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Scoprire se stessi attraverso il gioco: l’importanza del “far finta di…”

Scoprire se stessi attraverso il gioco: l’importanza del “far finta di…”

La crescita dei bambini è una continua avventura. Dal momento in cui nascono e per i primi anni di vita, ogni singolo passo e azione sono necessari per permettere loro di scoprire il mondo che li circonda.

Esplorano, sperimentano, curiosi di capire dove si trovino e come funzionino le cose con cui interagiscono quotidianamente e quelle di cui hanno solo sentito parlare.

Arriva poi un momento della crescita, più o meno coincidente con la scuola materna ed elementare, in cui i bambini passano dall’esplorazione del mondo esterno a quello interno.

Iniziano a crearsi una propria identità, a giocare con se stessi e scoprire di più su chi siano loro.

E allora giocano a “far finta di essere…” un dottore, un cuoco o un astronauta.

Questa fase della loro crescita e sviluppo è molto delicata e importante, li aiuterà a diventare adulti consapevoli e sicuri di sé, e il mondo dei giocattoli ha tutto il necessario per aiutarli.

I giochi per bambini di 6 anni sono molto diversi infatti da quelli per bambini più piccoli o più grandi, e molti di questi sono estremamente educativi e utilissimi ad aiutare questa nuova avventura che è la scoperta di se stessi.

A cosa serve nello specifico il gioco di finzione?

Oltre che per scoprire se stessi, vestendo panni diversi ed esplorando le varie situazioni in prima persona, così da comprendere in quale gli piace di più stare, il gioco di finzione ha molte altre finalità che possono aiutare lo sviluppo cognitivo del bambino.

In primo luogo, è un modo per esplorare e controllare le proprie emozioni.

Il più delle volte il gioco di finzione affronta situazioni che i bambini hanno già vissuto in passato: fingendo di essere un cuoco possono ricreare una scena al ristorante o vestire i panni di un genitore, o fingendo di essere un dottore possono riportare alla mente quella volta che sono andati alla visita pediatrica.

Riproporre quegli eventi sotto forma di gioco permette loro di vivere nuovamente le emozioni provate allora, ma in un ambiente protetto e controllato, e avere così modo di esplorarle meglio ed imparare a gestirle e controllarle.

Inoltre il gioco di finzione è molto utile per lo sviluppo del linguaggio.

Durante il gioco si creano storie, si racconta ciò che si sta facendo, o semplicemente si scoprono vocaboli nuovi tramite l’uso e la manipolazione degli oggetti.

Giocando a fare il veterinario si scopre, tramite la manipolazione dei giocattoli, cos’è uno stetoscopio, una puntura, una medicina, e nel frattempo i bambini narrano cosa faranno e andranno a fare.

Il ruolo dell’adulto

Durante questa fase è importante che il bambino resti il più autonomo possibile e sia l’unico regista di se stesso.

Deve prendere l’iniziativa, decidere lui cosa fare e con cosa giocare, così da poter trovare lui stesso la risposta a tutte le sue domande.

L’adulto perciò deve essere solo spettatore e limitarsi ad aiutare in tutte le occasioni in cui il bambino stesso, di sua iniziativa, lo chiederà.

Anche qualora il bambino stesso ci inviterà a giocare con lui è bene accettare, ma lasciare sempre che sia lui a dirigere la scena e limitarci a seguire le sue indicazioni o i suoi bisogni.

Perciò non direzionate, non guidate, non interferite o anticipate, ma limitatevi a seguire, sostenere e rispondere semplicemente a tutte le sue richieste.

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Esplorano, sperimentano, curiosi di capire dove si trovino e come funzionino le cose con cui interagiscono quotidianamente e quelle di cui hanno solo sentito parlare.

Arriva poi un momento della crescita, più o meno coincidente con la scuola materna ed elementare, in cui i bambini passano dall’esplorazione del mondo esterno a quello interno.

Iniziano a crearsi una propria identità, a giocare con se stessi e scoprire di più su chi siano loro.

E allora giocano a “far finta di essere…” un dottore, un cuoco o un astronauta.

Questa fase della loro crescita e sviluppo è molto delicata e importante, li aiuterà a diventare adulti consapevoli e sicuri di sé, e il mondo dei giocattoli ha tutto il necessario per aiutarli.

I giochi per bambini di 6 anni sono molto diversi infatti da quelli per bambini più piccoli o più grandi, e molti di questi sono estremamente educativi e utilissimi ad aiutare questa nuova avventura che è la scoperta di se stessi.

A cosa serve nello specifico il gioco di finzione?

Oltre che per scoprire se stessi, vestendo panni diversi ed esplorando le varie situazioni in prima persona, così da comprendere in quale gli piace di più stare, il gioco di finzione ha molte altre finalità che possono aiutare lo sviluppo cognitivo del bambino.

In primo luogo, è un modo per esplorare e controllare le proprie emozioni.

Il più delle volte il gioco di finzione affronta situazioni che i bambini hanno già vissuto in passato: fingendo di essere un cuoco possono ricreare una scena al ristorante o vestire i panni di un genitore, o fingendo di essere un dottore possono riportare alla mente quella volta che sono andati alla visita pediatrica.

Riproporre quegli eventi sotto forma di gioco permette loro di vivere nuovamente le emozioni provate allora, ma in un ambiente protetto e controllato, e avere così modo di esplorarle meglio ed imparare a gestirle e controllarle.

Inoltre il gioco di finzione è molto utile per lo sviluppo del linguaggio.

Durante il gioco si creano storie, si racconta ciò che si sta facendo, o semplicemente si scoprono vocaboli nuovi tramite l’uso e la manipolazione degli oggetti.

Giocando a fare il veterinario si scopre, tramite la manipolazione dei giocattoli, cos’è uno stetoscopio, una puntura, una medicina, e nel frattempo i bambini narrano cosa faranno e andranno a fare.

Il ruolo dell’adulto

Durante questa fase è importante che il bambino resti il più autonomo possibile e sia l’unico regista di se stesso.

Deve prendere l’iniziativa, decidere lui cosa fare e con cosa giocare, così da poter trovare lui stesso la risposta a tutte le sue domande.

L’adulto perciò deve essere solo spettatore e limitarsi ad aiutare in tutte le occasioni in cui il bambino stesso, di sua iniziativa, lo chiederà.

Anche qualora il bambino stesso ci inviterà a giocare con lui è bene accettare, ma lasciare sempre che sia lui a dirigere la scena e limitarci a seguire le sue indicazioni o i suoi bisogni.

Perciò non direzionate, non guidate, non interferite o anticipate, ma limitatevi a seguire, sostenere e rispondere semplicemente a tutte le sue richieste.

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