Unire in puntini sulla carta per unire i puntini nella mente
Le prime schede operative che vengono proposte quando si inizia un percorso secondo il metodo Feuerstein sono proprio schede in cui si “gioca” ad unire i puntini.
In un primo momento può davvero sembrare un gioco, come quelli che di trovano sulle riviste e questo ha certamente un grande vantaggio nell’approccio: non ci sente interrogati o analizzati, ma stimolati nel risolvere l’enigma.
Anche perché, a differenza dei giochini da relax, sulla scheda non sono presenti i numeri che guidano nel trovare la figura finale.
Sono invece presenti delle figure che devono essere ricostruite all’interno di schemi sempre più complessi.
Difficoltà graduale
Tutto chiaramente è graduale perché l’esercizio serve per stimolare la mente in maniera positiva.
Così all’inizio è facile unire i puntini e ricostruire le figure, poi adagio adagio la difficoltà aumenta perché le figure da ricostruire non sono più una accanto all’altra ma sovrapposte, ruotate, intrecciate e accavallate.
Ecco che allora occorre iniziare ad osservare il groviglio di puntini in modo diverso.
Occorre capire il “trucco” per avere un riferimento utile a ritrovare le figure che sono sempre presenti, solo in posizione diversa.
E qui inizia il bello!
La difficoltà graduale stimola a trovare la soluzione in situazioni sempre più complesse, con una certezza: la soluzione c’è sempre!
La guida nel lavoro
Fondamentale è la guida e l’affiancamento in questo tipo di lavoro.
Non tanto per avere qualcuno che spiffera la soluzione, ma per avere un aiuto nel vedere e porre l’attenzione su ciò che non si era ancora visto.
Occorre infatti attivarsi per trovare punti di vista diversi, per capire come ci si sta muovendo e che pensieri si stanno attivando per arrivare alla soluzione.
Spesso le cose non vengono viste semplicemente perché non le si conosce, quindi conoscerle le porta in luce e fa si che le si possa individuare prima nel groviglio di puntini.
Ed è questo il lavoro!
Unire i puntini, il lavoro
Si inizia da un insieme di puntini più o meno ordinati per:
- Scoprire cosa si vede e cosa no
- Cercare strategie risolutive
- Trovare dei riferimenti e definire una regola
- Mettere attenzione su cosa può essere utile e cosa no
- Riflettere sull’efficacia della strategia pensata
Per agire e completare le figure.
Le riflessioni dopo il lavoro
L’esercizio chiaramente non può finire quando le figure sono complete.
Ripercorrere i passaggi che la mente ha fatto per risolvere l’enigma porta a capire di più su come ragioniamo e accende l’attenzione su quello che facciamo, o non facciamo, automaticamente per affrontare le situazioni.
E poi si aggiunge un tassello in più, o meglio un ponte: il portare tutte queste riflessioni e considerazioni dall’attività sulla carta alla vita di tutti i giorni.
Qui la guida è fondamentale per aiutare il bambino ( o l’adulto) nel fare un lavoro di astrazione man mano sempre più complesso e fare una importante riflessione che può essere dal generale al particolare (metodo deduttivo) o dal particolare al generale (metodo induttivo) a seconda dei casi.
Le domande guida per la riflessione
- Quando o come metto in atto le stesse strategie?
- Quando o come commetto gli stessi errori?
- Come posso fare la prossima volta che mi trovo in quella situazione?
- Come posso evitare di trovarmi in quella situazione?
Da puntini a lampadine
La mente poi è pazzesca: dopo un primo momento necessario per capire lo stimolo nuovo che riceve inizia a lavorare portando a galla riflessioni molto importanti e accendendo le “famose” lampadine delle intuizioni.
Il bello è che poi continua e continua a lavorare trovando nuovi parallelismi nella vita e trovando soluzioni sempre nuove.
E così da un’attività che può sembrare semplice, come quella di ricostruire figure unendo i puntini, si accendono lampadine importanti nella mente che permettono di unire altri puntini che non sono più sulla carta, ma che sono le azioni, i pensieri, gli automatismi che si mettono in atto.
In questo modo la mente viene stimolata, stuzzicata e allenata.
—
Vuoi saperne di più?
