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Autore: Laura Lorenzini

Il trucco per l’estate

Il trucco per l’estate…

Come nelle migliori magie anche il make-up ha i suoi trucchi, l’importante è che non si vedano, altrimenti la magia non ha effetto. Per chi ha familiarità con colori e pennelli e soprattutto è abituato a truccarsi con regolarità, l’idea di  passare d’improvviso all’assenza di  senza trucco  è  impensabile. Bisogna però fare i conti con il caldo in arrivo e col fatto che con alte temperature un trucco completo può risultare pesante e quasi fastidioso. Finchè l’abbronzatura non è completa come fare?

Per non rinunciare a sentirsi in ordine e belle, basta seguire pochi e semplici consigli per realizzare un make-up adatto alla nuova e calda stagione.

Innanzitutto è fondamentale curare la pelle. Per ottenere un buon trucco, bisogna partire da una buona base che faciliterà il lavoro. E’ importante ogni giorno, mattina e sera, usare detergente, tonico e crema. Sarà importante valutare i prodotti più adatti al proprio tipo di pelle per essere sicuri di curare davvero la pelle.

Si  procede poi stendendo sulle zone interessate un correttore che permetterà di coprire  occhiaie, borse o brufoli. Ricordarsi di sfumarlo molto bene.

Come base si utilizza una polvere di riso, come una cipria in polvere, da stendere su tutto il viso. E’ trasparente e permette di  uniformare l’incarnato oltre a mantenere  l’effetto opaco, dettaglio fondamentale in questa stagione e in generale per ogni bel trucco. Sopra andremo a scaldare il colore con una spolverata di terra: stendere polvere su polvere farà sì che scorrano perfettamente senza fare macchia.

Per illuminare il viso basterà un tocco di  fard sugli zigomi. Non bisogna poi dimenticarsi di fissare tutto il lavoro fatto per garantirsi una buona durata del make-up. Basterà nebulizzare acqua e tonico sul viso, tamponando con un fazzoletto di carta.

A completamento del  trucco bordare l’occhio con una matita, abbondare generosamente con il  mascara e scegliere  un bel rossetto colorato che fa estate.

Ora si è pronte per affrontare la stagione!!

Piccoli dettagli che fanno la differenza, provare per credere

 

Michela Salvadori

consulente di bellezza

335-6269119
miky@follefamily.it

Scopri anche preziosi consigli per mantenere l’abbronzatura 

Le cure odontoiatriche in gravidanza

Cure Odontoiatriche in gravidanza

In gravidanza nel corpo della futura mamma avviene tutta una serie di cambiamenti volti ad assecondare la crescita del feto e a preparare il corpo materno al parto.

Aumenta l’elasticità del connettivo (durante il parto i legamenti del bacino devono essere molto “morbidi”), questo rende le gengive molto più delicate, per cui basta una minima infiammazione per farle sanguinare e sentire dolore.

Si forma maggiormente, nel solco tra la gengiva ed il dente, un liquido che si chiama “fluido crevicolare”, praticamente un distillato del liquido extracellulare, che contiene sostanze nutritive per i batteri, facilitando la moltiplicazione dei microbi e aumentando il rischio di carie e gengiviti. Trascurare la salute orale durante la gravidanza può essere dannoso, oltre che per la salute orale della mamma, anche per il bambino, esiste infatti una correlazione (dimostrata dal 1996, e confermata in vari studi successivi) tra la malattia parodontale ed il parto pretermine, una delle maggiori cause di mortalità infantile.

Il meccanismo potrebbe essere tanto il passaggio dei batteri orali fino all’utero, quanto una “sensibilizzazione infiammatoria” di tutto il corpo che irrita anche la cavità uterina, oppure una combinazione di entrambi.

Per questo, è consigliabile in gravidanza, effettuare controlli frequenti presso il dentista ed eseguire almeno una volta durante la gestazione l’igiene professionale. Nel caso in cui si rendesse necessario intervenire per qualche lesione cariosa è bene ricordarsi che non ci sono controindicazioni ai trattamenti odontoiatrici per le donne incinta, diciamo che, soprattutto dopo il terzo mese di gestazione, non ci sono rischi ad effettuare i normali lavori dal dentista.

L’anestesia è una somministrazione locale, e l’anestetico passa nel circolo sanguigno solo in piccolissima parte, venendo disattivato ed espulso da fegato e reni. La terapia antibiotica ben programmata è innocua per il bambino: serve a salvaguardare la salute della madre, e ovviamente anche quella del bambino.

Ci sono antibiotici che vanno evitati in gravidanza, come le tetracicline, ma il ginecologo di fiducia è in grado di consigliare il farmaco più adatto, lo stesso vale per farmaci antidolorifici e antinfiammatori.

E’ meglio quindi non aspettare a farsi curare in attesa del parto, mettereste a rischio il bambino voi stesse: il dolore causa la produzione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che a loro volta causano cambiamenti fisiologici nel corpo, dei quali potrebbe risentire il bambino.

Sono invece da rimandare le indagini radiografiche (i raggi X) le quali sono nocive solo su base probabilistica, ma è comunque preferibile evitare di fare lastre a meno che non ce ne sia un buon motivo, tale da rendere accettabili i rischi (rapporto costi-benefici).

 

Dott.ssa Don Daiana
Odontoiatra
Dentalblu srl Via Generale Luigi Soldo, 21, 25080 Nuvolera BS
030 689 7400

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Conservazione delle staminali cordonali: cos’è una biobanca e come è fatta

Conservazione delle staminali cordonali: cos’è una biobanca e come è fatta

A cura di: Ufficio stampa Sorgente

Il tema della donazione cordone ombelicale è molto delicato e le famiglie in attesa di un figlio devono poter accedere a quante più informazioni possibili per compiere una scelta consapevole. Ma a cosa è dovuta tutta questa importanza? Le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale racchiudono un grande potenziale terapeutico: infatti, sono più di 80 ad oggi le patologie trattabili con le staminali del cordone in Italia e sono sempre più numerose le ricerche che valutano l’impiego di queste cellule per terapie innovative nel trattamento di patologie oggigiorno incurabili.1

Ma dove vengono conservate delle cellule così preziose? La struttura che permette la conservazione di campioni biologici umani, tra cui il sangue cordonale contenente cellule staminali, prende il nome di biobanca. È stato dimostrato scientificamente che i campioni di sangue cordonale possono essere crioconservati per anni e utilizzati in caso di necessità, dato che mantengono inalterate potenzialità. Tuttavia, per garantire la corretta preservazione del campione, le biobanche devono rispettare rigorosi standard di qualità e seguire scrupolosamente una serie di norme e corrette procedure che renderanno il campione adatto ad un trapianto.

