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Festa della mamma!

La festa della mamma.

Domenica 8 maggio è la festa della mamma!

Una giornata speciale dedicata alle mamme e all’amore materno con  curano i propri bimbi.

Dopo aver coccolato ed accolto dentro di sè un piccolino finalmente nasce una mamma, una creatura capace di amore infinito, costante e eterno. Quando nasce un bambino nasce una mamma, che diventa tale non solo per averlo dato alla luce un cucciolo, ma ogni giorno a venire standogli accanto. E’ quasi magica l’alchimia che si crea tra mamma e bimbo, una capacità empatica unica. Non a caso.. la mamma è la mamma!

A patto che non lavorino anche durante la loro festa, domenica bisognerebbe proprio far sentire le mamme delle regine, riempiendole di coccole, attenzioni e riconoscenza. Certo se lavora è un pò più complicato, ma credo che qualsiasi mamma sia ben disposta a ricevere coccole e attenzioni speciali anche in qualsiasi altro giorno della settimana! Si potrebbe iniziare con una buona colazione a letto farcita di bacini… per partire con il piede giusto.

Non perdiamo quindi quest’occasione per ricordare quanto bene vogliamo alla nostra mamma!

Se siete un poco in ritardo e   avete bisogno di qualche idea ci aiuta il blog maestraemamma.it con diverse idee di lavoretti, striscioni e biglietti

Augurissimi a tutte le mamme!

 

Un libro adatto a qualsiasi età spiega chiaramente e illustra in maniera dettagliata i ben 31 usi cui si prestano le mamme, che vanno ben oltre il classico lavare, stirare, pulire e cucinare. Usi inconsueti ma che spesso vengono chiamati in causa, un pò da tutti. Poi ci sono mamme che eccellono in alcune caratteristiche più che altre, questo è chiaro, in fondo anche le mamme sono umane! Divertiamoci a scoprire quanti di questi 31 usi riconosciamo nella nostra mamma, senza prendersela troppo per gli “usi” che poco le si confanno.

 

Disturbi dell’apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli

Disturbi dell’apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli.

Che cosa sono i disturbi dell’apprendimento?

Con questo nome, noto anche con la sigla DSA, si vuole indicare una gamma di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento che non sono però imputabili fattori di handicap mentale grave. Le “Raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi specifici dell’apprendimento”, disponibili in Italia dal 2007, indicano che il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della discrepanza tra il livello di intelligenza generale del bambino e l’abilità nel dominio specifico interessato.

Pertanto, per parlare di DSA vi deve essere una compromissione significativa in uno specifico “settore” dell’apprendimento ma un livello intellettivo nei limiti della norma. Inoltre, si devono escludere condizioni di handicap (es. mentale, sensoriale) e si devono valutare attentamente gli aspetti di svantaggio socioculturale che possono influire sulle difficoltà scolastiche, così come escludere la presenza di altri disturbi specifici (es. disturbi dello spettro autistico, problematiche emotive gravi, ecc.).

Come si possono suddividere?

Si possono distinguere principalmente tre tipi di abilità fondamentali nei primi apprendimenti, cioè quelle della lettura, della scrittura e del calcolo. Nonostante più avanti nello sviluppo l’insegnamento si sposti anche ad abilità più complesse (es. apprendimento delle lingue straniere, del ragionamento matematico) i sistemi di classificazione standard si sono concentrati maggiormente sulle abilità di base.

I DSA si suddividono perciò in : dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia.

La dislessia è il disturbo specifico di lettura che si manifesta nei processi di decodifica dei segni scritti

La disortografia è un disturbo specifico di scrittura che si esprime attraverso difficoltà di transcodifica (es. non si rispetta la corrispondenza tra il suono della lettera e il segno grafico della lettera stessa)

La disgrafia è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta attraverso una scrittura deformata, irregolare a causa di un disturbo che colpisce la coordinazione

La discalculia è un disturbo specifico del calcolo che si manifesta con difficoltà nei compiti numerici e aritmetici di base come ad esempio leggere e scrivere correttamente i numeri o eseguire calcoli a mente e scritti con rapidità e precisione

Quali sono le caratteristiche di questi disturbi che mi possono aiutare a capire se vi è una difficoltà?

