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Autore: Laura Lorenzini

Bullismo: conoscerlo per affrontarlo

Bullismo: conoscerlo per affrontarlo.

Come molte delle parole che oggi sono entrate a far parte del nostro vocabolario quotidiano, la parola “bullo” è un’italianizzazione del termine inglese “bully”, che viene utilizzato per indicare qualcuno che opprime o perseguita una persona, solitamente più debole.

Questo fenomeno, benché sia di forte attualità, è in realtà di lunga data e non è raro trovare nelle storie adolescenziali o infantili di ognuno di noi un “bullo” o ricordarci di quelle volte in cui magari siamo stati noi stessi bulli con i nostri compagni. Si pensi anche a quante storie si possono ritrovare a livello di letteratura o cinematografia che affrontano questo “antico” fenomeno, come Rosso Malpelo di Verga o Gran Torino di Clint Eastwood. Solo in epoca recente però la nostra attenzione è stata particolarmente attirata da questo problema sociale, sia per i numerosi fatti di cronaca ma soprattutto grazie a degli studi che hanno dimostrato quali possono essere le conseguenze psicologiche per le persone che hanno subìto tali prevaricazioni. Tra questi, uno studio pubblicato dall’American Journal of Psichiatry è stato il primo che ha approfondito le conseguenze del bullismo oltre la prima età adulta. E’ stato evidenziato che tra le possibili ripercussioni sperimentate da persone precedentemente vittime di bullismo vi sono peggiori condizioni di salute fisica e psicologica, un aumentato rischio di depressione, disturbi d’ansia e pensieri suicidi. Oltre a ciò, questi tipi di traumi possono influenzare negativamente le relazioni interpersonali e la qualità generale della vita anche a molti anni di distanza.

Per quanto riguarda la situazione italiana, i dati Istat, pubblicati a dicembre 2015 che si riferiscono all’intero 2014, sottolineano che poco più del 50% degli ragazzi compresi tra gli 11 e i 17 anni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze. Il 19,8% è vittima assidua di una delle “tipiche” azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese.

Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale. Le prepotenze più comuni che sono state rilevate consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%), aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%). Il 16,9% degli intervistati è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, cioè caratterizzato da una relazione vis a vis tra la vittima e bullo e il 10,8% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze di tipo diretto e indiretto (rispettivamente 16,7% e 14%). Al contrario, tra i maschi le forme dirette (17%) sono più del doppio di quelle indirette (7,7%).

Ma che cos’è veramente il bullismo? Come facciamo a distinguerlo dallo scherzo che solitamente caratterizza le relazioni soprattutto tra adolescenti?

Olweus (1986;1991)) ha scritto: “Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”. Un’azione si può definire offensiva, come per quanto riguarda le condotte più aggressive, quando una persona arreca intenzionalmente danno o un disagio ad un’altra. L’offesa può avvenire sia attraverso atti fisici più o meno violenti (botte, spintoni, calci) sia verbali come ingiurie, rimproveri, prese in giro. Stante questa definizione, è vero che ogni singolo atto di questo genere potrebbe essere chiamato “bullismo”, ma è altrettanto vero che nella pratica comune si tendono ad escludere fatti meno gravi ed occasionali e ci si concentra invece maggiormente su quei comportamenti che hanno carattere di continuità e di persistenza nel tempo. Questo rappresenta un fattore estremamente importante per discriminare cosa è bullismo da cosa non lo è. E’ inoltre importante sottolineare come, all’interno del repertorio comportamentale del bullo ci possono essere manifestazioni più visibili, come gli attacchi diretti alla vittima, spesso più osservabili nei maschi, e altre meno esplicite ma non meno pericolose, come ad esempio agli atti di isolamento sociale e di intenzionale esclusione dal gruppo, più tipici tra le femmine.

Il bullo e la vittima possono essere sia individui sia gruppi di persone. Solitamente si parla di bullismo qualora vi sia un’asimmetria nella relazione tra bullo e vittima, mentre ciò non avviene quando è presente una maggiore parità a livello di forza fisica o psicologica. In questo caso non si può parlare di un atto di bullismo, perché è in scena una relazione alla pari, in cui non c’è prevalenza di un individuo, ma un’alternanza di ruoli tra vittima e persecutore. Non possiamo parlare di bullismo inoltre quando rileviamo comportamenti molto gravi che si configurano come reati perché in questo caso si parla di atti anti-sociali e devianti.

 

Scopri di più sul bullismo leggendo anche:

Bullo, vittima, gregari e spettatori: gli attori del bullismo

Cosa possono fare i genitori?

Dott.ssa Maura Cavana – Psicologa

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

maura.cavana@gmail.com

feramre il bullsimo, cosa possono fare i genitori

Bibliografia:
Bullismo a scuola, D. Olweus, 1996
http://www.stateofmind.it/2014/11/bullismo-conseguenze- eta-adulta/
http://www.stateofmind.it/2015/06/aggressivita-proattiva- reattiva-bullismo/
http://www.istat.it/it/archivio/176335

Conservare privatamente e richiamare il campione in Italia è legale e consentito ecco perché

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

La conservazione cordone ombelicale è fonte di dubbi (anche a causa della circolazione di informazioni non corrette), circa il rientro in Italia per fini terapeutici del campione prelevato e consegnato ad una biobanca per la conservazione privata. Vediamo cosa dice la legge.

Nell’Unione Europea il prelievo, la conservazione e la circolazione dei campioni di sangue cordonale sono regolati da norme di legge specifiche1 che stabiliscono che questi debbano essere prelevati seguendo una certa procedura, da persone qualificate e presso una struttura accreditata. Dopo aver prelevato il sangue, il campione va inviato a un istituto di tessuti affinché ne assicuri la tracciabilità e lo conservi correttamente.

Questo istituto in caso di necessità terapeutica consegnerà il campione al centro sanitario, dove sarà eseguito il trapianto. Secondo la legge, inoltre, la biobanca (la struttura che si occupa della conservazione delle cellule staminali) deve avere l’accreditamento dell’autorità competente che attesti che le norme siano rispettate.

La legislazione italiana2 definisce che il sangue prelevato può essere portato all’estero e consegnato a biobanche previa richiesta di autorizzazione all’esportazione fatta alla Regione competente (il rilascio del documento è a pagamento).

L’Istituto Superiore di Sanità, tramite il Centro Nazionale dei Trapianti, ha confermato la possibilità di far rientrare in Italia il sangue conservato all’estero. Il Centro Nazionale dei Trapianti, interrogato dall’Autorità garante del mercato e della concorrenza, ha risposto che per fini terapeutici l’utilizzo del campione di sangue estratto da parte di un Centro di Trapianti non può essere escluso, a patto che i campioni conservati all’estero rispettino i requisiti di legge.