Quando un campione di sangue del cordone ombelicale arriva alla biobanca, viene ricevuto dal laboratorio di ricezione e prende inizio la serie di passaggi fondamentali che ne garantiscono la corretta catalogazione, analisi e conservazione. Innanzitutto il campione viene registrato nel database della biobanca (anche mediante l’utilizzo di un sistema a codici a barre) e vengono inseriti anche dati fondamentali quale nome del donatore, data di arrivo e volume del campione.

In seguito, il sangue del cordone viene portato presso il laboratorio di ematologia, dove un team di biologi eseguirà, su una piccola aliquota, una serie di analisi molecolari e biochimiche per verificare la qualità del sangue. Questi esami preliminari consentono anche di rilevare la presenza di malattie infettive (come epatite B o C), il gruppo sanguigno del bambino e verranno anche contate al microscopio le cellule nucleate, numero che comprende anche le cellule staminali.

Il sangue del cordone ombelicale viene poi processato in una stanza completamente sterile, per evitare contaminazioni, e sottoposto a ulteriori test di qualità. Una volta terminate le analisi, il sangue viene inserito all’interno di una sacca che ne consente la crioconservazione data la presenza al suo interno di un agente crioprotettivo in grado di protegge le cellule nel processo di congelamento.

La crioconservazione avviene in biocontainers riempiti di azoto liquido la cui temperatura arriva fino a 196°C. Ad oggi numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che un campione di sangue cordonale può essere crioconservato fino anche a 24 anni e le cellule staminali in esso contenute mantengono inalterate capacità proliferative e differenziative2.

Fai un giro nella biobanca di Sorgente, clicca qui per un tour virtuale (per la versione mobile clicca qui).

Per maggiori informazioni sulla conservazione delle staminali del cordone ombelicale visita il nostro sito www.sorgente.com

Fonti:

1. Decreto ministeriale 18 novembre 2009

2. Broxmeyer, H.E. et al. Hematopoietic stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5-year cryopreserved cord blood. Blood. 117:47734777.

Toxoplasmosi in gravidanza: le misure di prevenzione

Toxoplasmosi in gravidanza: le misure di prevenzione

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Durante la gravidanza ogni futura mamma va incontro a cambiamenti fisici ed emotivi. In questo periodo è molto importante che le gestanti decidano di effettuare controlli medici periodici. Gli esami di diagnosi prenatale possono essere non invasivi, come il bi-test, oppure invasivi, come l’amniocentesi o la villocentesi, e aiutano le future mamme a tutelare la propria salute e quella del bambino.

Del percorso di screening fanno parte anche esami del sangue per rilevare la presenza di eventuali infezioni e che stabiliscono se la mamma è immune ad alcune malattie, come la rosolia e la toxoplasmosi. Queste malattie, infatti, se contratte durante la gravidanza possono essere pericolose per il feto, portando gravi conseguenze nel suo sviluppo1.

La toxoplasmosi, nello specifico, è causata da un parassita, il Toxoplasma Gondii, ospitato da gatti e felini2.

Se la mamma contrae la toxoplasmosi in gravidanza c’è il rischio che trasmetta l’infezione al feto. Soprattutto se la gravidanza è inoltrata, si hanno più probabilità di contagio3. La gravità dell’infezione dipende dall’epoca gestazionale in cui viene contratta la malattia: più questo avviene precocemente più il danno al feto è maggiore4. L’infezione si può sviluppare se si entra in contatto con le feci dei gatti o se si consumano carne cruda o poco cotta.

Quali sono le misure preventive da adottare per ridurre il rischio di contrarre la toxoplasmosi?

Prima di tutto bisogna lavare accuratamente la frutta e la verdura (comprese le insalate preconfezionate). Un’altra abitudine importante è quella di lavarsi sempre le mani prima della preparazione e del consumo degli alimenti. Sono da evitare i cibi crudi come carne, pesce e insaccati ed è bene assicurarsi che carne e pesce siano cotti bene. Secondo uno studio europeo la prima fonte di contagio in gravidanza è data proprio dal consumo di carne cruda o poco cotta5. Inoltre, è preferibile evitare il contatto con del terreno che può essere contaminato da feci di gatto. È consigliabile indossare dei guanti protettivi e lavare molto bene le mani.

Attuando una strategia di prevenzione è possibile evitare di contrarre la toxoplasmosi durante la gravidanza. Controlli medici ed esami del sangue che rientrano all’interno del percorso di screening prenatale, sono consigliati a tutte le donne in dolce attesa per verificare l’immunità a questa malattia.

Tra gli esami di screening prenatale a cui la gestante può sottoporsi già dalla 10a settimana di gravidanza c’è il test del DNA fetale, un esame non invasivo che rileva le più diffuse trisomie come la Sindrome di Down, altre anomalie cromosomiche e le principali microdelezioni.

Per maggiori informazioni sullo screening prenatale non invasivo visita il sito www.testprenataleaurora.i

Fonti:
1. Principi di malattie infettive – a cura di L. Calza; pag. 207
2. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut; pag. 294
3. Enciclopedia medica italiana, Volume 10; Uses Edizioni Scientifiche – Firenze; pag. 397
4. Gravidanza fisiologica, linea guida 20 – a cura del Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, CeVEAS
5. Cook AJ, Gilbert RE et al. Sources of Toxoplasma infection in pregnant women: European multicentre case-control study. BMJ 2000; 321:142-7.

Idee per arredare la nursery

Colorata e accogliente: idee per arredare la nursery

Diventare mamma è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna ed è uno di quei momenti che cambia la vita per sempre. La nascita di un bimbo comporta anche molti cambiamenti anche in casa, la quale dovrà essere pronta per accoglierlo. Tra questi c’è un compito molto divertente: la preparazione della nursery. Qui si può davvero scatenare la propria fantasia e passione per l’arredamento. Eppure, non si tratta di un compito facile: nonostante i gusti personali debbano sempre occupare il primo posto, è altrettanto importante arredare la cameretta del bebè in linea con lo stile della propria casa. Come arredare la nursery, dunque?