DISLESSIA

Mentre il bambino legge, è possibile che si verifichino i seguenti errori:

scambio di vocali (es. casa/cosa)

scambio di consonanti (es. fento/vento)

omissione o aggiunta di suoni

omissione di parola

salti di righe

errori di accentazione

errori di omissione/aggiunta di doppie

 

DISORTORGRAFIA

Nella scrittura, il bambino può:

omettere o aggiungere delle doppie

omettere o aggiungere degli accenti

scambiare i suoni e scrivere una lettera per un altra

invertire delle lettere (es. interprete/interpetre)

inserire lettere

omettere o aggiungere la h

omettere o aggiungere l’apostrofo

“fondere” delle parole (ilcane)

 

DISGRAFIA

Non vi sono, in Italia, sistemi di classificazione agili capaci di rilevare i diversi livelli di gravità nella disgrafia. In linea di massima, il criterio che possiamo usare è quello della leggibilità della scrittura.

Inoltre si può osservare come il bambino riesce a gestire lo spazio del foglio (es. fatica a stare nello spazio oppure ne utilizza troppo poco), la distanza che pone tra le lettere e le parole (es. molto distanti o eccessivamente vicine) e la rapidità di scrittura.

 

DISCALCULIA

Il bambino può:

avere difficoltà a capire i termini o i segni matematici

faticare a riconoscere i simboli numerici

avere difficoltà ad imparare le tabelline

non riuscire a capire i concetti di base delle operazioni

faticare ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali/simboli nei calcoli

 

Cosa fare se sospetto un DSA?

Quanto scritto nel paragrafo precedente rappresenta solamente un’indicazione di massima non esaustiva, una guida nel caso avessimo qualche sospetto che nostro figlio abbia delle difficoltà di apprendimento.

Teniamo presente che la diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere fatta alla fine della seconda elementare, mentre quella di discalculia alla fine della terza elementare.

Quando un genitore sospetta di avere un figlio con un disturbo dell’apprendimento, deve rivolgersi al pediatra e agli insegnanti per valutare eventuali percorsi di potenziamento per risolvere le problematiche evidenziate. Se l’attività didattica proposta risulta inefficace, bisogna fare, al più presto, una valutazione diagnostica. Per poter fare la valutazione diagnostica, bisogna rivolgersi al servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Agenzia di Tutela della Salute di competenza (ex ASL) oppure a dei centri privati. Da evidenziare che spesso, data la mole delle richieste, i servizi di Neuropsichiatria Infantile hanno tempi di attesa piuttosto lunghi, che tuttavia è sempre bene verificare direttamente. In alternativa, ci si può rivolgere a centri privati che sono accreditati per la diagnosi di DSA. L’accordo tra Stato-Regioni su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”,  prevede che per poter effettuare la certificazione di un Disturbo dell’Apprendimento, il centro debba avere esperienza nell’attività diagnostica dei DSA, debba avere disponibilità di un’équipe multidisciplinare costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età.

Inoltre, ci dev’essere una dichiarazione di impegno a rispettare le Raccomandazioni per la pratica clinica dei DSA (2007-2009) ad esempio in merito alle procedure diagnostiche utilizzate e alla formulazione della diagnosi.

 

Il sito aiditalia.org offre numerose indicazioni e spunti per sapere di più sui disturbi specifici dell’apprendimento e in particolare una guida per i genitori molto utile ed esaustiva

Interessante anche il sito anastasis.it che offre una panoramica anche degli strumenti compensativi.

Dott.ssa Cavana Maura

Psicologa-Insegnante di Massaggio Infantile

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

Mail: maura.cavana@gmail.com

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Il pesce d’aprile!

Oggi torna puntuale il pesce d’aprile!! Pronti a fare e ricevere scherzi?

Quantomeno il più classico dei classici: attaccare alle spalle di un malcapitato un foglietto con disegnato un pesce o con sopra scritto: “Pesce d’aprile“.

Può essere occasione di ridere insieme ai propri bimbi e a superarsi prendendosi in giro.

Buon pesce d’aprile a tutti!

 

Ma sapete da dove nasce la tradizione del pesce d’aprile? 