Affermare che le strutture pubbliche italiane non hanno fiducia nelle biobanche estere (accreditate da una nazione appartenente all’UE), vuol dire dubitare di uno dei principi più importanti del mercato europeo: gli stati membri dell’Unione Europea riconoscono reciprocamente le autorizzazioni e le certificazioni che sono state fornite dalle autorità pubbliche di un altro Stato appartenente all’UE.

È quindi assolutamente legale richiamare in Italia i campioni di sangue cordonale esportati con una precisa autorizzazione della Regione, mediante le Direzioni Sanitarie competenti, e dopo aver pagato una tariffa.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

 

Note

1. Direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE
2. Decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 191 ("d.lgs. 191/2007") e dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 16 in attuazione delle direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE.

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

In cosa si differenziano i test di screening prenatale dai test di diagnosi prenatale? Questo è un interrogativo che spesso si pongono le gestanti, soprattutto quelle che affrontano la loro prima gravidanza.

Per tutelare salute e benessere di mamma e bimbo si consiglia di eseguire, durante la gestazione, diversi esami (es. Bi Test, villocentesi ecc.) che si distinguono in non invasivi e invasivi.

I test di “screening prenatale”sono di tipo non invasivo. Abbinano analisi di tipo biochimico sul sangue della madre a ecografie per evidenziare alterazioni rispetto ai valori di riferimento. Si tratta di test sicuri e innocui sia per la mamma sia per il bambino e sono di tipo probabilistico, ossia determinano la percentuale di possibilità che vi siano anomalie fetali (es. trisomie, difetti del tubo neurale) confrontando gli esiti dell’esame con i valori di riferimento. La percentuale di affidabilità varia in base al tipo di test di screening prenatale.

Bi Test, Tri Test e Quadri Test esaminano il valore di determinate proteine nel sangue e associano un’ecografia (translucenza nucale) per misurare il feto. L’affidabilità di questi test raggiunge l’85% 1 . Anche i test prenatali non invasivi che esaminano il DNA del feto fanno parte dei test di screening prenatale, e individuano nel campione ematico prelevato dalla gestante, i frammenti di DNA fetale (presente nel circolo sanguigno materno fin dall’inizio della gestazione). Questi test rilevano alterazioni cromosomiche (es. Sindrome di Down, trisomie 18 e 13) e hanno un’attendibilità del 99,9% 2 .

Villocentesi, amniocentesi e cordocentesi sono esami invasivi e appartengono ai test “diagnostici”. Esaminano liquidi o tessuti prelevati direttamente dal feto e forniscono una diagnosi, poiché rilevano con certezza le anomalie fetali. Questi test di tipo invasivo prevedono che si prelevi un campione tramite una siringa direttamente dal pancione, di liquido amniotico (amniocentesi), di sangue cordonale ombelicale del bimbo (cordocentesi), di placenta (villocentesi). Essendo invasivi, i test di tipo diagnostico hanno una percentuale di aborto dell’1%.

Sottoporre la futura mamma a uno di questi esami è una decisione che il ginecologo prenderà dopo aver valutato alcuni fattori come età della donna e casi in famiglia di anomalie genetiche.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Leggiamo d’estate?

I consigli per l’estate di Mileggiunastoria

Per i ragazzi di 10 – 12 anni:

Il giardino segreto (Salani Ragazzi) di F. H. Burnett –  Per le bambine che stanno ormai diventando delle giovani ragazze, sognatrici e romantiche. Una bellissima storia senza tempo, che parla di amicizia, di sogni da realizzare, e dell’avventura più grande di tutte: crescere!

Il mago dei numeri di H. M Enzensberger – Questo libro parla di… matematica! Ebbene sì, proprio di numeri, frazioni, addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. Pensate che non sia adatto alle vacanze? Sbagliatissimo! Ad accompagnarci nel magico mondo dei numeri ci sarà un personaggio bizzarro e davvero dotato di super poteri perché alla fine, credetemi, finirete per amarla, la matematica!

Wonder di R. J. Palacio – Il protagonista di questo libro, Auggie, è un bambino nato con una grave deformazione facciale. È vero, la premessa non fa pensare a una storia divertente… E invece è proprio così! Auggie vi conquisterà con la sua auto-ironia, la sua simpatia, la sua intelligenza e la gentilezza che, nonostante tutto, riserva sempre agli altri. Perché, ce l’hanno detto tanto volte ma troppo spesso lo dimentichiamo, la vera bellezza è ciò che abbiamo dentro.

Per bambini di 8 – 9 anni:

Le streghe di Roald Dahl – Per tutti i bambini coraggiosi, che non temono di affrontare streghe cattivissime perfettamente mimetizzate fra signore eleganti e illustri benefattrici… Se seguirete il bambino protagonista in questa incredibile avventura, non avrete mai più paura di nulla!

Pinna Morsicata di Cristiano Cavina – Una storia dolce e divertente, che fa riflettere su chi siamo e su cosa vogliamo. Per tutti i pesciolini che non vedono l’ora di esplorare il mondo, perché non dimentichino che l’avventura più bella, alla fine, è far ritorno a casa.

Il vento nei salici di K. Grahame – I classici non deludono mai… Un libro che riporta nel mondo delle fiabe più vere, quelle dove vivono Topi casalinghi e Rospi vanitosi, saggi Tassi e Talpe coraggiose. Un’avventura che ha il sapore dell’infanzia, per bambini che non hanno fretta di diventare grandi.

Per bambini di 6-7 anni:

L’albero di Caluden di R. Piumini – Un libricino piccolo piccolo, che possono leggere anche i bambini che hanno appena imparato a farlo. Che cosa manca al potentissimo Re Trucaldor? Apparentemente niente. Ma quando il suo saggio consigliere gli fa notare di essersi stupito, ecco il Re capisce di non avere potere sulla sorpresa. Così, come tutti i re delle fiabe, anziché darsi da fare per conto suo, manda in spedizione ben cento cavalieri, affinché trovino dove nasce la Sorpresa…

Streghetta mia di Bianca Pitzorno – In assoluto il mio libro preferito di quando ero bambina! Di cosa parla? Vi basti sapere che c’è un giovanotto antipatico e brufoloso che cerca una strega da prendere in moglie per ottenere una cospicua eredità e una famigliola allegra e strampalata di sole figlie femmine. E tra queste figlie, naturalmente, si nasconde la nostra streghetta..

