Una dolcissima bimba di poco più di tre anni, una passeggiata in città, un regalo inaspettato, il palloncino del titolo, una mamma molto attenta, un pomeriggio di giochi, un letto che attende la piccola per la nanna.
La giornata di Akiko è semplice ma allo stesso tempo ricchissima, come quella di ogni bimbo.
Sono questi gli ingredienti di Akiko e il palloncino, uno dei primi lavori dell’artista giapponese, uscito per la casa editrice nipponica Hakusensha nel 2003 ma tradotto da Babalibri solo nel 2014.
L’opera contiene in forma embrionale tutte le tematiche che caratterizzeranno l’evoluzione dell’autrice, ovvero la rappresentazione di scene familiari che fanno di Komako Sakaï una splendida favoleggiatrice del quotidiano infantile. Inoltre, in quest’albo il colore si impone come vero e proprio elemento narrativo: gouache e tempere riempiono gli spazi in campiture di colore non uniformi, rendendo gli oggetti più solidi e autentici. Se lo sfondo è composto da una gamma di tinte piuttosto spente (abbondano grigio, nero, bianco e ocra), è il giallo il protagonista assoluto della scena e di pagina in pagina torna in nuove vesti, dal palloncino passa ai fiori di tarassaco e poi a una piccola farfalla.
Completano questa ricca e vivace composizione cromatica qualche tocco di azzurro, usato per il filo del giocattolo di Akiko, e di rosso, per i ricami che decorano i suoi leggeri pantaloncini o le stelle del pigiama.
Lascia un commento