paura di complicazioni. Dopo la nascita è consentito mantenere la stessa cautela non più solo verso se stesse ma anche verso il neonato.

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Come ricordato dall’Aifa in alcune recenti campagne di comunicazione1, è convinzione diffusa nei neo genitori che ai bambini si possano somministrare gli stessi farmaci degli adulti intervenendo solo sul dosaggio (inferiore rispetto a quello degli adulti).

Dobbiamo invece eliminare questo falso mito.

L’utilizzo di farmaci nei bambini è possibile solo dopo aver ottenuto precise indicazione dal medico, che saprà individuare il corretto trattamento terapeutico.

Ci sono poi alcuni disturbi che non possono essere trattati con i farmaci, per i quali è possibile ricorrere ad altri trattamenti. E’ il caso del trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, pratica dichiarata valida dal Ministero della Salute per combattere oltre 80 malattie (decreto ministeriale 18 Novembre 2009)2.

Ogni tipo di terapia per la prevenzione e la cura della salute deve essere prescritta dal proprio medico o da uno specialista, figure indicate per individuare il trattamento migliore per il proprio disturbo: terapie farmacologiche o quelle di altro tipo (proprio come l’utilizzo delle cellule staminali).

Ulteriori informazioni su www.sorgente.com 

1 Campagna di comunicazione AIFA “Farmaci e pediatria” (anno 2014)
2 Decreto ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato

 

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A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

 

Consigli per una gravidanza in salute

Consigli per una gravidanza in salute.

La salute della donna in gravidanza è fondamentale per la buona salute del nascituro. Molti sono i dubbi e le domande che assalgono ogni donna che sta affrontando o che si appresta ad affrontare questo bellissimo ma al contempo impegnativo periodo della propria vita.

Per venire incontro alle future mamme, la Fondazione Università Niccolò Cusano per la ricerca medico-scientifica lancia “I consigli per una gravidanza in salute”, l’infografica che pone l’accento sull’importanza di affrontare i nove mesi in maniera corretta per la salute di mamma e bambino.

Il consiglio da seguire quotidianamente è quello di adottare un’alimentazione sana, varia ed equilibrata e fare attenzione a determinati cibi (tutti elencati in infografica) che potrebbero causare problemi alla salute del feto. Importante è bere almeno 2 litri di acqua al giorno e assumere la giusta quantità di acido folico.

Per evitare problematiche come il diabete gestazionale o la macrosomia, in gravidanza bisogna prendere il giusto peso: per una donna normo peso, infatti, è consigliabile prendere dai 9 ai 16 chili durante tutta la gravidanza.

Ovviamente lo stile di vita deve essere salutare: evitare alcol, fumo e stress e fare la giusta quantità di attività fisica, come yoga, nuoto e passeggiate all’aria aperta.

Insieme al papà bisogna per tempo decidere quali test di diagnosi prenatale effettuare.

Nell’infografica si trovano tutti gli esami consigliati.

Purtroppo ad oggi non tutte le patologie sono diagnosticabili prima della nascita del bambino, come ad esempio la sindrome del QT Lungo, possibile causa della SIDS, ovvero la sindrome della morte improvvisa del bambino, ma la fondazione Fondazione Università Niccolò Cusano ne sta finanziando la ricerca insieme all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma affinché in un prossimo futuro lo screening prenatale di questa sindrome sia possibile e permetta di salvare vite umane.

Per tutti i consigli utili per una gravidanza in salute vi invitiamo a consultare l’infografica studiata e predisposta da Fondazione Università Niccolò Cusano.

La gravidanza secondo natura

La Gravidanza secondo natura

La gravidanza è uno dei periodi più significativi nella Vita di una Donna e in quel miscuglio fatto di cambiamento, gioia ed apprensione sono molte le donne che trovano in questo  un occasione per dedicare più tempo a se stesse e riscoprire il proprio corpo. C’è chi sceglie lo yoga, chi i corsi pre-parto, chi tecniche di respirazione e rilassamento, chi si avvicina alle tecniche corporee e trattamenti, ecc

Nell’ambito delle tecniche corporee alcuni dei trattamenti più efficaci sono: shiatsu, riflessologia plantare, craniosacrale,  massaggio ayurvedico, ovviamente ri-adattati in termini di zone -pressioni e manualità a questa particolare situazione

Questi trattamenti, svolti con  operatori professionisti e all’interno di una gravidanza fisiologica,  possono essere un ottimo strumento di Percorso per la donna “in attesa” e di conseguenza per il nascituro; infatti attraverso l’ascolto ed il tocco si sviluppa consapevolezza ed un  maggior contatto con se stesse e con il bambino.

I benefici di un trattamento ben fatto possono essere molteplici: rilassamento psico-fisico, allentamento di tensioni muscolari,  sostegno nel cambiamento del corpo, stimolazione fisiologica di risorse interne, sollievo da eventuali disturbi come mal di schiena, stitichezza, gonfiori, sbalzi di umore, ecc.

