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Autore: Laura Lorenzini

Festa dei nonni

Il 2 ottobre è la festa dei nonni!

Ufficialmente la ricorrenza è stata introdotta con legge dal Parlamento solo nel 2005 “quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”.

 In realtà è una festa che tutti portiamo nel cuore, da sempre. La parola stessa “nonni” è ormai sinonimo da una parte di saggezza e anzianità, ma dall’altra di dolcezza, coccole, piccoli vizi, chiacchierate speciali, racconti di cose lontane, esperienza, grandi capacità, giochi insieme, uscite al parco, tempo in cucina….I nonni hanno quel tempo che magari per mamma e papà è difficile da ritagliare e quella dose di pazienza in più che ai bimbi piace tanto.

Ecco perchè è fondamentale il dialogo tra nonni e genitori, per permettere un clima sereno in famiglia e una vera collaborazione.

La festa  cade inoltre nel giorno della festa degli angeli custodi, quale accostamento migliore! I nonni  sono spesso  gli angeli custodi di molte famiglie, sono presenti, disponibili ad aiutare mamma e papà coi bambini. Non si può proprio allora pensare di non ricordarli in modo speciale e magari far trovare loro un lavoretto speciale, una poesia, un pensiero,… per ringraziarli.

 

Buona festa a tutti i nonni!

 

 

Cosa fare se mio figlio non ha più la motivazione?

E SE MIO FIGLIO NON HA PIU MOTIVAZIONE?

Mi scrive Luisa mamma di Mattia, un ragazzo di 14 anni, portiere in una locale squadra di calcio. Si sfoga Luisa dicendo che il ragazzo non ha più la motivazione per continuare a giocare, è apatico verso gli amici e l’allenatore e fa spesso errori banali, fatali per la squadra e per il suo futuro da giocatore.
Nella sua lettera mi racconta l’infanzia del piccolo, che, dall’età di 5 anni, spronato dal padre e dagli allenatori segue costantemente gli allenamenti con voglia di fare e tanta passione. Sono pochi i goal subiti nelle tante partite disputate: Mattia è un piccolo Buffon, futuro talento del calcio italiano. Un ragazzo di cui andare fieri, che anche a scuola è sempre stato diligente e motivato.

Il ragazzo ha un talento innato che con dure ore di allenamento lo ha portato avanti, molto avanti nello sport tenendo sempre alta la sua motivazione. Ma da qualche tempo non è più cosi.

Presso gli antichi popoli del Mediterraneo il talento era un’unità di misura di peso (circa 35 chili) e di denaro, metallo prezioso pesato.  Un talento d’oro o d’argento rappresentava una ricchezza importante che gravava di responsabilità chi la possedeva. Nella parabola del Vangelo viene premiato chi ha utilizzato i talenti di denaro ricevuti in custodia, facendoli fruttare. Viene criticato chi  li ha sotterrati, per non correre rischi.

Il talento sportivo (come qualunque altro talento) è una dote innata. 

Importante distinguere, qua tra talento e potenzialità. Il talento infatti si manifesta quando una potenzialità, altrimenti detta anche punto di forza, viene riconosciuta dall’esterno. Quando insomma più di una persona vengono da te a dirti “lo sai che sei veramente un fuoriclasse in questo” e tu non ti rendi conto, non ne hai spesso la percezione. Proprio perchè innato il talento viene spesso dato per scontato.  Se ne è provvisti in modo naturale, se non c’è non si può imparare. Allo stesso modo se non coltivato il talento può essere perso. E’ un valore che non dovrebbe essere disperso ma fatto gemmare e fruttare.E’ meraviglioso poter individuare già nell’infanzia la capacità, il talento che contraddistingue i propri figli. Per un ragazzo, però, arriva un momento in cui il talento può essere una responsabilità gravosa perché non ha gli strumenti per gestire questa dote, per incanalarla lungo la strada che tracci il suo destino di persona adulta.

Mattia si spaventa, sente un peso che non sa gestire. Forse anche non accetta più questo talento.

Mattia sarà un eccellente giocatore amatoriale o un campione? Il calcio sarà la sua professione, la sua realizzazione?

Il ruolo degli adulti nei confronti dei giovani talentuosi è fondamentale, delicato e molto complesso.

Mattia ha la stoffa del campione. Ma ora è in crisi.

