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Il grooming all’epoca dei social

Il grooming all’epoca dei social

I bambini in pandemia passano molto più tempo in Rete. Le lezioni a distanza, i compiti: li abbiamo visti così soli, chiusi in casa, che non ce la siamo proprio sentita di togliergli il telefono appesantendo l’effetto psicologico del distanziamento sociale.

Nonostante sul corretto uso di questi dispositivi, ancora i minori passano molto tempo davanti a pc e smartphone, ma se da una parte è necessario per fargli recuperare un po’ della socialità perduta, dall’altra c’è un grande pericolo nella rete: il grooming attraverso i social.

Che cos’è il grooming?

Con il termine grooming si intende è l’adescamento attraverso internet. Si parla di child grooming, ovvero adescamento di minorenni.

Il termine deriva dall’inglese “to groom”, cioè “curare”. L’adulto si “prende cura” di una persona per un determinato scopo: incontrarlo e compiere atti di pedofilia.

Il grooming si sviluppa perfettamente sui social, dove i minori sono spesso soli, l’adescatore li manipola psicologicamente per conquistarne la fiducia. Il processo può durare anche mesi.

Le 5 fasi del grooming

Secondo O’Connell esistono cinque fasi di adescamento.

  1. Friendship forming stage: serve alla formazione “dell’amicizia”, l’adescatore cercherà di conoscere il minore e carpire le sue caratteristiche fisiche tramite invio di una foto.
  2. Relationship forming stage: ora la relazione si sta formando. L’adulto ha visto la foto, scelto il minore e inizierà ad entrare nella sua mente, attraverso un rapporto quotidiano di fiducia nel quale cercherà di sapere tutto di lui.
  3. Risk assessment stage: l’adulto cerca di capire quali rischi potrebbe correre nella relazione con il minore. Acquisisce dati sulla collocazione del pc, orari dei genitori, controllo parentale sul dispositivo.
  4. Exclusivity stage: è il punto di non ritorno. L’adulto se è riuscito a creare un legame, adesso chiederà che la loro relazioni rimanga segreta e la manipolazione sarà completata.Sexual stage: adesso l’adulto indaga sulla sessualità del bambino, per poi ottenere da lui i favori sessuali.

La denuncia

Il Paese del sud Europe in situazione allarmante è la Spagna: nell’ultimo decennio i reati contro i minori crescono del 14% annuo, soprattutto gli illeciti online: ‘Grooming’ (crescita annuale del 36,7%) e “Sexting” (25%).

Il 59,1% sono casi di adolescenti tra i 13 ei 18 anni. Per questo nella rubrica “Tecnologia e gadgets” di www.reviewbox.es si afferma che: “I genitori devono utilizzare software di parental control e filtraggio del traffico attraverso router e firewall, affiancando i bimbi nell’uso di smartphone e PC per educarli ad un uso consapevole”.

Neppure l’Italia può permettersi di abbassare la guardia. Infatti, in tempi di pandemia la Polizia Postale nostrana ha sequestrato oltre 118 mila giga di materiale pedopornografico dai computer, tablet e telefoni degli adescatori rintracciati. Ci sono stati 328 casi su vittime che vanno dai 10 ai 13 anni, e raramente dai 14 ai 17.

Bisogna fare attenzione ai “campanelli d’allarme” che i minori inviano: introversione, incubi notturni, irritabilità, utilizzo di giochi in modo sessualizzato. Andate insieme da un terapista e controllate i pc.

Meglio invadere la loro privacy, che perdere la loro innocenza.

AmrThele / pixabay

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I bambini in pandemia passano molto più tempo in Rete. Le lezioni a distanza, i compiti: li abbiamo visti così soli, chiusi in casa, che non ce la siamo proprio sentita di togliergli il telefono appesantendo l’effetto psicologico del distanziamento sociale.

Nonostante sul corretto uso di questi dispositivi, ancora i minori passano molto tempo davanti a pc e smartphone, ma se da una parte è necessario per fargli recuperare un po’ della socialità perduta, dall’altra c’è un grande pericolo nella rete: il grooming attraverso i social.

Che cos’è il grooming?

Con il termine grooming si intende è l’adescamento attraverso internet. Si parla di child grooming, ovvero adescamento di minorenni.

Il termine deriva dall’inglese “to groom”, cioè “curare”. L’adulto si “prende cura” di una persona per un determinato scopo: incontrarlo e compiere atti di pedofilia.

Il grooming si sviluppa perfettamente sui social, dove i minori sono spesso soli, l’adescatore li manipola psicologicamente per conquistarne la fiducia. Il processo può durare anche mesi.

Le 5 fasi del grooming

Secondo O’Connell esistono cinque fasi di adescamento.

  1. Friendship forming stage: serve alla formazione “dell’amicizia”, l’adescatore cercherà di conoscere il minore e carpire le sue caratteristiche fisiche tramite invio di una foto.
  2. Relationship forming stage: ora la relazione si sta formando. L’adulto ha visto la foto, scelto il minore e inizierà ad entrare nella sua mente, attraverso un rapporto quotidiano di fiducia nel quale cercherà di sapere tutto di lui.
  3. Risk assessment stage: l’adulto cerca di capire quali rischi potrebbe correre nella relazione con il minore. Acquisisce dati sulla collocazione del pc, orari dei genitori, controllo parentale sul dispositivo.
  4. Exclusivity stage: è il punto di non ritorno. L’adulto se è riuscito a creare un legame, adesso chiederà che la loro relazioni rimanga segreta e la manipolazione sarà completata.Sexual stage: adesso l’adulto indaga sulla sessualità del bambino, per poi ottenere da lui i favori sessuali.

La denuncia

Il Paese del sud Europe in situazione allarmante è la Spagna: nell’ultimo decennio i reati contro i minori crescono del 14% annuo, soprattutto gli illeciti online: ‘Grooming’ (crescita annuale del 36,7%) e “Sexting” (25%).

Il 59,1% sono casi di adolescenti tra i 13 ei 18 anni. Per questo nella rubrica “Tecnologia e gadgets” di www.reviewbox.es si afferma che: “I genitori devono utilizzare software di parental control e filtraggio del traffico attraverso router e firewall, affiancando i bimbi nell’uso di smartphone e PC per educarli ad un uso consapevole”.

Neppure l’Italia può permettersi di abbassare la guardia. Infatti, in tempi di pandemia la Polizia Postale nostrana ha sequestrato oltre 118 mila giga di materiale pedopornografico dai computer, tablet e telefoni degli adescatori rintracciati. Ci sono stati 328 casi su vittime che vanno dai 10 ai 13 anni, e raramente dai 14 ai 17.

Bisogna fare attenzione ai “campanelli d’allarme” che i minori inviano: introversione, incubi notturni, irritabilità, utilizzo di giochi in modo sessualizzato. Andate insieme da un terapista e controllate i pc.

Meglio invadere la loro privacy, che perdere la loro innocenza.

AmrThele / pixabay

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