W le filastrocche!
Di storie ce ne sono davvero tante e di ogni forma.
In giorni di stop forzato certamente si va alla ricerca di nuove idee e storie da leggere e condividere con i bambini.
Ho avuto il piacere di essere contattata da Lucia Chiaruttini che molto gentilmente mi ha passato alcune delle sue filastrocche, pescando dal suo libro o dai suoi calendari.
In modo molto gentile mette a disposizione di bimbi e genitori in questo difficile periodo che costringe tutti a stare rinchiusi in casa.
Ecco qui le sue filastrocche!
Buona lettura!
Il Castello sul colle
Sul verde colle sorge un borgo medioevale,
protetto da mura esterne e dominato da un castello centrale.
Avvolto da un’atmosfera incantevole e misteriosa,
ospita i suoi principi in una reggia fastosa.
Si narra che un tempo un principe giunse sul colle,
accompagnato dal suo cavallo e da un giullare un po’ folle.
Passando per le vie vide una bella creatura,
affacciata ad un balcone di un palazzo tra le mura.
La dolce fanciulla lo guardò così intensamente,
che da quel giorno il principe se ne innamorò perdutamente.
Di lì a poco, nel vecchio castello disabitato,
si celebrarono le nozze del principe innamorato.
Nel borgo medioevale, come per magia,
da quel giorno regnarono pace ed armonia.
I principe e la sua principessa chiamarono a corte
buffoni, trovatori e musicanti d’ogni sorte.
Aprendo il castello alla gioia e all’allegria
sparirono di colpo malanni, guerre e carestia.
Per chi volesse visitare il castello sul lontano colle
basta avere un cavallo e un giullare un pò folle.
Poi attraversando a cavallo una foresta incantata,
si segue un grande fiume lungo una verde vallata.
Guidati dalla musica sarà poi uno scherzo trovare
il piccolo sentiero che porta al borgo medioevale!
I Vichinghi
Il popolo vichingo viveva in terre fredde e disabitate,
dal mar Baltico, dal mar di Norvegia e dal mare del Nord circondate.
Dalla Scozia approdarono nella lontana Islanda
e di lì a poco presero dimora nella vasta Groenlandia.
I Vichinghi coraggiosi conoscevano bene il mare,
a bordo delle loro imbarcazioni navigavano con la bussola solare.
Le navi di legno erano fatte a mano da esperti costruttori
e portavano carichi pesanti, animali e due dozzine di viaggiatori .
Erik il Rosso ed il figlio Leiff toccarono per primi il continente americano;
poi toccò a Colombo il grande esploratore italiano.
Nell’anno mille gli abili navigatori raggiunsero una terra segreta
che nei futuri secoli divenne una grande meta.
Ma, ignari della scoperta che cambierà la storia medioevale,
i Vichinghi fecero ritorno nella loro terra natale.
I conquistatori europei colonizzarono l’America senza pietà,
uccidendo gli indigeni in nome della civiltà.
Ai bambini piace molto questo popolo di esploratori
con l’elmo in testa, la spada e la tempra da navigatori
e la storia ha ancora molte sorprese da rivelare;
quante navi vichinghe giacciono ancora sotto il mare!
Cecca e Bice
Cecca e Bice vivevano nello stesso palazzo in via Boccaccio a pochi passi dalla mia scuola.
Ogni mattina si davano il buongiorno dai loro balconi fioriti, mentre, come in un rito, stendevano i loro candidi panni al sole.
Cecca e Bice si aiutavano da sempre: “Bice, non avresti una bustina di lievito”, chiedeva Cecca, “sto impastando la torta e mi sono accorta di non averlo comprato!”.
“Ma Cecca, anche due se questa non ti bastasse!”, rispondeva Bice.
Oppure accadeva: Bice: “Cecca, domani mi terresti il cane mentre vado dal dottore?”.
Cecca: “Ma che domande, sai che ti terrei anche il gatto se l’avessi!”
Cecca e Bice erano amiche ad ogni costo e ogni giorno non mancavano al loro appuntamento
pomeridiano quando, davanti a una tazzina di caffè, si rilassavano giocando una partita di scopone.
Fu così che, in men che non si dica, passarono gli anni e tra una partita di scopone e una
chiacchierata, Cecca e Bice ne combinarono di tutti i colori.