Le origini del pesce d’aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie.
Prima dell’adozione del calendario Gregoriano, nel 1582, il Capodanno era celebrato dal 25 marzo (la vecchia data dell’equinozio di primavera) al 1 aprile. Una delle ipotesi più accreditate vuole dunque che, a seguito del cambiamento, non tutti si abituarono al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui l’origine burlesca dell’1 aprile.Infatti, in Europa, i festeggiamenti del primo d’aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500. Nella Francia di Re Carlo IX e nella Germania degli Asburgo prende via la tradizione che si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.Nel 1564 il re francese stabilì, con il decreto di Roussillon che il primo giorno dell’anno fosse il 1 gennaio.Anche il calendario gregoriano sceglierà qualche anno dopo la stessa data per festeggiare il Capodanno.La leggenda vuole che molti francesi, contrari a questo cambiamento o semplicemente sbadati, continuassero a scambiarsi regali, festeggiando il Capodanno come ai vecchi tempi.Dei burloni iniziarono così, per sbeffeggiarli, a consegnar loro regali assurdi o vuoti durante feste inesistenti. Nel regalo vuoto si poteva trovare un biglietto con scritto “Poisson d’Avril”: pesce d’aprile in francese.

In Italia l’usanza dell’1 aprile è recente: risale al 1860-1880. La prima città ad accogliere l’abitudine francese fu Genova, dove la passione per gli scherzi d’aprile sbarcò nel suo porto così vivace. La tradizione si radicò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.

E nel resto del mondo?

Ogni paese ha un suo modo di chiamare la festa dell’1 aprile. In Francia, come in Italia, si usa l’espressione Poisson d’Avril – Pesce d’aprile.

Nei paesi anglofoni, come Regno Unito e America, invece, si chiama “April fool’s day” (“Il giorno dello sciocco d’aprile”), dove il termine “fool” richiama alla mente il “Fool”, il giullare delle corti medioevali, sottolineando così la connotazione scherzosa della festa. Infine, in Germania “Aprilscherz” è più semplicemente lo “Scherzo d’Aprile”.
Nella Scozia delle Highlands invece, il pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il”Taily Day”, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati (sciocchi o gawls) un cartello con la scritta “Kick me!” (Dammi un calcio).

In Portogallo, i giorni dedicati agli scherzi sono la domenica e il lunedì prima della Quaresima in cui interi pacchi di farina vengono gettati sugli amici!

Anche l’India ha il suo pesce d’aprile. Cade però un giorno prima, il 31 marzo. In quella data si celebra la festa Huli per celebrare la primavera e prendersi gioco di tutti.

Ovunque, in Europa e nel mondo, l’1 aprile si festeggia ancora un po’ Carnevale!

 
(fonte FocusJunior)

Buona Pasqua

Pasqua ormai è alle porte l’augurio di Bresciabimbi è di riuscire a trascorrere del tempo in famiglia, del tempo buono che permetta a tutti, grandi e piccini di ricaricarsi.

Sono pochi giorni di stop, ma sempre utili per recuperare o ritrovare l’energia.

Se non avete idee per il giorno di Pasquetta, nel calendario ce ne sono diverse!

Se avete voglia di avventurarvi fuori Brescia, in provincia di Vercelli, c’è il Castello delle sorprese. Un borgo medievale che si trasforma in una cittadella in festa con storie, laboratori e giochi di una volta per giornate all’insegna della spensieratezza e del divertimento.

 

Buona Pasqua!

 

La festa della DONNA

8 marzo: Giornata internazionale della donna.

Ma sappiamo che scintilla ha fatto nascere questa festa?

La Giornata internazionale della donna , o Festa della donna, cade l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

La festa affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909.

Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907  vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne. Il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne »,

Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali « di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.

Verso la fine dell’anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day.

Il Woman’s Day tenuto a New York  venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell’ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 – due giorni prima dell’apertura dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista – di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

In Europa le prime giornate dedicate alla Festa della donna ebbero luogo  nel 1911 e in Italia nel 1922, dove si svolge ancora oggi.

Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.

Col passare degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po’ sfumando, lasciando spazio ad una ricorrenza caratterizzata sempre più da forti interessi politici e, soprattutto,  commerciali, che vedono in questa festa il loro business.

Una leggenda alquanto controversa e poco documentata, vuole che questa festa nasca in un terribile  avvenimento umano e sociale che vide le donne protagoniste nell’ambito lavorativo.

Eppure l’unica colpa di queste donne era stata quella di unirsi in una lotta sociale per ottenere delle condizioni di vita più umane e dignitose…

Nel 1908, un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’ 8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.  Un grosso incendio divampa all’interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere  ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme.

Questa data fu poi proposta come giornata di lotta internazionale,  a favore delle donne, da Rosa Luxemburgo, proprio in ricordo della tragedia.
Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi  ad una serie di celebrazioni che, i primi tempi, erano circoscritte agli Stati Uniti  e avevano come unico scopo il ricordo dell’orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica.