I trattamenti generalmente cominciano dopo il primo trimestre e all’interno di una gravidanza fisiologica,  possono proseguire  anche dopo il parto per favorire  il recupero psico-fisico e l’allattamento.

 

Roberta Frassine 

Naturopata

collabora con Albero Rosa

Ma come ti vesti?

Stai per diventare una neo-mamma? Come risparmiare sull’abbigliamento!

La gravidanza è un momento bellissimo e davvero speciale per ogni donna. La felicità è di casa nella pancia e il corpo si prepara a diventare una tana spaziosa e accogliente. Cambia quindi l’abbigliamento, che si deve adattare alle nuove forme e alle nuove taglie. Ma spesso non basta aumentare la grandezza degli abiti che si portano. Spesso servono indumenti appositi, che non rendano ancora più faticosi i movimenti, o che non interferiscano in nessun modo con la gravidanza. Si tratta però di indumenti che verranno indossati davvero poche volte nella vita di una donna e sui quali, quindi, non si vogliono spendere troppi soldi, anche in previsione delle tante spese che si prospettano dopo la nascita. Ma non cʼè da temere: ci sono molte valide soluzioni per aiutare le future mamme a risparmiare sullʼabbigliamento.

Prima tra tutti, sulla grande rete si possono trovare tantissime offerte per lʼabbigliamento per donne in attesa, utilizzando anche i tanti e convenienti codici sconto che si trovano su internet, per abbattere ancora di più i costi, senza dover rinunciare alla qualità, per una gravidanza comoda, conveniente e alla moda.

Mentre fate shopping, ricordatevi di eliminare i cookies dal vostro computer, così da trovare veramente lʼofferta più conveniente, per approfittare così al meglio anche dei saldi. Anche il trucco del carrello è da tenere bene a mente: tenere un acquisto nel carrello per qualche giorno può essere un buon modo per ottenere ulteriori sconti sul capo scelto, così da invogliare ancora di più al suo acquisto.

Ci sono poi anche moltissimi forum e blog dove mamme di tutto il mondo si scambiano pareri, consigli e vestiti. Si tratta infatti di capi dʼabbigliamento che, passato il grande momento, non vengono più utilizzati e si finirebbe per buttarli o per abbandonarli in qualche angolo buio dellʼarmadio. Lʼeconomia del riciclo e del riuso fa quindi proprio al caso vostro. Potrete acquistare abbigliamento usato, ma in ottime condizioni, a prezzi davvero convenienti, dando anche una mano allʼambiente, per una gravidanza consapevole e sostenibile.

Non dimenticatevi, inoltre, che la gravidanza vi permette di avere moltissimo tempo a disposizione per prendervi cura di voi stesse e della vostra pancia. Potete quindi pensare di cucire o modificare qualche abito fai da te. Basta magari aggiungere una fascia elastica a un paio di pantaloni, o allungare un maglione, oppure cucire una bella salopette per ottenere un capo dʼabbigliamento perfetto per le vostre esigenze e che si possa adattare ad ogni momento della gravidanza, spaziando dai primissimi mesi, quando la pancia è quasi invisibile, ai mesi più avanzati, quando il pesante e ingombrante pancione necessiterà di capi appositamente pensati per lui.

Susanna

Test di Maternità

Test di maternità: Che cos’è questo test e come si usa?

Mettere in discussione la paternità di un bambino potrebbe non far alzare troppo le sopracciglia, o almeno non sembra uno scenario troppo sconosciuto. Sentiamo di molti casi di test di paternità per celebrità quotidianamente. Ma perché qualcuno dovrebbe aver bisogno di un test di maternità? Perché una donna avrebbe bisogno di stabilire se lei è la madre biologica di un bambino? Perché qualcuno dovrebbe parlare di presunta madre?

Maternità e Paternità secondo la Legge Romana

Il diritto romano, su cui si basa il sistema giudiziario di molti paesi occidentali, afferma: “Mater sempre certa est” ovvero “la madre è sempre certa”. E così è – i dubbi sulla maternità non sorgono e nessun test puo’ essere usato contro questo principio, o almeno non fino a poco tempo fa. Naturalmente, i romani hanno poi aggiunto “pater sempre incertus est” ovvero che la paternita’ e’ sempre incerta. Tutto questo ha creato un po’ di agitazione sociale. I romani hanno quindi deciso che “pater est, quem nuptiae demonstrant”, che tradotto in una legge che è ancora molto presente oggi: il padre è colui che è nominato ad esserlo attraverso il matrimonio.

Con l’adozione e la fecondazione in vitro i tempi sono cambiati. Infatti, con la fecondazione in vitro, un bambino ha tecnicamente due madri – una madre genetica e una madre naturale.

Con casi di adozione, i bambini possono avere una madre biologica e una madre adottiva.

