Tornare in forma dopo il parto: come affrontare diastasi dei retti addominali
La diastasi dei retti addominali equivale a una separazione dei retti dell’addome: allontanamento dei rispettivi retti, destro e sinistro, dalla linea mediana del corpo.
Pur non essendo esclusivamente femminile, la maggior parte dei casi si verifica in situazioni di post-parto.
Nello specifico, la separazione è causata dalla spinta esercitata dal feto sulla pancia e si tratta di una condizione fisiologica del tutto normale, per creare lo spazio necessario allo sviluppo del bambino.
Nella maggior parte dei casi, dopo il parto la posizione dei retti addominali ritorna alla normalità e lo spazio che si era creato, lentamente si richiude. In alcuni casi però, può capitare che questi fatichino a riavvicinarsi, generando un antiestetico rigonfiamento, che nei casi più gravi può accompagnarsi ad una erniazione viscerale.
In tali casi, l’unica soluzione è la chirurgia, un intervento di addominoplastica per la ricostruzione della parete addominale.
Come diagnosticare la diastasi dei retti addominali
Diagnosticare la diastasi dei retti è piuttosto semplice, ed è possibile procedere in autonomia:
- Sistemarsi in posizione supina, con le ginocchia flesse e i piedi a terra, una mano dietro la testa e una sull’addome, poco sopra l’ombelico;
- Esercitare una pressione con le dita sugli addominali, mantenendoli rilassati;
- Contrarre gli addominali sollevano capo e spalle da terra, senza portare il collo in flessione, cercando di avvicinare il torace al bacino;
- Muovere le dita a destra e sinistra alla ricerca delle pareti del muscolo.
Se la distanza fra i retti è superiore a tre dita e non si riduce contraendo l’addome, è consigliabile consultare uno specialista.
In questa condizione, evitate di intraprendere una qualsiasi attività sportiva.
Cosa fare?
Nella maggior parte dei casi, comunque, come già detto in precedenza, l’allontanamento dei retti è solo una questione temporanea. Rimane quindi un unico e frequente dilemma: “Si possono fare gli addominali?”. Certamente, ma con tutte le precauzioni del caso, ovvero andando a lavorare prima sulla muscolatura profonda (come il muscolo traverso e il pavimento pelvico) unitamente alla respirazione. Solo in seguito, dopo aver ripristinato un po’ di tono, si potranno introdurre esercizi per la muscolatura più superficiale.
Un allenamento scorretto potrebbe invece provocare l’esatto opposto dell’esito sperato, peggiorando quindi la situazione.
Anche la scelta di non intraprendere nessuna attività non è consigliabile perché si andrebbe a causare un’ulteriore ipotonia a livello addominale, con conseguente peggioramento estetico.
Essendo quindi molti gli errori che si possono commettere nell’esecuzione degli esercizi, è sempre meglio affidarsi a uno specialista che vi aiuti a recuperare il benessere psicofisico.
—
Francesca Musitano
Massoterapista, insegnante di pilates, ginnastica posturale e istruttrice fitness
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La diastasi dei retti addominali equivale a una separazione dei retti dell’addome: allontanamento dei rispettivi retti, destro e sinistro, dalla linea mediana del corpo.
Pur non essendo esclusivamente femminile, la maggior parte dei casi si verifica in situazioni di post-parto.
Nello specifico, la separazione è causata dalla spinta esercitata dal feto sulla pancia e si tratta di una condizione fisiologica del tutto normale, per creare lo spazio necessario allo sviluppo del bambino.
Nella maggior parte dei casi, dopo il parto la posizione dei retti addominali ritorna alla normalità e lo spazio che si era creato, lentamente si richiude. In alcuni casi però, può capitare che questi fatichino a riavvicinarsi, generando un antiestetico rigonfiamento, che nei casi più gravi può accompagnarsi ad una erniazione viscerale.
In tali casi, l’unica soluzione è la chirurgia, un intervento di addominoplastica per la ricostruzione della parete addominale.
Come diagnosticare la diastasi dei retti addominali
Diagnosticare la diastasi dei retti è piuttosto semplice, ed è possibile procedere in autonomia:
- Sistemarsi in posizione supina, con le ginocchia flesse e i piedi a terra, una mano dietro la testa e una sull’addome, poco sopra l’ombelico;
- Esercitare una pressione con le dita sugli addominali, mantenendoli rilassati;
- Contrarre gli addominali sollevano capo e spalle da terra, senza portare il collo in flessione, cercando di avvicinare il torace al bacino;
- Muovere le dita a destra e sinistra alla ricerca delle pareti del muscolo.
Se la distanza fra i retti è superiore a tre dita e non si riduce contraendo l’addome, è consigliabile consultare uno specialista.
In questa condizione, evitate di intraprendere una qualsiasi attività sportiva.
Cosa fare?
Nella maggior parte dei casi, comunque, come già detto in precedenza, l’allontanamento dei retti è solo una questione temporanea. Rimane quindi un unico e frequente dilemma: “Si possono fare gli addominali?”. Certamente, ma con tutte le precauzioni del caso, ovvero andando a lavorare prima sulla muscolatura profonda (come il muscolo traverso e il pavimento pelvico) unitamente alla respirazione. Solo in seguito, dopo aver ripristinato un po’ di tono, si potranno introdurre esercizi per la muscolatura più superficiale.
Un allenamento scorretto potrebbe invece provocare l’esatto opposto dell’esito sperato, peggiorando quindi la situazione.
Anche la scelta di non intraprendere nessuna attività non è consigliabile perché si andrebbe a causare un’ulteriore ipotonia a livello addominale, con conseguente peggioramento estetico.
Essendo quindi molti gli errori che si possono commettere nell’esecuzione degli esercizi, è sempre meglio affidarsi a uno specialista che vi aiuti a recuperare il benessere psicofisico.
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Massoterapista, insegnante di pilates, ginnastica posturale e istruttrice fitness
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