Chiamo Luisa e la incontro per una sessione, solo lei ed io . Mi dice che Mattia inventa scuse di ogni genere, commette errori banali e salta spesso gli allenamenti.

E’ de-motivato. Né il successo, né la prospettiva di fama (e guadagni) sportivi, né la gioia di giocare con gli amici di sempre sembrano smuoverlo verso il campo da calcio. Verso quegli impegni e fatiche che ha sempre affrontato, con gioia, per tanti anni. Come sportiva amatoriale e coach so bene che i momenti di crisi come quelli di Mattia hanno una loro storia, possono avere significati diversi ed esiti opposti. Possono essere l’occasione per ritrovare, dentro di noi, radici forti, per proseguire con maggiore determinazione, affrontando le fatiche e le difficoltà richieste dall’impegno sportivo; a volte, al contrario, sono opportunità per riconoscere di aver cambiato strada maturato una nuova identità ed appartenere ad altro.Potrebbe essere giunto il momento per ri-definirsi e orientarsi verso una propria direzione più autentica, in quel momento. Per un ragazzo di 14 anni ancora molto volubile e nel pieno dell’età adolescenziale questi sono momenti di vita difficili da affrontare nella solitudine del proprio disorientamento, spesso emozionalmente ambivalente (desiderio e rifiuto, amore e odio). Richiedono un affiancamento, un accompagnamento da parte dei genitori certamente e anche da un professionista esterno.
Lo spiego a Luisa. Le dico che è importante che Mattia senta la vicinanza dei genitori e dell’allenatore ma che questa sia una vicinanza misurata senza trasformarmi in oppressione.

Sarebbe davvero triste che Mattia proseguisse, a tutti i costi, “per fare contenti i genitori” o gli allenatori; sarebbe, d’altronde, un vero peccato che abbandonasse un’attività appassionante per una crisi che potrebbe avere “solo” bisogno di ascolto, sostegno e incoraggiamento per essere superata.  Questa guida, questo ascolto potrebbe venire da lei Luisa, le dico oppure dal padre oppure ancora da una persona esterna.

Ritengo sia indispensabile ora restare su Mattia e porre a lui due semplici domande:

Cosa ti rende felice, in questo momento?

Cosa ti farebbe alzare, senza sforzo, alle 5 del mattino?

E prepararsi ad accogliere la risposta, qualsiasi essa sia.

Questo aiuterà lui e voi a comprendere le sue priorità, in questo passaggio di vita. Le sue passioni, i suoi stimoli attuali, la sua motivazione più profonda.

Mattia potrebbe parlare dello sport, dello studio, degli amici, di una ragazza, o forse potrebbe restare muto, senza dire nulla o addirittura dare una risposta non attesa. Potremmo scoprire che Mattia ha ancora entusiasmo in quello che fa ma ha (solo) bisogno di allentare i ritmi, di dare spazio ad altre dimensioni di sé. Potrebbe scoprire che il passaggio alle superiori ha posto nuove sfide che lui vuole fronteggiare, distribuendo energie tra impegni diversi e importanti.

E’ meglio spingere, assecondare, imporsi o lasciar fare? Una risposta buona per tutte le situazioni non c’è.  Potrebbe domandarsi, in tutta onestà: chi vuole che Mattia diventi un campione? Di chi è questo obiettivo? e orientare le sue scelte in base alla risposta. Accettando la responsabilità, le opportunità ed i rischi di ogni possibile scelta.

E’ naturale e giusto che siano i genitori a definire i sogni, gli obiettivi e i percorsi dei propri figli, quando sono piccoli. E’ altrettanto naturale e giusto trasferire nelle loro mani la capacità, la libertà e la responsabilità di definire e perseguire i propri sogni e progetti di vita adulta. E’ un processo lento e progressivo. E’ un processo che richiede consapevolezza e impegno, tanto nel genitore quanto nel ragazzo. E’ un processo che può unire genitori e figli nel momento presente gettando le basi per un futuro più maturo, più consapevole e perchè no, anche più motivato.

 

Lucilla Rizzini

Coaching & training
lucilla@lucillarizzini.com
www.lucillarizzini.com

Si riparte?? Si riparte!

C’è chi si gode gli ultimi giorni di vacanza e chi corre a fare gli acquisti per il materiale scolastico, ma settembre è ufficialmente iniziato e in un battibaleno arriverà il primo giorno di scuola, ormai manca davvero poco, tanto che le vacanze sembrano un ricordo lontano, soprattutto per chi è partito all’inizio dell’estate.