Un test del DNA può essere utile se dubbi sorgono e un bambino adottato vuole verificare se una determinata donna è la propria madre biologica. Naturalmente, ci sono molte leggi e atti in diversi paesi che rendono difficile se non impossibile per i figli adottivi di avere accesso a un registro relativo ai loro genitori naturali. La misura entro cui l’anonimato dei genitori biologici dovrebbe essere rispettata è oggetto di molte discussioni. Tuttavia, ci sono stati casi di test del DNA di maternità utilizzati per unire i bambini con le loro madri biologiche.

Il test del DNA Immigrazione per maternità 

I test di maternità e di paternità sono spesso utilizzati per l’immigrazione. Questo perche’ le autorità di immigrazione richiedono un test del DNA per dimostrare che la persona che dichiara di essere la madre o il padre di un bambino è proprio il loro genitore di nascita. Il test del DNA ai fini dell’Immigrazione fa da supporto ai documenti di immigrazione, sostenendoli con la prova scientifica delle relazioni e contribuendo a ridurre i casi di frode. In Italia, tutti i casi di immigrazione sono gestiti dall’OIM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

Per esempio, una madre con cittadinanza africana che non è mai stata negli Stati Uniti può decidere di unirsi a sua figlia che è stato naturalizzata e che si e’ sposata con un cittadino degli Stati Uniti per diventare anche lei un cittadino americano. Ma come possono madre e figlia dimostrare il loro rapporto con le autorità? Si potrebbe subito pensare a certificati di nascita come prova del rapporto. Ma ripensandoci: non tutte le persone di tutti i paesi hanno accesso ai loro certificati di nascita. Infatti, in alcuni villaggi remoti, tribù o anche in città non ci sono registri di nascita o di morte. Questo significa che non c’è modo di provare la relazione biologica padre-figlio e madre-figlio. Inoltre, anche in casi in cui ci sono atti di nascita disponibili, questi potrebbero essere così scadenti e antiquati che le autorità potessero confutarne l’autenticità.

E’ cosi’ che il test di maternità entra in gioco. Questo test si pone come prova scientifica utile a dimostrare che una madre è veramente la madre biologica del suo bambino. Se è la madre biologica del bambino, il risultato mostrerà una probabilità di maternità del 99,99%.

Se non è la madre biologica, allora la probabilità di maternità sarà pari allo 0%.

Maggiori info: https://www.ibdna.it/test-dna-maternita

Farmaci in gravidanza: sì o no?

Farmaci in gravidanza: sì o no?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Curare la propria salute durante i mesi di gravidanza è indubbiamente un elemento prioritario per ogni donna. Oltre agli abituali esami di controllo per garantire la prevenzione e la salute della mamma e del bambino, può essere utile effettuare anche test prenatali ed interessarsi al tema della donazione cordone ombelicale.

Per molte future mamme all’insorgere di piccoli disturbi durante la gravidanza insorgono anche i dubbi: potrò assumere farmaci o saranno dannosi per la salute del bambino?

Per rispondere a queste domande, promuovendo una migliore tutela della salute delle donne in gravidanza e per sfatare falsi miti, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha ideato e realizzato un portale web dedicato alla corretta informazione sull’assunzione di farmaci in gravidanza.

Preliminarmente, è bene considerare che non tutti i farmaci sono dannosi per il bambino, e, se prescritti dal medico che segue la gravidanza, possono essere utilizzati senza dubbi. Ci sono infatti future mamme che soffrono di malattie croniche, sottoposte a terapia farmacologica già prima della gravidanza; in questo caso sospendere improvvisamente la terapia sarebbe un errore.

La situazione va dunque valutata insieme al medico speconservazione_cordone_ombelicale_cellule_staminali_sorgentecialista, considerando i giusti dosaggi durante i nove mesi o l’eventuale sostituzione con un farmaco alternativo.

In generale le future mamme tendono a ridurre l’uso di farmaci in gravidanza per paura di complicazioni. Ma è altrettanto utile mantenere una certa cautela sulla somministrazione di farmaci al neonato dopo la nascita.

Recenti campagne di comunicazione1 firmate Aifa hanno dimostrato come sia diffusa nei neo genitori la convinzione secondo cui ai bambini sia possibile somministrare gli stessi farmaci usati per gli adulti, diminuendone solo il dosaggio. Un comportamento in realtà scorretto, in quanto l’utilizzo dei farmaci nei bambini deve sempre seguire le indicazioni terapeutiche di un medico. Sarà proprio uno specialista ad evidenziare il caso in cui ci si trovi di fronte ad un disturbo, del bambino o dell’adulto, non trattabile con i farmaci; in questo caso consiglierà altri trattamenti. Tra questi ad esempio, va ricordato che il Ministero della Salute ha riconosciuto il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale come un valido trattamento per oltre 80 malattie (decreto ministeriale 18 Novembre 2009)2

 

In conclusione, per la prevenzione e la cura della salute è importante affidarsi sempre al proprio medico o ad uno specialista, una figura in grado di indicare la terapia (farmacologica o di altro tipo, come l’utilizzo delle cellule staminali) più adeguata per il proprio disturbo.

