Il sonno non è un fenomeno passivo, durante il quale non accade nulla, bensì un fenomeno attivo e strutturato con intensa attività cerebrale e neuronale.
I fattori esterni, quali i ritmi naturali (luce-buio) e sociali (attività quotidiane) e i ritmi circadiani interni determinano il ritmo sonno-veglia. Il sonno è costituito da una struttura ciclica: 4-5 cicli di sonno si susseguono durante la notte. Ogni ciclo dura nell’adulto dai 90 ai 120 minuti e al termine del ciclo si assiste frequentemente ad un breve risveglio notturno, del quale spesso non conserviamo alcun ricordo. Ciascun ciclo ha una propria struttura interna ed è composto da fasi, caratterizzate da una diversa profondità di sonno.

Esistono due stadi principali: il sonno REM (REM: rapid eyes movements = movimenti veloci degli occhi) e il sonno non-REM.
Il sonno non-REM è caratterizzato a sua volta da 4 stadi che vanno dall’assopimento (1) al sonno superficiale (2), sino al sonno profondo (3-4). Durante la fase di sonno profondo, il respiro e il battito cardiaco sono regolari, l’attività cerebrale tranquilla, il corpo è rilassato e immobile.
Il sonno REM è invece caratterizzato da un’intensa attività cerebrale, simile a quella dello stato di veglia, la respirazione e il battito cardiaco diventano irregolari, e si rilevano dei rapidi movimenti oculari. La fase REM è correlata ai sogni.
Peculiarità del sonno nel bambino
Nel bambino i cicli di sonno, sono più brevi rispetto a quelli dell’adulto, durano circa 50 minuti ed è quindi normale che il neonato nelle prime settimane di vita si svegli anche ogni ora.
Alla nascita il sonno paradosso (REM) occupa circa il 50% del tempo dedicato al sonno. Questa percentuale si riduce poi molto progressivamente per raggiungere, in età adulta, dal 18% al 25% del tempo di sonno totale, a seconda del soggetto.
Ci sono considerevoli variazioni nella quantità di sonno necessaria da un bambino all’altro. In generale il fabbisogno di sonno nel lattante può variare tra le 12 e le 20 ore. Non è utile confrontare il sonno del proprio bambino con quello di altri: la quantità di sonno necessaria ad ogni persona varia da individuo a individuo e quindi da bambino a bambino.
Come si evolve il sonno durante l’infanzia
Nelle prime settimane di vita il tempo trascorso dormendo è in media di 16/17 ore al giorno in frazioni di 3 ore, suddivise egualmente tra il giorno e la notte. In seguito, il ritmo giorno-notte si instaura progressivamente, in base ad un processo di maturazione cerebrale e il bimbo inizia a trascorrere più tempo sveglio durante il giorno e a dormire più a lungo durante la notte. É normale che in questa fase della vita di un bimbo si verifichino regolarmente dei risvegli notturni.
Verso i 3-4 mesi il bambino dorme circa 15 ore al giorno, ma con un ritmo diverso, concentrando maggiormente il sonno durante la notte.
In generale, verso i 6 mesi, molti bambini sono in grado di dormire ininterrottamente per 6/7 ore.
Nella seconda metà del primo anno di vita, il bambino è sempre più sveglio durante il giorno, ma gli occorrono ancora due riposini, generalmente uno nel corso del mattino e il secondo subito dopo pranzo. É importante limitare il riposino pomeridiano. Un eccessivo sonno diurno può creare qualche difficoltà di addormentamento del bambino alla sera o più risvegli durante la notte.
Nel corso del secondo anno di vita, la maggior parte dei bimbi necessita in media di 13-14 ore di sonno concentrate principalmente di notte e rimane un solo riposino nel corso del pomeriggio.
Che cos’è l’insonnia e la sua diffusione
Nell’infanzia l’insonnia viene diagnosticata quando è presente una difficoltà ad addormentarsi e/o la presenza di risvegli multipli notturni. Nel bambino il sonno è un processo in evoluzione, in via di stabilizzazione, per cui si può facilmente instaurare l’insonnia, legata alla gestione dell’addormentamento e dei risvegli notturni da parte dei genitori. Il segnale più importate dell’insorgenza di un disturbo di inizio e mantenimento del sonno è l’incapacità del bambino a riaddormentarsi autonomamente.
Il disturbo del sonno può avere conseguenze importanti per la salute fisica e psicologica, e se si cronicizza si possono instaurare disturbi del comportamento diurno, disturbi dell’umore, facile stancabilità diurna e deficit di concentrazione, disturbi della memoria e dell’apprendimento, deficit di crescita a causa della ridotta riduzione dell’ormone della crescita, ed inoltre stress famigliare causato dalla deprivazione di sonno nei genitori (questa può essere una causa di abusi all’infanzia e si possono instaurare disturbi psicologici).
