La leggenda delle Tavine di Salò
Oggi andiamo a conoscere la leggenda delle Tavine di Salò.
Tantissime sono le tradizioni e le leggende antiche di ogni territorio.
Non ne è da meno chiaramente il lago di Garda che nei tempi antichi era popolato anche da esseri nascosti fra i golfi, creature che abitavano il sottobosco o fra le colline.
Figure che vivevano dentro l’acqua e che da sempre spiavano le persone.
Nel tempo queste creature hanno iniziato a mostrarsi non solo ai cantori e agli artisti, ma anche alle persone comuni che diventavano attori delle leggende e delle favole locali che pian piano iniziavano a diffondersi
nella memoria dei salodiani.
Concorso: la leggenda delle Tavine
Per Carnevale è attivo un contest per realizzare la maschera di Carnevale più creativa ispirata proprio alla leggenda delle Tavine che trovi qui sotto in collaborazione con Infopoint Salo, Visit Salò e la biblioteca di Salò.
Come funziona il concorso?
- leggi la leggenda delle Tavine
- realizza la maschera di Carnevale (puoi prendere ispirazione dalle istruzioni nelle foto qui sotto)
- invia la tua maschera a infopoint.salo@provincia.brescia.it entro e non oltre il 14 febbraio 2021
Il giorno 16 febbraio, verranno decretate le 10 maschere più belle e originali!
Partecipa al contest!
Scopri i vincitori del contest
Clicca sull’immagine per scoprire le più belle maschere realizzate dai bambini per Carnevale legate alla leggenda delle Tavine
Dove si trova Tavine
Tavine, non è un luogo di fantasia, ma da sempre identifica una contrada, ovvero una località, a sud della città di Salò.
Oggi corrisponde in particolare alla via Tavine, in zona del cimitero fino all’ area attorno alla Fonte Tavina in cui, fino ad un tempo recente, aveva la propria sede l’omonima industria di imbottigliamento di acqua.
La collina che abbraccia a sud il golfo di Salò era un tempo ricca di chiari ruscelli che scendevano gorgogliando a valle.
Secondo la leggenda questa collina fosse abitata da creature fantastiche e fosse luogo di ritrovo di Napee (cioè le fate dei prati e delle valli) Ninfe e Driadi (le fate dei boschi)
La leggenda delle Tavine
La leggenda cui si fa maggiormente riferimento è quella scritta da Giuseppe Milio Voltolina in “La coltivazione degli orti” e poi ripresa da molti.
Nel suo poema l’autore mette in scena una Napea, cioè la fata dei prati descrivendola così:
“la vezzosa
Tavine glauca il piè, verde la chioma,
argenteo il petto, queste fonti tenne,
E ogn’altra Ninfa sorpassò in bellezza”
Tra tutte le creature che abitavano la località di Tavine ce n’era una particolarmente bella che superava tutte, era proprio l’incantevole Tavine
Tavine aveva lunghe trecce bionde e occhi azzurri e soprattutto era di una bellezza straordinaria.
Questa Ninfa era talmente bella che fece innamorare a prima vista di sé Benàco, il dio del Lago di Garda che era figlio della Ninfa Berenice (figlia di Venere) e del dio del mare Nettuno.
Benàco cominciò a corteggiarla, ma Tavine si mostrò subito indifferente alle sue lusinghe perchè innamorata del giovane pastore Cisso, con il quale si incontrava solitamente nei boschi
Quando scoprì tutto ciò, Benàco, follemente innamorato, fu travolto da una rabbia cieca.
Cercò i due amanti, li sorprese insieme e, gelossissimo, trafisse Cisso con il tridente donatogli da padre Nettuno, poi, si immerse ancora pieno d’ira nel lago.
Tavine, dopo aver visto morire l’amato pastore, decise di morire a sua volta.
Altri dèi assistettero a tutto e, mossi a pietà, la fecero addormentare profondamente. Lentamente i piedi della Ninfa si fusero con il terreno radici, il suo corpo divenne un tronco d’albero, le braccia rami sottili e i suoi capelli verdi fronde.
Così Tavine si trasformò in un salice.
Allo stesso tempo, le spoglie ancora sanguinanti di Cisso si trasformarono in rami d’edera che si strinsero al salice li accanto.
In questo modo, secondo la leggenda, nessuno potè più dividere i due innamorati.