Arredare la nursery: i pezzi fondamentali

Arredare la nursery, in modo tale da renderla colorata e accogliente, significa innanzitutto spendere del tempo per studiare per poi andare a colpo sicuro quando si tratta di acquistare tutti i pezzi del mobilio: di fatto la cosa da cui partire per personalizzare l’ambiente che ospiterà il neonato. Ma quali sono gli arredi più importanti? Ovviamente la culla, ci sono moltissimi modelli tra cui scegliere, da quelli classici a quelli multi-funzione, poi il fasciatoio, magari a cassettiera, molto pratico e salva spazio. Si prosegue poi con la poltroncina o la sedia a dondolo, che vi servirà quando allatterete il bimbo, lo cullerete o gli racconterete una fiaba per farlo addormentare. Infine, la libreria: inizialmente può sembrare un lusso, ma diventerà indispensabile per riporre tutti i suoi libri, quaderni e giochi.

Nursery colorata: le decorazioni

Dopo essersi fatti un’idea sull’arredamento, è ora di pensare a come decorare l’ambiente. Questo può notevolmente fare la differenza, soprattutto se l’obiettivo è creare una nursery accogliente e colorata. E dunque le decorazioni diventano tutt’altro che una voce marginale: basta pensare al fascino che possono aggiungere gli stickers da parete, disponibili anche in 3D oppure applicando una carta da parati, magari con dei disegni a tema come dinosauri o fiorellini. Ma se volete dare un tocco davvero personale, potreste creare delle foto arredo, facendo stampare online le vostre foto preferite per creare dei fotoquadri o telequadri da appendere alle pareti, così regalerete al vostro bimbo una nursery davvero unica.

Bebè in arrivo: altri consigli utili per la cameretta

Tornando un momento alle pareti, oltre alla carta da parati o a qualche idea più stravagante, bisogna anche scegliere una tinta o una palette di colori: le tinte uniche come il rosa pesca e l’azzurro sono dei classici ancora oggi amatissimi dalle mamme, così come le decorazioni aeree, che potrete realizzare appendendo dei giochini al soffitto facendo sognare il bimbo quando sarà disteso nella culla. Un ultimo consiglio? In attesa della libreria, organizzatevi con uno scatolone che possa contenere tutti i giocattoli e gli oggettini del bambino.

Bonus mamma domani

Bonus mamma domani

Dopo quasi 5 mesi da inizio anno, dal giorno 4 maggio si può finalmente presentare domanda all’INPS per ottenere il bonus nascita pari ad Euro 800,00 senza limite di reddito ISEE, come stabilito dalla legge di bilancio 2017.

Il contributo economico è una nuova agevolazione del Governo e viene erogato per ogni figlio nato, adottato o affidato a partire dal 1° gennaio 2017 ma riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza.

Verrà corrisposto in unica soluzione su domanda della gestante o dalla madre del minore, nato, adottato o affidato nel 2017 entro il termine di un anno dall’evento.

Per gli eventi verificatisi invece tra il 1° gennaio e il 4 maggio 2017, il termine di un anno decorre a partire da tale ultima data.

Di seguito i semplici passi da seguire:

Passo 1

Durante la presentazione della domanda specificare se l’evento per il quale si richiede il beneficio riguarda:

– il compimento del 7° mese di gravidanza (inizio dell’8° mese di gravidanza);

– la nascita (anche se antecedente all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza);

– l’adozione del minore, nazionale o internazionale, disposta con sentenza divenuta definitiva;

– l’affidamento preadottivo nazionale internazionale.

Passo 2

Alla domanda dovranno essere allegati il certificato di gravidanza in originale rilasciato dal medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale attestante la data presunta del parto per le istanze presentate al compimento del 7° mese di gestazione; l’autocertificazione della madre in relazione al parto già avvenuto oppure i provvedimenti giudiziari nel caso di affidamento e adozione.

Passo 3

La domanda va presentata all’Inps esclusivamente in via telematica mediante una delle seguenti modalità:

– sul sito internet dell’istituto, tramite Pin dispositivo, accedendo all’apposita sezione (www.inps.it >Servizi on line> servizi per il cittadino> autenticazione con il PIN dispositivo> domanda di prestazioni a sostegno del reddito> premio alla nascita)

– tramite numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa)

– tramite enti di patronato (No CAF)

Il premio verrà pagato dall’Inps tramite accredito su conto corrente, libretto postale, carta prepagata con Iban

La misura del premio sarà sempre pari ad Euro 800,00 per ogni figlio nato, affidato o adottato.

In becco alla cicogna a tutte voi !!!!

Daniela Cancarini

Festa internazionale delle famiglie

15 maggio 

Festa internazionale delle famiglie!

Si tratta di una giornata di festa proclamata  dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993 con la risoluzione A/RES/47/237 e riflette l’importanza che la comunità internazionale attribuisce alla famiglia.  La Giornata Internazionale offre l’opportunità di promuovere la consapevolezza sulle problematiche relative alle famiglie e di aumentare la conoscenza inerente i processi sociali, economici e demografici che colpiscono le famiglie. La festa viene celebrata ogni 15 maggio.

L’Onu considera la famiglia come il “fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini” ed è per questo che fu deciso di istituire una giornata internazionale di riconoscimento alla famiglia.

Il tema di quest’anno è:

“Un equo sviluppo sociale ed economico dipende da contesti giuridici giusti e norme sociali che sostengono i diritti delle donne e dei bambini. Le leggi e le pratiche discriminatorie che non danno uguali diritti a tutti e che sopprimono i diritti delle donne e dei bambini, non hanno posto nelle famiglie contemporanee, nelle comunità,nelle società e nelle Nazioni “.
(Segretario Generale Ban Ki-moon)

 

La Giornata Internazionale delle Famiglie ha ispirato una serie di eventi di sensibilizzazione, tra cui le giornate nazionali della famiglia. In molti paesi, questo giorno, offre l’opportunità di mettere in evidenza diversi ambiti di interesse e di importanza per le famiglie. Le attività comprendono workshop e conferenze, programmi radiofonici e televisivi, articoli di giornale e programmi culturali che evidenziano i temi rilevanti.

La Giornata Internazionale della Famiglia 2015 si propone di promuovere la parità di genere e i diritti dei bambini all’interno delle famiglie. Metterà, anche, in evidenza la prevenzione alla violenza famigliare all’interno della famiglia attraverso di giusti quadri legislativi sulla famiglia e una vasta gamma di programmi di interventi.

Diventa difficile reperire un calendario di attività legate all’iniziativa, ma la riflessione che suggerisce è sempre importante!

Buona festa della famiglia a tutti!

