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Tag: cose da sapere

Bebè, bimbi e lettura

Bimbi e lettura, ovvero come arricchire la vita dei bambini tramite i libri e la lettura.

Questo articolo vuole parlare dell’importanza della lettura nel bambino che va dalla nascita fino ai 5 anni di età. Questo è un periodo in cui inizia un percorso che vede il bambino diventare un lettore a tutti gli effetti e scoprire il suo primo libro.

Enormi sono i benefici della lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. E per sottolineare l’importanza di leggere insieme un bel libro e il valore della lettura come gesto d’amore che stringe grandi e piccoli nell’abbraccio delle storie, quest’anno il Premio Nonino è stato assegnato a NATI PER LEGGERE, progetto che dal 1999 promuove la lettura in famiglia, sin dalla nascita. Si inserisce negli obiettivi di Nati per leggere la recente iniziativa Genitoripiù, volta a rendere i genitori “veri protagonisti della salute dei propri figli, dal concepimento e dai primi giorni di vita del bambino”.

Lettura: una delle 7 principali azioni pratiche consigliate

La lettura ad alta voce è talmente importante da essere inserita nelle 7 principali azioni pratiche che, nell’ambito della salute perinatale e infantile, sono considerate come prioritarie per l’efficacia dimostrata sulla salute.

Nel manualetto che accompagna la campagna “Le 7 azioni per la vita del tuo bambino” si afferma che la “lettura in famiglia, effettuata spesso e precocemente (a partire dai 6 mesi di vita) favorisce:

  • La crescita di una relazione intensamente affettiva tra un adulto che legge ed un bimbo che ascolta, creando una speciale intimità
  • Lo sviluppo cognitivo del bambino (curiosità, sviluppo intellettuale)
  • L’apprendimento della lettura e il successo nella lettura a scuola
  • Lo sviluppo del linguaggio verbale, arricchendo il vocabolario, migliorando le qualità lessicali

Quindi, un adulto che legge ad alta voce ad un bambino compie un atto d’amore e nell’esperienza condivisa della lettura e dell’ascolto adulto e bambino entrano in sintonia reciproca e in una comunicazione fatta di emozione, complicità, fiducia che rinsalda il loro legame affettivo.

Dal punto di vista emotivo leggere una storia ad un bambino gli consente di esplorare le sue emozioni in compagnia di adulti che possono contenerlo, rassicurarlo e fornirgli spiegazioni.

La lettura offre un canale alternativo di conoscenza, oltre all’esperienza diretta, sviluppa la curiosità, l’immaginazione, amplia la memoria e le capacità logiche ed astratte.

Leggere ad alta voce è il modo più efficace per appassionare un bambino ai libri, alle storie, per solleticare la sua naturale curiosità in modo tale che il libro diventi uno strumento magico capace di introdurre il bambino in un mondo simbolico fatto di emozioni, gioie, paure, fantasie, affetti, scoperte.

La famiglia rimane il nucleo educativo primario, a cui è affidato il compito di aiutare le nuove generazioni alla costruzione della propria identità; quindi la relazione genitore-figlio rimane il luogo per eccellenza del processo di personalizzazione che garantisce all’uomo un percorso di crescita positivo. Per cui la famiglia è il nucleo primario di educazione alla lettura che contempli la lettura come un’attività che favorisce lo sviluppo del bambino, e del suo benessere, e delle relazioni familiari, specialmente quella esistente fra genitore e figlio.

L’attività della lettura

La lettura è un attività assolutamente spontanea, gratuita, volontaria ed è legata alle dimensioni di piacere e intrattenimento perché nella lettura sono presenti il coinvolgimento, l’emozione, l’eccitazione ed interesse, stati in cui la cognizione e l’emozione si influenzano reciprocamente. Nella primissima infanzia, le storie lette, guardate e ascoltate costituiscono un’occasione unica per offrire ai bambini esperienze di intima affettività. Inoltre, l’universo dei libri per bambini, attualmente cosi variegato, costituisce per il piccole lettore un bagaglio di esperienze emozionale i cognitive.

Secondo Bruno Bettelheim, psicoanalista, leggere una storia ad un bimbo significa offrirgli la possibilità di scoperta della sua identità e di esplorazione di quelle esperienze che gli permettono di sviluppare il proprio carattere e di addentrarsi nel suo personale percorso di vita.

Il punto di partenza per un’educazione alla lettura emozionale è dunque l’atteggiamento degli adulti che devono comunicare ai bambini il loro amore e la loro passione per la lettura. Quindi, più un genitore si propone come amante della lettura, come profondo appassionato di storie e emozionalmente coinvolto nei racconti che legge con maggior probabilità i bambini ricevono i segnali emozionali comunicati e li elaborano: le emozioni sono contagiose e gli episodi di contagio emozionale sono molto frequenti e fanno parte di un tacito scambio, che si verifica in ogni relazione e interazione umana.

Il genitore non può imporre la lettura ma motivare l’altra persona a leggere perché la lettura è un’attività spontanea e, quindi, per compierla con piacere bisogna volerlo e non c’è motivazione migliore di quella che proviene dal concepire l’esperienza di lettura come fonte di piacere.

La pratica di lettura è un momento esclusivo, in cui il genitore ha la possibilità di dedicare tutta la propria attenzione al bambino, cercando di stimolare interesse e curiosità del bambino nei confronti della parola scritta, delle immagini, delle illustrazioni, dell’oggetto libro, vissuto come mezzo di comunicazione privilegiato.

Il vero inizio della passione per la lettura risiede nel piacere intenso delle prime letture infantili, esperienza cruciale e fondamentale per la formazione del futuro lettore. Infatti, è noto, che le esperienze della prima infanzia sono quelle che più segnano la vita di una persona, per cui un approccio precoce al piacere della lettura è la strada privilegiata per formare un lettore per sempre.

La precoce esposizione alla lettura non riguarda affatto un precoce, inopportuno tentativo di insegnare a leggere il bambino ma ha l’obiettivo di creare attorno al bambino un’atmosfera di sicurezza, di piacere e di calore, legati all’esperienza letteraria, di ascolto e partecipazione intorno ad una trama.

Leggere può diventare un’attività familiare, riconosciuta come una speciale opportunità educativa di condivisione di pensieri, sentimenti e gesti fra genitori e figli, all’interno di tempi e spazi di vita in comune.

A seconda dell’età, e quindi delle tappe dello sviluppo psicomotorio, ci sono libri e modalità più adatte.

Quindi, genitori, leggete non “al” bambino ma “con” il bambino, in una comunicazione reciproca e ricca.