Il trattamento Ridarelli  di Roddy Doyle – Che cos’è il trattamento Ridarelli? È una punizione ingrata e puzzolente che tocca a tutti gli adulti che sono cattivi con i bambini. Stavolta, è il turno del signor Mack, che di mestiere fa l’assaggiatore di biscotti e che, a quanto pare, ha maltrattato i suoi figli… Oppure no? Un libro davvero divertentissimo!!

Per i bambini che ancora non sanno leggere…

Favole al telefono di Gianni Rodari – Una raccolta di favole da leggere e ascoltare in spiaggia, in giardino, prima di dormire o tutte le volte che vi va!

 

Buona lettura estiva!

Bambini Ribelli

Bambini Ribelli è il negozio di abbigliamento che veste bimbi e bimbe dai 6 mesi ai 16 anni con  le migliori marche del made in Italy come Rubacuori girl, Gaialuna precius, Two Play, Artigli…

Aperto a novembre 2015 in via della Volta, 4 a Brescia con un’idea ben precisa:

“vestiamoli semplicemente per onorare la loro bellezza”.

In negozio è disponibile un’ampia scelta di capi per bambini che spazia dai completi estivi per il tempo libero, senza dimenticare i costumini, fino agli  abiti da cerimonia, oltre agli immancabili accessori colorati che completano il look  anche dei più piccoli.

bambini_ribelli_negozio_abbigliamento _bambini

L’idea di vestire piccoli “ribelli”, è strutturata in modo da rendere il momento dello shopping divertente, facile e magico! E’ stato, infatti,  predisposto un piccolo angolino giochi per rilassarli durante gli acquisti, oltre ad un  dolce pensierino di saluto alla fine degli acquisti.

Le borsine-shopping sono colorate e divertenti e ideali come confezione dei regali per gli amici.

“Spaziamo nel mondo dei vostri bambini con i colori più belli dell’estate” racconta Elena, titolare del negozio “perchè se sono felici loro lo siamo anche noi!”.

Ecco allora che per rendere felici mamme e bambini sulla pagina Facebook del negozio vengono postate idee di completini e abbinamenti nate dalla passione e dal buongusto che facilitano le mamme nell’accostamento dei colori e degli accessori e che rendere immediatamente l’idea dell’outfit finito e acquistabile in negozio. Un ‘idea in più!

Il negozio chiuso solo di domenica copre i seguenti orari: dal lunedì al sabato la mattina dalle 9.00 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00

 

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negozio di abbigliamento

via della Volta, 4 Brescia

030.8371869

340.7764133 (anche Whatsapp)

FB: Bambini Ribelli Brescia

Le regole dell’infanzia: quanto servono?

Le regole dell’infanzia: quanto servono?

Dott.ssa Annalisa Croci

Le regole sono utili per educare, insegnare i limiti; il bambino ne ha bisogno, ma ovviamente ha bisogno anche di approvazione, riconoscimento e lodi . Volere bene al proprio figlio significa anche dare delle regole.

Senza regole infatti il bambino cresce “ onnipotente “, perciò al momento delle prime relazioni sociali gli sarà difficile tollerare le frustrazioni ed entrare in contatto con gli altri.

Le regole cambiano in base all’età, ad esempio fino al primo anno di vita il bambino è in uno stato di simbiosi, è un tutt’uno con la madre pertanto le regole pertanto possono riguardare i ritmi della giornata: cibo, spostamenti, attesa , ma devono tenere conto delle reali esigenze fisiologiche ed emotive del piccolo. Gli interventi dei genitori dovrebbero essere il meno punitivi possibile, ma rivolti a stabilire una routine e una scansione del giorno e dell’attesa.

Le regole dai due anni circa e all’età scolare cambiano poiché il figlio inizia ad avere il senso del tempo, dello spazio e dei rapporti di causa-effetto. Quindi è possibile stabilire regole e norme generali, per le quali può essere punito se non le rispetta. Dopo aver stabilito delle regole e è necessario comunicarle chiaramente al bambino. È possibile rimproverare o punire, ma prima le regole devo essere spiegate in modo semplice e comprensivo .Talvolta il piccolo reagisce con pianto e i capricci, essi possono rappresentare una modalità per tastare il terreno e comprendere fino a che punto i genitori sono intransigenti o accondiscendenti.Quindi : è compito dell’adulto fornire un limite, un contenimento.

Per i genitori qual’ è lo stile educativo migliore ?

Consiglio uno stile educativo stabile ossia fissare delle regole ed essere coerenti; ad esempio non essere indulgenti o punitivi a seconda dell’umore. Se l’atteggiamento degli adulti che si prendono cura di lui è altalenante e molto diverso, il bambino non comprende lo stile del genitore e quale siano i comportamenti adeguati e corretti.

Spesso i genitori faticano a dire di “ no “, si possono sentire confusi e disorientati nel proporre la regola,timorosi di essere i “ colpevoli “ delle sofferenze dei figli. Essere troppo accondiscendenti non aiuta sicuramente i piccoli e non aiuta loro a saper aspettare o rinunciare.

Quindi..

Il bambino ha bisogno di adulti che gli illustrino e gli ricordino continuamente dei sani comportamenti, non dimenticandosi il divertimento e la curiosità di scoprire ciò che ci circonda.

 

Dott.ssa Annalisa Croci

Psicologa psicoterapeuta

Cel. 334/2357696 – www.ascoltopsicologo.it

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Divertimento all’aria aperta: pescare con i bambini

Estate significa innanzitutto sole, acqua, abbronzatura e tanto, tantissimo divertimento. Soprattutto insieme alla propria famiglia e, dunque, ai propri bambini. E cosa c’è di meglio di andare tutti insieme a pesca, scoprendo la bellezza della natura e godendo della salubrità dell’aria pulita? Parliamo di uno sport che non solo è possibile svolgere in modo sostenibile, immergendosi nel verde senza causare danni né all’ambiente né alla fauna lacustre, ma anche di un hobby che consente di tenersi in allenamento da un punto di vista fisico, e di scaricare lo stress e le ansie. Anche se è difficile crederlo, la pesca è un’autentica manna dal cielo, particolarmente adatta alla stagione più bella dell’anno. Vediamo dunque tutti i consigli per pescare all’aria aperta con i figli durante questa estate 2016.

La giusta attrezzatura per le giuste tecniche

Fra le tipologie di pesca più divertenti da compiere con i figli, il carpfishing rappresenta un’opzione attraente: questa tipologia di pesca prevede il metodo del catch & release, ovvero dovrete rilasciare le carpe nell’acqua del lago poco dopo averle pescate. Pescare in modo sostenibile significa anche non utilizzare ami letali per i pesci, dunque sprovvisti di ardiglione.