Cornici fai da te per la festa della mamma

Cornici fai da te per la festa della mamma

Domenica si festeggerà la festa della mamma, e per assurdo, come ogni anno, mi ritrovo con le mie bambine a realizzare un lavoretto speciale per…me!

Ho provato ad ‘addomesticare’ il marito in modo che potesse organizzarsi lui per realizzare con le bambine qualcosa per la ‘festa della mamma’, gli ho indicato dove trovare idee, materiali, supporti… ma niente! alla fine ci penso sempre io.

E seppur sia una cosa ‘strana’ insieme alle bambine ci mettiamo al lavoro per dare forma ad un regalo che può essere ‘riciclato’ anche per altre occasioni, non solo per la festa della mamma.

Così quest’anno ci siamo servite dei legnetti ‘abbassalingua’ che usano i pediatri, e i medici, e abbiamo realizzato delle bellissime cornici da appendere dove abbiamo inserito le nostre più simpatiche fotografie di famiglia.

cornici-fetsa-mamma-stellegemelle-materiali

I materiali che abbiamo usato sono:

  • abbassalingua
  • colori
  • washi tape ( nastro adesivo colorato )
  • colla vinilica
  • colori
  • forbici
  • spago
  • fotografie

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Dopo aver scelto le foto da incorniciare, le abbiamo incollate su un cartoncino e mentre si asciugava la colla abbiamo decorato gli abbassalingua. Abbiamo usato sia gli washi tape sia dei pennarelli, ma potete sbizzarrirvi con ogni tecnica che preferite, dalle tempere agli acquarelli, o magari anche incollando degli oggetti piccoli e leggeri sugli abbassalingua, e ottenere delle cornici a rilievo!

Il passo successivo è assemblare tutti i pezzi.

Si possono realizzare diverse cornici dove sistemare le fotografie preferite:

la semplice cornice composta con 4 abbassalingua disposte ‘a quadrtato’, incollandole nei punti dove i singoli pezzi si sormontano, oppure si può realizzare una cornice ‘piena’, incollando gli abbassalingua decorati uno vicino all’altro su due supporti paralleli e verticali.

A questo punto non resta che fissare sul retro un pezzo di spago con della colla vinilica, che servirà per appendere le nostre bellissime cornici.

 

Auguri a tutte le mamme!

Sara Pisciali

stellegemelle

Le cure odontoiatriche in allattamento

Cure odontoiatriche in allattamento

Durante il periodo dell’allattamento non ci sono controindicazioni alcune alle terapie odontoiatriche, il bambino è ormai separato dal corpo della madre quindi possono tranquillamente essere effettuate (con le dovute protezioni) le indagini radiografiche le quali erano state rimandate per precauzione probabilistica in gravidanza, le ghiandole mammarie sono sensibili ai raggi x esattamente come ogni altro tessuto del corpo umano.

Con alcuni accorgimenti è possibile assumere farmaci. In linea di massima gli antibiotici che si possono assumere in gravidanza possono essere assunti anche durante l’allattamento, lo stesso vale per gli antinfiammatori e antidolorifici.

Per i farmaci consentiti il passaggio nel latte avviene in quantità molto piccole e innocue per il bambino. E’ bene comunque precisare che ogni farmaco all’interno del corpo umano viene assorbito e poi eliminato a distanza di tempo variabile per ciascun farmaco, non vale dunque la pena interrompere l’allattamento causa l’assunzione di un farmaco, consultando il medico è possibile programmare di tirare il latte meccanicamente ed eliminarlo durante la terapia (qualora non esistano alternative compatibili) per poi riprendere successivamente l’allattamento.

In odontoiatria è comunque raro che si rendano necessarie terapie farmacologiche le quali non abbiano alternative compatibili con lo stato di gravidanza o allattamento. Un accorgimento importante riguarda l’utilizzo dell’anestetico locale che raggiunge il latte materno: è assolutamente innocuo ma può modificarne il sapore (così come tutto ciò che la madre ingerisce). Risulta piuttosto amaro e il piccolo potrebbe non gradire, per questo anche in questo caso è possibile tirare il latte precedentemente la seduta dal dentista e somministrare quel latte nelle ore successive al trattamento riprendendo l’allattamento il giorno successivo.

Concludiamo smentendo ciò che si sente spesso dire riguardo la salute dentale in gravidanza e allattamento: non è assolutamente vero che i denti si indeboliscono irrimediabilmente a causa della richiesta di calcio da parte del bambino; la riserva di calcio si trova nelle ossa, non nei denti; con adeguate cure e controlli si può mantenere una perfetta salute orale anche in questi particolari periodi.

Dott.ssa Don Daiana
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Pigiamino a Pois

La fiaba di Pigiamino a Pois

di Silvia Buda

Da sempre ho avuto una forte passione per la magia che hanno le storie e soprattutto che hanno tutte le parole in essa contenute. Così mi sono detta: “Perché non dedicare un pochino del mio tempo alla scrittura?”

Detto fatto, ecco che ha preso vita a poco a poco questa simpatica fiaba per bambini dal titolo semplice ma dal significato molto profondo: La fiaba di Pigiamino a Pois.

Questo il titolo della mia storia, un libro nato perché credo moltissimo nella fantasia, che come affermava la mente geniale di Gianni Rodari: “La fantasia è il luogo di tutte le ipotesi”. Allora perché non tramutare un pigiamino a pois nel protagonista della mia fiaba? Ecco che piano piano, si è delineato il protagonista principale della storia. Un pigiamino umanizzato capace di provare tutto lo spettro di emozioni tipiche di noi, esseri umani.

La trama del libro non è molto complicata, anzi è molto semplice e lineare, così che il libro possa essere facilmente letto dai bambini ma anche dai loro genitori, ad esempio, come fiaba della buona notte.

Vi racconto in breve la trama. Pigiamino a Pois è stato finalmente regalato per le feste di Natale. Di giorno si trova in un bel cassetto in un armadio di pino, di notte viene indossato da una bambina. A tenergli compagnia ci sono le Babbucce di lana. Tutto sembra andare per il meglio, finché un giorno nello stesso cassetto compare Pigiamino Nuovo di zecca… D’ora in poi sarà lui a essere indossato e non più Pigiamino a Pois.

Che cosa succederà? Riuscirà Pigiamino a Pois ad accettare Pigiamino Nuovo di zecca?