Finché un bel giorno, mentre Cecca stendeva i suoi panni al sole, si accorse che il cane di Bice aveva
scavato un buco fondo fondo proprio in uno dei suoi vasi, distruggendo così i suoi fiori preferiti.
Cecca, piena di rabbia e con le lacrime agli occhi, si mise a rincorrere con la scopa la povera bestia.
Bice vedendo l’amica in quello stato, ridendo disse: “Ma Cecca, non prendertela così, lo sai che quel simpaticone del mio cane è un po’ una birba!”.
Cecca: “Una birba quel cane…quel cagnaccio è un diavolo! Se mi riesce di acchiapparlo lo prendo a bastonate !”.
Bice: “A bastonate dovresti invece prendere quel mascalzone di tuo figlio.
Con quel suo vocione tiene sveglio tutto il palazzo!”
Cecca: “In quanto a vocione tu hai certo il primato, anche a non volerlo, sento tutto quello che dici!”.
Bice: “Allora mi avrai sentito dire quanto non sopporti più di avere per vicina una vipera come te!”.
Cecca: “Questo non mi sorprende per nulla. L’ho pensato sin dal primo giorno quando, con uno dei tuoi soliti pretesti, ti sei presentata con quella brutta faccia davanti alla mia porta per ficcare il naso nei miei affari!”.
Da quel giorno ogni volta che passo davanti al loro palazzo in via Boccaccio penso a quanto era bello guardare quei due balconi colmi di panni e di fiori.
Mariolona frottolona
Mariolona delle sue chiacchiere ne ha fatto un mestiere,
girando per le case del suo tranquillo quartiere,
e mentre il povero marito è occupato a lavorare,
lei trascorre a zonzo le giornate a pettegolare.
Mariolona ha gli occhi chiari e la faccia rubiconda,
le guance paffute e un’aria gioconda.
Con abiti vivaci esalta la figura rotonda,
si pettina vaporosa la sua riccia chioma bionda.
Mariolona con la sua curiosità morbosa,
la cronaca locale sa tingere di rosa;
in poche ore un’amicizia affettuosa,
diviene un’intrigante avventura amorosa.
Mariolona ficcanaso è troppo fantasiosa,
un semplice raffreddore diventa una malattia dolorosa,
una piccola lite una guerra fastidiosa,
e una spesa pazza una vincita clamorosa.
Mariolona senza farlo apposta si trova ingarbugliata,
in un mare di frottole che da impicciona si è inventata
e quando i creduloni scoprono com’è andata,
Mariolona bontempona si fa una bella risata!
La professoressa Gigliola Quadretti
Gli occhialetti tondi e una folta chioma argentata e una magra figura di statura elevata;
la professa Gigliola Quadretti in aula è già arrivata.
Alla cattedra siede severa e silenziosa,
l’anziana professoressa è metodica e puntigliosa.
“Ragazzi silenzio”: si alza in piedi con aria minacciosa;
oggi l’interrogazione sarà brutale e impietosa.
Sistemi, funzioni, integrali e derivate,
la professoressa Quadretti fa domande spietate!
Impassibile, dispensa orribili voti avvilenti,
e la matematica è ormai per tutti una delle materie più opprimenti.
Si dice che nessuno riesca a seguire le sue noiose lezioni;
pare che da giovane fosse una promettente pianista con grandi ambizioni.
Il padre austero ed esigente la costrinse a fare l’insegnante,
sacrificando così la passione per la musica e una carriera brillante.
La professoressa Gigliola Quadretti non ha certo scelto la sua professione,
e oggi insegna matematica con tanta avversione!
Un bel giorno si è presentata a scuola malvestita e spettinata,
stranamente, era in ritardo e il preside, sorpreso, l’ha richiamata.
Radunate le sue cose ha salutato tutti e con un sorriso se n’è andata;
ha ripreso a suonare il suo pianoforte e al conservatorio si è diplomata.
Gigliola Quadretti è ora un’anziana signora davvero simpatica;
ha smesso di dare brutti voti e ha rinunciato alla matematica!
Pioggia, il cane abbandonato
Marco passeggiava da solo lungo un viale alberato;
la pioggia iniziò a cadere e trovò riparo in un edificio disabitato.
Mentre aspettava che il sole tornasse a brillare,
udì un lamento dalla cantina arrivare.