Ulteriori informazioni su www.sorgente.com

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1Campagna di comunicazione AIFA “Farmaci e pediatria” (anno 2014)

2 Decreto ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”

 

Nuovi test non invasivi.

Test di paternita’ durante la gravidanza e test per la determinazione del sesso del nascituro

Ci sono una serie di test prenatali disponibili che possono determinare il genere del bambino o stabilire la paternità del nascituro – questa potrebbe non essere una novità per voi. Ma sapete che la scienza offre ora la possibilità di effettuare test prenatali totalmente affidabili e non invasivi?

Che dire degli esami del sangue per la determinazione del sesso del nascituro?

E’ possibile stabilire il sesso del nascituro con un semplice prelievo di sangue. Questo test del DNA e’ molto preciso fornendo risultati che sono accurati al 95%. Il test e’ effettuato mediante una lancetta (uno strumento aghiforme). Le gocce di sangue sono raccolte su carta da filtro e poi inviate per l’analisi.

Questo è tra i test del DNA più accurati fino ad oggi. Il campione viene raccolto dalla futura mamma, a circa 9 settimane e poi inviato per le analisi di laboratorio. Gli scienziati analizzano il DNA del bambino trovato nel campione di sangue materno fornito.

Ma come puo’ il DNA del bambino trovarsi nel sangue materno? Beh, essenzialmente, la placenta è un punto di costante scambio di nutrienti tra la madre e il bambino. Le cellule del DNA fetale, proprio come tutte le altre cellule, muoiono e vengono sostituite con nuove cellule. Le cellule morte entrano nel flusso sanguigno della madre, passano ai reni e vengono espulse dal corpo con l’urina materno. Questo test di determinazione del sesso del bambino con sangue materno è accurato al 95% ed è stato convalidato da una serie di studi.

 

Test di paternita’ prenatale senza rischi

Ogni madre in attesa ha a cuore il benessere del bambino. I metodi tradizionali di campionamento prenatale come l’amniocentesi ed il prelievo dei villi coriali comportano dei rischi, il peggiore dei quali e’ l’aborto spontaneo. Inoltre, questi test vengono effettuati in anestesia locale, richiedono assistenza di un ostetrico ed hanno effetti collaterali. Molte madri incinte sono molto riluttanti a sottoporsi ad amniocentesi o CVS semplicemente a causa di tutti questi problemi.

Ma cosa succede se un test di paternità prenatale può essere fatto solo con un campione di sangue materno?

Una rapida ricerca online produrrà molti risultati di studi di laboratori avanzati e delle migliori università. L’analisi del DNA fetale nei campioni di sangue materno viene correttamente utilizzata per determinare la salute genetica fetale e la paternità ed e’ esente al 100% da rischi. Le donne incinte possono stare tranquille.

Nel caso di test di paternità, alla madre in attesa viene inviato un kit di provette per la raccolta del sangue. I campioni di sangue devono essere raccolti da una persona qualificata. Una volta che sono stati raccolti possono essere inviati per l’analisi. Il risultato di questo test è accurato al 99,9%. E’ utile dare una lettura di questo innovativo test nel caso lo si volesse eseguire.

www.easydna.it/test-sesso-bebe.html

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Alla scoperta di una doula

Doula è una figura di cui si sente spesso parlare. Per approfondire Bresciabimbi ha chiesto ad una doula di raccontarsi e spiegare il mondo doula per capire e conoscere meglio.

“Sono una doula”…ma cos’è???

Ciao a tutti! Mi presento…anche se è sempre un po’ difficile riassumere in poche righe quello che portiamo dentro, ma ci provo!

Mi chiamo Sara e sono una “doula”…”dou…che???” direte voi. Si scrive “doula”, ma si legge “dula”. In diversi paesi nel mondo questa figura opera da diversi anni, mentre in Italia inizia a diffondersi solo ora. Il termine “doula” viene dal greco antico ed indicava la donna che stava al servizio delle donne di una casa. Ecco, anche oggi la doula vuole seguire questa scia…stare accanto alla donna in un momento particolare di passaggio: quello del diventare madri. Ma ora cerco di spiegarmi meglio.

Qualche anno fa la Vita con le sue sorprese mi ha portato a riscoprire in modo nuovo e bello la mia femminilità, il mio essere donna, cosa che precedentemente avevo sempre sottovalutato e dato per scontato. In questo percorso fatto di piccoli passi mi sono capitati tra le mani alcuni libri interessanti e tra le varie letture sono venuta a conoscenza della figura della doula. Da subito mi ha affascinato e ho iniziato la mia ricerca, scoprendone piacevolmente la presenza anche in Italia che mai avrei pensato. Così ho deciso di frequentare la scuola delle doule organizzata dall’Associazione “Eco- Mondo Doula” (www.mondo-doula.it) ed ora…eccomi qui! Ho lasciato il mio lavoro di insegnante nella scuola primaria e ho iniziato a lavorare come doula.