Un libro leggibile a qualsiasi età, adatto ai piccoli come ai grandi, perché la gioia delle piccole cose si trova ovunque, anche nel leggere oppure nell’ascoltare una fiaba.

Tornare in forma dopo il parto: come affrontare diastasi dei retti addominali

La diastasi dei retti addominali equivale a una separazione dei retti dell’addome: allontanamento dei rispettivi retti, destro e sinistro, dalla linea mediana del corpo.
Pur non essendo esclusivamente femminile, la maggior parte dei casi si verifica in situazioni di post-parto.
diastasi-retti-addominali
Nello specifico, la separazione è causata dalla spinta esercitata dal feto sulla pancia e si tratta di una condizione fisiologica del tutto normale, per creare lo spazio necessario allo sviluppo del bambino.

Nella maggior parte dei casi, dopo il parto la posizione dei retti addominali ritorna alla normalità e lo spazio che si era creato, lentamente si richiude. In alcuni casi però, può capitare che questi fatichino a riavvicinarsi, generando un antiestetico rigonfiamento, che nei casi più gravi può accompagnarsi ad una erniazione viscerale.

In tali casi, l’unica soluzione è la chirurgia, un intervento di addominoplastica per la ricostruzione della parete addominale.

Come diagnosticare la diastasi dei retti addominali

Diagnosticare la diastasi dei retti è piuttosto semplice, ed è possibile procedere in autonomia:

  • Sistemarsi in posizione supina, con le ginocchia flesse e i piedi a terra, una mano dietro la testa e una sull’addome, poco sopra l’ombelico;
  • Esercitare una pressione con le dita sugli addominali, mantenendoli rilassati;
  • Contrarre gli addominali sollevano capo e spalle da terra, senza portare il collo in flessione, cercando di avvicinare il torace al bacino;
  • Muovere le dita a destra e sinistra alla ricerca delle pareti del muscolo.

DIASTASI-RETTI-verifica

Se la distanza fra i retti è superiore a tre dita e non si riduce contraendo l’addome, è consigliabile consultare uno specialista.
In questa condizione, evitate di intraprendere una qualsiasi attività sportiva.

Cosa fare?

Nella maggior parte dei casi, comunque, come già detto in precedenza, l’allontanamento dei retti è solo una questione temporanea. Rimane quindi un unico e frequente dilemma: “Si possono fare gli addominali?”. Certamente, ma con tutte le precauzioni del caso, ovvero andando a lavorare prima sulla muscolatura profonda (come il muscolo traverso e il pavimento pelvico) unitamente alla respirazione. Solo in seguito, dopo aver ripristinato un po’ di tono, si potranno introdurre esercizi per la muscolatura più superficiale.

Un allenamento scorretto potrebbe invece provocare l’esatto opposto dell’esito sperato, peggiorando quindi la situazione.
Anche la scelta di non intraprendere nessuna attività non è consigliabile perché si andrebbe a causare un’ulteriore ipotonia a livello addominale, con conseguente peggioramento estetico.

Essendo quindi molti gli errori che si possono commettere nell’esecuzione degli esercizi, è sempre meglio affidarsi a uno specialista che vi aiuti a recuperare il benessere psicofisico.


Francesca Musitano
Massoterapista, insegnante di pilates, ginnastica posturale e istruttrice fitness

Missione mare o piscina: quali raccomandazioni tenere a mente per una giornata al sole con i bambini

Missione mare o piscina: quali raccomandazioni tenere a mente per una giornata al sole con i bambini

Portare i bambini al mare o in piscina fa bene alla loro salute, tempra il loro carattere facilitando le interazioni sociali: sono davvero tantissimi i motivi che dovrebbero spingervi ad organizzare una vacanza a mare con i vostri figli, perché aiuterà voi a scaricare lo stress, e aiuterà loro a crescere sani e a fare anche amicizia. Inoltre, far conoscere al bimbo il mare e la spiaggia favorirà la nascita di un sentimento di amore nei confronti della natura: il sole e l’aria pura, poi, hanno degli effetti davvero positivi sul loro organismo, altrimenti impossibili da ottenere in città. Infine, tutti noi sappiamo quanto sia importante la comunicazione con altri bimbi, soprattutto per quelli che ancora faticano a pronunciare le prime parole. Nonostante tutto, però, esistono alcune raccomandazioni per proteggerli nel modo giusto.

Fare attenzione all’esposizione solare

Un bimbo non dovrebbe mai stare a contatto diretto con i raggi del sole nelle ore più calde: infatti nella famosa fascia oraria che va dalle 12 alle 16 buona norma è quella di adoperare un ombrellone per proteggerlo dalla calura estiva. Inoltre, è sempre meglio tenergli bagnata la testa e coprirla con un cappellino in cotone, accessorio tassativo per i bimbi più piccoli. E poi arriva la protezione solare: qui è il filtro che fa tutta la differenza del caso, e anche la tenuta della crema nei confronti dell’acqua. La protezione solare per bambini Nivea è ideale in entrambi i casi, dato che è a prova di acqua e possiede un filtro solare apposito per proteggere i bimbi.

Come prevenire le infezioni?

L’acqua del mare, così come quella delle piscine, può rinfrescare e far divertire un bimbo. Ma può anche causare gravi danni, in quanto spesso foriera di virus e batteri che proliferano e attaccano chiunque entri a contatto con loro: per i bambini, le cui difese immunitarie sono ancora in fase di sviluppo, questo è un problema molto importante. I centri per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive consigliano di insegnare ai bimbi a non urinare in acqua; inoltre si consiglia di fare attenzione ed evitare che ingeriscano l’acqua della piscina, questo per evitare che contraggano patologie e infezioni quali ad esempio l’Escherichia Coli.

Bimbi in spiaggia: altri consigli preziosi

Le spiagge, data la vicinanza all’acqua e spesso anche alla vegetazione, possono diventare l’habitat perfetto per gli insetti e dunque provocare ai bimbi fastidiosissime punture: la regola è dunque quella di portare sempre con voi un kit di pronto soccorso che contenga almeno un antistaminico ed un disinfettante, oltre ovviamente a cerotti in quantità industriale, e alla tachipirina in caso di febbre. Nel borsone da mare, poi, non dimenticate mai il cappellino, il ghiaccio istantaneo, gli indumenti pesanti in caso di brezza, i suoi giochini preferiti per tenerlo impegnato ed un paio di scarpe chiuse, nel caso siano presenti scogli o sassolini.

Fattore Rh negativo in gravidanza: cosa può comportare?

Fattore Rh negativo in gravidanza: cosa può comportare?

