Lavoretti per la Giornata nazionale degli alberi
La Giornata nazionale degli alberi è una giornata nazionale italiana che si celebra il 21 novembre ed è stata istituita dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Obiettivo della giornata è quello di promuovere la tutela dell’ambiente, la riduzione dell’inquinamento e soprattutto sensibilizzare i piccoli e anche i grandi sul valore degli alberi.
Il suo scopo è promuovere la tutela dell’ambiente, la riduzione dell’inquinamento e la valorizzazione degli alberi.
E’ un invito per tutti i cittadini del mondo a rispettare gli alberi, a prendersene cura e a proteggerli, a soffermarci sul nostro rapporto con la natura,.
LA CORONA DELLA FESTA DEGLI ALBERI
(dal sito www.maestramary.altervista.org)
MATERIALE:
Cartoncini verdi, marroni e gialli, fogli bianchi, colla stick, forbici, pennarelli colorati
ATTIVITA’:
– Stampare sagoma 1 su cartoncino giallo e ritagliare.
– Stampare sagoma 2 su cartoncino verde e ritagliare.
– Stampare sagoma 3 su cartoncino marrone e ritagliare.
– Stampare sagoma 4 su cartoncino bianco e ritagliare.
N.B. Nelle sagome sono ripetute alcune parti, per consentire la realizzazione di un maggior numero di decorazioni ed evitare gli sprechi.
– Assemblare la corona come nell’immagine (vedere il sito).
– E’ possibile fissare un piccolo rinforzo in cartoncino nella parte posteriore della corona, così come nell’immagine che segue.
– Poi regolare la lunghezza della corona e spillare.
L’ALBERO GENEROSO DI SHEL SILVERSTEIN
(www.maestramary.altervista.org)
C’era una volta un albero che amava un bambino. Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni.
Raccoglieva le sue foglie con le quali intrecciava delle corone per giocare al re della foresta. Si arrampicava sul suo tronco e dondolava attaccato ai suoi rami.
Mangiava i suoi frutti e poi, insieme, giocavano a nascondino.
Quando era stanco, il bambino si addormentava all’ombra dell’albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna nanna. Il bambino amava l’albero con tutto il suo piccolo cuore. E l’albero era felice.
Ma il tempo passò e il bambino crebbe. Ora che il bambino era grande, l’albero rimaneva spesso solo. Un giorno il bambino venne a vedere l’albero e l’albero gli disse: “Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l’altalena con i miei rami, mangia i miei frutti, gioca alla mia ombra e sii felice”.
“Sono troppo grande ormai per arrampicarmi sugli alberi e per giocare, disse il bambino. Io voglio comprarmi delle cose e divertirmi. Voglio dei soldi, puoi darmi dei soldi?”
“Mi dipiace” – rispose l’albero – ma io non ho dei soldi. Ho solo foglie e frutti: prendi i miei frutti, bambino mio e va a venderteli in città. Così avrai dei soldi e sarai felice”.
Allora il bambino si arrampicò sull’albero, raccolse tutti i frutti e li portò via. E l’albero fu felice.
Ma il bambino rimase molto tempo senza ritornare… e l’albero divenne triste. Poi, un giorno, il bambino tornò; l’albero tremò di gioia e disse: “Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l’altalena con i miei rami e sii felice”.
“Ho troppo da fare e non ho tempo da arrampicarmi sugli alberi”, rispose il bambino. “Voglio una casa che mi ripari” – continuò. “Voglio una moglie e voglio dei bambini, ho dunque bisogno di una casa. Puoi darmi una casa?”
“Io non ho una casa” – disse l’albero. “la mia casa è il bosco, ma tu puoi tagliare i miei rami e costruirti una casa. Allora sarai felice”.
Il bambino tagliò tutti i rami e li portò via per costruirsi una casa. E l’albero fu felice.
Per molto tempo il bambino non venne.
Quando ritornò, l’albero era così felice che riusciva a malapena a parlare. “Avvicinati, bambino mio” – mormorò – “vieni a giocare”.
“Sono troppo vecchio e troppo triste per giocare, – disse il bambino – “Voglio una barca per fuggire lontano da qui. Tu puoi darmi una barca?”
“Taglia il mio tronco e fatti una barca” disse l’albero “così potrai andartene ed essere felice”.
Allora il bambino tagliò e si fece una barca per fuggire. E l’albero fu felice… Ma non del tutto.
Molto tempo dopo, il bambino tornò ancora.
“Mi dispiace, bambino mio, disse l’albero – “ma non mi resta più niente da donarti… – non ho più frutti”. “I miei denti sono troppo deboli per dei frutti” disse il
bambino.
“Non ho più rami, continuò l’albero – non puoi più dondolarti…”.
“Sono troppo vecchio per dondolarmi ai rami – disse il bambino.
“Non ho più il tronco” disse l’albero “non puoi più arrampicarti”.
“Sono troppo stanco per arrampicarmi” disse il bambino.
“Sono desolato” sospirò l’albero – “vorrei ancora donarti qualcosa… ma non ho più niente. Sono solo un vecchio ceppo. Mi rincresce tanto……”. “Non ho più bisogno di molto ormai” disse il bambino “solo un posticino tranquillo per sedermi e riposarmi. Mi sento molto stanco”.
“Ebbene, disse l’albero, raddrizandosi quanto poteva – “ebbene, un vecchio ceppo è quel che ci vuole per sedersi e riposarsi. Avvicinati, bambino mio, siediti. Siediti e riposati”. Così fece il bambino. E l’albero fu felice.
Tratto da “L’albero”, di Shel Silverstein, Salani Editore, 2000.
Ringrazio per questa bella selezione di idee:
Fata Violetta – Chiara Zanardini –
329 891 03 51
violettafata75@gmail.com
Facebook Fata Violetta
www.fasolmusic.coop
—
Foto di Misha Voguel da Pexels