Sto accanto alla donna in gravidanza, nel parto, nel puerperio e fino a quando c’è bisogno, a seconda della sua richiesta. Nella società odierna infatti, per vari motivi, la donna spesso si ritrova sola durante l’esperienza della maternità. Da doula cerco di starle a fianco come una sorella, supplendo alla mancanza di quelle attenzioni, ascolto, cure quotidiane, aiuto pratico e consigli che in passato venivano donati abbondantemente dalle figure femminili del proprio contesto famigliare (mamme, nonne, sorelle, vicine di casa…).

Offro – a domicilio – un sostegno emotivo continuativo, empatico, non medicalizzato né sanitario.

NON sostituisco in alcun modo la guida dell’ostetrica e dei professionisti del settore (psicologhe, osteopata, danzaterapeuta…), ma opero collaborando strettamente con essi.

Quindi che differenza c’è?

Ecco, nel concreto, cerco di star vicino alla donna – entrando nella sua casa con rispetto e delicatezza – in tutti o in uno solo di questi momenti, a seconda della sua richiesta:

1) IN GRAVIDANZA:

– la doula si prende cura della mamma e del suo benessere ascoltandola

– la accompagna a visite mediche, in passeggiate o commissioni varie…

– fornisce informazioni perché la madre possa operare le proprie scelte consapevolmente

– offre semplici momenti di rilassamento, visualizzazioni, sostiene nella paura, ecc.

2) DURANTE IL TRAVAGLIO E IL PARTO:

– può sostenere la coppia emotivamente e fisicamente, sia in ospedale che a domicilio con la

– aiuta poi a elaborare e ricostruire la storia del parto.

3) DOPO IL PARTO (PUERPERIO):

– è di grande aiuto nei primi giorni a casa dopo il parto

– sostiene la mamma nelle prime cure del neonato

– aiuta la famiglia a riorganizzarsi (cucina, fa la spesa, tiene i fratelli più grandi, ecc) e, se richiesto,

– offre alla mamma ascolto e compagnia.

Questo per dare un’idea molto generale di quello che può offrire la presenza di una doula, poi ogni madre è speciale perciò il modo di stargli accanto si chiarisce pian piano in base a ciò che sente e chiede, ascoltando se stessa. A volte il permettersela sembra un lusso immeritato e riecheggia nella mente l’idea che “le donne da sempre diventano madri, ce la posso fare da sola”. Ma avere una doula al proprio fianco è ‘fare da sola’, senza sentirsi sola: è trovare i propri spazi, modi, idee, scelte, desideri accompagnata da occhi discreti che incoraggiano, da braccia aperte per ogni volta che se ne ha bisogno, da un cuore che si ascolta per poter poi ascoltare con limpidezza…

Altro aspetto molto bello e prezioso del mio essere doula è nato dalla collaborazione con altre donne (una psicologa, una danzaterapeuta, un’antropologa): insieme creiamo percorsi rivolti a gruppi di donne più in generale e a gruppi di madri, su varie tematiche del femminile.

La mia formazione continua attraverso corsi scelti in base a ciò che sento più vicino al mio modo di essere. Ogni doula “personalizza” quello che offre e le modalità della sua presenza ascoltando la propria verità. Più vado avanti, più mi rendo conto di quanto sia importante il sapere, il conoscere… ma ancor più il lavorare su di sé quando si sta accanto ad una persona.

Ogni volta l’incontro con una donna e madre mi sorprende perché mi mostra le mie luci e ombre che porto dentro e di cui cerco di divenire sempre più consapevole. Sono convinta che solo così posso stare accanto alla madre sulla SUA strada e non trascinandola sulla mia. Cerco di ascoltarmi per poter accogliere, ascoltare, sentire nel cuore e comprendere.

Concludo con l’immagine del cerchio…di un ‘cerchio rosso’. Mi ha sempre richiamato l’immagine del cerchio di donne (mamme, nonne, sorelle, vicine di casa…) che un tempo davano ascolto, cura, aiuto pratico, compagnia, sostegno alla donna e alla madre, che si ritrovavano, si raccontavano.

Oggi spesso, per vari motivi, la donna si ritrova sola durante l’esperienza della maternità. Mi sento privilegiata: essere una doula è avere l’opportunità di stare accanto ad una donna in un momento così importante e delicato, così come farebbe una mamma e una sorella.

A Brescia e provincia siamo poche doule. Ma se vi può interessare, anche solo per una richiesta di informazioni o una chiacchierata senza impegno, contattateci senza problemi.

Alla scoperta di una doulaSara 347.0127180 oppure sara.gabri80@gmail.com

Partorire naturalmente, ma senza dolore!