Pronti a ripartire?

Ogni nuovo inizio ha in sè un mix di voglia, paura, speranze, ansie, timori, slanci,…. in qualsiasi ordine scolastico si entri. Ancor di più se a giugno si è concluso un ciclo e questo settembre sia sinonimo o della prima conoscenza con il mondo della scuola o il passaggio ad una scuola nuova. L’energia della novità è fortissima.

I bimbi sono agitati, ma anche noi genitori, ammettiamolo. E’ bello vedere crescere i propri figli, ma  il primo giorno di scuola è un momento di “scontro” con la realtà perchè da la misura di quanto stanno crescendo, eppure sembrava solo ieri che iniziavano a gattonare…sembra incredibile!

Non preoccupatevi troppo se non avete ancora tutto, spesso è meglio attendere le indicazioni degli insegnati che realmente seguiranno la classe per evitare spese inutili.

Se i bimbi entrano per la prima volta a scuola, quindi entrano alla scuola materna potrebbe essere di aiuto leggere con loro dei libri che li aiutino a vivere con serenità il momento del distacco per l’inserimento nella nuova realtà. Ecco allora una lista di 10 libri che sono proprio utili

Per gli studenti che già vanno a scuola pare proprio che da questo settembre cambierà il metodo di valutazione , non più numeri ma lettere.

Per iniziare sereni la scuola ecco qualche consiglio per una buona ripartenza.

Andrà tutto bene e comunque Bresciabimbi è sempre al vostro fianco!

Cosa è successo in estate?

L’estate che ci stiamo lasciando alle spalle è stata molto intensa per Bresciabimbi. Da tempo erano in cantiere alcune idee che finalmente hanno trovato spazio per essere realizzate. E così la grafica è in continua evoluzione per rendere sempre più piacevole utilizzare il portale, ma soprattutto è finalmente attiva una bella novità: è possibile selezionare gli eventi per zona. La provincia di Brescia è stata divisa in macrozone: Brescia città, Hinterland, Bassa Bresciana, Valle Camonica, Valle Sabbia, Val Trompia, Valtenesi e lago di Garda, Franciacorta e lago d’Iseo. Cliccando sulla cartina presente nella pagina del calendario è possibile ottenere il filtro degli eventi di quella specifica zona. In ogni caso, se non sapete dove andare, resta sempre attivo il calendario generale per vedere tutti gli eventi disponibili.

Resta sempre valido l’invito per tutti a segnalare eventi e attività che non sono presenti nel portale, per questo è stata predisposta una simpatica infografica e arricchito il modulo da compilare online per comunicare le informazioni, dove è possibile allegare direttamente la locandina dell’evento.

Tanti piccoli step sono stati spuntati dalla lista in attesa sulla scrivania per permettervi di utilizzare sempre di più e al meglio il portale.

E se non lo avete ancora fatto è tempo di iscrivervi alla newsletter! E’ facile, veloce e gratuito e vi permette di ricevere aggiornamenti e anticipazioni interessanti.

Buona ripartenza a tutti!

 

 

 

 

Suona la campanella e si rientra… consigli per una “buona ripresa”

Suona la campanella e si rientra ..alcuni consigli per una “ buona ripresa “

Dott.ssa Annalisa Croci

 

Dopo mesi di vacanza i tempi sono diventati flessibili e le richieste scolastiche sono diminuite lasciando spazio al gioco; il rientro a scuola perciò potrebbe risultare pesante generando tensione nel riprendere in mano i libri, sia per i bimbi che per i genitori.

E’ arrivato il momento della ripresa scolastica: suona la campanella e tutti rientrano fra i banchi; tutti sono coinvolti: insegnanti, bambini e famiglie.La ripresa di una quotidianità, sopita dalle lunghe vacanze estive, porta così alla luce vari aspetti ; ad esempio la gioia del ritrovarsi con i compagni, ma anche ansia, confusione per i preparativi e la curiosità per il nuovo anno scolastico.

Come per gli adulti il lavoro occupa molto tempo e pensieri, anche per i bambini la scuola è un’attività che copre l’intera giornata e i momenti liberi in cui si devono svolgere i compiti; occupa così un posto di rilievo che include aspettative, paure e soddisfazioni.

