Autolesionismo in adolescenza: perchè?
Dott.ssa Annalisa Croci
L’autolesionismo rappresenta il comportamento di farsi del male intenzionalmente da soli;
è estremamente diffuso già a partire dai 12-13 anni di età.
Ci sono delle forme di autolesionismo presenti anche nei bambini che però si manifestano in maniera differente rispetto all’adolescenza.
Generalmente i ragazzi usano lamette o taglienti per graffiarsi, tagliarsi e ferirsi, oppure si bruciano con accendini o si colpiscono, sbattono i pugni o altre parti del corpo su pareti, muri, vetri.
La maggior parte delle volte si presenta in forma di tagli o ferite sono nascoste che non si vedono, perché sono nelle parti più intime o sono coperte da accessori e abbigliamento.
Per il genitore scoprire che il figlio attua questo comportamento è uno shock e talvolta la reazione che scatta è il rimprovero. Ma attenzione! Ciò potrebbe provocare reazioni opposte, ossia aumentare l’autolesionismo e reazioni impulsive. I ragazzi in questa condizione sono emotivamente fragili, quindi è necessario trattare il tema con delicatezza.
Spesso alcuni adolescenti si sentono profondamente in colpa e si vergognano, altri nutrono una profonda rabbia perché i genitori non li comprendono.
Perché lo fanno?
È il modo con cui certi adolescenti fragili gestiscono il dolore interno, non hanno altre strategie.
Il dolore può essere provocato da delusioni, rabbia, sofferenza; tutte queste emozioni forti danno voce a uno stato interno che fa troppo male e da qualche parte tutto questo deve uscire.
Cosa fare?
Quindi, per aiutare il figli adolescenti ad uscire dall’autolesionismo suggerisco:
aprite la porta alla comunicazione, cercate di capire da quanto tempo lo fanno e quale significato danno a questo gesto.
Talvolta l’autolesionismo e la reazione a situazioni di bullismo, di cui i figli non vi hanno mai parlato; pertanto è bene fare luce se vi siano problemi a scuola, nella cerchia di amici o offese arrivate via social.
Se comprendono il vostro dolore e preoccupazione saranno più inclini a interrompere questa comportamento e cercare strade d’uscita.
Può verificarsi, in alcuni casi, che gli adolescenti siano sigillati e non vogliano condividere con voi la situazione; in tal caso consiglio di rivolgersi ad uno specialista poiché di fatto l’autolesionismo rappresenta una condotta patologica e quindi è necessario aiutare il ragazzo ad uscirne.
Dott.ssa Annalisa Croci
Psicologa Psicoterapeuta
Via Italia 55/A Paitone
Cel. 334/2357696
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è estremamente diffuso già a partire dai 12-13 anni di età.
Ci sono delle forme di autolesionismo presenti anche nei bambini che però si manifestano in maniera differente rispetto all’adolescenza.
Generalmente i ragazzi usano lamette o taglienti per graffiarsi, tagliarsi e ferirsi, oppure si bruciano con accendini o si colpiscono, sbattono i pugni o altre parti del corpo su pareti, muri, vetri.
La maggior parte delle volte si presenta in forma di tagli o ferite sono nascoste che non si vedono, perché sono nelle parti più intime o sono coperte da accessori e abbigliamento.
Per il genitore scoprire che il figlio attua questo comportamento è uno shock e talvolta la reazione che scatta è il rimprovero. Ma attenzione! Ciò potrebbe provocare reazioni opposte, ossia aumentare l’autolesionismo e reazioni impulsive. I ragazzi in questa condizione sono emotivamente fragili, quindi è necessario trattare il tema con delicatezza.
Spesso alcuni adolescenti si sentono profondamente in colpa e si vergognano, altri nutrono una profonda rabbia perché i genitori non li comprendono.
Perché lo fanno?
È il modo con cui certi adolescenti fragili gestiscono il dolore interno, non hanno altre strategie.
Il dolore può essere provocato da delusioni, rabbia, sofferenza; tutte queste emozioni forti danno voce a uno stato interno che fa troppo male e da qualche parte tutto questo deve uscire.
Cosa fare?
Quindi, per aiutare il figli adolescenti ad uscire dall’autolesionismo suggerisco:
aprite la porta alla comunicazione, cercate di capire da quanto tempo lo fanno e quale significato danno a questo gesto.
Talvolta l’autolesionismo e la reazione a situazioni di bullismo, di cui i figli non vi hanno mai parlato; pertanto è bene fare luce se vi siano problemi a scuola, nella cerchia di amici o offese arrivate via social.
Se comprendono il vostro dolore e preoccupazione saranno più inclini a interrompere questa comportamento e cercare strade d’uscita.
Può verificarsi, in alcuni casi, che gli adolescenti siano sigillati e non vogliano condividere con voi la situazione; in tal caso consiglio di rivolgersi ad uno specialista poiché di fatto l’autolesionismo rappresenta una condotta patologica e quindi è necessario aiutare il ragazzo ad uscirne.
Dott.ssa Annalisa Croci
Psicologa Psicoterapeuta
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Cel. 334/2357696
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