Partorire naturalmente, ma senza dolore!

a cura della dr.ssa Giovanna Suss

Molte donne riescono, se ben preparate, a controllare l’ansia e la paura legate al parto ed a controllare la percezione del dolore durante il travaglio. Per altre donne invece il dolore può rappresentare una difficoltà in più e un motivo di ridotta serenità al momento del parto stesso. Per queste donne è possibile usufruire dell’analgesia epidurale, che permette loro di controllare efficacemente il dolore partorendo in modo naturale e spontaneo.

L’ANALGESIA EPIDURALE

L’analgesia epidurale è la tecnica più sicura ed efficace per controllare il dolore del travaglio e del parto. Essa determina in pochi minuti la scomparsa del dolore, lasciando inalterate tutte le altre sensibilità compresa quelle delle contrazioni uterine che continuano ad essere percepite in modo non doloroso. La partoriente é libera di muoversi e, a seconda della tecnica impiegata, anche di camminare. La forza muscolare non viene diminuita, per cui la partoriente mantiene in pieno la capacità di eseguire gli sforzi espulsivi, ed il parto avviene con la piena partecipazione della futura mamma.

CHE COS’È L’EPIDURALE?

L’analgesia epidurale viene eseguita da un medico anestesista esperto in questa tecnica. Consiste nella introduzione attraverso un ago, a livello della regione lombare, di un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) che viene posizionato a circa 4-5 cm sottocute, a livello dello spazio epidurale. Questo spazio é formato dal tessuto grasso adiacente alle fibre nervose che trasmettono il dolore del travaglio. Attraverso il cateterino si somministra la soluzione analgesica. La procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa, perché eseguita in anestesia locale. Il cateterino, fissato con un cerotto dietro la schiena, permette alla partoriente qualsiasi movimento, e si può rifornire in qualsiasi momento, in modo tale da controllare il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto senza dover ricorrere ad altre punture.

QUANDO VIENE PRATICATA?

L’analgesia epidurale viene richiesta di solito dalla partoriente durante o all’inizio del travaglio, ma può essere eseguita solo dopo una valutazione delle condizioni ostetriche da parte del ginecologo. L’analgesia epidurale può essere anche richiesta dal ginecologo stesso nel caso di alcune malattie quali il diabete, l’ipertensione, la grave miopia con precedente distacco di retina, in quanto permette una riduzione dei rischi che, in questo casi possono essere connessi al parto. Vi sono condizioni ostetriche che si possono verificare durante il travaglio che possono indurre un ritardo nell’esecuzione dell’epidurale.

POSSO RICEVERE UN’EPIDURALE?

L’analgesia epidurale può essere ricevuta dalla grande maggioranza delle partorienti. Vi sono però alcune condizioni in cui non è possibile eseguirla, come nel caso di gravi malattie emorragiche o in partorienti sottoposte a terapie anticoagulanti. Una visita specialistica con l’anestesista servirà a controllare lo stato di salute della partoriente, ad evidenziare gli eventuali problemi personali e a controllare le analisi eseguite in gravidanza. Sebbene la decisione di ricevere un’epidurale la si prenda durante il travaglio, la richiesta ed il consenso a questa procedura vanno confermati in anticipo, in occasione della visita anestesiologica stessa.

GLI EFFETTI COLLATERALI E LE COMPLICANZE

Se correttamente eseguita l’analgesia epidurale è una tecnica sicura e non ha effetti collaterali spiacevoli. A seconda dei farmaci impiegati si può avere un modesto prurito, di breve durata. In casi rarissimi, se si è avuto qualche problema tecnico accidentale al momento dell’esecuzione dell’analgesia epidurale, può insorgere, dopo il parto, un mal di testa che può durare qualche giorno. Il problema viene subito individuato al momento dell’esecuzione dell’epidurale e comunicato alla partoriente. Questo tipo di mal di testa è usualmente benigno, transitorio e reversibile, ma può essere tale da interferire con la normale vita della puerpera nei primi giorni del parto. L’anestesista suggerirà per ogni caso il trattamento più efficace, rapido ed opportuno.

Dr.ssa Giovanna Suss Nata a Brescia il 30-5-1979

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’ Università degli Studi di Brescia nel 2005; Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia presso l’ Università degli Studi di Brescia nel 2009; attuale Dirigente Medico di I Livello presso Ospedale S.Orsola-Poliambulanza.

Frequentazione di 3 anni durante la Scuola di Specializzazione del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita Dell Ospedale di Montichiari (sede staccata Dell Ospedale Civile Di Brescia);

Frequentazione di mesi 4 del Servizio di Ecografia Ginecologica Oncologica e del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Dell Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma;

Frequentazione di 4 mesi del Servizio di Ecografia bi e tridimensionale nel campo Dell infertilità e nella patologia ginecologica benigna Dell Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma;

Partecipazione a numerosi convegni nazionali ed internazionali nel campo Dell Ostetricia e della Ginecologia

Accreditamento della Fetal Medicine Foundation per l esecuzione della NT ( Translucenza Nucale) nel 2011.