E’ importante quindi saper gestire al meglio quest’onda emotiva per non trovarsi di fronte ad un carico di stress “ anticipatorio “. I bambini infatti vanno accompagnati e sostenuti amorevolmente aiutandoli a far emergere le loro emozioni, anche quelle negative poiché esse possano essere espresse, comprese e risanate. Lo stato emotivo più frequente all’inizio della scuola è l’incertezza e la curiosità per ciò che accadrà, la paura per il nuovo; questo passaggio quindi deve essere vissuto con tranquillità, così il bambino può associare alla scuola un’idea positiva e un senso di serenità che lo aiuterà a trascorre bene tutto l‘anno.

Ecco alcuni consigli per una buona ripresa:

reintrodurre orari adeguati almeno la settimana prima che inizi la scuola ( orario per coricarsi la sera e la sveglia della mattina ).

Avere attenzione per una sana alimentazione, spezzettando una o due merende leggere nella giornata, evitando che il bambino si abbuffi per tutto il giorno.

Se la scuola è nuova sarebbe utile accompagnarlo qualche giorno prima per far vedere il tragitto e come si presenta la scuola, cercando di essere fiduciosi e rendendo conosciuto l’ambiente che dovrà affrontare all’inizio dell’anno scolastico.

Consiglio utile :

informarsi sugli orari di inizio lezioni e sui rientri pomeridiani, alcune scuole la prima settimana hanno un calendario diverso, pertanto è bene esserne a conoscenza per potersi organizzare a tempo e comunicare il tutto anche al bambino.

 

Se il piccolo appare svogliato e non pronto all’inizio è possibile mostrare , da parte del genitore, entusiasmo puntando sul fatto di ritrovare compagni o insegnati a cui si è affezionato, sottolineare le varie attività che la scuola offre durante l’anno.

 

Ultimo consiglio, ma forse quello più importante: il primo giorno è “ sano “ che il genitore o entrambi accompagnino il figlio a scuola-asilo, specialmente se molto piccolo; dimostrandosi fiduciosi rispetto alluogo  in cui lo lasciano. Talvolta il distacco e l’inserimento sono un vero tasto dolente per i bambini, da ciò si possono manifestare nei giorni seguenti condotte d’evitamento per la scuola, è importante quindi dedicare tempo e attenzione in questa fase.

 

Buon inizio !

Dott.ssa Annalisa Croci

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

www.ascoltopsicologo.it

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E’ ora di fare la nanna… alcune strategie per una “Buonanotte”!

 

Come gestire con serenità l’arrivo di un neonato e la presenza di amici a quattro zampe in casa.

Come gestire con serenità l’arrivo di un neonato e la presenza di amici a quattro zampe in casa.

Babies and Dogs……is love…

Molti proprietari di cani che stanno per diventare genitori, sono preoccupati da come il loro amico a quattro zampe possa reagire all’arrivo del neonato.

Effettivamente un bimbo, con i suoi ritmi e le sue esigenze, sconvolge la vita dei genitori e, di conseguenza, anche quella del cane di casa. Inoltre, lo stile di vita della famiglia tende a cambiare radicalmente e spesso il cane vede ridursi drasticamente il tempo dedicato a lui: le passeggiate sono più corte, i momenti di gioco e d’interazione si riducono in frequenza e durata. Perciò, in previsione della nascita del neonato, bisogna fare in modo che il cane impari a conoscere i bambini gradualmente e in modo corretto, associandoli sempre ad esperienze positive.

Quando il bambino arriva a casa, è bene non diminuire la quantità di attenzioni riservate al cane e premiare sempre (con carezze, premi in cibo e giochi ) l’amico a quattro zampe, quando rimane tranquillo . In questo modo, nella sua mente, si creerà un’associazione positiva con l’immagine del bambino. Proprio a tale scopo, evitiamo di punire il cane in presenza del bimbo, altrimenti si rischia, al contrario, un’associazione negativa.

Allo stesso modo, evitiamo di allontanare l’amico a quattro zampe quando tenta un approccio con il bambino: cerchiamo piuttosto di far stare il cane nella stessa stanza con il bimbo, tenendolo magari impegnato con qualche gioco interattivo riempito con del cibo (si tratta di giocattoli che stimolano la mente, il fiuto e la masticazione). Al contrario, se il cane si nasconde o si allontana dal bimbo, non costringiamolo per forza a stare in sua presenza. Se prima dell’arrivo del piccolo il cane era abituato a stare sul divano con voi a guardare la tv, continuate il più possibile a farlo, non allontanatelo da tutte le abitudini che aveva con voi, se no assocerà il bimbo all’allontanamento di tutti i suoi privilegi!