Si fece coraggio ed entrò muovendosi silenziosamente,
per capire chi si nascondesse segretamente.
Con stupore trovò un povero cane incatenato,
magro, assetato e tanto spaventato.
Prese un grosso sasso e spezzò la catena e
lo accarezzò a lungo per consolarlo dalla sua pena.
Il cane lo guardò con due occhi teneri e pieni di paura;
Marco lo liberò e lo caricò sulla sua vettura.
Da quel giorno, Pioggia ha finalmente trovato un degno padrone
e scodinzola felice quando si sente chiamare per nome!
Wanda Pannocchia
Ieri ho incontrato Wanda mentre entrava in ufficio alle ore otto.
mi ha colpito il colore scarlatto del suo cappotto.
Era appena scesa dall’auto di un bel giovanotto,
impeccabile come sempre e con i tacchi di centimetri 18!
Gli occhietti furbi e il trucco carico e appariscente,
ben si sposavano con le labbra di un rosso incandescente!
Fasciata da un abito in seta e con le calze a rete seducenti,
mostrava orgogliosa le lunghe gambe prestanti.
Wanda sorrideva a ogni passante dolcemente,
strizzava un occhio e spariva tra la gente.
I colleghi, i passanti, i negozianti e chiunque la incontrava,
quella splendida bionda ragazza dagli occhi azzurri sognava.
Wanda non passava certo inosservata;
un bel giorno entrò in una caffetteria tutta trafelata.
Gridò al barista “Aiuto, aiuto mi hanno rubato la borsetta!”,
ma da quelle carnose labbra non usci certo una debole vocetta.
La povera Wanda aveva un grosso vocione baritonale.
e in pochi istanti regnò un silenzio assoluto tra la calca del locale!
Allora Wanda si guardò attorno e commossa accese una sigaretta,
“Quella brava gente si era presa davvero a cuore il furto della sua borsetta”!
Scopri il mondo di Lucia sul blog La Mongolfiera di Carta
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Potrebbe anche interessarti leggere:
[adinserter name=”Correlati”]
Cosa ne pensi?
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Cerchi un CORSO per BAMBINI o per TE?
Cosa facciamo oggi?
Festa di COMPLEANNO no problem!
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Di storie ce ne sono davvero tante e di ogni forma.
In giorni di stop forzato certamente si va alla ricerca di nuove idee e storie da leggere e condividere con i bambini.
Ho avuto il piacere di essere contattata da Lucia Chiaruttini che molto gentilmente mi ha passato alcune delle sue filastrocche, pescando dal suo libro o dai suoi calendari.
In modo molto gentile mette a disposizione di bimbi e genitori in questo difficile periodo che costringe tutti a stare rinchiusi in casa.
Ecco qui le sue filastrocche!
Buona lettura!
Il Castello sul colle
Sul verde colle sorge un borgo medioevale,
protetto da mura esterne e dominato da un castello centrale.
Avvolto da un’atmosfera incantevole e misteriosa,
ospita i suoi principi in una reggia fastosa.
Si narra che un tempo un principe giunse sul colle,
accompagnato dal suo cavallo e da un giullare un po’ folle.
Passando per le vie vide una bella creatura,
affacciata ad un balcone di un palazzo tra le mura.
La dolce fanciulla lo guardò così intensamente,
che da quel giorno il principe se ne innamorò perdutamente.
Di lì a poco, nel vecchio castello disabitato,
si celebrarono le nozze del principe innamorato.
Nel borgo medioevale, come per magia,
da quel giorno regnarono pace ed armonia.
I principe e la sua principessa chiamarono a corte
buffoni, trovatori e musicanti d’ogni sorte.
Aprendo il castello alla gioia e all’allegria
sparirono di colpo malanni, guerre e carestia.
Per chi volesse visitare il castello sul lontano colle
basta avere un cavallo e un giullare un pò folle.
Poi attraversando a cavallo una foresta incantata,
si segue un grande fiume lungo una verde vallata.
Guidati dalla musica sarà poi uno scherzo trovare
il piccolo sentiero che porta al borgo medioevale!
I Vichinghi
Il popolo vichingo viveva in terre fredde e disabitate,
dal mar Baltico, dal mar di Norvegia e dal mare del Nord circondate.