 

Buona lettura a tutti

Roberta Pilati
Psicologa  e psicoterapeuta

 

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Leggi qui l’articolo Leggere ai bambini: suggerimenti in ordine sparso

leggere ai bambini. i consigli per stare bene insieme leggendo

Cosa fare quando in gravidanza perdi i capelli

Cosa fare quando in gravidanza perdi i capelli

Se anche tu stai affrontando una gravidanza, sai già che questo è uno dei momenti più impegnativi ai quali verrà sottoposto il tuo corpo: durante la dolce attesa, infatti, l’organismo innesca una serie di reazioni in grado di cambiare profondamente il tuo aspetto. Si tratta comunque di cambiamenti temporanei, anche se nell’immediato possono causare non pochi problemi (soprattutto) psicologici: ad esempio, alcune donne potrebbero soffrire di caduta dei capelli durante la gravidanza. Cosa possiamo fare quando si manifesta questo problema?

Caduta dei capelli in gravidanza: quali sono le cause?

Generalmente i capelli, durante la fase della gravidanza, crescono più rigogliosi e con maggiore velocità: questo è dovuto all’aumento del livello di estrogeni, ormoni che accelerano la fase di crescita detta effluvium anagen, e che dunque portano ad una capigliatura più voluminosa. La fase di caduta, in queste circostanze, avviene dopo il parto e durante l’allattamento. Non sono però rari i casi di donne che perdono i capelli già durante la gravidanza: le cause, in queste circostanze, sono dovute agli alti livelli di tensione e soprattutto ad una serie di carenze vitaminiche. Anche la quantità di minerali presente nell’organismo crolla, favorendo l’indebolimento dei fusti e la loro conseguente caduta. Da ciò puoi facilmente intuire che, se stai perdendo i capelli durante i primi mesi della gravidanza, ciò può dipendere da due fattori: quelli psicologici e quelli organici. Per entrambi, comunque, esistono delle soluzioni che ti aiuteranno a far fronte alla perdita degli steli.

Quali sono i rimedi per la caduta dei capelli in gravidanza?

Cercare di contrastare ansia e stress può aiutare molto a ribaltare la situazione dei capelli, ma è l’alimentazione la principale protagonista: è sempre meglio adottare una dieta ad hoc, ricca di grassi Omega 3, di minerali e di vitamine. Anche la carenza di ferro è responsabile della perdita dei fusti, dunque non dimenticarti di includere le verdure nella tua dieta. Inoltre, devi imparare a trattare bene i tuoi capelli con prodotti detergenti delicati e non aggressivi: questo shampoo per la cute sensibile, ad esempio, è molto indicato per non stressare ulteriormente i capelli durante la gravidanza. Altre sostanze da integrare sempre e comunque sono l’acido folico e il silicio che, come saprai, è molto importante per la salute del capello. Quali sono gli altri rimedi anticaduta in gravidanza? Alcune sane abitudini come l’accortezza nei lavaggi: non è infatti necessario lavare i capelli ogni giorno. Inoltre, in questo periodo non dovresti nemmeno tingerti i capelli, dato che li indeboliresti ancor di più. Poi valgono alcuni consigli classici come l’utilizzo del phon ad una distanza di sicurezza, e l’uso di spazzole delicate e non eccessivamente rigide. Infine ricordati di bere molta acqua, e di massaggiare il cuoio capelluto per rivitalizzare i follicoli piliferi.

Che cos’è l’Osteopatia?

In questo articolo cercheremo di mostrare i principi basilari di una grande metodologia terapeutica che negli ultimi anni è sempre più rivalutata: l’Osteopatia.

Che cos’è l’Osteopatia?

L’osteopatia non è una professione para-medica, nè una medicina alternativa, bensì una disciplina terapeutica che comprende un insieme di conoscenze specifiche basate su:

  • anatomia e fisiologia del corpo umano
  • test osteopatici di mobilità
  • tecniche manipolative osteopatiche

Puoi quindi considerare l’osteopatia come un approccio in grado di capire se nel tuo corpo ci sono delle disfunzioni nella mobilità dei tessuti, e quindi in grado di aiutarti qualora tu possa trovarti in una situazione del genere.

Chiarito il concetto di osteopatia, ti sei chiesto chi è che si occupa di tutto ciò?
Se prendiamo la lista delle varie categorie di medici troviamo un’infinità di nomi, e nel settore dell’osteopatia parliamo precisamente dell’osteopata.

Chi è l’Osteopata?

L’osteopata è un professionista della salute specializzato nel trattamento del sistema muscolo-scheletrico e non solo. Gli osteopati basano i loro trattamenti sulla teoria che il corpo può essere curato attraverso tecniche manuali come la manipolazione di articolazioni, muscoli, fasce e visceri.

Cosa fa l’osteopata?

Se non sei mai andato da un osteopata e ti ritrovi a dover affrontare questo tipo di visita, rilassati in quanto si tratta di un consulto molto simile a quello del medico di famiglia. L’osteopata ti farà delle domande sul tuo curriculum medico, sulla tua condizione fisica e sul tuo stile di vita. Durante questa seduta l’osteopata realizzerà anche dei test tipici e propri dell’osteopatia, e quello su cui si concentrerà sarà:

  • Esaminare la postura e vedere come la struttura si muove
  • Capire il legame tra sintomatologia, test osteopatici e pregresso del paziente
  • Applicare le tecniche di riduzione (soluzione) per ripristinare la mobilità
  • Consigliare, se necessario, ulteriori accertamenti o visite specialistiche

L’osteopata tratta qualsiasi tipo di paziente?

La risposta è sì, in quanto i trattamenti riguardano un’ampia gamma di pazienti, dai neonati agli anziani.

Osteopatia neonatale

Solitamente si crede che i bambini e i neonati non dovrebbero avere tensioni strutturali o problemi particolari, in quanto la loro giovane età e la loro straordinaria flessibilità alludono al fatto che sono meno soggetti a lesioni associate abitualmente agli adulti. La realtà, tuttavia, è molto differente.
Se sei un genitore, in particlare una mamma, dovresti già sapere che il parto è il momento più cruciale nella vita di tutti gli esseri umani in quanto da ciò dipende la qualità di vita del neonato. Il neonato, infatti, deve attraversare vari “vicoli” anatomici, alcuni ossei ed altri muscolari, e in questo processo di passaggio è dove possono generarsi la maggioranza delle disfunzioni.
Alcune tensioni (ad esempio quelle presenti nel cranio) come risultato del parto, possono migliorare con la suzione e il pianto. Tuttavia, in alcuni casi, le disfunzioni rimangono e colpiscono la crescita e lo sviluppo. Un parto difficile può essere causato da vari motivi, come per esempio, la posizione anomala del feto, parti molto lenti, cesarei e così via. Tutte le tensioni non curate di un parto del genere, quindi, sono da prendere in considerazione per la salute del neonato.
La cosa migliore è procedere quanto prima ad un trattamento di osteopatia neonatale, poiché il tempo può soltanto complicare la cura di questi effetti.
Fortunatamente puoi stare tranquillo in quanto questo settore dell’osteopatia potrà mettere a riguardo il nuovo arrivato.