In questo senso, sarà fondamentale dotarvi della giusta attrezzatura: per risparmiare senza rinunciare alla qualità, il consiglio è di acquistarla su siti web come Sportit.com, all’interno del quale potrete trovare tutte le attrezzature per le specifiche tecniche, come ad esempio i mulinelli per il carpfishing.

La licenza? Solo se maggiorenni

La pesca sportiva è un hobby regolamentato da una serie di leggi che servono per impedire ai pescatori di causare danni all’ambiente. Per questo motivo, voi genitori dovrete necessariamente possedere la corretta licenza per la pesca, da richiedere presso le sedi FIPSAS della vostra regione. Ed i bambini? La licenza diventa obbligatoria solo al compimento della maggiore età, dunque non dovrete richiederla per loro. In ogni caso, sarete voi i diretti responsabili dei vostri figli.

Ecco dove pescare a Brescia

Alcuni laghi sono molto pescosi, ma anche troppo grandi per permettere ai vostri figli di divertirsi. Proprio per questo, il consiglio è di partire da laghi più piccoli e con fondali bassi: l’ideale per imparare a pescare tirando su piccoli pesci come trote e scardole. Se amate il carpfishing, i laghi Mella in provincia di Brescia sono l’ideale. Il lago Buffalora, invece, è più basso e piccolo, dunque l’ideale per i bimbi. Anche il lago Giardinetto, in questo senso, si rivela una scelta molto azzeccata. Se invece volete partire subito da una sfida, il fiume Oglio è quello che fa per voi.

Consigli per avvicinare il bambino alla pesca

Fategli vivere questa esperienza come un divertimento, e non come una competizione: stategli accanto, motivatelo ma fatelo sempre utilizzando il gioco. E nel caso in cui non dovesse riuscire a pescare nulla, distraetelo con altre attività ricreative per non far emergere la delusione. Infine, non dimenticate mai di insegnare al bambino il valore della vita e l’importanza di trattare i pesci con delicatezza e con rispetto, per evitare di procurargli tagli o di tenerli fuori dall’acqua troppo a lungo.

La scuola è finita, e adesso?

L’ultima campanella solitamente è quella che tutti gli studenti adorano sentire suonare.
Il suo suono tanto odiato in alcuni momenti dell’anno o alle 8.00 del mattino porta una notizia che  bambini e ragazzi adorano.

Il countdown in attesa del suono della campana che rende ufficiale la fine dell’anno scolastico è un momento quasi indescrivibile. Finalmente possono gridare a gran voce: “E’ finitaaaaaaaaaa”.

Già durante gli ultimi giorni di scuola si assapora il momento vuoi la frenesia delle ultime verifiche e interrogazioni per il recupero in extremis, i compiti a volte sono alleggeriti, si inizia a svuotare il proprio banco e a raccogliere le proprie cose sparse per la classe, la maestra fa imparare una poesia sull’estate, vengono assegnati i compiti per le vacanze,…..

Ma come il suono dell’ultima campanella dell’ultimo giorno di scuola non ce n’è.
Rende tutto ufficiale, rende tutto vero: un altro anno si è concluso!
Arrivano finalmente le tanto desiderate vacanze, giorni di gioco, spensieratezza, relax e grandi dormite

Anche i genitori arrivano provati all’8 di giugno e almeno per i primi giorni il sollievo di non avere il pensiero del prepararsi in tempo e fare i compiti pare un paradiso.

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Tutto bello, ma che fare ora che la scuola è finita?

Capita infatti molto spesso che i bambini i primi giorni di vacanza alternino momenti di grande euforia per la fine della scuola a momenti di grande noia per il non sapere cosa fare.

Da settembre c’è sempre stato qualcosa che bisognava finire o che riempiva e impegnava le giornate: i compiti, la lezione, l’allenamento di.. ma ora che tutto questo è finito possono essere pervasi da una sensazione di vuoto tanto desiderata, quanto strana.

Ecco allora qualche idea per non venire schiacciati dall’assillo del “E adesso cosa faccio?”:

  • Approfittiamo di questo tempo per far scoprire la noia ai bambini, proprio la noia! La possibilità che stando sdraiati la mente vaghi libera e faccia nascere un’idea, così, dal nulla. La possibilità che la fantasia trasformi cose, oggetti e pensieri e li trasfornmi in quyalcosa di nuovo e unico.
  • I bambini sono a casa, facciamoci dare una mano! Perchè non farsi aiutare nell’archiviare libri e quaderni dell’anno appena finito? Trasformando in un gioco il lavoro parteciperanno con più entusiasmo e voglia, in fondo si tratta di cose loro.
  • Sempre sull’onda de “I bambini sono a casa, facciamoci dare una mano!” Perchè non approfittare per assegnare piccoli compiti quotidiani che possono alleggerire mamma e papà nelle faccende domestiche? In famiglia e in casa ci si aiuta e se i bambini imparano piccole azioni durante le vacanze, quando hanno meno impegni, a settembre dovrebbero averle fatte proprie e continuare a farle.
  • C’è la spinosa questione dei compiti. Un pochino tutti i giorni rende il lavoro meno pesante. Più è diluito durante le vacanze e meno risulterà fastidioso da finire
  • Ultimo, ma non ultimo, spazio al gioco, al divertimento, il più libero possibile. Spegniamo la tv, tablet, console varie per momenti di svago non strutturato e magari anche un buon libro. Trovi diversi consigli di lettura per bambini con anche bibliografie sempre qui sul blog

Le vacanze cambiano tutto, cambiano le abitudini della giornata, perchè i bambini sono a casa, ma i genitori lavorano ancora. Ci sono grest, campus, esperienze giornate all’aria aperta che possono aiutare i genitori e in Bresciabimbi ne trovare di ogni sorte, ma l’augurio è che anche i genitori riescano a staccare la spina!

 

Buone vacanze a genitori e bambini!

Quali sono i test di screening prenatale da fare durante la gravidanza?

Quali sono i test di screening prenatale da fare durante la gravidanza?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Per garantire il proprio benessere e quello del nascituro, è essenziale che durante la gravidanza la gestante si sottoponga a controlli e faccia un test del dna fetale.

Vi sono vari tipi di test prenatale atti a calcolare le possibilità di anomalie nel bambino. Dalla 10ª alla 14ª settimana di gestazione è possibile sottoporsi al Bi Test e alla translucenza nucale, esami spesso svolti contemporaneamente. Si preleva un campione di sangue per controllare che i valori della Free Beta-HCG e della PAPP-A (due proteine) siano nella norma; poi si esegue un’ecografia (translucenza nucale), per effettuare delle misurazioni sul feto. In caso queste misurazioni diano risultati alterati saranno fatti altri controlli diagnostici invasivi. Affidabile all’85%, il Bi Test fornisce non una diagnosi, bensì le probabilità di eventuali anomalie nel feto (es. Sindrome di Down).