Naturalmente, è sempre necessario supervisionare le interazioni tra cani e bambini, perché anche l’amico a quattro zampe più tranquillo, se disturbato eccessivamente, potrebbe reagire in modo aggressivo per difesa e, comunque, anche giocando, potrebbe fare involontariamente del male al bambino.

Quando non è possibile supervisionare le interazioni tra cane e bambino, perché stiamo preparando il pranzo o altro, allora è preferibile tenerli separati; allo scopo si possono usare dei piccoli cancelli per dividere gli ambienti oppure si può tenere il cane in un altra stanza o in giardino. Se, però, il cane non era abituato a stare all’esterno, non lasciatelo tutta la giornata fuori, si sentirebbe abbandonato, potrebbe piangere oppure cercare continuamente di entrare dalla porta o dalla finestra!

È, inoltre, bene evitare che il bambino tocchi le cose del cane, come la ciotola, la cuccia e i giochi. A questo scopo collochiamo la cuccia in una zona della casa tranquilla e inaccessibile al bimbo. Un cane non correttamente socializzato (significa non abituato fin dalla più tenera età a convivere con i bambini piccoli, lasciato a vivere in un recinto, alla catena o in giardino, lontano dalla famiglia) indipendentemente dalla razza, può non riconoscere un bambino piccolo come appartenente alla specie umana. Un bambino piccolo, infatti, ha proporzioni fisiche diverse da quelle di un adulto umano, emette strilli e versi differenti da quelli di un adulto, si muove a scatti, corre, sgambetta e cade.

Bisogna ricordare che i cani non sono né “buoni”, né “cattivi”.

Sono cani. Il cane non ha un senso morale, non ha una cultura, non ha leggi. E’ un animale e si comporta secondo il proprio etogramma. Si comporta anche secondo l’educazione che ha ricevuto… ed esistono indubbiamente razze (o tipologie) più o meno reattive, più o meno possessive, più o meno mordaci… ma tutti i cani sono tendenzialmente “buoni”, dal punto di vista morale (nostro).

Purtroppo, anche il cane più dolce del mondo, in certe condizioni, può mordere.

Dire“ho lasciato mio figlio da solo con quel cane perché so che è buono” non ha alcun significato, perché il cane può reagire mordendo ad un’infinità di stimoli: il dolore (vedi tirate di coda, dita negli occhi e altre cose che i bambini piccoli a volte compiono in assoluta innocenza – perchè neppure loro hanno ancora ben chiaro i concetti di “giusto” e “sbagliato” – ma che fanno male al cane lo stesso); la difesa del cibo o anche solo di un oggetto (palline, ossetti ecc.); fraintendimento di atteggiamenti amichevoli/giocosi che il cane scambia per minacciosi; suoni che lo infastidiscono (i bambini strillano spesso e volentieri) eccetera eccetera.

Non fate quegli errori del tipo: “ Il cane è bravissimo, si lascia fare di tutto!”. Frasi come questa hanno conseguenze a volte molto pesanti, per il bambino…. ma anche per il cane. Un cane che morde perché ha sentito fastidio e/o dolore è “cattivo”? Neanche per idea: è un cane, che, ricordiamolo, non ha nessunissima arma di difesa al di fuori dei denti, quindi usa quelli. Anche il bambino di due anni per difendere i propri giochi potrebbe arrivare a mordere l’amichetto!

Un bimbo piccolo, al cospetto di un cane, può, e sicuramente lo farà, se non c’è supervisione:

1. infilare un dito in un occhio del cane o in un orecchio o in bocca ;
2. agguantare la pelliccia pizzicandola malamente e strappare i peli;
3. pestare una zampa o la coda;
4. può montare il cane come se fosse il cavallo;
5. toccare un punto dolorante del cane.
6. contendere o appropriarsi di un osso, di un giocattolo suo che il cane vuole, o di un gioco del cane lasciato per terra;
7. entrare nello spazio fisico che il cane considera suo;
8. mettere le mani nella ciotola del cane.

A tutte queste azioni, il cane può rispondere con aggressività “territoriale” o di dominanza.