Osteopatia pediatrica

Grazie alle terapie dell’osteopatia neonatale, man mano che i bambini crescono ci sono dei notevoli miglioramenti riguardo l’irritabilità, la difficoltà nel dormire e nell’alimentazione, e soprattutto nei pianti incessanti. Nonostante ciò, se i modelli di tensione non sono trattati, il bambino può soffrire di effetti secondari durante la fase di crescita e sviluppo.
Anche qui, se noti delle difficoltà di tipo motorio in tuo figlio, un’ottima soluzione potrebbe essere quella dell’osteopatia, in questo caso dell’osteopatia pediatrica.
L’osteopatia pediatrica, inoltre, risulta molto utile sia per bambini che per adolescenti che soffrono di:

  • otite
  • difficoltà di apprendimento
  • scogliosi
  • dolori legati alla crescita
  • mal di testa ed emicrania

Ovviamente, l’osteopatia pediatrica è cercata soprattutto per quelle lesioni causate da una caduta o da un incidente. È qui importante aggiungere qualcosa in più riguardo gli adolescenti, soprattutto quelli abituati a fare molto sport. Nell’adolescenza ha luogo un importante cambiamento ormonale e fisico: la muscolatura si sviluppa nella sua totalità e le ossa finiscono di crescere. Il muscolo si sviluppa meglio se c’è una certa attività fisica, ma fare sport senza un controllo può essere dannoso.

Osteopatia Pediatrica per il benessere del neonato

Se ti ritrovi a dover affrontare dei problemi come il rigurgito, una anomalia posizionale del capo, un cranio un pochino schiacciato posteriormente e da un lato con tuo figlio appena nato, non esitare ad andare dall’Osteopata per neonati. La cosa ideale è svolgere il trattamento durante i primi sei mesi di vita in quanto è il periodo in cui le tecniche sono più efficaci grazie al potenziale cambiamento che presenta il neonato.
L’osteopata tratta il corpo e il cranio del neonato per far sì che funzioni correttamente e per alleviare le tensioni e lo stress causato durante il parto. Come è stato già specificato, la fase successiva all’osteopatia neonatale è quella pediatrica ed è qui che ti ritroverai davanti alla figura, appunto, dell’osteopata pediatrico che, tramite tecniche specifiche di ascolto e induzione, restituisce il movimento ai tessuti ed elimina la presenza di eventuali tensioni.

Se vuoi quindi salvaguardare la postura, l’equilibrio e le varie funzioni del tuo corpo e di quello del tuo bambino, non esitare a contattare un osteopata per godere delle vantaggiose soluzioni di questa grande medicina ormai riconosciuta come tale in quasi tutto il mondo

Area giochi per bambini: come si realizza?

Area giochi per bambini: come si realizza?

Investire sul divertimento dei bambini può risultare una forma di business vincente, se si sceglie di avviare un’attività dedicata al mondo dell’infanzia. È opportuno, in questo caso, rivolgersi ad aziende specializzate nelle realizzazioni di area giochi per bambini.

I bimbi, si sa, amano divertirsi correndo, arrampicandosi o saltando in compagnia dei loro coetanei. Le aree dedicate al gioco dei bambini sono una evoluzione di quei parchi e giardini dove i nostri nonni accompagnavano a giocare i nostri genitori quando erano piccoli. Certo, al giorno d’oggi le vecchie altalene e i vecchi scivoli hanno subito delle trasformazioni più all’avanguardia. Quando si procede alla realizzazione di aree giochi per bambini, infatti, si può spaziare sulla scelta di una grande moltitudine di attrazioni di ogni tipo, forma e dimensione.

Un’area giochi per bambini, che sia una ludoteca, un baby parking o una sala feste, è uno spazio attrezzato destinato all’attività giocosa, appunto, dei suoi piccoli ospiti. Un’area del genere è possibile allestirla in ogni luogo, che sia all’interno o che sia all’esterno. Molto spesso, infatti, anche ristoranti, villaggi turistici, agriturismi o centri commerciali scelgono di dedicare uno spazio alla realizzazione di area giochi per bambini.

Le attrezzature di cui fornire queste aree sono quelle strutture fisse o anche mobili, adatte sia all’uso individuale sia a quello di bambini o ragazzi. Fra queste attrezzature possiamo trovare giochi gonfiabili di varie forme e colori, come scivoli, castelli, labirinti, etc.; poi, ancora, tappeti e trampolini elastici, dove saltare e fare, quindi, anche attività fisica e stimolare la coordinazione. Ci sono i cannoncini spara palle, con cui lanciare sfide ai propri amici; le vasche a palline, in cui immergersi e tuffarsi; i playground, delle strutture multiattività e contenenti all’interno una serie di svariati accessori per il divertimento; infine i giochi interattivi o le arrampicate, dove i bambini possono mettere alla prova le proprie abilità.

Per realizzare un’area giochi bisogna, però, prestare attenzione ad alcuni importanti dettagli, legati al contesto insediativo e, in particolar modo, alla sicurezza. Al fine di garantire quest’ultima, è opportuno scegliere locations dove non vi siano elementi pericolosi e servirsi di una adeguata pavimentazione antitrauma, che salvaguardi i piccoli ospiti da pericoli, urti ed infortuni. L’intento deve essere quello di farli svagare e divertire all’insegna della sicurezza e della tranquillità.

Le attrezzature di cui fornirsi per le realizzazioni di area giochi per bambini, inoltre, devono essere conformi con le normative europee vigenti che ne regolano la progettazione e i requisiti indispensabili. Una fabbrica italiana di giochi gonfiabili, la Birbalandia Park, si occupa della realizzazione e della vendita di attrezzature per parco giochi, ludoteche, baby parking, luna park o sale feste per bambini.Tutti i giochi realizzati sono personalizzabili in forma, colore e dimensione, nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti.

Sindrome di Down: definizione e origine

Sindrome di Down: definizione e origine

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Durante la gravidanza è essenziale tutelare la salute di mamma e nascituro. I test di screening prenatale, come il test del DNA fetale, giocano un ruolo importante nel monitoraggio delle condizioni del bimbo, poiché permettono di individuare eventuali anomalie fetali.

Le sindromi di Down, di Patau, di Edwards, sono note anche come trisomie e sono alterazioni che riguardano il numero di cromosomi (c’è un cromosoma in più). Questo tipo di alterazioni genetiche è più comune nei nati da mamme over 351.

La Sindrome di Down (o Trisomia 21) è causata dalla presenza del cromosoma 21 in più. 1 bimbo su 1200 nasce in Italia con questa alterazione cromosomica2 che fu identificata per la prima volta nel 1966 da John Langdon Down, un medico inglese.

La Trisomia 21 è di 3 tipi:

  • a mosaico
  • da traslocazione
  • libera.

La Trisomia a mosaico si verifica nell’1% dei casi. Il soggetto presenta sia cellule con 46 cromosomi, sia con 47 cromosomi. Il cromosoma in eccesso è il 213.

La Trisomia da traslocazione si verifica nel 4% dei casi. Il soggetto presenta parte del cromosoma 21 fuso con un altro cromosoma. Genitori con questa traslocazione hanno un alto tasso di rischio di avere figli con la Sindrome di Down3.