A cura di: Ufficio stampa Sorgente Genetica

Durante la gravidanza è importante che la mamma si prenda cura della propria salute e di quella del futuro nascituro. Per questo, negli ultimi anni, si sono delineati dei percorsi di screening prenatale che prevedono che la donna effettui una serie di esami (come ad esempio il test del DNA fetale) in diversi momenti della gravidanza. Grazie a questi test è possibile monitorare lo stato di salute di mamma e feto e rilevare la presenza di condizioni potenzialmente pericolose per il bambino.

Una di queste è legata all’incompatibilità Rh tra mamma e feto, determinata quando una madre Rh- sviluppa una reazione immunitaria contro i globuli rossi del feto.

Il fattore Rh si definisce positivo o negativo in base alla presenza o assenza dell’antigene D sulla superficie dei globuli rossi. Nel caso in cui il sangue della gestante Rh- entri in contatto con quello del feto Rh+, il sistema immunitario della donna si attiva alla presenza dell’antigene D e inizia a produrre degli anticorpi contro i globuli rossi del feto. Questa reazione immunitaria può portare allo sviluppo di una malattia emolitico-fetale che potrebbe causare la morte del feto in utero o del neonato1,2. Questa malattia ha gravità variabile, in base alla risposta del sistema immunitario della donna. Il sangue della donna e quello del feto potrebbero entrare in contatto e scatenare la reazione della madre in diversi momenti, come ad esempio durante i test di diagnosi prenatale invasivi (come amniocentesi o villocentesi), emorragia, aborto, gravidanza ectopica, traumi addominali.

Nel corso degli anni è stato sviluppato un sistema di immunoprofilassi che permette di minimizzare i rischi determinati dall’incompatibilità tra il sangue di madre e feto. Questo trattamento, chiamato immunoprofilassi anti-D, consiste nella somministrazione alla donna, tramite iniezione, di immunoglobuline umane anti-D. Le immunoglobuline permettono di prevenire la formazione di anticorpi immunizzanti che possono attaccare le cellule del sangue del feto. Le gestanti Rh- possono sottoporsi a tali trattamenti sia prima sia dopo il parto, a seconda dei casi.

È stato stimato che nel 10% delle gravidanze sia presente un’incompatibilità Rh fra mamma e feto3. Sottoporsi ad adeguati controlli medici prima della gravidanza permette di valutare i gruppi sanguigni della coppia in cerca di un figlio e valutare il rischio. Inoltre sottoporsi ed esami di screening prenatale non invasivi durante la gravidanza è fondamentale per rilevare precocemente una possibile incompatibilità e decidere se intervenire con l’immunoprofilassi.

Nell’ambito del percorso di screening prenatale si effettua, entro la 16a settimana di gravidanza, il test di Coombs indiretto, che permette di individuare eventuali anticorpi anti-D nel sangue materno. Alle donne Rh- che hanno un partner Rh+, sarà chiesto di ripetere il test ogni mese nel corso della gestazione. Gli specialisti potrebbero consigliare anche di eseguire l’immunoprofilassi anti-D già alla 28a settimana di gravidanza, nel caso in cui queste pazienti abbiano effettuato esami di diagnosi prenatale invasiva o se hanno già portato a termine una gravidanza.

Consultando il proprio ginecologo è possibile pianificare un percorso di screening prenatale personalizzato con test specifici per evitare di correre rischi per sé stesse e per il bambino.

Per scoprire di più sui test prenatali non invasivi di analisi del DNA fetale visita il sito www.testprenataleaurora.it

Fonti:

  1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut
  2. La compatibilità di gruppo materno-fetale – di L. Brondelli, G. Simonazzi, N. Rizzo
  3. Gravidanza fisiologica, linea guida 20 – a cura del Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità,CeVEAS

Conservare le staminali cordonali: gli aspetti legali

Conservare le staminali cordonali: gli aspetti legali

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Il 50% degli italiani non sa bene in cosa consista la conservazione​ delle cellule staminali del cordone ombelicale1.

Innanzitutto è necessario chiarire le differenze tra conservazione pubblica e privata.

Nel caso della donazione pubblica del sangue del cordone, i campioni donati vengono messi a disposizione della collettività per trapianto (previa verifica della compatibilità donatore/ricevente). Le famiglie che decidono di donare il sangue cordonale del proprio figlio, contenente le cellule staminali, ne perdono la proprietà.

Invece, con la conservazione privata delle cellule staminali del cordone, il campione rimane di proprietà del bambino e potrà essere utilizzato o da lui stesso, in caso di trapianto autologo, o da un suo familiare compatibile (trapianto allogenico intrafamigliare).

La situazione in Europa

La legislazione in materia di conservazione del cordone ombelicale cambia da Paese a Paese, anche all’interno dell’Unione Europea. In alcune nazioni è possibile solo la donazione pubblica, altre danno libero accesso a tutte le diverse alterative, e altre ancora hanno vincolato la donazione pubblica a particolari criteri. La legge nel nostro Paese, consente solo il prelievo del sangue cordonale mentre la crioconservazione deve avvenire presso una biobanca con sede all’estero. Le famiglie devono quindi rivolgersi a una società di fiducia che fornirà la dovuta assistenza in tutta la procedura e si occuperà della conservazione del campione fuori dal nostro stato.

La legislazione italiana

Il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali italiano ha emanato, il 18 novembre 2009, un decreto intitolato “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo‐dedicato2“.

Il decreto autorizza la conservazione del campione in strutture pubbliche per uso allogenico, cioè in favore di persone diverse da quelle da cui le cellule sono prelevate (anche detta donazione solidale eterologa). È consentita, inoltre, la donazione a banche pubbliche di sangue da cordone ombelicale ad uso privato, per il neonato stesso o per un consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, “per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria”, citando il decreto ministeriale.

Specifiche disposizioni di legge stabiliscono che il prelievo del campione deve essere effettuato presso una struttura certificata e da personale qualificato e nel rispetto di procedure corrette e approvate. Dopo il prelievo, il campione sarà inviato presso un istituto di tessuti che ne assicura la corretta conservazione e la tracciabilità per ricondurlo sempre al giusto donatore.

La normativa consente inoltre alle famiglie Italiane di poter crioconservare il sangue cordonale privatamente esportandolo in biobanche situate all’estero.