Dalla 10ª settimana ci si può sottoporre al test del DNA fetale. Si preleva dalla futura mamma un campione di sangue per analizzare i frammenti del DNA del feto che vi sono presenti. Questo test prenatale non invasivo ha una percentuale di affidabilità del 99% per la rilevazione delle Trisomie 21, 18 e 13 (le principali anomalie dei cromosomi).

Tra la 15ª e la 18ª settimana si può scegliere il Tri Test. Si esegue sulla gestante prima un prelievo ematico e per controllare i valori dell’AFP (alfafetoproteina), dell’estriolo non coniugato e della gonadotropina corionica. Poi si esegue un’ecografia per controllare più nel dettaglio questi valori. Il Tri Test rileva anomalie quali la Sindrome di Down e la spina bifida. Il Quadri Test (variante del Tri test), controlla anche l’ormone inibina A nel campione ematico. Questi due test, non diagnostici ma probabilistici, sono affidabili al 70% circa.

Sottoporsi a esami di screening prenatale è raccomandato a tutte le gestanti, in particolare a quelle con fattori di rischio quali: età superiore ai 35 anni, casi in famiglia di anomalie genetiche. Se i test prenatali rilevano anomalie, le gestanti devono sottoporsi a test invasivi per confermarne o no il risultato.

Le gestanti possono rivolgersi al proprio ginecologo per avere indicazioni sul test di screening prenatale più adatto cui sottoporsi.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

 

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Salute in gravidanza: farmaci e prevenzione per la mamma e il bambino

Salute in gravidanza: farmaci e prevenzione per la mamma e il bambino

Sottoporsi sempre agli esami di controllo, eseguire i test prenatali e occuparsi della conservazione cellule staminali: una donna in attesa di un figlio è sempre attenta alla propria salute e a quella del piccolo che sta per nascere, per garantire al massimo la prevenzione.

Con il presentarsi di alcuni piccoli disturbi legati alla gravidanza, sono tante le donne che hanno dubbi in merito all’assunzione dei farmaci, temendo che questi si rivelino dannosi per la salute del bambino.Dobbiamo sfatare questo falso mito. Per farlo e per promuovere una tutela migliore della salute delle donne in gestazione, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha realizzato un portale web interamente dedicato alla corretta informazione sui farmaci.

Iniziamo col distinguere farmaci e farmaci; non tutti infatti possono dirsi dannosi per il bambino. Prescritti dal proprio medico determinati farmaci possono dunque essere utilizzati senza alcun problema. Adì esempio ci sono donne che soffrono di malattie croniche che per tutta la vita (anche prima della gravidanza) sono sotto terapia farmacologica. Per loro sarà il medico specialista a dover valutare come proseguire. Non è consigliato infatti sospendere improvvisamente la terapia, ma modularla in considerazione della gravidanza in corso: il medico potrà ad esempio modificare i dosaggi o sostituire il farmaco abitualmente preso con altri alternativi.

Generalmente le future mamme tendono a ridurre l’uso di farmaci durante i loro nove mesi, per la paura di complicazioni. Dopo la nascita è consentito mantenere la stessa cautela non più solo verso se stesse ma anche verso il neonato.

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Come ricordato dall’Aifa in alcune recenti campagne di comunicazione1, è convinzione diffusa nei neo genitori che ai bambini si possano somministrare gli stessi farmaci degli adulti intervenendo solo sul dosaggio (inferiore rispetto a quello degli adulti).

Dobbiamo invece eliminare questo falso mito.

L’utilizzo di farmaci nei bambini è possibile solo dopo aver ottenuto precise indicazione dal medico, che saprà individuare il corretto trattamento terapeutico.

Ci sono poi alcuni disturbi che non possono essere trattati con i farmaci, per i quali è possibile ricorrere ad altri trattamenti. E’ il caso del trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, pratica dichiarata valida dal Ministero della Salute per combattere oltre 80 malattie (decreto ministeriale 18 Novembre 2009)2.

Ogni tipo di terapia per la prevenzione e la cura della salute deve essere prescritta dal proprio medico o da uno specialista, figure indicate per individuare il trattamento migliore per il proprio disturbo: terapie farmacologiche o quelle di altro tipo (proprio come l’utilizzo delle cellule staminali).

Ulteriori informazioni su www.sorgente.com 

1 Campagna di comunicazione AIFA “Farmaci e pediatria” (anno 2014)
2 Decreto ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato

 

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A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

 

Io e Asma: più salute con l’ebook!

Io e Asma: più salute con l’ebook!

L’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica e il Centro “Io e Asma” – Ospedale dei Bambini di Brescia, lanciano la campagna di crowdfunding su Eppela “Io e Asma: più salute con l’ebook!” per sostenere la realizzazione di ebook e schede interattive per bambini con l’asma.

L’asma è una delle più frequenti malattie croniche dell’infanzia. Si stima che in Italia un bambino su 10 soffra di sintomi asmatici e 1 bambino su 3 soffra di sintomi allergici. La diagnosi di asma necessita di alcuni cambiamenti nello stile di vita e di una gestione quotidiana delle terapie. Le linee guida internazionali GINA (Global iniziative for Asthma) sottolineano quanto l’educazione terapeutica sia un elemento chiave per il mantenimento dell’asma sotto controllo e per il benessere dei pazienti.

Attraverso il progetto “Io e Asma: più salute con l’ebook”, verrà realizzato un ebook con storie e schede digitali interattive di approfondimento per offrire ai bambini e alle famiglie strumenti di comunicazione sull’asma aggiornati ed efficaci e al tempo stesso coinvolgenti per i bambini e i ragazzi, che contribuiranno a diffondere uno stile di vita sano e a fornire informazioni corrette sulla patologia.

Grazie all’ebook i piccoli pazienti potranno conoscere l’asma attraverso le storie e le avventure di un dinosauro divertente e spiritoso che li accompagnerà nel proprio percorso di cura, promuovendo uno stile di vita salutare e incentivando i bambini a seguire le indicazioni del proprio medico.