La Trisomia libera si verifica nel 95% dei casi. Il soggetto ha cellule con 3 cromosomi 21, quindi possiede 47 cromosomi e non 463.

Il soggetto affetto da Sindrome di Down presenta un ritardo mentale evidente sia a livello sociale sia comportamentale4.

Per scegliere il test di screening prenatale è possibile considerare alcuni fattori come:

  • percentuale di attendibilità del test;
  • anticipo con il quale si vogliono conoscere le condizioni del bimbo.

Il test del DNA fetale può essere fatto già dalla 10a settimana di gravidanza. Da un campione ematico materno si analizzano i frammenti di DNA fetale che vi sono in circolo. L’affidabilità è del 99,9% nella rilevazione delle maggiori trisomie (sindromi di Down, di Patau, di Edwards), microdelezioni e altre alterazioni cromosomiche.

Il Bi test in associazione alla translucenza nucale si può fare tra l’11a e la 13a settimana ed è attendibile all’85%5. Il Tri test è affidabile al 60% e si può fare tra la 15a e la 17a settimana.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

Fonti:
1) Embriologia medica di Langman di Thomas W. Sadler, a cura di R. De Caro e S. Galli; 2016
2) Associazione Trisomia 21 Onlus
3) Linguaggio e Sindrome di Down di P. Soraniello, pag.15
4) Ritardo mentale, Sindrome di Down e autonomia cognitivo-comportamentale di D. Di Giacomo, D. Passafiume; 2004
5) Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche -Di Antonio L. Borrelli,Domenico Arduini,Antonio Cardone,Valerio Ventrut.

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle cellule staminali del cordone ombelicale

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle cellule staminali del cordone ombelicale

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Per quale motivo le cellule staminali del cordone ombelicale sono un argomento così interessante? Che caratteristiche hanno e qual è la loro applicazione clinica?

Il cordone ombelicale mette in contatto la mamma e il bambino, permettendo lo scambio di nutrienti. È un organo molto importante che contiene mediamente 60-80 cc di sangue, in cui si trova una popolazione eterogenea di cellule staminali chiamate staminali cordonali.

Diversi studi scientifici hanno permesso di individuare i vari tipi di cellule staminali cordonali:

  • staminali cordonali simil-embrionali: sono capaci di differenziare in cellule dei tessuti endotermici, come l’intestino, mesodermici, come il derma, ed ectodermici, come il midollo spinale;

  • staminali cordonali mesenchimali: sono in grado di generare cellule del tessuto osseo, cartilagineo, adiposo e nervoso oppure staminali cordonali ematopoietiche: differenziandosi danno origine alle cellule midollari e a quelle del sangue;

  • staminali cordonali progenitrici endoteliali: sono capaci di originare le cellule che costituiscono i vasi sanguigni1,2.

Le cellule staminali cordonali, grazie al rilascio di specifici fattori, chiamati fattori umorali, come per esempio la prostaglandina E2 , esercitano un’azione anti-infiammatoria4,5.

L’interesse per queste cellule, però, è dovuto soprattutto alla loro ampia capacità differenziativa e proliferativa. Grazie a queste caratteristiche le staminali cordonali vengono utilizzate in medicina rigenerativa, la branca di medicina moderna che si occupa della rigenerazione degli organi o dei tessuti danneggiati, offrendo un’alternativa alla loro sostituzione.

Solo il trapianto autologo, effettuato con cellule prelevate direttamente dal paziente, ha un livello di efficacia molto elevato in medicina rigenerativa. Il trapianto allogenico, realizzato con cellule prelevate da un soggetto terzo, espone il paziente a reazioni immunitarie di rigetto che potrebbero costringerlo a sottoporsi a terapie mirate per tutta la vita. Nel caso di trapianti allogenici è preferibile utilizzare le staminali cordonali perché grazie alla loro “immaturità” immunologica1,3 offrono un attecchimento migliore e un rischio di rigetto minore rispetto alle staminali di altri tessuti.

La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, per questi motivi, è estremamente importante per le famiglie, in quanto rappresenta una possibilità per il trattamento di varie patologie.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

Note bibliografiche

1. Francese, R. and P. Fiorina, Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol, 2010. 136(3): p. 309-22.
2. Mihu, C.M., et al., Isolation and characterization of stem cells from the placenta and the umbilical cord. Rom J Morphol Embryol, 2008. 49(4): p. 441-6.
3. Harris, D.T., Non-haematological uses of cord blood stem cells. Br J Haematol, 2009. 147(2): p. 177-84.
4. Jiang, X.X., et al., Human mesenchymal stem cells inhibit differentiation and function of monocyte-derived dendritic cells. Blood, 2005. 105(10): p. 4120-6.
5. Spaggiari, G.M., et al., MSCs inhibit monocyte-derived DC maturation and function by selectively interfering with the generation of immature DCs: central role of MSC-derived prostaglandin E2. Blood, 2009. 113(26): p. 6576-83.

Terapia idonea in caso di apparecchiatura fissa

Terapia idonea in caso di apparecchiatura fissa

Per la rubrica Piccoli ma Grandi, continuiamo il viaggio nel mondo della salute dei denti e della bocca: siamo sempre alla SMAO Poliambulatorio e, in questa puntata, la Dott.ssa Elisabetta Paganuzzi (Medico Chirurgo Odontoiatra) ci illustrato le problematiche e la terapia idonea, in un caso di apparecchiatura fissa.

Ringraziamo anche Giulia, che si è prestata per l’intervista.

La dottoressa opera e riceve presso i poliambulatori Smao di S. Zeno.

Guarda la puntata!

L’autunno e la bellezza

L’autunno e la bellezza

È arrivato l’autunno, con i suoi splendidi colori e le giornate ancora tiepide.

La natura fa cadere le foglie, siccome fa le cose per bene, anche per noi vale lo stesso concetto in autunno, dunque vi darò alcuni consigli per affrontare al meglio questa bella stagione.

Innanzitutto anche noi dobbiamo liberarci dalle cellule morte, dunque importantissimo è esfoliare la pelle! Per il viso potremo usare un esfoliante delicato, specifico per il viso: così facendo potremo usarlo anche quotidianamente senza problemi.

Se l’esfoliante sarà davvero delicato, potrete usarlo ogni giorno, magari lasciate comodamente in doccia in sostituzione del detergente viso: vi garantisco che i risultati saranno sorprendenti. Avrete così una pelle sempre luminosa, senza punti neri, allevierete le discromie , la grana della pelle, la pelle sarà libera di respirare e recepirà meglio i cosmetici che metterete poi. È uno dei segreti di bellezza delle donne: in caso di labbra screpolate, massaggiare l’esfoliante anche sulla bocca per un risultato turgido ed una tenuta impeccabile del rossetto. Accertatevi che sia un’esfoliante delicato per poterlo usare quotidianamente….