L’epidemiologia dell’insonnia del bambino presenta una variabilità legata all’età: l’insonnia è presente in circa il 20-30% dei bambini nei primi 2 anni di vita e si riduce al 15% dai 3 anni in poi. In generale i bambini italiani dormono meno rispetto ai bambini americani ed europei: si coricano più tardi e si svegliano più frequentemente durante la notte.
Le cause principali che possono generare un quadro di insonnia
L’insonnia nel bambino viene diagnosticata quando compare per almeno tre notti a settimana, presentandosi difficoltà di addormentamento (per un tempo maggiore di 45 minuti), e/o risvegli multipli (più di 2, con oltre 30 minuti di tempo necessari per riaddormentarsi), e/o risvegli precoci.
L’insonnia nel bambino può essere causata da molteplici fattori: cause organiche, problemi psicosociali, patologie della relazione bambino-genitore, fattori genetici, prematurità, disturbi psichiatrici nelle figure genitoriali.
I tipi di insonnia nell’infanzia si distinguono in base all’età
1. Primo anno di vita
- Disturbi di inizio del sonno per associazione…
- Sindrome da eccessiva assunzione di cibo e bevande durante la notte…
- Coliche dei primi mesi di vita…
- Insonnia da allergia alle proteine del latte o da altri allergeni alimentari…
2. Da 1 a 6 anni
- Disturbi da mancata identificazione del limite…
- Paure all’addormentamento ed incubi…
3. Adolescenza
- Igiene del sonno inadeguata;
- Insonnia da assunzione di sostanze stimolanti.
4. Indipendenti dall’età
- Insonnia legata a fattori socio-ambientali;
- Insonnia secondaria a malattie mediche, neurologiche, psichiatriche…
Quali sono i disturbi del sonno più frequenti in età evolutiva
Incubi
Gli incubi sono dei brutti sogni e avvengono durante la fase del sonno REM…
I terrori notturni (pavor nocturnus)
Si distinguono dagli incubi perché avvengono durante la fase di sonno profondo…
Il sonnambulismo
Questo fenomeno, in età compresa tra i 5 e i 10 anni, si manifesta abbastanza frequentemente…
Trattamento
È importante innanzitutto conoscere i principi basilari di igiene del sonno dell’infanzia…
- Cullarlo in braccio fino all’addormentamento;
- Mantenere un contatto fisico…
- Farlo addormentare in posti diversi dal lettino;
- Farlo addormentare in macchina;
- Dare da bere o allattarlo durante l’addormentamento;
- Somministrare tisane o camomilla…
- Farlo stancare prima dell’ora dell’addormentamento;
- Farlo dormire a pancia in sotto;
- Fare il bagnetto prima di andare a letto…
Per migliorare il sonno del bambino spesso è sufficiente intervenire su queste abitudini…
- Estinzione;
- Estinzione graduale;
- Apprendimento di routine fisse all’addormentamento;
- Rinforzo positivo.
Come favorire un buon sonno nel bambino
- È importante che il lettino diventi un posto confortevole, accogliente e rassicurante per il piccolo…
- Per favorire lo sviluppo di un senso di sicurezza nel piccolo, sarebbe importante che il bambino dorma sempre nello stesso posto…
- Per coricarsi in maniera confortevole è importante verificare che il bambino indossi vestiti comodi…
- Tenendo conto della fase di sviluppo in cui si trova il vostro bambino, è utile stabilire degli orari regolari…
- Evitare di raccontare storie o favole con contenuti spaventosi…
- Eliminare il più possibile, già un’ora prima dell’ora di coricarsi, i giochi e le attività troppo eccitanti…
- É molto importante stabilire dei cerimoniali o routines per andare a nanna…
- É importante che il bambino venga deposto nel suo lettino quando è ancora sveglio…
- Durante la notte può essere di conforto porre nel lettino un oggetto amato particolarmente dal piccolo…
- I problemi legati al sonno possono strapazzare i genitori…
- Può anche essere utile pensare che i problemi legati alla fase dell’addormentamento…
Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico dell’insonnia può essere utilizzato come soluzione temporanea…
Nei bambini piccoli vengono spesso utilizzati antistaminici e la melatonina, negli adolescenti si possono utilizzare le terapie comunemente somministrate in età adulta. In ogni caso la terapia farmacologica per i disturbi del sonno nel bambino andrebbe utilizzata come ultima risorsa…
A cura dello studio Akoé








