Mamma e papà non fate i capricci!
“Mamma e papà non fate i capricci!” è il libro scritto dalla pedagogista dott.ssa Mirna Zambelli che da tempo propone per i genitori bresciani appuntamenti per sviluppare la competenza emotiva e genitoriale .
Ma i capricci non li fanno i bambini?
Allora perché il libro porta questo titolo?
Il capriccio sotto un nuovo punto di vista
Come è facile intuire focus del libro è “Il capriccio”, ovvero quel bizzarro comportamento che da sempre spiazza generazioni di genitori.
Nel testo è il punto di partenza di un’analisi che vuole mostrare quanto il capriccio NON sia esclusiva del mondo infantile, anzi!
Si parte così dalla scoperta dei comportamenti capricciosi dei genitori, i sono i veri protagonisti del libro.
Quindi non un manuale di “gestione” del capriccio, piuttosto un viaggio per genitori alla scoperta delle origini delle proprie reazioni, attraverso vissuti, aspettative, emozioni e in ultimo anche bisogni forse non sempre completamente ascoltati e soddisfatti.
Mamma e papà sono invitati a spogliarsi dalle abituali zavorre e attivare uno sguardo nuovo e di autoanalisi attraverso diverse prospettive e domande.
Quando e come si manifestano i capricci?
Tutto sembra dipendere dall’interpretazione personale dei genitori, che ne individuano tre elementi ricorrenti:
- la componente emotiva
- la componente motoria
- l’intenzionalità)
La dottoressa riporta che i genitori raccontano un coinvolgimento che spesso li altera provocando reazioni di cui poi si pentono.
Chi manifesta i capricci?
Dal confronto tra il modo di agire dei genitori (impulsivo, aggressivo, irragionevole) e quello dei figli emergono troppe similitudini.
Anche i figli infatti restano coinvolti e turbati dai capricci dei genitori e reagiscono con gesti, emozioni e parole che ricordano tanto quelle di mamma e papà.
La bacchetta magica leva-capricci
Quando tutti questi capricci si incontrano o scontrano, servirebbe proprio una bacchetta magica leva-capricci!
In realtà ai genitori non servono strumenti magici, ma sguardi non giudicanti e rinnovate prospettive per accogliere, comprendere e gestire ciò che viene loro consegnato: una voglia sfrenata di crescere combinata ad un immaturo sistema nervoso.
Il capriccio è un appello rivolto agli adulti, che possono rifiutare di ascoltare o accogliere, sintonizzandosi sui loro canali comunicativi, mettendo in discussione tante certezze, accogliendo il loro modo diverso di sentire, crescendo con loro.
I bambini non sfidano, non scelgono di essere irrazionali, semplicemente non potrebbero essere altrimenti: l’acerba struttura cerebrale giustifica i corto-circuiti alla base di tante crisi rabbiose, musi o pianti; è limitata la loro capacità auto-regolativa, che matura con la pratica e l’osservazione del modo di pensare, vivere e gestire le emozioni delle figure principali di riferimento.
Come si fa allora?
Tenere il broncio, urlare, sculacciare o mortificare sono spesso comportamenti inconsciamente appresi o reazioni impulsive e reattive per concludere quanto prima il capriccio anziché esplorarne il senso esistenziale e relazionale.
E quando un bambino percepisce che i genitori non sono in grado di governare le sue manifestazioni continua a riproporre la sua disperata ricerca di qualcuno che lo possa contenere e aiutare
I genitori possiedono già tutti gli strumenti per migliorare i rapporti con i figli, è sufficiente sospendere la pretesa che i figli parlino la loro lingua e comprendano le loro esigenze.
Se ci si limita a catalogare il comportamento del bambino come capriccioso non si coglie il reale significato e la ricchezza di tutto ciò che ci comunica: desideri, gusti, dolori, emozioni e bisogni che cercano aiuto, guida e protezione.
Ridimensionare condizionamenti e aspettative, verso il proprio figlio ma anche verso se stesso, permette a mamme e papà di instaurare una relazione autentica e rispettosa con tutti i membri della sua famiglia.
E questo è molto meglio di una bacchetta magica!
Buona lettura e riflessione!