In questa stagione si abbassano le temperature, il vento e le polveri sottili seccano l’ atmosfera dunque diventa fondamentale idratare la pelle anche dall’interno!

Bevete 2 litri di acqua al giorno: sia la pelle che il corpo ne beneficeranno, compresa la linea. Se l’acqua non è sempre di vostro gradimento, vi suggerisco il metodo che faccio io: acquisto in erboristeria una tisana drenante e nell’acqua ancora fredda metto 2 cm. di radice di zenzero sbucciata così estrarrà tutte le sue proprietà mentre si scalda. Giunta quasi a bollore, verso le erbe, lasciandole in infusione 8 minuti con lo zenzero. Filtro ma lascio nella bottiglia la mia radice di zenzero che continua a rilasciare: ne preparo almeno 1 litro al mattino e poi la sorseggio durante la giornata. Per non zuccherare, io aggiungo alla miscela della liquirizia o anice, in base ai gusti.

La radice di zenzero va sempre aggiunta a the o tisane perché ha proprietà antinfiammatorie e alza le difese immunitarie, dunque utile in inverno!!

Il trucco invece ci viene in aiuto come schermo protettivo, fa da barriera per il sole e l’inquinamento. Basta una base fatta bene con fondotinta e polvere di riso fissata con acqua, per ottenere protezione alla nostra pelle, opacità e durata fino a sera.

Provate a mettere in pratica e poi mi saprete dire……. anzi, fatemi sapere i vostri pareri e le vostre impressioni nei commenti : per me sono importanti e fondamentali per migliorarmi sempre, anche professionalmente.

Vi auguro un sereno autunno!

Michela Salvadori
consulente di bellezza
335-6269119
miky@follefamily.it

Wanted Talent in Automotive

Wanted Talent in Automotive

La borsa di studio dedicata agli appassionati di automobili e innovazione automobile.it del gruppo ebay offre a studenti meritevoli una borsa di studio di 1.000 euro

La ripresa dell’economia stenta, ma il mercato italiano dell’auto continua a crescere a due cifre ed inizia il 2017 con 171.556 immatricolazioni a gennaio ed un incremento del 10,1%.

In questo ambito la crescita delle nuove tecnologie ha inciso notevolmente sia su quello che viene definito processo decisionale di acquisto del consumatore sia sull’evoluzione del mercato di compravendita auto.

In questo contesto automobile.it, la piattaforma online di ebay, specializzata nel settore degli annunci di veicoli, sceglie di supportare un meritevole studente di Economia & Management, Marketing, Ingegneria Gestionale o Ingegneria Informatica ad inserirsi in questo settore in continua evoluzione ed apprenderne le dinamiche, mettendo in palio una borsa di studio del valore di 1.000€.

Il candidato verrà selezionato da un’apposita Commissione composta da addetti alle risorse umane di ebay che avranno il compito di valutare i profili dei candidati e le loro spinte motivazionali.

Il regolamento completo dell’iniziativa Wanted Talent in Automotive è consultabile all’indirizzo www.automobile.it/news/borsa-di-studio/.

E’ consentita la partecipazioni a studenti di Economia & Management, Marketing, Ingegneria Gestionale o Ingegneria Informatica, che durante il proprio percorso di studi abbiano mostrato una forte propensione e interesse per le tematiche legate alla gestione d’impresa, alla finanza e all’intermediazione finanziaria collegate all’innovazione digitale e tecnologica.

Per partecipare alla selezione è necessario inoltrare entro il 15/11/2017 all’indirizzo info@automobile.itil certificato di iscrizione all’Università in corso di validità, una lettera motivazionale che espliciti come si intende usufruire della borsa di studio e una lettera di presentazione scritta da un tutor o professore universitario che attesti l’interesse per i temi oggetto dell’iniziativa.

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Vaccini: sì o no? Tutto quello che c’è da sapere

Vaccini: sì o no? Tutto quello che c’è da sapere

Prima dell’inizio della scuola avevamo già parlato sul portale delle disposizioni operative previste dalla Regione Lombardia  rispetto alla questione della vaccinazione dei bambini che frequentano le scuole di ogni ordine e grado.

Per molti istituti la fine del mese di ottobre corrisponde con la scadenza della consegna della documentazione da parte dei genitori alla scuola che certifica le vaccinazioni effettuate o la richiesta di recupero delle vaccinazioni mancanti. Eventuale comunicazione o certificazione particolare da allegare alla scheda vaccinale deve essere richiesta alla segreteria del plesso, così come le modalità di conferimento degli stessi.

Al di la delle carte e delle scadenze resta però la domanda di base: Vaccini si o no?

Ormai la questione è sempre più dibattuta e per fare chiarezza l’Università Niccolò Cusano lancia l’infografica Vaccini: sì o no? Tutto quello che c’è da sapere”, nella quale viene fatta una panoramica generale sulla situazione della copertura vaccinale in Italia e nel mondo e successivamente le novità subentrate con la nuova legge rispetto alla situazione precedente.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS la soglia di sicurezza minima di uno Stato, per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, si aggira intorno al 95%. Sotto questa soglia gli agenti patogeni, responsabili dell’insorgenza di specifiche malattie, continuano a diffondersi nella società. Dall’attività dell’Istituto Superiore di Sanità è emerso che in Italia questo limite non viene raggiunto per nessuno dei vaccini monitorati. Si avvicinano alla copertura minima richiesta, (93%) solo i vaccini che contrastano Epatite B, Tetano, Polio, Difterite, Pertosse, Hib. Al contrario, la minor copertura vaccinale riguarda la varicella (30%).

Visto il boom di casi registrati da inizio anno (circa 3.670 casi con 3 decessi), l’infografica dedica un focus particolare al virus del morbillo. Dall’analisi emerge che in Europa, nel 2017, i casi di morbillo sono diminuiti di circa 28.500 unità rispetto al 2010 ma sono aumentati di quasi 400 rispetto al 2016. Inoltre, se si analizza la serie storica che va dal 1980 al 2010 emerge come all’aumentare della copertura vaccinale diminuiscano drasticamente anche i casi registrati.

Con l’approvazione del nuovo decreto, il cui fine è ridurre al minimo la diffusione delle malattie infettive prevenibili da vaccino abbattendo i tassi di morbosità e di mortalità e riducendo il tasso di ospedalizzazione e gli eventuali esiti invalidanti, per i minori da 0 ai 16 anni sarà obbligatorio effettuare determinate vaccinazioni. Nel caso in cui ciò non avvenga, verrà corrisposta una multa e sarà preclusa al minore l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia.


Vaccini sì o no. Tutto quello che c’è da sapere

Infografica a cura dell’Università Niccolò Cusano

La cura dei dentini: come lavarli

La cura dei dentini: come lavarli

La placca batterica è una patina che si deposita sui tessuti orali, costituita in prevalenza da batteri, polimeri batterici, glicoproteine salivari; è la principale responsabile delle affezioni orali. È importante rimuovere la placca batterica per preservare la salute orale e proteggersi da carie e infiammazioni delle gengive, prevenzione che si attua attraverso lo spazzolamento e la detersione delle superfici orali.