Il rientro del sangue del cordone ombelicale in Italia

In caso di necessità terapeutica, la biobanca dove è crioconservato il sangue cordonale spedirà il campione al centro di assistenza sanitaria che effettuerà l’intervento. La legge stabilisce che la biobanca deve essere accreditata dall’autorità competente. Anche l’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il Centro Nazionale Trapianti, ha confermato la possibilità di reintrodurre il campione di staminali cordonali in Italia da centri di conservazione all’estero.

Interrogato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla questione, il Centro Nazionale Trapianti ha ribadito l’infondatezza delle voci che circolano sulla non legittimità del processo di conservazione e richiamo del campione di staminali.

Per maggiori informazioni sulla conservazione delle staminali del cordone visita: www.sorgente.com​

Fonti:

  1. Ricerca condotta da ISPO Ricerche per Assobiotec, l’Associazione italiana per lo sviluppo delle biotecnologie.
  2. Decreto del Ministero della Lavoro, Salute e Politiche Sociali del 18 Novembre 2009
  3. Accordo della conferenza permanente Stato Regioni del 29 aprile 2010 sull’esportazione dei campioni di sangue per uso autologo

Fiabe per crescere

Fiabe originali e divertenti da scaricare gratuitamente e da leggere prima della nanna… con disegni da colorare e simpatiche attività da fare a scuola o a casa con mamma e papà!

Questo è il riassunto perfetto di fiabepercrescere.it: un sito  ricco di spunti e suggerimenti utili dove fiabe e filastrocche sono protagonisti della crescita dei bambini.

Sul sito sono presenti diverse sezioni: libri, fiabe, scrittura, colori e lettura.

La sezione scrittura organizza materiali in fasce d’età affrontando tematiche e difficoltà varie  che possono incontrare i bambini nell’ambito della scrittura.

L’angolo dei colori propone invece diversi “lavoretti” che i bambini possono divertirsi a realizzare e colorare

L’idea nasce da due amiche nella vita e colleghe che decidono di dar seguito ai propri sogni. Insieme scrivono il loro primo libro di fiabe “Sette fiabe per crescere” pubblicato da Edizioni Villadiseriane.

Una lettura illustrata per bambini dai 7 ai 12 anni ricca di tanti spunti educativi da trattare con i piccoli lettori.

È seguita poi la pubblicazione “Un bruco di nome Miu” edito da Leucotea. Una fiaba che narra il lungo e rocambolesco percorso di crescita e trasformazione di un piccolo bruco impegnato a trovare la sua strada per diventare farfalla. Una storia per grandi e piccini: una storia per il cuore.

A coronamento del progetto di scrittura nasce un sito Internet, gestito in prima persona dalle autrici, all’interno del quale sono presenti sezioni tematiche dedicate alla scrittura, alla creatività, alla realizzazione di lavoretti, biglietti da auguri e tanto altro.

Sono presenti, inoltre, suddivise per fasce d’età, numerose risorse didattiche scaricabili gratuitamente dal sito.

Il portale si è arricchito in questo mese di una nuova sezione dedicata al consigli di lettura, per grandi e piccini.

Uno spazio per le recensioni costruite “In meno di 500 caratteri…”.

 

 

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Ospedali in “rosa” per l’open week 2017

Il 22 aprile 2016 si celebra la Giornata nazionale per la Salute della Donna.

La ricorrenza è stata istituita  nel 2015 la Direttiva 11 giugno 2015 del presidente del Consiglio pubblicata poi sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto 2015. La scelta della data non è mai casuale e in questo caso coincide con la data di nascita del premio Nobel Rita Levi Montalcini.

Le motivazioni che animano questa giornata e che hanno mosso diverse realtà a sostenerne la richiesta risiedono nell’importanza della diffusione della cultura della prevenzione.

“Prevenire è meglio che curare” è un antico adagio che i nonni ripetevano sempre. L’antica saggezza però non è stata scalfita, anzi, gli anni, le generazioni e le esperienze  non solo non l’hanno mai contraddetta, ma sempre rafforzata.

L’obiettivo della giornata è stimolare ad un’abitudine alla prevenzione tale da consentire un’azione di contrasto efficace e a lungo termine rispetto all’insorgere di specifiche e gravi patologie, ecco perchè la mission di questa iniziativa è “Chiedi, conosci, previeni”

Per celebrare la giornata è nato un network di ospedali sensibili all’iniziativa e facilmente identificabili dal “Bollino Rosa”.

Aderiscono alla rete più di 170 strutture sparse in tutta Italia e che dal 18 al 24 aprile 2017 apriranno le porte a visite e consulti clinici, diagnostici e informativi gratuiti.

Durante la settimana verrà dedicata particolare attenzione alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla cura delle principali malattie femminili in modo particolare per le 12  aree specialistiche coinvolte:

  • Diabetologia
  • Dietologia e Nutrizione
  • Endocrinologia
  • Ginecologia e Ostetricia
  • Malattie e disturbi dell’apparato cardio-vascolare
  • Malattie metaboliche dell’osso
  • Medicina della riproduzione
  • Neurologia
  • Oncologia
  • Reumatologia
  • Senologia
  • sostegno alle donne vittime di violenza

Per la città di Brescia e la provincia hanno aderito le seguenti strutture:

  • ASST Franciacorta – Ospedale Civile di Iseo
  • ASST Franciacorta – Ospedale M. Mellini di Chiari
  • ASST Garda – Ospedale Civile la Memoria di Gavardo
  • ASST Garda – Ospedale di Desenzano
  • ASST Garda – Ospedale di Manerbio
  • ASST Spedali Civili di Brescia – Presidio Ospedaliero di Brescia
  • ASST Valcamonica – Ospedale di Esine

 

Sul sito dell’ Osservatorio nazionale sulla salute della donna (ONDA) sono disponibili tutte le strutture coinvolte oltre al dettaglio delle attività e dei servizi offerti all’interno della programmazione dell’Open Week

Per ottenere tutte le informazioni basta indicare la regione  e il comune/provincia d’interesse, in base alle selezioni si visualizzano gli ospedali aderenti e cliccando su ciascuna struttura viene visualizzato l’elenco delle attività, esami, visite, open day, incontri programmati per la settimana.

 

Coniglietti di Pasqua facili e veloci

La Pasqua si avvicina e a casa nostra c’è stata un invasione di conigli!!!

Come ogni avvenimento, festa o ricorrenza che si rispetti, da noi la piccola e semplice idea si trasforma in creatività e dal singolo pezzo passa poco e puntualmente la situazione ci scappa di mano!

