E SE MIO FIGLIO NON HA PIU MOTIVAZIONE?
Mi scrive Luisa mamma di Mattia, un ragazzo di 14 anni, portiere in una locale squadra di calcio. Si sfoga Luisa dicendo che il ragazzo non ha piรน la motivazione per continuare a giocare, รจ apatico verso gli amici e lโallenatore e fa spesso errori banali, fatali per la squadra e per il suo futuro da giocatore.
Nella sua lettera mi racconta lโinfanzia del piccolo, che, dallโetร di 5 anni, spronato dal padre e dagli allenatori segue costantemente gli allenamenti con voglia di fare e tanta passione. Sono pochi i goal subiti nelle tante partite disputate: Mattia รจ un piccolo Buffon, futuro talento del calcio italiano. Un ragazzo di cui andare fieri, che anche a scuola รจ sempre stato diligente e motivato.
Il ragazzo ha un talento innato che con dure ore di allenamento lo ha portato avanti, molto avanti nello sport tenendo sempre alta la sua motivazione. Ma da qualche tempo non รจ piรน cosi.
Presso gli antichi popoli del Mediterraneo il talento era unโunitร di misura di peso (circa 35 chili) e di denaro, metallo prezioso pesato.ย Un talento dโoro o dโargento rappresentava una ricchezza importante che gravava di responsabilitร chi la possedeva. Nella parabola del Vangelo viene premiato chi ha utilizzato i talenti di denaro ricevuti in custodia, facendoli fruttare. Viene criticato chiย li ha sotterrati, per non correre rischi.
Il talento sportivo (come qualunque altro talento) รจ una dote innata.ย
Importante distinguere, qua tra talento e potenzialitร . Il talento infatti si manifesta quando una potenzialitร , altrimenti detta anche punto di forza, viene riconosciuta dallโesterno. Quando insomma piรน di una persona vengono da te a dirti โlo sai che sei veramente un fuoriclasse in questoโ e tu non ti rendi conto, non ne hai spesso la percezione. Proprio perchรจ innato il talento viene spesso dato per scontato. ย Se ne รจ provvisti in modo naturale, se non cโรจ non si puรฒ imparare. Allo stesso modo se non coltivato il talento puรฒ essere perso. Eโ un valore che non dovrebbe essere disperso ma fatto gemmare e fruttare.Eโ meraviglioso poter individuare giร nellโinfanzia la capacitร , il talento che contraddistingue i propri figli. Per un ragazzo, perรฒ, arriva un momento in cui il talento puรฒ essere una responsabilitร gravosa perchรฉ non ha gli strumenti per gestire questa dote, per incanalarla lungo la strada che tracci il suo destino di persona adulta.
Mattia si spaventa, sente un peso che non sa gestire. Forse anche non accetta piรน questo talento.
Mattia sarร un eccellente giocatore amatoriale o un campione? Il calcio sarร la sua professione, la sua realizzazione?
Il ruolo degli adulti nei confronti dei giovani talentuosi รจ fondamentale, delicato e molto complesso.
Mattia ha la stoffa del campione. Ma ora รจ in crisi.
Chiamo Luisa e la incontro per una sessione, solo lei ed io . Mi dice che Mattia inventa scuse di ogni genere, commette errori banali e salta spesso gli allenamenti.
Eโ de-motivato. Nรฉ il successo, nรฉ la prospettiva di fama (e guadagni) sportivi, nรฉ la gioia di giocare con gli amici di sempre sembrano smuoverlo verso il campo da calcio. Verso quegli impegni e fatiche che ha sempre affrontato, con gioia, per tanti anni.ย Come sportiva amatoriale e coach so bene che i momenti di crisi come quelli di Mattia hanno una loro storia, possono avere significati diversi ed esiti opposti. Possono essere l’occasione per ritrovare, dentro di noi, radici forti, per proseguire con maggiore determinazione, affrontando le fatiche e le difficoltร richieste dallโimpegno sportivo; a volte, al contrario, sono opportunitร per riconoscere di aver cambiato strada maturato una nuova identitร ed appartenere ad altro.Potrebbe essere giunto il momento per ri-definirsi e orientarsi verso una propria direzione piรน autentica, in quel momento.ย Per un ragazzo di 14 anni ancora molto volubile e nel pieno dellโetร adolescenziale questi sono momenti di vita difficili da affrontare nella solitudine del proprio disorientamento, spesso emozionalmente ambivalente (desiderio e rifiuto, amore e odio). Richiedono un affiancamento, un accompagnamento da parte dei genitori certamente e anche da un professionista esterno.