—
Ringrazio per la disponibilità l’autrice del libro la dott.ssa Mirna Zambelli
348 360 5319
mirnazambelli@libero.it
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“Mamma e papà non fate i capricci!” è il libro scritto dalla pedagogista dott.ssa Mirna Zambelli che da tempo propone per i genitori bresciani appuntamenti per sviluppare la competenza emotiva e genitoriale .
Ma i capricci non li fanno i bambini?
Allora perché il libro porta questo titolo?
Il capriccio sotto un nuovo punto di vista
Come è facile intuire focus del libro è “Il capriccio”, ovvero quel bizzarro comportamento che da sempre spiazza generazioni di genitori.
Nel testo è il punto di partenza di un’analisi che vuole mostrare quanto il capriccio NON sia esclusiva del mondo infantile, anzi!
Si parte così dalla scoperta dei comportamenti capricciosi dei genitori, i sono i veri protagonisti del libro.
Quindi non un manuale di “gestione” del capriccio, piuttosto un viaggio per genitori alla scoperta delle origini delle proprie reazioni, attraverso vissuti, aspettative, emozioni e in ultimo anche bisogni forse non sempre completamente ascoltati e soddisfatti.
Mamma e papà sono invitati a spogliarsi dalle abituali zavorre e attivare uno sguardo nuovo e di autoanalisi attraverso diverse prospettive e domande.
Quando e come si manifestano i capricci?
Tutto sembra dipendere dall’interpretazione personale dei genitori, che ne individuano tre elementi ricorrenti:
- la componente emotiva
- la componente motoria
- l’intenzionalità)
La dottoressa riporta che i genitori raccontano un coinvolgimento che spesso li altera provocando reazioni di cui poi si pentono.
Chi manifesta i capricci?
Dal confronto tra il modo di agire dei genitori (impulsivo, aggressivo, irragionevole) e quello dei figli emergono troppe similitudini.
Anche i figli infatti restano coinvolti e turbati dai capricci dei genitori e reagiscono con gesti, emozioni e parole che ricordano tanto quelle di mamma e papà.
La bacchetta magica leva-capricci
Quando tutti questi capricci si incontrano o scontrano, servirebbe proprio una bacchetta magica leva-capricci!
In realtà ai genitori non servono strumenti magici, ma sguardi non giudicanti e rinnovate prospettive per accogliere, comprendere e gestire ciò che viene loro consegnato: una voglia sfrenata di crescere combinata ad un immaturo sistema nervoso.
Il capriccio è un appello rivolto agli adulti, che possono rifiutare di ascoltare o accogliere, sintonizzandosi sui loro canali comunicativi, mettendo in discussione tante certezze, accogliendo il loro modo diverso di sentire, crescendo con loro.
I bambini non sfidano, non scelgono di essere irrazionali, semplicemente non potrebbero essere altrimenti: l’acerba struttura cerebrale giustifica i corto-circuiti alla base di tante crisi rabbiose, musi o pianti; è limitata la loro capacità auto-regolativa, che matura con la pratica e l’osservazione del modo di pensare, vivere e gestire le emozioni delle figure principali di riferimento.
Come si fa allora?
Tenere il broncio, urlare, sculacciare o mortificare sono spesso comportamenti inconsciamente appresi o reazioni impulsive e reattive per concludere quanto prima il capriccio anziché esplorarne il senso esistenziale e relazionale.
E quando un bambino percepisce che i genitori non sono in grado di governare le sue manifestazioni continua a riproporre la sua disperata ricerca di qualcuno che lo possa contenere e aiutare
I genitori possiedono già tutti gli strumenti per migliorare i rapporti con i figli, è sufficiente sospendere la pretesa che i figli parlino la loro lingua e comprendano le loro esigenze.
Se ci si limita a catalogare il comportamento del bambino come capriccioso non si coglie il reale significato e la ricchezza di tutto ciò che ci comunica: desideri, gusti, dolori, emozioni e bisogni che cercano aiuto, guida e protezione.
Ridimensionare condizionamenti e aspettative, verso il proprio figlio ma anche verso se stesso, permette a mamme e papà di instaurare una relazione autentica e rispettosa con tutti i membri della sua famiglia.
E questo è molto meglio di una bacchetta magica!
Buona lettura e riflessione!
—
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