Ebook e schede conterranno:

 Storie educative e divertenti, adatte a bambini da 4 a 9 anni, per far conoscere il mondo dell’asma e promuovere uno stile di vita salutare

 Vignette grafiche adatte ai ragazzi da 10 a 14 anni che promuovere uno stile di vita sano (no fumo, bullismo, alimentazione sana, movimento/sport)

 Schede interattive e di approfondimento sulle tematiche connesse alla patologia, con indicazioni pratiche spiegate in modo semplice ed efficace: cos’è l’asma, la visita dal dottore, le allergie, come comportarsi in caso di crisi d’asma, come usare i farmaci nel modo più appropriato, come usare i dispositivi (distanziatore, aereosol…), come comportarsi a scuola o in occasioni speciali per vivere in serenità e sicurezza (gita scolastica, campeggio, vacanze…).

Aiutaci a rendere il progetto realtà!

Scopri di più e sostieni “Io e Asma: più salute con l’ebook” su Eppela

Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica e Centro Io e l’Asma L’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica (ALCPeRB) e il Centro Io e l’Asma sono due realtà che lavorano insieme presso l’Ospedale dei bambini di Brescia per ricercare, realizzare, promuovere gli strumenti più efficaci nella gestione dell’asma bronchiale in età infantile. Il Centro, alla luce dell’esperienza di oltre 10 anni di attività, ha definito un Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale per la gestione della malattia.

L’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica si occupa di:

 Contribuire al miglioramento dell’assistenza al bambino affetto da malattia cronica;

 Sensibilizzare Enti Pubblici e Privati sull’importanza della comunicazione e dell’educazione alla salute;

 Favorire l’applicazione e l’utilizzo delle più moderne metodologie didattiche e divulgative nel campo della comunicazione e dell’educazione alla salute;

 Produrre documentazione scientifica e didattica

Il Centro offre ai bambini e alle famiglie, a fianco delle visite specialistiche e ambulatoriali e agli esami diagnostici, corsi educativi e di formazione rivolti ai bambini e ai genitori dei bambini con l’asma e strumenti comunicativi. Collabora inoltre con le scuole per la promozione di sani stili di vita e l’adesione ai protocolli di riferimento per l’uso dei farmaci. Attraverso un’equipe pluridisciplinare composta da medici specialistici, infermieri, assistente sanitaria, i bambini e le famiglie sono accompagnati nel percorso terapeutico che promuove l’adesione a stili di vita salutari, adatti alla propria condizione di salute. Il Centro sostiene l’autonomia e mira a rafforzare l’empowerment dei pazienti, spiegando come prevenire e gestire le crisi d’asma, come comportarsi in presenza di allergie e sensibilizzando rispetto all’uso corretto dei farmaci e dei dispositivi medici.

 

Referente progetto “Io e Asma: più salute con l’ebook”

Elisa Rocco: elisa_rocco@alice.it

Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica: www.associazionealcp.it

Centro Io e l’Asma: www.ioeasma.it

 

Perchè tutti gli oggetti tornino a casa…Stikets!

Arriva il classico legato alla fine delle varie attività scolastiche e sportive cui partecipano i bambini: l’esposizione degli oggetti smarriti.

Uno scatolone di solito abbastanza grande capace di contenere di ogni, anche se la maggioranza è costituita da abbigliamento, che pare non essere di nessuno. Inizia a diffondersi la leggenda secondo la quale di notte dei folletti dispettosi materializzino vestiti, scarpe e oggetti all’interno dello scatolone stesso per far impazzire bidelli e allenatori.  Se fatica  prendere piede questa leggenda metropolitana, più verosimilmente chi smarrisce oggetti e vestiti o non li riconosce o non se ne ricorda più.  In un anno di norma uno scatolone basta, ma non sempre. Pare curioso che il bimbo che esce da scuola in pieno inverno senza giacca, non si accorga di avere molto freddo e che quindi gli manchi un pezzo, eppure è così! Lo testimonia lo scatolone stesso e il suo contenuto. Per i bambini queste cose non sono importanti,  sono sempre presi da mille idee, mille attività, mille attenzioni e recuperare matite, vestiti, scarpe, felpe non rientra sempre tra le loro priorità.

Bidelli e allenatori ora hanno un gran da fare per rendere i capi smarriti ai loro proprietari, ma non sempre si ha questa possibilità. Se poi si pensa ai bambini molto piccoli che frequentano il nido, non si può immaginare che riconoscano il proprio cambio.

Per tutte le le mamme disperate che non sanno più come recuperare i buchi che si creano negli armadi, e stufe di rifare il guardaroba c’è Stikets!

L’idea di base è semplice ed estremamente utile: permettere a oggetti e capi di abbigliamento di rientrare alla base. Come? Contrassegnando e etichettando tutto!

Stikets è un sito dove è possibile ordinare e personalizzare etichette di tutti i tipi. Il sito è bello, colorato, intuitivo e molto facile da navigare.

Dalla home si individuano subito le varie categorie di etichette che si possono richiedere, ma pensando  al bisogno di praticità delle mamme è stato  predisposto un pack di base che contiene ben 140 etichette. Trattandosi di una sorta di starter-kit contiene etichette per tutte le necessità: adesive per oggetti di varie dimensioni, termoadesive per vestiti, adesive per scarpe e etichette per bagagli.

Ogni pack è personalizzabile al 100%  potendo scegliere tra diverse opzioni di colore di base, font, disegnini, e potendo inserire il proprio testo; c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. Inoltre è stata pensata una bella attenzione: etichette per segnalare le allergie dei bambini. Un’idea veramente utile.

Le etichette termoadesive sono si stirano in pochi secondi e  resistono alla lavatrice e all’asciugatrice. Diventando un tutt’uno con il capo di abbigliamento non daranno fastidio ai bambini cui danno fastidio le etichette.

Oltre a tutto questo è possibile anche trovare etichette con foto, braccialetti identificativi, decorazioni murali… Se poi si considera che le spese di spedizione sono gratuite per ordini superiori ai 12€, praticamente sempre, non resta che farci un giro.

Le attività dei bambini ora non fanno più paura a nessuna mamma. Buona etichettatura!

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Piedini in crescita

E’ tempo di fare cambio di stagione! Finalmente si salutano i vestiti pesanti che ci hanno riscaldato nelle fredde giornate invernali per fare spazio ai leggeri vestiti estivi.

Bisogna ammettere che il cambio degli armadi è un rito non sempre apprezzato, ma fortunatamente tocca solo due volte l’anno. Il lavoro da fare è tanto, e chi se ne occupa è ben consapevole e  conscio di quanto sia una necessità. La soddisfazione e la comodità che ne deriva da questa sfaticata sono a beneficio dell’intera famiglia che, riconoscente, smetterà di ribaltare maglie e pantaloni pesanti ben stirati nella speranza di trovare un capo leggero, con buona pace di chi lava e stira, spesso le mamme.