Il cavo orale viene colonizzato alla nascita, per cui la placca batterica si forma anche nelle bocche dei neonati e dei lattanti. Esistono dispositivi per la detersione delle gengive nei bambini più piccoli, come il dito in silicone, ma può essere sufficiente una detersione con garza umida. Dalla comparsa dei primi denti è bene, invece, introdurre l’uso di uno spazzolino per bambini, caratterizzato da una testina piuttosto piccola.

Il bambino non è autonomo nel lavaggio dentale fino all’età scolastica, per cui necessità del supporto da parte del genitore, ma è consigliabile che prenda confidenza e manualità nell’uso dello spazzolino, e quindi che provi ad utilizzarlo nella propria bocca, anche proponendolo inizialmente come un gioco e venendo poi guidato pian piano all’autonomia.

Posizionarsi di fronte allo specchio e dietro al bambino, quando gli si lava i denti, consente al piccolo di osservare come muovere lo spazzolino in aggiunta alla percezione che ne ha all’interno del cavo orale. L’esempio ha un ruolo molto importante nell’acquisire l’abitudine all’igiene orale, anche solo attraverso l’osservazione passiva del genitore che usa spazzolino e filo interdentale.

Ci si può avvalere sia di spazzolini manuali che elettrici, entrambe efficaci se usati nel modo corretto; la placca viene rimossa solo dove le setole giungono a detergere. Le linee guida nazionali negli ultimi anni suggeriscono l’uso topico del fluoro, ossia in forma di dentifricio (dosi molo piccole, della dimensione di una lenticchia), in sostituzione alle “goccine” sistemiche; tuttavia per evitare un eccesso di fluoro è bene accordarsi con il proprio pediatra.

Ringrazio per questo articolo l’igienista dentale
Dr.ssa Cristiana Gogna
Lavora presso studio dentistico del poliambulatorio SMAO
Via Galvani, 4 25010 San Zeno Naviglio BS
Tel 030 3539280-290- 314
Visita il sito

Essere mamme lavoratrici: come conciliare i due lavori

Essere mamme lavoratrici: come conciliare i due lavori

Spesso si pensa che i genitori, e nello specifico le mamme, vivano una vita semplice da un punto di vista lavorativo. Ma altrettanto spesso si ignora il fatto che non sono poche le mamme lavoratrici, costrette a barcamenarsi fra professione e famiglia. In questi casi, la fatica è doppia, così come l’attenzione ai particolari ed una capacità organizzativa ai massimi livelli. Eppure esistono delle professioni che possono venire incontro alle mamme che desiderano anche lavorare. Questi lavori hanno il pregio di rendere più semplice la conciliazione fra professione e famiglia, soprattutto per via della loro flessibilità di orari. Quali sono questi possibili lavori adatti alle mamme?

Le attività da freelance

Internet è un mondo davvero ricco di possibilità per lavorare e per portare a casa cifre mensili di tutto rispetto. Ma bisogna ovviamente possedere dei talenti e delle specifiche capacità, per poter abbracciare una delle tante attività da freelance. Questi lavori sono estremamente comodi perché possono essere svolti da remoto, e dunque da casa: in questo modo, la mamma diviene totalmente padrona dei propri orari lavorativi. Ma quali sono le migliori opportunità in tal senso?

Il copywriting è ideale per le mamme con la passione della scrittura, mentre le traduzioni sono una manna per le donne che conoscono bene le lingue straniere come l’inglese. Esistono poi altri mestieri da freelance come il social media specialist, che gestisce (sempre da casa) le pagine social ufficiali delle aziende. Inoltre, altrettanto attrattive sono professioni come la blogger o la venditrice online di oggetti fatti a mano. Si tratta di attività davvero vantaggiose: possono essere svolte con totale libertà di orari, da casa oppure da qualsiasi altro luogo. Bisogna però informarsi con un commercialista quando diviene necessaria l’apertura della partita IVA.

Le attività part-time a contatto con le persone

Una mamma non deve necessariamente lavorare da casa come freelance: esistono anche mestieri part-time che si conciliano perfettamente con la vita familiare, in quanto occupano metà giornata e consentono comunque un maggiore contatto con le persone. Ad esempio se amate i bambini potreste consultare le diverse offerte di lavoro per baby sitter sui siti web di annunci dove poter visionare le suddette offerte in pochi click, trovando le più pertinenti velocemente. Altre opportunità lavorative part-time ideali per una mamma?

Le insegnanti presso le scuole private come gli asili, ma anche le ripetizioni ai giovani studenti (che possono essere persino fatte online). Infine, l’insegnante sportivo, presso le palestre o le stesse scuole. Questi sono lavori part-time che offrono diversi vantaggi: se si ama il contatto con le persone, si ha anche l’opportunità di evadere dalla routine quotidiana, così da trovare molti più stimoli. E poi, impiegando solo mezza giornata, la mamma può tranquillamente gestire gli impegni che i bambini e la casa presentano ogni giorno.

Rottura dentino da latte: cosa fare?

Rottura dentino da latte: cosa fare?

Spesso a causa di una semplice caduta il dentino da latte si rompe e cade, oppure si spezza o annerisce.

 Cosa fare? Alcuni consigli per affrontare la situazione

Il primo consiglio è quello di rimanere calmi: la bocca tende a sanguinare molto e i bambini si spaventano tantissimo. Sciacquate con cura, non utilizzate lo spazzolino ma una garza e tranquillizzate il bambino.
E’ sempre consigliabile applicare immediatamente del ghiaccio o delle sostanze fredde (vanno benissimo anche contenitori ghiacciati o alimenti congelati): questo vi permetterà di fermare il sanguinamento e di non far gonfiare troppo la parte colpita dal trauma.
Successivamente consultate un odontoiatra pediatrico, che valuterà il da farsi soprattutto in base all’età del bambino e al suo sviluppo.

Vediamo le varie situazioni che potrebbero verificarsi:

  • Il dente da latte è caduto In questo caso non dovete far nulla, il dentino non va buttato ma nascosto sotto il cuscino in attesa della Fatina dei denti o del Topolino .
  • Il dente da latte si è spezzato Anche in questo caso non dovete far nulla, ma è comunque consigliabile consultare un odontoiatra pediatrico.
  • Il dente da latte si è spostato cambiando posizione In questo caso è opportuna una visita odontoiatrica immediata.
  • Il dente da latte è rientrato Se il dentino è rientrato completamente o in parte nella gengiva bisogna consultare un dentista che valuterà se sono presenti fratture grazie ad una radiografia. Il dente potrebbe riscendere da solo oppure il dentista valuterà la possibilità di toglierlo (con anestesia o sedazione).
  • Se il dentista annerisce dopo qualche giorno? Eventualità possibile che indica che si è compromessa la radice del dente. Non è nulla di preoccupante; dovete solo controllare che non si formi una pallina bianca alla sede del dente (ascesso ). Se si dovesse verificare questa eventualità prendete immediatamente appuntamento con un odontoiatra pediatrico che asporterà il dentino.