In seguito, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla  condizione sociale, la data dell’ 8 Marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni  che la donna dovette subire nel corso dei secoli,  ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto

 

Un caro augurio ad ogni donna di vivere appieno e con serenità ogni giorno!

Servizio 0-5 anni

Servizio 0-5 anni

Comprendere le difficoltà del bambino piccolo … così che non crescano con lui

Un’occasione per vivere al meglio i primi anni di vita del tuo bambino e i suoi cambiamenti: primo distacco, inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia, arrivo del fratellino, difficoltà con il cibo e con il sonno, togliere il pannolino, cosa fare con il ciuccio, irrequietezza, affrontare un piccolo intervento …

Se desiderate fissare un incontro potete telefonare in Consultorio il mercoledì dalle 10 alle 11 e il venerdì dalle 9 alle 12 chiedendo del Servizio 0-5 anni. Il servizio è gratuito.

IL SERVIZIO

Si tratta di una consultazione psicologica che si propone di intervenire precocemente sulla relazione genitori bambino per favorire rapidamente la ripresa della funzione dell’ambiente emotivo e, quindi, di un buono sviluppo psicologico del bambino. La consultazione offre cinque collo- qui con la famiglia a cadenza quindicinale e un intervento di follow-up a distanza di sei mesi. L’equipe è composta da psicologi psicoterapeuti dell’età evolutiva.

A CHI SI RIVOLGE

Alle famiglie con bambini da 0 a 5 anni che manifestano difficoltà emotive, del ritmo sonno-veglia, dell’ambientazione, della relazione. Difficoltà per le quali si rende necessario un inter- vento di comprensione del mondo in- terno del bambino, delle sue emozioni, di come sente la presenza delle figure genitoriali e di quanto sta affrontando attorno a lui.

GLI OBIETTIVI

– Riattivare le risorse positive dei membri della famiglia.

– Favorire il ripristino e/o lo sviluppo delle competenze del bambino.

– Accogliere e contenere gli stati emotivi della mamma e del papà per con- sentire loro di esprimere e riconoscere dubbi, disagi, ansie e preoccupazioni che avvertono nel rapporto quotidiano con il loro bambino.

– Recuperare le funzioni genitoriali.

CONTATTI

CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS

Via Volturno 42 -25126 BS

Tel: 030 3099399 – 338 5214063

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M’illumino di meno

M’illumino di meno

Compie ben dodici anni l’iniziativa lanciata e ideata da Caterpillar di Radio2. “M’illumino di meno” è la  più grande campagna radiofonica di sensibilizzazione sui consumi energetici e la mobilità sostenibile.

Il nome della campagna prende spunto dai celebri versi di Ungaretti “M’illumino / d’immenso”  e sin dalla sua prima edizione cade nei giorni attorno al 16 febbraio, non a caso ma per ricordare il giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.

L’edizione di quest’anno è dedicata in particolare al tema della mobilità sostenibile con la grande operazione Bike the Nobel, la campagna in cui si candida la bicicletta a Premio Nobel per la Pace. Per questo  l’invito per gli amministratori e i cittadini è quello di basare la propria adesione promuovendo l’uso della bicicletta e di tutti i mezzi a basso impatto energetico come simbolo di pace e di rispetto per l’ambiente. Pedalate cittadine, incentivi a usare i mezzi pubblici, pedibus scolastici, rinunciare un giorno all’automobile sono solo alcune delle tante iniziative che è possibile organizzare nei proprio territori per aderire.

Inizialmente l’idea di ridurre al minimo il consumo energetico spegnendo per almeno qualche ora i dispositivi non indispensabili era rivolta ai cittadini. Nel corso delle edizioni poi ha raccolto consensi e adesioni anche da parte di comuni e autorità fino a ottenere il consenso Presidenza del Consiglio dei ministri e  il patrocinio del Ministero dell’Ambiente. Questo a dimostrare che il problema è di tutti, di chi decide, certamente, ma anche di chi utilizza. La comodità e la fretta spesso sono cattive consigliere nel trovare alternative a favore del risparmio energetico. Si sente spesso ripetere che bastano pochi gesti , ed è vero. Prendere l’impegno di compiere piccoli gesti con costanza ed assiduità  è il primo passo per trasformare una difficoltà iniziale in una buona abitudine consolidata e aprono la mente alle possibili alternative. Pare impossibile vivere senza determinati apparecchi e l’idea non è certo di tornare al Medioevo o di fare tutto a mano, la società si è talmente trasformata che sarebbe veramente complicato, ma imparare ad usare e non abusare. Lo stimolo maggiore è capire che è per il bene di tutti.

