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Bambini e tecnologia: i consigli dell’ospedale Bambino Gesù sulle attività al PC durante la pandemia

Bambini e tecnologia: i consigli dell’ospedale Bambino Gesù sulle attività al PC durante la pandemia

In piena pandemia, ad aprile, uno studio del quotidiano China Youth Daily, condotto su 2452 genitori di alunni della scuola primaria e secondaria, rilevò che il 92,8% degli intervistati si era definito preoccupato per il troppo tempo che i figli passavano al PC.

Anche in Italia i genitori hanno sollecitato il ritorno alla scuola in presenza per i loro figli, perché si sono resi conto dei rischi per i ragazzi restando a casa:

  • sedentarietà
  • problemi di salute
  • didattica svolta male
  • scarsa capacità di socializzazione.

Sfortunatamente per alcune regioni d’Italia ancora la didattica in presenza non è un’opzione.
L’Istituto per la Salute Bambin Gesù, nella sua periodica pubblicazione “A scuola di salute” ha voluto affrontare il tema delle ricadute sulla condizione fisica dei bambini che utilizzano la tecnologia.

I consigli degli esperti

Gli studiosi hanno affrontato nel numero di “A scuola di salute” i diversi aspetti che coinvolgono tecnologia e bambini, e indicano una serie di suggerimenti per i genitori.

La tecnologia è inevitabile. Il Covid ha amplificato ciò che già stava succedendo: il diffondersi dell’uso degli apparecchi digitali nei più giovani, fin dalla tenera età.

Luciano Lotti, UX designer che scrive per il sito www.cercotech.it, ritiene che:

L’uso della tecnologia fino a 15 anni fa era molto limitato nei bambini. Poi con la diffusione dei tablet dopo il 2010, delle console e degli smartphone, è esploso. Anche i più semplici oggetti come l’uovo al cioccolato con le sorprese, riportano a un’app da scaricare per giocare in uno spazio digitale in cui ampliare l’esperienza ludica.

Uso dei social network

Per la sociologa Danah Boyd la dipendenza dei bambini non è dovuta ai mezzi tecnologici, ma allo stare insieme. Si ricercano perlopiù le relazioni preesistenti, con amici e conoscenti.

Ma gli esperti hanno individuato alcuni rischi per i bambini che utilizzano i social:

  • allontanamento dalle relazioni già esistenti, come quelle familiari
  • isolamento
  • ansia da prestazione
  • l’amplificazione del fenomeno del bullismo, che nel virtuale è svincolato da regole.

Il consiglio è di limitarne l’utilizzo.

I videogiochi

La letteratura scientifica è unanime su un’unica cosa: il tempo dedicato a quest’attività dev’essere limitato.
Un’ora può stimolare l’apprendimento e sviluppare capacità, tre ore aliena il ragazzo dalla vita reale.

Se alcuni videogiochi sviluppano aggressività in soggetti già predisposti, altri invece sono utili strumenti educativi; per questo la demonizzazione di tali dispositivi non è utile.
Si consiglia di prestare attenzione alle indicazioni per l’età di gioco che si trovano su ogni tipologia, e sceglierli accuratamente.

La  noia

I bambini moderni sono stati definiti Alpha Generation, perché sono nati con la tecnologia e la utilizzano in maniera intuitiva. Per questo se non stanno studiando, utilizzano un tablet, oppure un telefonino, lo fanno con naturalezza.

Tuttavia vanno abituati anche al tempo della noia, il momento di quiete, privo di stimoli in cui possono lasciare che la loro mente si sviluppi e crei connessioni autonomamente.
Promuoverlo è salvaguardare la loro infanzia.

 

ph credits:PublicDomainPiatures / Pixabay

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In piena pandemia, ad aprile, uno studio del quotidiano China Youth Daily, condotto su 2452 genitori di alunni della scuola primaria e secondaria, rilevò che il 92,8% degli intervistati si era definito preoccupato per il troppo tempo che i figli passavano al PC.

Anche in Italia i genitori hanno sollecitato il ritorno alla scuola in presenza per i loro figli, perché si sono resi conto dei rischi per i ragazzi restando a casa:

  • sedentarietà
  • problemi di salute
  • didattica svolta male
  • scarsa capacità di socializzazione.

Sfortunatamente per alcune regioni d’Italia ancora la didattica in presenza non è un’opzione.
L’Istituto per la Salute Bambin Gesù, nella sua periodica pubblicazione “A scuola di salute” ha voluto affrontare il tema delle ricadute sulla condizione fisica dei bambini che utilizzano la tecnologia.

I consigli degli esperti

Gli studiosi hanno affrontato nel numero di “A scuola di salute” i diversi aspetti che coinvolgono tecnologia e bambini, e indicano una serie di suggerimenti per i genitori.

La tecnologia è inevitabile. Il Covid ha amplificato ciò che già stava succedendo: il diffondersi dell’uso degli apparecchi digitali nei più giovani, fin dalla tenera età.

Luciano Lotti, UX designer che scrive per il sito www.cercotech.it, ritiene che:

L’uso della tecnologia fino a 15 anni fa era molto limitato nei bambini. Poi con la diffusione dei tablet dopo il 2010, delle console e degli smartphone, è esploso. Anche i più semplici oggetti come l’uovo al cioccolato con le sorprese, riportano a un’app da scaricare per giocare in uno spazio digitale in cui ampliare l’esperienza ludica.

Uso dei social network

Per la sociologa Danah Boyd la dipendenza dei bambini non è dovuta ai mezzi tecnologici, ma allo stare insieme. Si ricercano perlopiù le relazioni preesistenti, con amici e conoscenti.

Ma gli esperti hanno individuato alcuni rischi per i bambini che utilizzano i social:

  • allontanamento dalle relazioni già esistenti, come quelle familiari
  • isolamento
  • ansia da prestazione
  • l’amplificazione del fenomeno del bullismo, che nel virtuale è svincolato da regole.

Il consiglio è di limitarne l’utilizzo.

I videogiochi

La letteratura scientifica è unanime su un’unica cosa: il tempo dedicato a quest’attività dev’essere limitato.
Un’ora può stimolare l’apprendimento e sviluppare capacità, tre ore aliena il ragazzo dalla vita reale.

Se alcuni videogiochi sviluppano aggressività in soggetti già predisposti, altri invece sono utili strumenti educativi; per questo la demonizzazione di tali dispositivi non è utile.
Si consiglia di prestare attenzione alle indicazioni per l’età di gioco che si trovano su ogni tipologia, e sceglierli accuratamente.

La  noia

I bambini moderni sono stati definiti Alpha Generation, perché sono nati con la tecnologia e la utilizzano in maniera intuitiva. Per questo se non stanno studiando, utilizzano un tablet, oppure un telefonino, lo fanno con naturalezza.

Tuttavia vanno abituati anche al tempo della noia, il momento di quiete, privo di stimoli in cui possono lasciare che la loro mente si sviluppi e crei connessioni autonomamente.
Promuoverlo è salvaguardare la loro infanzia.

 

ph credits:PublicDomainPiatures / Pixabay

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