Studio pedagogico cognitivo Attivalamente
Via Dante 191, Sarezzo
Dott.ssa Monica Licciardello – Tel. 328 414 87 20 – monicalicciardello66@gmail.com
Dott.ssa Cristina Gatta – Tel. 339 266 59 28 – cristina@al3k.it
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Le prime schede operative che vengono proposte quando si inizia un percorso secondo il metodo Feuerstein sono proprio schede in cui si “gioca” ad unire i puntini.
In un primo momento può davvero sembrare un gioco, come quelli che di trovano sulle riviste e questo ha certamente un grande vantaggio nell’approccio: non ci sente interrogati o analizzati, ma stimolati nel risolvere l’enigma.
Anche perché, a differenza dei giochini da relax, sulla scheda non sono presenti i numeri che guidano nel trovare la figura finale.
Sono invece presenti delle figure che devono essere ricostruite all’interno di schemi sempre più complessi.
Difficoltà graduale
Tutto chiaramente è graduale perché l’esercizio serve per stimolare la mente in maniera positiva.
Così all’inizio è facile unire i puntini e ricostruire le figure, poi adagio adagio la difficoltà aumenta perché le figure da ricostruire non sono più una accanto all’altra ma sovrapposte, ruotate, intrecciate e accavallate.
Ecco che allora occorre iniziare ad osservare il groviglio di puntini in modo diverso.
Occorre capire il “trucco” per avere un riferimento utile a ritrovare le figure che sono sempre presenti, solo in posizione diversa.
E qui inizia il bello!
La difficoltà graduale stimola a trovare la soluzione in situazioni sempre più complesse, con una certezza: la soluzione c’è sempre!
La guida nel lavoro
Fondamentale è la guida e l’affiancamento in questo tipo di lavoro.
Non tanto per avere qualcuno che spiffera la soluzione, ma per avere un aiuto nel vedere e porre l’attenzione su ciò che non si era ancora visto.
Occorre infatti attivarsi per trovare punti di vista diversi, per capire come ci si sta muovendo e che pensieri si stanno attivando per arrivare alla soluzione.
Spesso le cose non vengono viste semplicemente perché non le si conosce, quindi conoscerle le porta in luce e fa si che le si possa individuare prima nel groviglio di puntini.
Ed è questo il lavoro!
Unire i puntini, il lavoro
Si inizia da un insieme di puntini più o meno ordinati per:
- Scoprire cosa si vede e cosa no
- Cercare strategie risolutive
- Trovare dei riferimenti e definire una regola
- Mettere attenzione su cosa può essere utile e cosa no
- Riflettere sull’efficacia della strategia pensata
Per agire e completare le figure.
Le riflessioni dopo il lavoro
L’esercizio chiaramente non può finire quando le figure sono complete.
Ripercorrere i passaggi che la mente ha fatto per risolvere l’enigma porta a capire di più su come ragioniamo e accende l’attenzione su quello che facciamo, o non facciamo, automaticamente per affrontare le situazioni.
E poi si aggiunge un tassello in più, o meglio un ponte: il portare tutte queste riflessioni e considerazioni dall’attività sulla carta alla vita di tutti i giorni.
Qui la guida è fondamentale per aiutare il bambino ( o l’adulto) nel fare un lavoro di astrazione man mano sempre più complesso e fare una importante riflessione che può essere dal generale al particolare (metodo deduttivo) o dal particolare al generale (metodo induttivo) a seconda dei casi.
Le domande guida per la riflessione
- Quando o come metto in atto le stesse strategie?
- Quando o come commetto gli stessi errori?
- Come posso fare la prossima volta che mi trovo in quella situazione?
- Come posso evitare di trovarmi in quella situazione?
Da puntini a lampadine
La mente poi è pazzesca: dopo un primo momento necessario per capire lo stimolo nuovo che riceve inizia a lavorare portando a galla riflessioni molto importanti e accendendo le “famose” lampadine delle intuizioni.
Il bello è che poi continua e continua a lavorare trovando nuovi parallelismi nella vita e trovando soluzioni sempre nuove.
E così da un’attività che può sembrare semplice, come quella di ricostruire figure unendo i puntini, si accendono lampadine importanti nella mente che permettono di unire altri puntini che non sono più sulla carta, ma che sono le azioni, i pensieri, gli automatismi che si mettono in atto.
In questo modo la mente viene stimolata, stuzzicata e allenata.
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