Volere è potere e  nulla è impossibile dicono i saggi. Certo è che forse non ci siamo più così abituati, ma una strada alternativa c’è, occorre riorganizzarsi in questo senso. Così ecco un giorno in cui non solo ai vertici, ma tutti siamo chiamati a sperimentare, almeno per qualche tempo l’assenza di ciò che pare indispensabile.

La giornata della memoria

Il 27 gennaio ricorre una triste pagina della nostra storia: il giorno della Memoria.

Una ricorrenza internazionale per  commemorare le vittime dell’Olocausto e per tenere ferma nella memoria di tutti la sofferenza inflitta  e patita da molti uomini per mano di altri uomini.

Un giorno nero del calendario necessario per ricordare e soprattutto evitare che certe pagine della storia possano ripetersi. Non ci si può permettere il lusso di scordarsi certi fatti, non devono più ripetersi, punto.

In ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti a Brescia è stato predisposto un palinsesto ricco di appuntamenti, serate, spettacoli ed incontri con una proposta che arriva sino agli inizi di marzo.

Tutte le scuole sono invitate il 27 gennaio alle ore 12.00 ad osservare un minuto di silenzio.

Il dettaglio dei singoli programmi sarà visibile dal sito di Casa della Memoria al sito www.28maggio74.brescia.it

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La Befana

Il 6 gennaio è il giorno dell’Epifania.

La chiesa ricorda con questa festa la visita dei tre Re Magi a Gesù Bambino a Betlemme. I re seguendo la scia della stella cometa fecero un lungo viaggio per porgere omaggio a Gesù bambino e porgergli i loro doni: oro, incenso e mirra.

La festa è affiancata da una solida tradizione popolare: la Befana.

La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, che vola su una scopa malandata,  vestita di stracci e coperta di fuliggine, perché entra nelle case attraverso la cappa del camino.
La leggenda vuole che la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono, la befana voli sopra i tetti e, calandosi dai camini, riempia le calze, lasciate appese dai bambini, di doni e dolcetti.
Se i bambini durante l’anno si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli, ma se si sono comportati male troveranno le calze riempite con del carbone.

La coincidenza  e convivenza delle due feste nella stessa giornata (religiosa e popolare) è probabilmente dovuta ad un insieme di  riti propiziatori pagani, del X-VI secolo a.C., legati all’agricoltura. La sua origine si perde nella notte dei tempi discendendo da tradizioni magiche precristiane, prima di fondersi con elementi folcloristici e cristiani.

Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano, e celebrando, appunto,il momento di passaggio tra la fine dell’anno solare, ovvero il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus (festa del Sole Invitto):la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (tante notti quanti i mesi dell’anno nuovo) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura “volante”. Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali. La Befana si richiamerebbe anche ad alcune figure importate della stessa mitologia germanica, come ad esempio Holda e Berchta, sempre come una personificazione al femminile della stessa natura invernale.

Secondo poi diverse storie pare che Re Magi e la signora Befana si siano conosciuti mentre i re erano in viaggio alla volta di Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù .Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla direzione da prendere.

Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore. La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non seppe dare loro nessuna indicazione.

I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.

Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare il Bambino Gesù. Ma nonostante li cercasse per ore ed ore non riuscì a trovarli e allora fermò ogni bambino per dargli un regalo nella speranza che questo fosse Gesù Bambino.

In ogni caso la Befana come si sà chiude le feste invernali e natalizie, tant’è che il giorno dopo si rientra a scuola o al lavoro (se non si è già rientrati), perchè come dice il detto:

“L’Epifania, le feste porta via!”

Giornata internazionale persone con disabilità

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.

Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite.

Il tema per il 2015 è: Questioni di inclusione: accesso ed empowerment per le persone con tutte le abilità.  Un focus importante che riguarderà il valorizzare le abilità delle persone con disabilità concentrandosi sulle pari opportunità e sull’empowerment. Sotto temi della Giornata saranno: accessibilità delle città; aumentare i dati e le statistiche sulla disabilità, favorire l’inclusione delle persone con disabilità “invisibili”.

Per maggiori approfondimenti è a disposizione lo speciale a cura di RaiScuola e la pagina ufficiale del  sito dell’ONU.