Per le decorazioni di Pasqua quest’anno io e le bambine ci siamo date alle ‘perline fusibili’. Non le conoscete?

Sono delle perline di plastica da stirare con cui poter realizzare tantissimi progetti.

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Il loro utilizzo è semplicissimo:

noi abbiamo scelto come disegno base dei coniglietti, ma si possono realizzare moltissimi soggetti diversi, basta fare una ricerca nel web per trovare diversi schemi già pronti. Oppure si può lasciare libero spazio alla propria  immaginazione e creatività, o ancora di più a quella dei bambini, per creare oggetti incredibili e impensabili.

Dopo aver posizionato le perline colorate sugli appositi supporti forati e seguendo lo schema scelto, come per il punto croce, basterà stirarle con un normalissimo ferro da stiro.

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Facendo una lieve pressione con il ferro da stiro caldo per pochi secondi, vedrete che le perline si andranno fondere, unendosi, e formeranno la vostra sagoma come un pezzo unico.

Piccolo consiglio: quando stirare la vostra creazione non dimenticate di posizionare tra il vostro lavoro e il ferro un semplicissimo pezzo di carta forno. Questo impedirà alle perline di fondersi direttamente sulla piastra del ferro da stiro, rovinando così in un colpo solo sia il lavoro che ferro da stiro. Meglio evitare!

Aspettate qualche secondo che le perline si raffreddino e con delicatezza staccate il lavoretto dal supporto!

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Le bambine adorano queste perline, realizzano tantissimi soggetti. Fin dalla prima volta, in poco tempo e senza esperienza, hanno cominciato a realizzare tante cose, che spesso regalano anche alle amichette di scuola.

Ed ecco alcuni dei nostri coniglietti che gironzolano per casa.

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Sara Pisciali

Stellegemelle

 

Un bebè in arrivo: consigli per scegliere gli elettrodomestici più adatti alla tua famiglia

Un bebè in arrivo: consigli per scegliere gli elettrodomestici più adatti alla tua famiglia

Hai un bebè in arrivo? Allora sicuramente starai avendo enormi difficoltà a contenere la tua gioia, ma anche quelle paure e insicurezze che emergono sempre quando un bimbo si appresta ad invadere e ad arricchire la vita di una famiglia. Da questo punto di vista, non devi preoccuparti: sarai sicuramente un genitore perfetto, ma questo non deve comunque farti perdere d’occhio alcuni dettagli fondamentali per accogliere al meglio il bimbo e per poter svolgere tutta una serie di compiti di pulizia con il massimo dell’efficienza ed il minimo della fatica. Ed ecco che la scelta degli elettrodomestici è  fondamentale per ottenere questo obiettivo: vediamo dunque una guida su come scegliere al meglio gli elettrodomestici che non possono mancare in una casa animata dalla presenza di un bimbo.

Come scegliere la lavatrice?

Quando scegli una lavatrice per una casa con un bimbo, non devi mai sottovalutare l’importanza dell’igienizzazione dei suoi vestitini. Da questo punto di vista, dunque, noi ti consigliamo di acquistare una lavatrice che possegga una funzione per igienizzare i capi del tuo bimbo, così da uccidere ogni batterio ed evitare qualsiasi rischio per la sua salute nei primi anni di vita. Questa è una funzione disponibile ad esempio in molti modelli di lavatrici LG, ivi comprese le lavatrici piccole, ideali per via del fatto che si adattano perfettamente anche per le case e gli ambienti poco spaziosi o dove c’è necessità di fare spazio ad armadi e altre soluzioni componibili, poiché quando c’è un nuovo membro della famiglia, saprai anche tu che ogni centimetro può fare la differenza.

I piccoli elettrodomestici: quali sono i più importanti?

Quando accogli un bimbo nella tua vita – e nella tua casa – scopri l’esistenza di tanti piccoli elettrodomestici che prima ti suonavano sconosciuti, ma che oggi dovrai imparare a conoscere e ad utilizzare come se fossero i tuoi migliori amici. Ma quali sono i più importanti? Parliamo innanzitutto degli sterilizzatori e degli igienizzanti: fondamentali per igienizzare e per pulire a fondo le cose che il tuo bimbo utilizza quotidianamente, come ad esempio i contenitori per il cibo ed il biberon. Inoltre, non dimenticarti mai dell’importanza di altri piccoli elettrodomestici fondamentali per le famiglie con bimbi piccoli, come ad esempio il minipimer, il baby-monitor o l’aspiratore nasale, che renderanno la vostra vita molto più semplice.

Asciugatrice e robot aspiratore: due alleati per il bimbo

Chiudiamo la nostra guida all’acquisto dei migliori elettrodomestici per famiglie con bimbi piccoli, prendendo in esame l’asciugatrice e il robot aspiratore: due alleati eccezionali per la salute del tuo bimbo in casa. Il motivo? Partiamo innanzitutto dall’asciugatrice: importantissima per asciugare i panni del bimbo senza per questo stenderli fuori dalla finestra, e dunque esporli all’azione dei patogeni contenuti dall’aria e dallo smog cittadino. Inoltre, con l’asciugatrice potrai ottenere un risultato in morbidezza altrimenti impossibile: un altro fattore che devi considerare come prioritario per il tuo bimbo, la cui pelle è molto sensibile nei primi anni di vita. Infine, il robot aspiratore automatico: utilissimo per lavare a fondo i pavimenti, ma senza richiedere il tuo supporto. Facendo tutto da solo, ti consentirà di non distrarti per ore e di avere più tempo da dedicare al tuo bambino.

Che cos’è la disgrafia?

Che cos’è la Disgrafia? Che disturbi può causare nei bambini e nei ragazzi? Quali sono le cause?

Ce lo spiega dettagliatamente la Dott.ssa Dialisa Salamone, esperta in rieducazione  della scrittura e di questo tipo di problematiche incontrata per questa puntata della rubrica Piccoli ma Grandi

La dottoressa riceve su appuntamento a Brescia e Verona e ha attivato un’interessante sportello disgrafia in collaborazione con Bresciabimbi. Si tratta della possibilità gratuita di un servizio di supporto per genitori e insegnanti con lo scopo di ottenere un primo parere su scritture sospette.

Guarda la puntata


Dott.ssa Dialisa Salamone
Grafologa, Rieducatrice della scrittura dal 2003
telefono: 346 323 85 71
info@disgrafia-verona.it
www.disgrafia-verona.it

Contatta il Servizio GRATUITO sportello DISGRAFIA

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