Occorre davvero trovare quei due, tre, quattro, cinque, otto… giorni da dedicare al poco amato cambio armadi. I giorni necessari sono soggettivi così come le tecniche che ciascuno adotta, ogni casa ha un proprio sistema.

Il cambio di stagione in realtà è anche l’occasione che permette ai genitori di scoprire quanto siano cresciuti i propri bimbi. I capi dell’inverno passato facilmente non andranno più  l’inverno prossimo, così come spesso capita di aprire la scatola dei vestiti che si è accantonato l’estate prima e scoprire che il proprio cucciolo non potrebbe entrare in quegli abiti neppure volendo.

Per non parlare delle scarpe. Quelle addirittura non hanno stagione! Ci sono piedi che in un inverno, o in un’estate, sono capaci di crescere di  tre numeri e, a meno di avere fratelli o amici cui passare le scarpe, il discorso del cambio di stagione è assolutamente impensabile. Per non dover investire un capitale in calzature i genitori, più spesso le mamme, si affidano allo shopping online e sono sempre in cerca di siti di vendita scarpe a prezzi bassi. Come dar loro torto, con la velocità con cui crescono i piedi dei figli!

Lo shopping online è facile, fattibile a qualsiasi ora del giorno e della notte e ovunque, basta avere internet! L’accortezza è di verificare sempre le spese di spedizione, la questione dei resi e come vengono gestiti i cambi taglia. Meglio navigare bene il sito prima di procedere con l’acquisto per conoscere tutte le procedure ed evitare sorprese. Mi sono imbattuta in un sito che, oltre ad essere bello e facile da navigare, risponde chiaramente a tutti questi problemi: si chiama Pisamonas ed è facilmente riconoscibile dalla simpatica scimmietta che sorride. Arrivato nel web italiano da poco vanta un mix unico:lo shopping online unito con il servizio del negozio sottocasa!

Li ho trovato che quest’estate sono di gran moda le minorchine: i sandali estivi originari  di Minorca comodissimi per i bambini, ma che anche mamma e papà apprezzano molto. Sono calzature nate per un’esigenza: lavorare la campagna e quindi comode, resistenti, solide e durature e non potrebbero non essere così.

scarpe_bambini_estate_2016_minorchine_pisamonas

Per la spiaggia sono sempre molto apprezzati quei sandali che lasciano i bambini liberi di giocare avanti e indietro nel mare senza rischiare di pungersi. Sereni i bimbi, sereni i genitori!

Le infradito sono un classico immancabile, ma non scordiamoci che è sempre buona cosa permettere ai bambini di camminare scalzi, almeno in casa. E’una buona abitudine che rinforza la pianta del piede e permette ai bambini di scoprire sensibilità nuove.

Così dopo una dura giornata a lavare, stirare e riordinare armadi non resta che rilassarsi in uno shopping sfrenato cercando online sandali freschi e confortevoli per bambini per stare al passo con la crescita dei loro piedi!

 

Dichiarazione dei redditi, ecco le novità!

Dichiarazione dei redditi, ecco le novità!

Il mese di maggio classicamente prevede il riordino di tutti quegli scontrini, ricevute, annotazioni,… che nel corso dell’anno precedente sono state accatastate in un grande contenitore con il pensiero che tanto c’era tempo per sistemare tutto, quasi fosse un buco nero. Ebbene ora è giunto il momento di prendere coraggio e mettere mano a quella pila informe e poco invogliante di carte che ci aspetta. Il lato positivo è che tutto questo lavoro, una volta ordinato e dominato, porterà alla compilazione della dichiarazione dei redditi e quindi, ad un rientro sulle spese sostenute.

C’è tempo fino al 7 luglio per consegnare il modello 730/2016 relativo all’anno 2015, anche se c’è la possibilità che il 730 precompilato subisca una proroga fino quasi a fine luglio. Il modello 730, sia ordinario che precompilato,  può essere presentato al sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, al Caf o al professionista abilitato.

novità_compilazione_modello_730_2016

Avere bambini è una grande gioia, è indiscutibile, ma anche parecchie spese, ma  quest’anno ci sono diverse novità per i genitori.

La prima è che la detrazione per i figli a carico sale a 1200€ per i minori di 3 anni, e a 950€ per chi ha compiuto più di 3 anni. In caso di figli portatori di handicap la detrazione prevista è di  1.620€ se sotto i 3 anni e di €  1.350€ al di sopra. Le famiglie numerose, ovvero quei nuclei familiari con più di tre bimbi, hanno le stesse detrazioni, ma  aumentate di 200,00 euro per ciascun figlio.

Questi importi però non sono fissi, bensì vanno rapportati all’ imponibile e calano, ovviamente, con l’aumentare del reddito.

Se entrambi i genitori presentano il 730, le detrazioni possono essere richieste da entrambi al 50%, o da uno solo al 100%.

Per quanto riguarda invece le spese che si possono dichiarare e scaricare importantissima è la detrazione per spese di istruzione.

E’ infatti prevista una detrazione del 19% per le spese di frequenza degli asili nido, scuola dell’Infanzia, primaria  e secondaria di secondo grado (superiori) per un importo annuo non superiore a 400 euro per alunno o studente.

Stessa percentuale, 19%, per la frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, in misura non superiore (per le università non statali) a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca da emanata entro il 31 gennaio 2016. Sempre legato al mondo delle spese universitarie è possibile scaricare i canoni di affitto stipulati dagli studenti che hanno scelto un ateneo a più di 100km da casa.

Resta attiva anche la detrazione per le attività sportive dei ragazzi tra i 5 e i 18 anni che si sono iscritti o abbonati ad associazioni sportive, palestre, piscine etc riconosciute con apposito decreto.

Per quanto concerne le spese mediche resta valida la percentuale di detrazione del 19% sulla parte che supera la soglia dei 129,11 euro di spese sostenute. Le spese mediche vanno sempre documentate con apposito scontrino parlante su cui deve essere presente il codice fiscale. Se però si ha bisogno di alimenti speciali per un bimbo allergico o intollerante, o se si è  costretti ad acquistare latte artificiale, il Ministero della Salute permette di detrarre i costi sostenuti per l’acquisto dei prodotti necessari a patto che questi rientrino nella lista lista di prodotti emanata dal ministero stesso. Leggi lista completa.