L’acqua in gravidanza


L’acqua in gravidanza

Disegni rupestri e graffiti ci mostrano l’intima confidenza che già nella preistoria l’uomo e la donna avevano con l’acqua. L’acqua rappresentava il rimedio naturale che la natura offriva per la cura di ferite e malattie ed è inoltre l’elemento nella quale noi iniziamo ad esistere.

L’idroterapia, nel corso del XX secolo, ha suscitato sempre più interesse e la ricerca scientifica ha dimostrato che utilizzandola con prudenza questo tipo di terapia è un metodo innocuo e semplice per stimolare le risorse naturali del corpo, mantenendolo in forma o facendoli riacquistare la piena salute.

Visti i benefici che l’acqua porta sia a persone con patologie che sane, alcuni ginecologi hanno considerato l’utilizzo dell’acqua da parte di donne in gravidanza.

Durante la gravidanza l’immersione e l’attività in acqua, se praticata con costanza, può prevenire o dare sollievo a molti disturbi che possono comparire.

L’immersione in acqua calda (non > di 37°gradi) trasforma la sensazione del peso corporeo permettendo a tutta la muscolatura del corpo di distendersi assecondando la mobilità delle articolazioni, in particolare della colonna, consentendo di riacquistare energie e di conciliare il sonno.

Il massaggio fisiologico prodotto dal movimento dell’acqua, ristabilisce la circolazione riducendo gli edemi dovuti alla posizione declive e allo schiacciamento dei grossi vasi a termine di gravidanza. Ha quindi un effetto diuretico (prevenzione della proteinuria) ed il suo uso è suggerito anche alle donne gravide con problematiche di pressione arteriosa e tachicardia poiché ne riduce la frequenza e favorisce l’aumento del liquido amniotico.

Entrare nell’acqua è addentrarsi nella relazione con la vita intrauterina, il bambino ed il suo liquido, la madre abbandona la sua parte razionale a beneficio dell’istinto, rasserena la mente e comprende come ascoltare ed ascoltarsi accrescendo la fiducia in sé stessa.

I BENEFICI DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO DELLA DONNA GRAVIDA

L’azione terapeutica dell’acqua si esplica attraverso la stimolazione di alcune parti del corpo attivando 2 meccanismi fisiologici: vascolare e nervoso.

L’idroterapia può agire attraverso:

  • Stimoli termici
  • Stimoli meccanici
  • Reazione
  • Riflesso
  • Pressione dall’esterno

Ha quindi effetti:

  1. Sul cuore: pompa una maggiore quantità di sangue diminuendo la sua frequenza e compiendo uno sforzo minore. Il volume intravascolare si espande comportando una cascata di eventi biochimici che determinano una diminuzione degli edemi e della pressione sanguigna e un aumento della diuresi.
  2. Sull’apparato respiratorio: migliora la compliance dei polmoni (cioè la loro distensibilità) in quanto avviene una ridistribuzione del sangue dalla regione toracica ai distretti corporei dove i muscoli sono in attività.
  3. Sulla colonna vertebrale e l’assetto del bacino: in acqua le alterazioni anatomiche conseguenti allo stato gravidico vengono meno in quanto la spinta idrostatica neutralizza quasi del tutto la forza di gravità. I legamenti e i muscoli, che per il corpo in stazione eretta sul terreno si oppongono alla forza di gravità, in acqua assumono, in posizione orizzontale, la funzione di mantenere in asse e in equilibrio il tronco.
  4. Sull’apparato muscolare: l’esecuzione degli esercizi di bonificazione e allungamento risultano più semplici, meno faticosi e si possono ripetere più volte in modo armonioso e flessibile senza sovraccaricare le articolazioni. In acqua risulta più semplice prendere coscienza del proprio corpo, rilassarsi e distendersi.
  5. Studi clinici hanno rilevato che, durante l’immersione in acqua della gestante vi è un aumento di dopamina e una diminuzione di prolattina che, per un meccanismo ancora non chiaro, induce un effetto tocolitico (cioè riduce l’attività contrattile uterina) ed inoltre vi è un rilascio di endorfine e oppioidi endogeni che danno un senso di benessere.
  6. Psicologici: l’acqua permette alla donna di percepire il proprio corpo nella sua totalit, di immaginarne i confini e cogliere le emozioni che si generano al suo interno, attivando anche tutti i sistemi percettivi. L’acqua può anche essere un mezzo per immedesimarsi nella creatura all’interno del grembo e per entrare in contatto più profondo con lei (è normale percepire maggiormente i movimenti fetali), di regredire e riconciliarsi con se stessa aumentando la fiducia in sé stessa e nelle capacità di dare alla luce una nuova vita con le proprie forze.

Ripeto quindi nuovamente che è un bene svolgere attività fisica moderata, specifica per la gravidanza, in acqua o a secco (come vi avevo illustrato nell’articolo sul movimento in gravidanza) qualora non vi siano ovviamente controindicazioni di tipo medico per la presenza di una condizione a rischio.