Dalla Scozia approdarono nella lontana Islanda
e di lì a poco presero dimora nella vasta Groenlandia.
I Vichinghi coraggiosi conoscevano bene il mare,
a bordo delle loro imbarcazioni navigavano con la bussola solare.
Le navi di legno erano fatte a mano da esperti costruttori
e portavano carichi pesanti, animali e due dozzine di viaggiatori .
Erik il Rosso ed il figlio Leiff toccarono per primi il continente americano;
poi toccò a Colombo il grande esploratore italiano.
Nell’anno mille gli abili navigatori raggiunsero una terra segreta
che nei futuri secoli divenne una grande meta.
Ma, ignari della scoperta che cambierà la storia medioevale,
i Vichinghi fecero ritorno nella loro terra natale.
I conquistatori europei colonizzarono l’America senza pietà,
uccidendo gli indigeni in nome della civiltà.
Ai bambini piace molto questo popolo di esploratori
con l’elmo in testa, la spada e la tempra da navigatori
e la storia ha ancora molte sorprese da rivelare;
quante navi vichinghe giacciono ancora sotto il mare!
Cecca e Bice
Cecca e Bice vivevano nello stesso palazzo in via Boccaccio a pochi passi dalla mia scuola.
Ogni mattina si davano il buongiorno dai loro balconi fioriti, mentre, come in un rito, stendevano i loro candidi panni al sole.
Cecca e Bice si aiutavano da sempre: “Bice, non avresti una bustina di lievito”, chiedeva Cecca, “sto impastando la torta e mi sono accorta di non averlo comprato!”.
“Ma Cecca, anche due se questa non ti bastasse!”, rispondeva Bice.
Oppure accadeva: Bice: “Cecca, domani mi terresti il cane mentre vado dal dottore?”.
Cecca: “Ma che domande, sai che ti terrei anche il gatto se l’avessi!”
Cecca e Bice erano amiche ad ogni costo e ogni giorno non mancavano al loro appuntamento
pomeridiano quando, davanti a una tazzina di caffè, si rilassavano giocando una partita di scopone.
Fu così che, in men che non si dica, passarono gli anni e tra una partita di scopone e una
chiacchierata, Cecca e Bice ne combinarono di tutti i colori.
Finché un bel giorno, mentre Cecca stendeva i suoi panni al sole, si accorse che il cane di Bice aveva
scavato un buco fondo fondo proprio in uno dei suoi vasi, distruggendo così i suoi fiori preferiti.
Cecca, piena di rabbia e con le lacrime agli occhi, si mise a rincorrere con la scopa la povera bestia.
Bice vedendo l’amica in quello stato, ridendo disse: “Ma Cecca, non prendertela così, lo sai che quel simpaticone del mio cane è un po’ una birba!”.
Cecca: “Una birba quel cane…quel cagnaccio è un diavolo! Se mi riesce di acchiapparlo lo prendo a bastonate !”.
Bice: “A bastonate dovresti invece prendere quel mascalzone di tuo figlio.
Con quel suo vocione tiene sveglio tutto il palazzo!”
Cecca: “In quanto a vocione tu hai certo il primato, anche a non volerlo, sento tutto quello che dici!”.
Bice: “Allora mi avrai sentito dire quanto non sopporti più di avere per vicina una vipera come te!”.
Cecca: “Questo non mi sorprende per nulla. L’ho pensato sin dal primo giorno quando, con uno dei tuoi soliti pretesti, ti sei presentata con quella brutta faccia davanti alla mia porta per ficcare il naso nei miei affari!”.
Da quel giorno ogni volta che passo davanti al loro palazzo in via Boccaccio penso a quanto era bello guardare quei due balconi colmi di panni e di fiori.
Mariolona frottolona
Mariolona delle sue chiacchiere ne ha fatto un mestiere,
girando per le case del suo tranquillo quartiere,
e mentre il povero marito è occupato a lavorare,
lei trascorre a zonzo le giornate a pettegolare.
Mariolona ha gli occhi chiari e la faccia rubiconda,
le guance paffute e un’aria gioconda.
Con abiti vivaci esalta la figura rotonda,
si pettina vaporosa la sua riccia chioma bionda.
Mariolona con la sua curiosità morbosa,
la cronaca locale sa tingere di rosa;
in poche ore un’amicizia affettuosa,
diviene un’intrigante avventura amorosa.