Non lascerei mai un cane e un bambino piccolo da soli, perché so che esiste una remota possibilità che un gioco innocente possa trasformarsi in un gioco mortale.

La supervisione dell’adulto impedisce al bambino di stressare il cane. Tutti i cani e i bambini devono essere educati al reciproco rispetto e convivenza.

Quindi, il rapporto tra cani e bambini è sicuro quando è mediato da un adulto responsabile che impedisce al bambino di disturbare il cane.

I bambini che crescono con gli animali domestici (cani, gatti, uccellini…), hanno sicuramente una capacità empatica maggiore, capacità di leggere, comprendere le emozioni e i comportamenti altrui, proprio perchè allenati, fin dalla più tenera età, all’osservazione di un essere vivente ricco di bisogni fisici, ma anche psicologici come un animale, e difficilmente interpretabili. I benefici sono, quindi, a livello psicologico ed educativo; interagire con l’animale mette in moto il desiderio di curare un altro essere vivente, di sperimentarsi in una relazione. A livello educativo, insegna ad attendere i tempi dell’altro e la virtù della pazienza. Inoltre, ci sono benefici fisici legati all’attività motoria che il bambino può fare insieme al suo amico a quattro zampe, nonché attività sociali. Un bimbo, insieme al suo animale cattura sempre l’attenzione e suscita simpatia immediata.

Queste indicazioni sono rivolte a chi già possiede un cane prima dell’arrivo del figlio.

In caso contrario, ovvero, quando si decide di prendere un cane dopo la nascita di uno o più figli mi sento di consigliare un’accurata riflessione. Certo che è bello avere un cane e godere delle sua compagnia, ma proprio perchè nessuno abbia problemi, ovviamente anche il cane necessita una attenta autovalutazione dei propri comportamenti e delle proprie possibili capacità!

 

Dott.ssa Mariateresa Bertazzoli

Docente di Psicologia e Pedagogia

Consulente Pedagogica

mariateresabertazzoli@gmail.com

Buone vacanze!

Buone vacanze!

Il mese di agosto da sempre è sinonimo di vacanze.

Purtroppo per  molti resta un mese lavorativo uguale agli altri, forse per questo pesa ancora di più lavorare ad agosto. Il caldo, il sole, le belle giornate non sono certo un buon incentivo a restare dietro ad una scrivania, al computer, dietro un bancone,… o qualsiasi sia il lavoro in questione.

Fisiologicamente si ha bisogno di una pausa. Serve per staccare la spina, vuotare la mente e ancora di più rilassarsi per poter riprendere le energie giuste.

Inoltre tempo delle vacanze permette quella libertà che altrimenti non si ha: i bambini sono a casa da scuola per un tempo lungo e sono liberi dagli impegni e dagli stress quotidiani. Per questo l’estate, e le vacanze, sono il momento ideale per andare via che sia  mare, montagna, campeggio poco importa. Quello che conta è buttarsi in un’avventura nuova. Le occasioni poi sono moltissime:si può andare al museo, al lago, a visitare le città d’arte, si sistema casa, si prova uno sport nuovo o si va all’avventura, si va in piscina o a fare picnic in un bosco…..l’unico limite è la vostra fantasia e la vostra voglia di avventura, o la stanchezza accumulata.

Qualsiasi sia la vostra idea di vacanza l’augurio di Bresciabimbi è che sia davvero vacanza: fermarsi dalla frenesia di tutti i giorni e dedicarsi alla propria famiglia.

Anche Bresciabimbi si prende un periodo di vacanza, dopo tanti cambiamenti ed avvicendamenti una pausa è doverosa. Finora è stata un’estate molto operosa,il restyling grafico è in continua evoluzione, la facilità e la comodità sono due cardini fondamentali tanto che ora è possibile scegliere quale zona della provincia di Brescia visitare.Proprio così gli eventi del calendario sono filtrabili per zona. Se però non sapete dove andare il calendario generale è sempre disponibile. E’ facile, basta un clik sulla zona desiderata e si aprono gli eventi solo della zona selezionata.

Valle Camonica Franciacorta e Lago d'Iseo Bassa Bresciana Brescia città e hinterland Val Trompia Valle Sabbia Valtenesi e Lago di Garda Consulta il TUTTO calendario

Se vi fermate in città il calendario resta sempre attivo ed aggiornato, ma se vi spostate allora seguite i consigli del network Time4kids di cui Bresciabimbi fa parte per scoprire le proposte per bambini presenti nelle altre città d’Italia.