Sono presenti alcuni centri e piscine (anche a Brescia) che organizzano corsi di preparazione alla nascita in acqua.

L’acqua è utile ed è fonte di beneficio anche durante il travaglio e il parto sia per la mamma che per il bambino …

A cura dell’Ostetrica Dott.ssa Tenni Maura

Bibliografia: Professione Ostetrica di Antonella Marchi 2007; L’acqua e la nascita di Roberto Fraioli e Albin Thoeni

Movimento e rilassamento in gravidanza

Non si parla quasi mai dell’importanza del movimento e rilassamento in gravidanza:
Al fine di mantenere un maggiore benessere psicofisico in gravidanza, le donne dovrebbero sapere, che sembrerebbe essere d’aiuto svolgere una moderata attività fisica accompagnata dal rilassamento.

Gli studi condotti sull’argomento dicono che le donne gravide che non presentano problemi o complicazioni di carattere medico dovrebbero venire incoraggiate a fare regolarmente e precocemente esercizi tanto che secondo l’ EBM (evidence based medicine) il movimento in gravidanza ha una classificazione di tipo A, cioè da incoraggiare attivamente.

Il movimento in gravidanza dovrebbe essere libero, spontaneo, facile e lento arrivando fino a dove il nostro
corpo riesce ad arrivare senza sentire che sta compiendo un sforzo eccessivo evitando l’attivazione di un meccanismo di difesa che si chiama riflesso di retrazione. Ci deve essere facilità per non affaticarsi eccessivamente, lentezza per sentire ciò che accade nel nostro corpo aumentando così la nostra consapevolezza corporea e rilassamento cioè una giusta scansione degli esercizi utilizzando anche la respirazione.

Il movimento in gravidanza consiste quindi in esercizi di streaching, postura (alcuni derivanti dallo yoga e dal pilates), divertimento a ritmo di musica e rilassamento sollecitando le varie parti del corpo e risvegliando anche il sistema nervoso, quindi:

  • Aumenta la consapevolezza corporea
  • Aumenta la flessibilità e tonicità del corpo
  • Aumenta l’energia
  • Migliora la circolazione
  • Migliora il sonno
  • Aiuta ad assumere le posizioni in travaglio riducendone i tempi e migliorandone la gestione
  • Migliora lo stato psicologico della donna per il rilascio di endorfine
  • Riduce gli sbalzi di umore materni
  • Riduce i dolori osteo-articolari che caratterizzano molte gravidanze
  • Riduce il rischio di diabete gestazionale e di macrosomia fetale (neonato di peso > a 4000 )

Il rilassamento si può proporre attraverso la visualizzazione: tecnica di rilassamento flessibile che ci mette a contatto con la nostra panoramica interna, il nostro immaginario. Quando ci si rilassa si mette ordine dentro di noi creando uno spazio personale, lasciandosi trasportare senza controllo, si torna indietro nel tempo (regressione) e ci si riappropria del proprio corpo facendo prevalere i pensieri positivi su quelli negativi. Mettendosi così in ascolto si ottiene un maggiore benessere psicofisico, una riduzione dell’ansia e quindi un senso di rappacificazione.

I benefici di questo metodo sono:

  • Cercare di ascoltarsi, capire le nostre esigenze
  • Stimolare l’immaginazione e la capacità di rilassamento profondo
  • Autocontrollo
  • Accettare, elaborare e trasformare paure
  • Ricavare forza
  • Facilita la relazione con il feto , mette la mamma in contatto con il proprio bambino
  • Aiuta ad aumentare la fiducia in sé e nelle proprie capacità
  • Aiuta a mantenere un ritmo (ad es. nella respirazione)
  • Aumenta la capacità di apertura, di movimento e resistenza
  • Nel gruppo, induce ad una condivisione e discussione sull’esperienza
  • Migliora la circolazione sanguigna e l’attività gastrointestinale
  • La frequenza cardiaca rallenta e il respiro diventa regolare
  • La muscolatura si rilassa, il sistema nervoso si distende e il sistema immunitario si attiva
  • Aumenta la produzione di endorfine e diminuisce quella di catecolamine

(Bibliografia: Contunuti tratti dal corso di formazione movimento e visualizzazioni del Centro Studi Mipa 2010 ).

Quindi ad una donna in gravidanza bisognerebbe, qualora non vi siano complicazioni o patologie legate alla gestazione, suggerirle la frequenza di corsi di preparazione pratica alla nascita con movimento, visualizzazioni, streaching e respirazioni a secco e/o in acqua o yoga e pilates. Questo genere di corsi sono organizzati da alcune strutture (anche a Brescia) e si può accedere da 12 settimane fino a termine.

Altra zona del corpo molto importante da tenere allenata e preparare durante la gravidanza è la zona perineale dove ci sono i muscoli del pavimento pelvico…ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

 

A cura dell’Ostetrica Dr.ssa Tenni Maura