Mariolona ficcanaso è troppo fantasiosa,
un semplice raffreddore diventa una malattia dolorosa,
una piccola lite una guerra fastidiosa,
e una spesa pazza una vincita clamorosa.
Mariolona senza farlo apposta si trova ingarbugliata,
in un mare di frottole che da impicciona si è inventata
e quando i creduloni scoprono com’è andata,
Mariolona bontempona si fa una bella risata!
La professoressa Gigliola Quadretti
Gli occhialetti tondi e una folta chioma argentata e una magra figura di statura elevata;
la professa Gigliola Quadretti in aula è già arrivata.
Alla cattedra siede severa e silenziosa,
l’anziana professoressa è metodica e puntigliosa.
“Ragazzi silenzio”: si alza in piedi con aria minacciosa;
oggi l’interrogazione sarà brutale e impietosa.
Sistemi, funzioni, integrali e derivate,
la professoressa Quadretti fa domande spietate!
Impassibile, dispensa orribili voti avvilenti,
e la matematica è ormai per tutti una delle materie più opprimenti.
Si dice che nessuno riesca a seguire le sue noiose lezioni;
pare che da giovane fosse una promettente pianista con grandi ambizioni.
Il padre austero ed esigente la costrinse a fare l’insegnante,
sacrificando così la passione per la musica e una carriera brillante.
La professoressa Gigliola Quadretti non ha certo scelto la sua professione,
e oggi insegna matematica con tanta avversione!
Un bel giorno si è presentata a scuola malvestita e spettinata,
stranamente, era in ritardo e il preside, sorpreso, l’ha richiamata.
Radunate le sue cose ha salutato tutti e con un sorriso se n’è andata;
ha ripreso a suonare il suo pianoforte e al conservatorio si è diplomata.
Gigliola Quadretti è ora un’anziana signora davvero simpatica;
ha smesso di dare brutti voti e ha rinunciato alla matematica!
Pioggia, il cane abbandonato
Marco passeggiava da solo lungo un viale alberato;
la pioggia iniziò a cadere e trovò riparo in un edificio disabitato.
Mentre aspettava che il sole tornasse a brillare,
udì un lamento dalla cantina arrivare.
Si fece coraggio ed entrò muovendosi silenziosamente,
per capire chi si nascondesse segretamente.
Con stupore trovò un povero cane incatenato,
magro, assetato e tanto spaventato.
Prese un grosso sasso e spezzò la catena e
lo accarezzò a lungo per consolarlo dalla sua pena.
Il cane lo guardò con due occhi teneri e pieni di paura;
Marco lo liberò e lo caricò sulla sua vettura.
Da quel giorno, Pioggia ha finalmente trovato un degno padrone
e scodinzola felice quando si sente chiamare per nome!
Wanda Pannocchia
Ieri ho incontrato Wanda mentre entrava in ufficio alle ore otto.
mi ha colpito il colore scarlatto del suo cappotto.
Era appena scesa dall’auto di un bel giovanotto,
impeccabile come sempre e con i tacchi di centimetri 18!
Gli occhietti furbi e il trucco carico e appariscente,
ben si sposavano con le labbra di un rosso incandescente!
Fasciata da un abito in seta e con le calze a rete seducenti,
mostrava orgogliosa le lunghe gambe prestanti.
Wanda sorrideva a ogni passante dolcemente,
strizzava un occhio e spariva tra la gente.
I colleghi, i passanti, i negozianti e chiunque la incontrava,
quella splendida bionda ragazza dagli occhi azzurri sognava.
Wanda non passava certo inosservata;
un bel giorno entrò in una caffetteria tutta trafelata.
Gridò al barista “Aiuto, aiuto mi hanno rubato la borsetta!”,
ma da quelle carnose labbra non usci certo una debole vocetta.
La povera Wanda aveva un grosso vocione baritonale.
e in pochi istanti regnò un silenzio assoluto tra la calca del locale!
Allora Wanda si guardò attorno e commossa accese una sigaretta,
“Quella brava gente si era presa davvero a cuore il furto della sua borsetta”!
Scopri il mondo di Lucia sul blog La Mongolfiera di Carta
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Potrebbe anche interessarti leggere:
[adinserter block="8"]
Cosa ne pensi?
Lascia un commento Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Lascia un commento