25 novembre: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

25 novembre: Giornata internazionale  per l’eliminazione della violenza contro le donne

Ci sono voluti anni, secoli di storia di lacrime e sofferenze silenziose affinchè nel 1999 le Nazioni Unite sancissero una giornata che ricordi a tutti quanto sia sbagliata la violenza e in particolare la violenza contro le donne. E’ stato necessario stabilire della ricorrenza che  invitasse i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

Perché  il 25 Novembre? Perché in quella data del 1960 venivano uccise tre sorelle eroine che si batterono con tutta la loro forza per la liberazione della Repubblica Dominicana, una lotta che le ha viste spegnersi nelle barbare mani al comando del dittatore di turno tra violenza e torture. Un esempio forte, come tanti altri casi.

Lascia sempre un pò di amaro in bocca il pensiero che sia necessario istituire una giornata mondiale per far riflettere su una questione quasi “scontata”: basta al femminicidio, basta alla violenza contro le donne. Ma la storia purtroppo insegna che spesso l’umanità ha dovuto duramente conquistare, sudare e soffrire per questioni che al buonsenso paiono basilari.

Ed è così che da solo 16 anni il 25 novembre viene celebrata la giornata contro la violenza sulle donne.

Negli ultimi anni l’immagine associata a questa giornata è una distesa di scarpe rosse. Il colore rosso è stato scelto in quanto simbolo dell’amore, della passione che si trasforma in male ed in violenza, simbolo della possessione morbosa che diventa una trappola mortale e simbolo della femminilità che purtroppo, oggi, troppe volte viene violata.Ogni paia di scarpe rappresenta una storia di paura ma, ancor di più, caratterizza l’enorme forza di volontà di voler combattere tutta questa paura e questo dolore per far sì che questo orrendo fenomeno sia definitivamente sconfitto, che la Donna sia rispettata per la bellezza del suo essere. Tantissime piazze italiane  sono state gremite da scarpe rosse in simbolo delle vittime, un modo per ricordarle e ricordare a tutti che non si può restare inermi dinnanzi ad un avvenimento così grave.

Brescia l’anno scorso ha raccolto e vinto una sfida unica dando un segno grande con  Viva Vittoria. Il progetto prevedeva di coprire piazza Vittoria con quadri realizzati a maglia. Il progetto è riuscito. L’effetto finale è stato splendido e ora si possono acquistare i quadri realizzati. Le immagini dall’alto dell’opera immane realizzata davano proprio l’idea di una catena che unisce tutte le donne e che le donne insieme possono fare grandi cose per farsi sentire!

Le donne vanno amate e rispettate sempre.

Non solo il 25 novembre, ma ogni giorno dell’anno.

Io rispetto il codice della strada. E TU?

Cosa succede quando avviene un incidente stradale?

Nel giro di pochissimi attimi la vita di qualcuno viene velocemente e violentemente trasformata. E’ davvero questione di poco. Ma non solo…la vita dei familiari viene ribaltata e si attiva la macchina dei soccorsi che deve funzionare nel giro di brevissimo tempo. Le conseguenze di pochi attimi durano poi vite intere, o lasciano segni non più cancellabili.

La riflessione che poi segue, quando si torna alla “vita di tutti i giorni”, e che lascia l’amaro in bocca, è che spesso l’incidente poteva essere evitato.

Per mantenere viva questa consapevolezza, confortare i familiari e al contempo rendere omaggio agli operatori che intervengono prontamente è stata istituita la Giornata Mondiale del Ricordo (WDR World Day of Remembrance), ovvero una giornata che mantenga forte l’attenzione sulla necessità di un comportamento corretto alla guida. Quando si è in ritardo alcuni “dettagli” paiono quasi superflui, ma dopo l’incidente…..

La prima giornata ha avuto luogo nel Regno Unito nel 1993 e dal 1995 le organizzazioni di Vittime della strada e le ONG che rappresentano e difendono le vittime della strada aderenti alla FEVR (Federazione Europea delle Vittime della Strada) osservano questa Giornata. Negli anni sempre più paesi hanno aderito a questa giornata e dal 2003 L’OMS e l’ONU ne promuovono il riconoscimento a livello mondiale.

La giornata cade la terza domenica di novembre. Quest’anno è il 15 novembre 2015

Il sito mondiale di riferimento per questa giornata è worlddayofremembrance.org

In Italia è presente l’Associazione familiari e vittime della strada (www.vittimestrada.org) che per quest’anno ha scelto di focalizzare maggiormente l’attenzione alla guida distratta come evidenziato dal loro manifesto.