—
Tavine, illustrazione di Greta Zaniboni tratta dal libro Fantastico Garda di Simona Cremonini
Foto arancione, by visit Salò sculture Ninfe di Angiolino Aime, esposte all’esterno del Mu.Sa Museo di Salò
Illustrazione ninfe che si pettinano di Arthur Rackman
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Oggi andiamo a conoscere la leggenda delle Tavine di Salò.
Tantissime sono le tradizioni e le leggende antiche di ogni territorio.
Non ne è da meno chiaramente il lago di Garda che nei tempi antichi era popolato anche da esseri nascosti fra i golfi, creature che abitavano il sottobosco o fra le colline.
Figure che vivevano dentro l’acqua e che da sempre spiavano le persone.
Nel tempo queste creature hanno iniziato a mostrarsi non solo ai cantori e agli artisti, ma anche alle persone comuni che diventavano attori delle leggende e delle favole locali che pian piano iniziavano a diffondersi
nella memoria dei salodiani.
Concorso: la leggenda delle Tavine
Per Carnevale è attivo un contest per realizzare la maschera di Carnevale più creativa ispirata proprio alla leggenda delle Tavine che trovi qui sotto in collaborazione con Infopoint Salo, Visit Salò e la biblioteca di Salò.
Come funziona il concorso?
- leggi la leggenda delle Tavine
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- invia la tua maschera a infopoint.salo@provincia.brescia.it entro e non oltre il 14 febbraio 2021
Il giorno 16 febbraio, verranno decretate le 10 maschere più belle e originali!
Partecipa al contest!
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Dove si trova Tavine
Tavine, non è un luogo di fantasia, ma da sempre identifica una contrada, ovvero una località, a sud della città di Salò.
Oggi corrisponde in particolare alla via Tavine, in zona del cimitero fino all’ area attorno alla Fonte Tavina in cui, fino ad un tempo recente, aveva la propria sede l’omonima industria di imbottigliamento di acqua.
La collina che abbraccia a sud il golfo di Salò era un tempo ricca di chiari ruscelli che scendevano gorgogliando a valle.
Secondo la leggenda questa collina fosse abitata da creature fantastiche e fosse luogo di ritrovo di Napee (cioè le fate dei prati e delle valli) Ninfe e Driadi (le fate dei boschi)
La leggenda delle Tavine
La leggenda cui si fa maggiormente riferimento è quella scritta da Giuseppe Milio Voltolina in “La coltivazione degli orti” e poi ripresa da molti.
Nel suo poema l’autore mette in scena una Napea, cioè la fata dei prati descrivendola così:
“la vezzosa
Tavine glauca il piè, verde la chioma,
argenteo il petto, queste fonti tenne,
E ogn’altra Ninfa sorpassò in bellezza”
Tra tutte le creature che abitavano la località di Tavine ce n’era una particolarmente bella che superava tutte, era proprio l’incantevole Tavine
Tavine aveva lunghe trecce bionde e occhi azzurri e soprattutto era di una bellezza straordinaria.
Questa Ninfa era talmente bella che fece innamorare a prima vista di sé Benàco, il dio del Lago di Garda che era figlio della Ninfa Berenice (figlia di Venere) e del dio del mare Nettuno.
Benàco cominciò a corteggiarla, ma Tavine si mostrò subito indifferente alle sue lusinghe perchè innamorata del giovane pastore Cisso, con il quale si incontrava solitamente nei boschi
Quando scoprì tutto ciò, Benàco, follemente innamorato, fu travolto da una rabbia cieca.
Cercò i due amanti, li sorprese insieme e, gelossissimo, trafisse Cisso con il tridente donatogli da padre Nettuno, poi, si immerse ancora pieno d’ira nel lago.
Tavine, dopo aver visto morire l’amato pastore, decise di morire a sua volta.
Altri dèi assistettero a tutto e, mossi a pietà, la fecero addormentare profondamente. Lentamente i piedi della Ninfa si fusero con il terreno radici, il suo corpo divenne un tronco d’albero, le braccia rami sottili e i suoi capelli verdi fronde.
Così Tavine si trasformò in un salice.
Allo stesso tempo, le spoglie ancora sanguinanti di Cisso si trasformarono in rami d’edera che si strinsero al salice li accanto.
In questo modo, secondo la leggenda, nessuno potè più dividere i due innamorati.
—
Tavine, illustrazione di Greta Zaniboni tratta dal libro Fantastico Garda di Simona Cremonini
Foto arancione, by visit Salò sculture Ninfe di Angiolino Aime, esposte all’esterno del Mu.Sa Museo di Salò
Illustrazione ninfe che si pettinano di Arthur Rackman
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