Per chi se la sentisse sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili le istruzioni complete per la compilazione del modello 730, bisogna avere un pò di dimestichezza e pazienza, ma alla fine si trova la risposta!

www.agenziaentrate.gov.it

L’ elefante un pò ingombrante

Un nuovo suggerimento di lettura per bambini e con i bambini dal blog Mileggiunastoria 

L’ ELEFANTE UN PO’ INGOMBRANTE

di David Williams e Tony Ross, ed. L’Ippocampo

Che cosa fareste se tutto a un tratto, in una giornata apparentemente tranquilla, suonasse alla porta un elefante grande, grosso e pure gradasso?

E’ quello che accade a Sam, il bambino protagonista di questa divertentissima storia, che si trova alle prese con un inquilino davvero un po’ troppo ingombrante! L’elefante non è certo una personcina molto educata: mangia tutto quello che trova nel frigorifero, si immerge nella vasca allagando tutto il bagno, si impadronisce del telecomando per guardare alla TV noiosissimi programmi e occupa il letto del povero Sam che non sa più cosa fare per cacciarlo fuori di casa prima che rientri la mamma.

Quand’ecco che all’improvviso suonano di nuovo alla porta…. Chi sarà?

Età di lettura: questo libro è adatto ai bimbi che ancora non sanno leggere, perché ha tante figure, ma anche ai bimbi che hanno appena imparato e vogliono cominciare a esercitarsi nella lettura!

un elefante un pò ingombrante

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Festa della mamma!

La festa della mamma.

Domenica 8 maggio è la festa della mamma!

Una giornata speciale dedicata alle mamme e all’amore materno con  curano i propri bimbi.

Dopo aver coccolato ed accolto dentro di sè un piccolino finalmente nasce una mamma, una creatura capace di amore infinito, costante e eterno. Quando nasce un bambino nasce una mamma, che diventa tale non solo per averlo dato alla luce un cucciolo, ma ogni giorno a venire standogli accanto. E’ quasi magica l’alchimia che si crea tra mamma e bimbo, una capacità empatica unica. Non a caso.. la mamma è la mamma!

A patto che non lavorino anche durante la loro festa, domenica bisognerebbe proprio far sentire le mamme delle regine, riempiendole di coccole, attenzioni e riconoscenza. Certo se lavora è un pò più complicato, ma credo che qualsiasi mamma sia ben disposta a ricevere coccole e attenzioni speciali anche in qualsiasi altro giorno della settimana! Si potrebbe iniziare con una buona colazione a letto farcita di bacini… per partire con il piede giusto.

Non perdiamo quindi quest’occasione per ricordare quanto bene vogliamo alla nostra mamma!

Se siete un poco in ritardo e   avete bisogno di qualche idea ci aiuta il blog maestraemamma.it con diverse idee di lavoretti, striscioni e biglietti

Augurissimi a tutte le mamme!

 

Un libro adatto a qualsiasi età spiega chiaramente e illustra in maniera dettagliata i ben 31 usi cui si prestano le mamme, che vanno ben oltre il classico lavare, stirare, pulire e cucinare. Usi inconsueti ma che spesso vengono chiamati in causa, un pò da tutti. Poi ci sono mamme che eccellono in alcune caratteristiche più che altre, questo è chiaro, in fondo anche le mamme sono umane! Divertiamoci a scoprire quanti di questi 31 usi riconosciamo nella nostra mamma, senza prendersela troppo per gli “usi” che poco le si confanno.

 

Come acquistare la lavatrice ideale

La lavatrice è un elettrodomestico fondamentale per la nostra casa: il suo utilizzo è infatti indispensabile per assicurare ai nostri panni un lavaggio perfetto, che non ne rovini i tessuti ed i colori. Ed è proprio per questo che, utilizzandola decisamente più spesso degli altri elettrodomestici, la lavatrice tende a guastarsi nel tempo e a diventare velocemente obsoleta: uno dei grandi difetti delle lavatrici, infatti, è la politica delle case produttrici che difficilmente immettono sul mercato i pezzi di ricambio di quelle più antiquate, rendendo necessario l’acquisto di un nuovo elettrodomestico. Per questo motivo, ecco una guida su come acquistare la lavatrice ideale.

La prima regola: acquistare online la lavatrice

Le lavatrici sono elettrodomestici piuttosto costosi, ed è proprio per questo che probabilmente dovrete risparmiare ove possibile, senza ovviamente andare ad incidere sulla qualità. In questo senso, il nostro consiglio è di rivolgervi a Internet per acquistare le lavatrici online in un negozio affidabile come Monclick.it: così facendo, potrete risparmiare molto denaro in quanto il prezzo d’acquisto dell’elettrodomestico risulterà inferiore per via della convenienza dei negozi online rispetto ai prezzi proposti dai commercianti. Questo, comunque, non andrà ad inficiare sulla qualità del pezzo, dato che sul web è possibile acquistare le lavatrici delle migliori marche in commercio.

Risparmiare sulla bolletta energetica spendendo inizialmente di più

Il consiglio, quando acquistate una lavatrice, è di orientarvi verso un modello di classe energetica alta: minimo A+, anche se sarebbe meglio optare per una A+++. Il motivo è molto semplice: queste lavatrici sono pensate per ottimizzare il consumo di acqua e di energia elettrica, dunque portano enormi benefici in bolletta e anche all’ambiente. Certo, il loro prezzo è superiore, ma verrà presto giustificato dai risparmi portati a livello energetico. Inoltre, nel caso della centrifuga vi basterà acquistare un pezzo di classe A. Infine, assicuratevi che la lavatrice abbia l’allaccio all’acqua calda oltre che a quella fredda: il motivo è che, non dovendo scaldare l’acqua con un dispositivo autonomo, la lavatrice consumerà meno energia. Per maggiori informazioni sulle classi ed etichette energetiche degli elettrodomestici potete consultare questa guida.

Misurate le vostre esigenze

L’acquisto della lavatrice è un’operazione che richiede un’attenta riflessione, soprattutto considerando ciò che realmente vi serve. Per evitare di acquistare apparecchi che non sfrutterete mai al massimo del loro potenziale, il consiglio è di verificare la capacità di carico che vi serve e di sceglierne una che abbia un cestello corrispondente o leggermente superiore. Inoltre, cercate sempre di affidarvi a lavatrici moderne, dotate di tutti i programmi di lavaggio specifici. Il consiglio, dunque, è di evitare le lavatrici super-size.

Attenzione allo spazio

A cosa serve un garage se poi l’auto non ci entra? Lo stesso discorso vale per la lavatrice: se avete scelto di posizionarla in lavanderia (come è probabile), allora dovrete sostituire la vecchia con un elettrodomestico delle stesse dimensioni, che possa dunque adeguarsi agli spazi della stanza. Inoltre, il consiglio è di sceglierne una silenziosa: soprattutto se in prossimità della lavanderia si trovano le vostre stanze da letto.