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La Croce Rossa Italiana per la giornata sta diffondendo le raccomandazioni per un viaggio sicuro. Leggiamole, impariamole e soprattutto non scordiamole quando siamo al volante!

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Telecamere al nido?

Gli spiacevoli episodi che purtroppo si sentono al telegiornale o navigando in internet  in strutture dedicate alla cura dell’infanzia sollevano la questione della necessità o opportunità di telecamere nei nidi e nelle scuole. La normativa però non permette l’installazione di webcam. Il divieto è motivato del Garante per la privacy così:  “Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà d’insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia normale essere continuamente sorvegliati, come pure condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti. La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”.

Ci sono strutture che intendono dotarsi di sistemi di sorveglianza e lavorano in questa direzione e  ci sono genitori che si battono per ottenere le telecamere negli asili nido. La questione è certamente complicata e delicata da sviscerare. Da una parte c’è il bisogno dei genitori di sicurezza e di serenità nell’affidare ad altri i propri bimbi. Dall’altra c’è nel Garante il principio di conservazione della libertà d’insegnamento e della spontaneità delle relazioni. Come conciliare questi bisogni? Basta una telecamera per rasserenare gli animi? Certamente poi servirebbero regole chiare per evitare che le immagini raccolte finiscano in mano a terzi. Come genitore è sempre grande la cusiosità di sapere cosa fa il proprio figlio a scuola e cosa succede quando non si è presenti, ma d’altra parte non credo sia “salutare” potersi connettere ogni qualsivoglia alle telecamere della scuola. Un buon compromesso, sempre la strada migliore, sia il poter visionare i filmati a richiesta, quando il bimbo riporta “fatti strani”, certo che se va al nido non sa parlare……

Vi riporto la comunicazione ufficiale del nido il Pianeta dei bambini.

Voi cosa ne dite?

TELECAMERE AL NIDO ?

Facciamo un po’ di chiarezza….

Gli Asili nido e le Scuole materne non possono utilizzare webcam all’interno delle strutture, il garante per la privacy ha vietato qualsiasi sistema di sorveglianza e punito i trasgressori per tale atto illecito.

Alcune realtà pertinenti al mondo dell’infanzia hanno deciso comunque di istallare sistemi di videosorveglianza, contravvenendo alle normative in vigore.

Il Pianeta dei Bambini da diverso tempo sostiene una battaglia istituzionale con relativa petizione per poter utilizzare le telecamere criptate alle quali non può avere accesso e visibili agli organi competenti solo su segnalazione delle famiglie. Ad oggi non e’ possibile adottare tale procedura che rischierebbe di portare gli Asili nido e le Scuole materne ad una forte sanzione nonché alla chiusura del servizio.

L’adozione di impianti di videosorveglianza “fai da te” da parte di Asili nido e Scuole materne poco attente a norme e leggi prestano il fianco a molteplici obiezioni, tra le quali:

1) La disponibilità delle immagini da parte della titolarità dell’asilo mette in condizione questa di attuare azioni volte a nascondere evidenze “scomode” per la sua reputazione, ad esempio cancellando determinati filmati.

2) La videosorveglianza in chiaro in presenza di educatrici deve richiedere esplicita autorizzazione dalla direzione territoriale del lavoro (non è sufficiente il benestare delle interessate) incorrendo altrimenti in azioni penali contro l’asilo.

3) La norma prevede che le registrazioni debbano essere cancellate entro 24 ore dal momento della loro raccolta vanificando così l’uso dello strumento in fase di indagine.

4) Il genitore che osserva da remoto il proprio piccolo può osservare anche gli altri bambini ed il fatto di avere un figlio non esclude dal soffrire di pericolose deviazioni.

5) Non vi e’ alcuna garanzia che le immagini trasmesse in chiaro utilizzando la rete non possano essere intercettate da terzi con le conseguenze immaginabili.

Il presente comunicato serve a sensibilizzare le famiglie dei minori fornendo un’informazione rispondente alle normative e a diffidare da chi utilizza le telecamere contravvenendo alle linee impartite dal garante della privacy.

Il Pianeta dei Bambini continuerà ad impegnarsi costantemente per poter utilizzare le telecamere al nido e alla scuola materna con l’autorizzazione ufficiale del garante della privacy e del ministero del lavoro, con l’auspicio che la sua liceità sia estesa a tutte le strutture destinate ai minori.

La pagina Facebook dedicata alla campagna è : Telecamerealnido e l’Hashtag: #telecamerealnido .