Buone vacanze!

Domande frequenti e risposte sulla conservazione cordone ombelicale

Domande frequenti e risposte sulla conservazione cordone ombelicale

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Chi è abilitato ad eseguire il prelievo di cellule staminali cordone ombelicale? Cosa succede nel caso di parto gemellare? Scegliendo di partorire in casa è ugualmente possibile conservare le staminali del cordone? Tanti dubbi per le mamme che si informano sulla conservazione del cordone e cellule staminali; tante domande a cui dare risposta.

Vantaggi e problemi legati alla conservazione privata del cordone ombelicale: quali sono?

Uno dei principali vantaggi della conservazione privata consiste nella possibilità di disporre del campione immediatamente in caso di bisogno; c’è poi la totale compatibilità con il bambino di queste cellule provenienti dal suo cordone. I problemi invece derivano dalla possibilità che il sangue, o più precisamente le cellule al suo interno, non siano sufficienti per effettuare il trapianto e per fare in modo che esso abbia un esito positivo in rapporto al peso del ricevente. Numerose ricerche scientifiche hanno però portato alla possibilità di aumentare in vitro il numero delle cellule staminali disponibili per il trapianto, superando così il problema.

Chi può effettuare il prelievo del sangue dal cordone ombelicale subito dopo il parto?

Le figure abilitate per eseguire l’operazione del prelievo sono infermieri, ostetriche e medici ginecologi. Con la scelta di partorire in casa è ugualmente possibile conservare le cellule staminali del cordone? La risposta è positiva ed è possibile conservare il sangue cordonale consegnando il kit di prelievo all’ostetrica che vi assisterà durante il parto. Tale kit sarà fornito dalla vostra banca del cordone ombelicale insieme alla documentazione riguardante il procedimento da seguire per il prelievo.

E in caso di parto gemellare? Come si procede per conservare il cordone ombelicale?

Se i gemelli sono omozigoti è possibile effettuare un unico prelievo in quanto le cellule staminali cordonali sono compatibili al 100% con tutte e due i gemelli; per i gemelli eterozigoti invece, occorre effettuare un doppio prelievo e una doppia conservazione.

Come stabilire la compatibilità delle cellule staminali con gli altri membri della famiglia? Nel caso in cui un membro della famiglia, ad esempio un fratello, necessiti delle staminali conservate come si procede?

Le probabilità che il campione sia compatibile con i familiari diminuiscono con il diminuire del grado di parentela tra il donatore e il soggetto ricevente. In particolare i genitori hanno una probabilità di risultare compatibili che può arrivare fino al 50%, mentre tra fratelli la percentuale di compatibilità scende fino al 25%

 

Saranno degli esami specifici, chiamati di tipizzazione HLA (Human Luekocyte Antigen) a determinare la compatibilità tra le cellule conservate e il ricevente. La primissima tipizzazione può essere eseguita già al momento della crioconservazione prelevando una piccola quantità del sangue del cordone, ma anche successivamente, attraverso un semplice prelievo di sangue. Se la tipizzazione di base conferma la compatibilità si passa all’analisi del DNA e in ultima battuta all’analisi MLC (Mixed Linfocyte Culture) che sancisce definitivamente il grado di compatibilità.

 

Per informazioni: www.sorgente.com

I segreti di una serena prima gravidanza

I segreti di una serena prima gravidanza

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

La prima gravidanza porta con sé grandi emozioni ma spesso anche tante paure e dubbi nella futura madre.

Ci sono degli accorgimenti che ogni donna in dolce attesa dovrebbe adottare per tutelare la propria salute e quella del bimbo, come seguire uno stile di vita sano e sottoporsi a tutti i controlli ginecologici e ai test di screening prenatale.

L’alimentazione è sicuramente la prima cosa a cui una donna incinta deve prestare attenzione. Una dieta sana ed equilibrata permette di assimilare i giusti nutrienti e in quantità necessaria per garantire la normale crescita del feto. Inoltre un’alimentazione adeguata serve anche a fornire il giusto apporto di energia al fisico della mamma, sottoposto ad enormi cambiamenti e fatiche durante tutto l’arco della gravidanza.

Attenzione va rivolta anche alla quantità di cibo e calorie assunte: esagerare non fa bene. Un aumento eccessivo di peso può infatti favorire l’insorgere di numerose patologie, anche gravi, come il diabete gestazionale.