Generalmente comunque il dente annerito non viene rimosso perché la sua presenza è importante per favorire lo sviluppo corretto delle arcate dentarie e fare posto ai denti definitivi che verranno.

I denti lesionati dovranno comunque essere sempre spazzolati dopo ogni pasto. Nei primi giorni, dopo il trauma, vi consiglio una dieta soffice per minimo una settimana per ridurre l’eventuale fastidio nella masticazione e, nei più piccolini, limitate l’uso del ciuccio.

In caso di dolore potete somministrare del paracetamolo prima di dormire.

Obblighi vaccinali: indicazioni operative

Obblighi vaccinali: indicazioni operative

Con l’inizio del nuovo anno arrivano le prime indicazioni operative rispetto ai nuovi obblighi vaccinali entrati in vigore.

I genitori o tutori di tutti i bambini e ragazzi (da 0 a 16 anni)  devono presentare almeno uno dei seguenti documenti:

– documentazione  comprovante   l’effettuazione   delle   vaccinazioni  (è   possibile   autocertificare l’effettuazione delle vaccinazioni);
– richiesta formale di vaccinazione alla ASST ad effettuare le vaccinazioni per inadempienti/parzialmente inadempienti;
– documentazione   comprovante   la   necessità   di  esonero,   omissione   o   differimento   delle vaccinazioni obbligatorie.

Per l’anno scolastico 2017/2018, la documentazione deve essere presentata:
– entro il 10 settembre 2017  per gli asili nido e le scuole d’infanzia
– entro il 31 ottobre 2017 per le scuole dell’obbligo.

Per chi presenta in tali date l’autocertificazione, deve essere comunque consegnata alle scuole, entro il 10 marzo 2018, idonea documentazione attestante le vaccinazioni effettuate.

La documentazione necessaria all’iscrizione a scuola è:

A) per i minori da 0 a 16 anni, in linea con quanto richiesto dagli obblighi vaccinali, è necessario presentare uno dei seguenti documenti

  •  libretto di vaccinazione (il genitore può portare alla scuola/asilo fotocopia del libretto vaccinale);
  •  certificato vaccinale;
  • autocertificazione. Nel caso di indisponibilità del libretto vaccinale o della certificazione, ove il genitore abbia puntualmente aderito alle convocazioni per le vaccinazioni potrà procedere con autocertificazione (vedi Modulo Autocertificazione );
  • attestazione di esonero definitivo/prolungato nel tempo, rilasciata dal centro vaccinale sulla base del recepimento della sussistenza di condizioni cliniche che controindicano la vaccinazione certificata da parte del medico di medicina generale o del pediatra di famiglia (più Modulo Autocertificazione);
  • attestazione di avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale rilasciata dal Medico di Medicina generale o dal Pediatra di Libera scelta (più Modulo Autocertificazione disponibile in allegato).

B) per i minori da 0 a 16 anni NON in linea con quanto richiesto dagli obblighi vaccinali (Non vaccinato, Vaccinato parzialmente), al fine di attestare l’intenzione del genitore/tutore a vaccinare il minore occorre inviare al centro vaccinale la richiesta di essere vaccinato nel rispetto del calendario delle vaccinazioni obbligatorie.

Tale richiesta di norma può essere trasmessa:

  • tramite e-mail in posta PEC (è necessario che il genitore presenti alla scuola/asilo la stampa della e-mail di invio e della e-mail di conferma di ricezione da parte della casella di posta PEC del ricevente);
  • tramite lettera   raccomandata R/R (è   necessario   che   il   genitore   presenti   alla scuola/asilo  fotocopia della lettera inviata e dei riferimenti della lettera raccomandata R/R);
  • consegna brevi manu (direttamente) al protocollo aziendale (è necessario che il genitore presenti alla scuola/asilo fotocopia della   richiesta protocollata e fotocopia della ricevuta del protocollo).

Per maggiori informazioni visitate il sito della Regione Lombardia  oppure il sito del Governo 

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Cosa sono le anomalie cromosomiche fetali?

Cosa sono le anomalie cromosomiche fetali?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

La gravidanza è certamente uno dei momenti più intensi nella vita di una donna, ma porta con sé anche delle preoccupazioni.

Durante i 9 mesi di gestazione la priorità della futura mamma è quella di tutelare la propria salute e quella del bambino. Per esempio, sarebbe bene effettuare una moderata attività sportiva e avere un’alimentazione sana ed equilibrata per mantenere un buono stato di salute ma ciò non basta. Occorre sottoporsi regolarmente anche a controlli medici ed effettuare test di screening prenatale, come il test del DNA fetale per conoscere lo stato di salute del piccolo per tempo.

Esistono diversi tipi di test di screening prenatale non invasivi; in generale ciascuno di questi calcola la probabilità in che il feto possa presentare anomalie cromosomiche come le trisomie (di cui fanno parte la Sindrome di Down, di Edwards e di Patau) o difetti di chiusura del tubo neurale. Anomalie come queste, nel numero e nella struttura dei cromosomi, possono causare difetti congeniti1.

Nello specifico, con il termine “trisomia” ci si riferisce ad una serie di anomalie cromosomiche che prevedono la presenza di un cromosoma in più. L’età della gestante è uno dei fattori di rischio. Infatti, l’incidenza di trisomie è più alta quando la donna concepisce un figlio dopo i 35 anni di eta’1.

Le delezioni e le microdelezioni sono le anomalie che interessano la struttura dei cromosomi. In particolare in questo caso viene a mancare una parte di cromosoma che può essere di ampiezza variabile2.

Le delezioni di grandi dimensioni (che interessano più di 5Mb) causano la Sindrome di Wolf-Hirschhorn e la Sindrome di Cri-du-chat malattie che si manifestano con un ritardo mentale grave e con dismorfismi2

Le microdelezioni sono invece perdite di materiale genetico inferiori a 5Mb e causano la Sindrome di Di George e quelle di Angelman e Prader-Willi che si manifestano con ritardi mentali medio-gravi, dismorfismi facciali e altri difetti congeniti2.

Ogni gestante dovrebbe poter conoscere per tempo lo stato di salute del feto e per questo è consigliabile sottoporsi ad esami di screening prenatale non invasivi. Esistono diversi tipi di test che si possono scegliere in base al tasso di affidabilità e a quanto precocemente si desidera effettuarli. Il Bi-Test, combinato con l’esame ecografico detto translucenza nucale, può essere svolto tra l’11a e la 13a settimana di gravidanza ed è affidabile nell’85% dei casi3. Il Tri Test invece, ha affidabilità del 60% circa, si può effettuare tra la 15a e la 17a settimana di gravidanza.

