Tradizioni: bruciare la vecchia
Siamo vicini alla metà della Quaresima e non può mancare il tradizionale “rogo della vecchia”.
Si tratta di un giorno di pausa dai rigori dei fioretti quaresimali in cui è possibile mangiare ciò che ci si era ripromessi di non mangiare o fare quanto ci eravamo imposti di non fare durante i quaranta giorni della Quaresima. Il più delle volte infatti i fioretti riguardano i famigerati dolci che ci si impegna a non mangiare finchè non arriva la Pasqua a chiudere questo difficile mese. Certo è che gli impegni quaresimali un poco dovrebbero rompere le abitudini per indirizzare l’attenzione su altre riflessioni, o anche solo porre l’attenzione sull’importanza del mantenere la parola data, soprattutto per un lungo periodo. Quaranta giorni possono passare velocemente o sembrare infiniti a seconda di quanto è difficile e impegnativo il fioretto che ci si è assunti. In ogni caso si tratta sempre di una piccola privazione, di una rinuncia e una pausa è sempre gradita.
Benvenuta allora cara vecchia, che porti un giorno di relax!
Quest’anno diversi paesi si sono attrezzati ed organizzati per il tradizionale appuntamento con il rogo della vecchia.
Come ogni tradizione che si rinnova da tempi quasi immemori, ogni elemento ha un significato profondo, ogni aspetto della festa ha una sua motivazione legata e nata da condizioni che poi con il tempo un poco si sono perse.
Può infatti sembrare strano, soprattutto ai bambini, l’idea di bruciare una vecchia, anche se di carta, stoffa e legna. La realtà è che la vecchia non rappresenta una persona, ma è un simbolo!
Scopriamo le origini!
Il rogo in origine, rappresentava l’inverno ormai morente, che assume le sembianze di un fantoccio di paglia e stracci, col volto di vecchia, a richiamare il Carnevale terminato venti giorni prima.
Bruciare solennemente questo pupazzo significa distruggere definitivamente la stagione invernale, segnando l’arrivo della primavera con la rinascita della natura e della vita stessa.
La vecchia é anche l’immagine impersonificata delle brutte cose che devono cedere il passo alle cose belle.
Sembra che questa usanza derivi da riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti, per esempio, accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato. Mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali.
Ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la “vecchia” posta sopra la pira di legna).
Il rogo è talvolta benedetto dal parroco e lo scoppiettare dell’acqua santa nel fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fuggiva.
La direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro.
Molto interessante è anche questo articolo sulle origini della tradizione di bruciare la vecchia