Probabilmente scontato ma mai ribadito a sufficienza è il concetto che in gravidanza sarebbe bene bandire del tutto sia fumo che alcol. Infatti ciò che viene assimilato dall’organismo della mamma viene poi trasferito al feto e per questo motivo i ginecologi raccomandano di smettere di fumare e di assumere bevande alcoliche. Queste sostanze potrebbero portare danni all’apparato respiratorio del bambino e le bevande alcoliche, quando assunte in eccesso, possono portare allo sviluppo della sindrome fetale alcolica, un disturbo che può arrecare danni molto seri al feto, sia di tipo fisico che mentale. Il fumo, inoltre, porta ad una minore pressione sanguigna, per cui il circolo di sangue materno verso il feto è diminuito e ciò può favorire un parto pretermine.

Ogni donna in gravidanza dovrebbe poi ricordarsi che è nella scelta dei farmaci da assumere è meglio evitare le decisioni perse in autonomia e il “fai da te”. È infatti buona prassi consultare sempre il ginecologo per accertarsi su quali siano i farmaci giusti per contrastare alcuni disturbi senza avere effetti collaterali sul feto. In particolare, le donne che seguono una terapia farmacologica quotidiana non dovrebbero interromperla ma consultare subito lo specialista per verificare l’eventuale necessità di variarla.

Appena accertato lo stato di gravidanza, la futura mamma dovrebbe effettuare test di screening prenatale e specifici esami del sangue per verificare se siano presenti infezioni e malattie virali, e che permettono anche di stabilire se la gestante sia immune a rosolia e toxoplasmosi, malattie che, se contratte in gravidanza, possono essere pericolose per il piccolo. Solitamente tutti questi esami del sangue vengono svolti nei primi mesi di gravidanza nel corso dei test di screening prenatale consigliati dal ginecologo.

L’età della gestante (superiore ai 35 anni 1 )  e la presenza in famiglia di determinate patologie genetiche potrebbero influenzare la salute del bambino in arrivo aumentando la probabilità che sia affetto da difetti cromosomici. Il ginecologo o uno specialista in genetica sapranno consigliare la madre su quali test di screening prenatale effettuare per verificare lo stato di salute del bambino.

Sottoporsi agli esami di screening e diagnosi prenatale è dunque una tappa fondamentale nella gravidanza. Tramite test prenatali diagnostici di tipo invasivo, quali amniocentesi e villocentesi, è possibile avere una diagnosi sullo stato di salute del feto. Tuttavia tutti i test diagnostici invasivi hanno un rischio di aborto pari all’1% 1 .

Alcuni esami di screening prenatale non invasivi, che non hanno quindi alcun rischio di aborto, hanno un’elevata affidabilità nella rilevazione della Sindrome di Down e altre anomalie genetiche e cromosomiche. Tra questi test rientra il test del DNA fetale. Tale test viene effettuato analizzando i frammenti di DNA del feto circolanti nel sangue materno; dall’analisi di questi frammenti è possibile scoprire se il bambino abbia anomalie cromosomiche o mutazioni genetiche; tali anomalie vengono rilevate con un’affidabilità pari al 99,9% 2 .

 

Per sapere in cosa consiste il test del DNA fetale visita il sito www.testprenataleaurora.it

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche- Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Pacunaimba – L’avventuroso viaggio di Santo Emanuele

Santo Emanuele è il giovane aiutante del sindaco di Lancastre, un tipo eccentrico e truffaldino.

Le elezioni sono imminenti, il paese è in subbuglio e, per essere rieletto, il primo cittadino ha bisogno del prezioso voto di un lontano parente di Santo Emanuele, disperso da anni nel grande Brasile.

Con la testa che torna sempre alla dolcissima collega Mara, l’ingenuo e sprovveduto impiegato si imbarca in un avventuroso viaggio all’insegna della meraviglia e il Brasile, tra gli imponenti alberi del mato e le baracche di fango e di lamiera delle favelas, si rivela uno specchio magico che riflette un’immagine nuova di Santo Emanuele, molto diversa da quella che ha sempre visto.

Dall’autore di Storia di una matita un romanzo magico e visionario che intreccia poesia e comicità e ci regala il racconto di un viaggio straordinario da un sud Italia sospeso tra cielo e mare a un Brasile selvaggio e seducente.

Narrativa per ragazzi