Lo spiego a Luisa. Le dico che รจ importante che Mattia senta la vicinanza dei genitori e dellโallenatore ma che questa sia una vicinanza misurata senza trasformarmi in oppressione.
Sarebbe davvero triste che Mattia proseguisse, a tutti i costi, โper fare contenti i genitoriโ o gli allenatori; sarebbe, dโaltronde, un vero peccato che abbandonasse unโattivitร appassionante per una crisi che potrebbe avere โsoloโ bisogno di ascolto, sostegno e incoraggiamento per essere superata. ย Questa guida, questo ascolto potrebbe venire da lei Luisa, le dico oppure dal padre oppure ancora da una persona esterna.
Ritengo sia indispensabile ora restare su Mattia e porre a lui due semplici domande:
Cosa ti rende felice, in questo momento?
Cosa ti farebbe alzare, senza sforzo, alle 5 del mattino?
E prepararsi ad accogliere la risposta, qualsiasi essa sia.
Questo aiuterร lui e voi a comprendere le sue prioritร , in questo passaggio di vita. Le sue passioni, i suoi stimoli attuali, la sua motivazione piรน profonda.
Mattia potrebbe parlare dello sport, dello studio, degli amici, di una ragazza, o forse potrebbe restare muto, senza dire nulla o addirittura dare una risposta non attesa. Potremmo scoprire che Mattia ha ancora entusiasmo in quello che fa ma ha (solo) bisogno di allentare i ritmi, di dare spazio ad altre dimensioni di sรฉ. Potrebbe scoprire che il passaggio alle superiori ha posto nuove sfide che lui vuole fronteggiare, distribuendo energie tra impegni diversi e importanti.
Eโ meglio spingere, assecondare, imporsi o lasciar fare? Una risposta buona per tutte le situazioni non cโรจ.ย Potrebbe domandarsi, in tutta onestร : chi vuole che Mattia diventi un campione? Di chi รจ questo obiettivo? e orientare le sue scelte in base alla risposta. Accettando la responsabilitร , le opportunitร ed i rischi di ogni possibile scelta.
Eโ naturale e giusto che siano i genitori a definire i sogni, gli obiettivi e i percorsi dei propri figli, quando sono piccoli. Eโ altrettanto naturale e giusto trasferire nelle loro mani la capacitร , la libertร e la responsabilitร di definire e perseguire i propri sogni e progetti di vita adulta. Eโ un processo lento e progressivo. Eโ un processo che richiede consapevolezza e impegno, tanto nel genitore quanto nel ragazzo. Eโ un processo che puรฒ unire genitori e figli nel momento presente gettando le basi per un futuro piรน maturo, piรน consapevole e perchรจ no, anche piรน motivato.
Lucilla Rizzini
Coaching & training
lucilla@lucillarizzini.com
www.lucillarizzini.com
2 commenti
Maria
Ma i coaching sono figure legalizzate dalla sanitร ?
Una mamma
Laura Lorenzini
Gentile mamma,
spero di riuscire a rispondere alla sua richiesta. Il coach รจ una figura riconosciuta dalla legge 4/2013, รจ un professionista diplomato e iscritto ad una associazione. Chiaramente non รจ un medico a meno che lo sia giร per sua formazione professionale.
Puรฒ certamente trovare maggiori dettagli su questo sito http://www.associazionecoach.com oppure contattando direttamente l’autrice del testo per Bresciabimbi, trova i contatti in fondo all’articolo.
A disposizione.
Laura
Bresciabimbi.it
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