A partire dalla 10a settimana di gravidanza la gestante può decidere di sottoporsi al test del DNA fetale, un esame prenatale non invasivo di ultima generazione che analizza direttamente il DNA del feto per cercare l’eventuale presenza di anomalie. Questo esame lo si effettua su un campione di sangue prelevato dalla mamma e tramite macchinari di ultima generazione vengono individuati e analizzati i frammenti di DNA del feto che circolano nel sangue materno. Il test ha un’affidabilità del 99,9%, nel rilevare le trisomie più diffuse (Sindrome di Down, Sindrome di Patau e Sindrome di Edwards) e altre anomalie cromosomiche e le principali microdelezioni.

Qualora un test di screening prenatale indicasse il rischio di un’anomalia fetale, la gestante potrà decidere se sottoporsi ad un esame di diagnosi prenatale come l’amniocentesi o la villocentesi, che restituiscono un esito diagnostico ma con rischio di aborto.

Il tuo ginecologo di fiducia saprà guidarti nella scelta dei test di screening più adatti per tutelare la tua salute e quella del tuo bambino.

Scopri il test sul DNA fetale Aurora. Visita il sito www.testprenataleaurora.it

Fonti:

  1. Embriologia medica di Langman di Thomas W. Sadler, a cura di R. De Caro e S. Galli; 2016.

  2. Manuale di Pediatria Generale e Specialistica di M. Bonamico; 2012; pag. 92.

  3. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche -Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

Cosa sono le cellule staminali? Un italiano su due non lo sa

Cosa sono le cellule staminali? Un italiano su due non lo sa

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Si parla sempre più spesso di conservare le cellule staminali, ma il 50% degli italiani ha informazioni poco chiare sull’argomento e per alcuni è addirittura un termine del tutto sconosciuto. A rivelarlo è una ricerca condotta da ISPO Ricerche per Assobiotec, l’Associazione italiana per lo sviluppo delle biotecnologie.

In Italia manca l’informazione riguardo la possibilità di conservare o donare le cellule staminali contenute nel sangue cordonale. Secondo i risultati del sondaggio, il 48% degli intervistati, non sa esattamente cosa sia la conservazione del sangue cordonale. A questa percentuale si aggiunge il 29% del campione che ha risposto di aver sentito parlare di questa opportunità ma di non conoscere la differenza tra donazione e conservazione.

Alla scarsa conoscenza dell’argomento, inoltre, si aggiunge una confusione generale per quanto riguarda la definizione dei vari tipi di cellule staminali. L’82% degli intervistati ha dimostrato di confondere le cellule staminali cordonali con quelle embrionali e per l’81% del campione i problemi di natura etica di cui si sente spesso parlare riguardano proprio le staminali cordonali.

Per il sondaggio è stato interpellato un campione rappresentativo di 600 persone di età compresa tra i 20 e i 44 anni (una fascia d’età che dovrebbe includere gli individui più informati su questo tema in quanto più vicini all’età in cui solitamente si hanno dei figli).

Conoscere la differenza tra staminali cordonali ed embrionali, sapere di avere la possibilità di conservare le cellule staminali del cordone ombelicale ed essere al corrente che le staminali cordonali non sono legate a nessun problema di tipo etico, è molto importante per evitare ciò che accade in Italia, Paese in cui il 97% dei cordoni ombelicali viene gettato via sprecando un bene molto prezioso.

È importante cercare di diffondere la consapevolezza su questo tema e informare maggiormente le famiglie in attesa di un bambino sull’opportunità unica di conservare le cellule staminali del cordone ombelicale tramite una procedura semplice e sicura che verrà eseguita al momento del parto, subito dopo la nascita.

Per ulteriori informazioni: www.sorgente.com

Come avvicinare i più piccoli alla lettura

Come avvicinare i più piccoli alla lettura

La lettura dei libri non è (e non dovrebbe mai diventare) un’opzione. Questo perché fa parte delle nostre radici e del nostro patrimonio culturale, dunque disperderlo significherebbe davvero provocare un grave danno alle generazioni future, e a quelle che seguiranno. Ecco che emerge quindi la necessità di trasmettere questa passione ai bambini, avvicinando i più piccoli alla lettura e facendo sì che la tradizione continui, sperando che non vada mai dispersa, e che possa contribuire alla crescita dei nostri figli così come ha contribuito alla nostra, e alle tante generazioni che ci hanno preceduto nei secoli passati. Ma come possiamo ottenere questo risultato?

Come trasmettere la passione per la lettura ai bimbi?

Uno dei segreti è far avvicinare i più giovani alla lettura, facendogli capire che si tratta di un piacere e di un hobby, e non di un obbligo o di un compito per casa. Questo significa proporre sempre dei libri che sappiano come stuzzicare la fantasia, e che siano vicini alle passioni dei ragazzi, semplicemente mantenendo viva la loro endemica curiosità. Certo è che, se i piccolissimi accettano con gioia di sfogliare un libro, i giovani tendono invece a dirottare verso tecnologia e videogiochi, e in questo caso bisogna apprendere l’arte del proporre un libro, magari accoppiandolo ad un altro premio hi-tech, da utilizzare come vero e proprio cavallo di troia, per far breccia nei loro cuori e nelle loro abitudini. Anche proporre dei titoli che siano stati utilizzati per ispirare film o serie TV è un buon metodo.

5 cose da fare per incoraggiare i bimbi alla lettura

La prima regola è circondare i giovani di libri, magari recandovi insieme a loro in una libreria Coop, vero e proprio luogo d’incontro per promuovere la lettura, dove potrete a volte dialogare con gli stessi autori e in questo modo invogliare ancora di più i vostri figli alla lettura. Poi, il secondo passo è insegnare a leggere ai bimbi quanto prima, assistendoli e facendo esercizio con loro. È poi importante che condividiate con loro questa passione, facendogli tantissime domande su ciò che hanno letto e facendo quindi nascere delle interessantissime discussioni sui libri. Infine, date sempre e comunque il buon esempio: se non sarete voi i primi ad appassionarvi alla lettura, il ragazzino impiegherà pochissimo tempo per accantonare i libri che gli avete regalato.

I migliori titoli per i bambini

La letteratura trabocca di capolavori, ma non tutti sono adatti ai bambini. Anzi, non è facile trovare dei libri noti che lo siano. Secondo noi, una lista dei libri migliori per i bimbi non potrebbe mai e poi mai prescindere da un grande classico come “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery: impossibile non amarlo. Allo stesso modo, anche un altro evergreen come “Alice nel Paese delle Meraviglie” non dovrebbe mai mancare sul comodino del vostro bambino, dato che coniuga a meraviglia avventura, fantasia e persino brivido. Infine, se vostro figlio è un amante del fantasy, potreste regalargli la saga delle “Cronache di Narnia” di C. S. Lewis: ben sette romanzi che non aspettano altro che essere divorati. Oltre ai grandi classici, per educarli alla pluralità delle situazioni della vita, potreste acquistare uno di questi titoli: in seguito a questa lettura sarà più facile per i genitori introdurre e affrontare argomento come l’uguaglianza di genere e la diversità.