Il Pianeta dei Bambini

BRESCIA Apre un nuovo Asilo Nido BILINGUE affiliato a Il Pianeta dei Bambini

Il 10 Ottobre Open day – giornata aperta!

Porte aperte all’Asilo Nido Il Pianeta dei Bambini  in Via Flero, 46 – Brescia (BS) per una mattinata da trascorrere insieme in allegria alla scoperta del nuovo Asilo Nido, new entry della nota catena Il Pianeta dei Bambini Asili Nido in franchising.

L’Asilo Nido, che è aperto dal 1° ottobre 2015, Vi invita alla Giornata Aperta di sabato 10 Ottobre dalle ore  9.00 alle ore 13 Vi aspettiamo per farvi conoscere la nostra equipe di lavoro e presentarvi tutti i nostri Servizi innovativi, Bilinguismo, Sportello Genitori, Progetto Pedagogico, Laboratorio di Psicomotricità “Gioco Danza” , Laboratorio di Pet Terapy, e tanto altro ancora…

L’Asilo Nido  Il Pianeta dei Bambini  è ubicato all’interno del “Polo Tecnocity delle 3 Torri ”, studiato a misura di Bambino, l’Asilo è distribuito su circa 200 mq: Ampio salone polivalente per pasti e attività, sala nanna, spazio nursery 3-12 mesi, sala attività e gioco simbolico, ufficio, bagno bimbi e personale. Ampia cucina interna che ospiterà la nostra cuoca ,Al Pianeta dei Bambini solo cibi freschi, e spazio esterno  ad uso esclusivo .

Lo stile Educativo che ci contraddistingue è basato sul “maternage” . Saper ascoltare i bisogni di tutti i Bambini presenti e rispettarne la loro unicità,questa filosofia rende unici gli Asili del Pianeta dei Bambinie con una qualità Pedagogica alta.

Il nostro obiettivo è quello di lavorare costantemente in stretta sinergia con le nostre famiglie , per definire linee Comuni nel rispetto della personalità di ogni Bimbo o Bimba.

L’Asilo Nido Il Pianeta dei Bambini  propone il BILINGUISMO: Impariamo l’inglese …divertendoci! Un’Insegnante Madrelingua presente tutti i giorni  parlerà e giocherà con tutti i Bambini esclusivamente in Lingua Inglese.

Durante l’Open Day oltre la presentazione dei servizi e la visita della struttura, verrà offerta una Merenda Party  per rendere la giornata piacevole per tutti i partecipanti.

 

IL PIANETA DEI BAMBINI®

SEDE DI  BRESCIA

Via Flero, 46 (Tre Torri)

25124 BresciaBS

brescia@ilpianetadeibambini.it

www.ilpianetadeibambini.it

Facebook: Asilo Nido Bilingue di Brescia Il Pianeta dei Bambini

 

 

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Aiuto ai genitori separati

La Regione Lombardia ha istituito un aiuto concreto per i genitori separati incaricando le ASL locali di raccogliere le richieste, valutare i requisiti ed erogare il contributo.

Le ASL autorizzano la spesa massima di € 2.400 per ogni progetto personalizzato di aiuto al genitore pari a € 400 per un massimo di 6 mesi. Il contributo è erogato ad uno solo dei genitori, quello più fragile, identificato a mezzo dell’ISEE più basso e della graduatoria risultante dall’applicazione dei criteri di valutazione.

I requisiti necessari per poter accedere al fondo sono:

  • separazione legale da non più di tre anni
  • genitori ancora privi di una sentenza di separazione definitiva che sono destinatari di provvedimenti ex art. 708 c.p.c., da non più di tre anni
  • divorzio da non più di due anni
  • genitori destinatari di provvedimenti temporanei ed urgenti di cui all’art. 4, comma 8 della L. n. 898/1970 da non più di due anni
  • presenza di figli minori nati dall’unione dei coniugi che richiedono il beneficio, oppure adottati durante il matrimonio, oppure maggiorenni portatori di disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992
  • residenza in Regione Lombardia da almeno cinque anni continuativi dalla data di presentazione della richiesta di accesso al contributo
  • ISEE uguale o inferiore ad € 15.000 anno

La richiesta può essere presentata ad uno di questi punti: elenco consultori abilitati

Il termine per la presentazione delle domande è il 30 settembre 2015.

Per maggiori dettagli o per scaricare il modulo di domanda: ASL Brescia