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Tag: cose da sapere

Il Castello di Brescia

Quante volte ti è capitato di “fare un giro” al Castello di Brescia?
Se abiti in città è una tappa imperdibile e classica con un suo fascino che stupisce ogni volta.
La maestosità, gli spazi, la vista sulla città oltre a lasciare sempre stupiti rivelano un grande passato.

Con i suoi 75.000 metri quadrati racchiusi entro la cinta muraria è uno dei più vasti complessi fortificati della penisola.

Magari ci sei legato per  un’emozione, un’esperienza, un momento importante della vita che hai vissuto proprio in Castello.
Quanto conosci la storia e le vicende che coinvolgono il Castello?

La storia del castello di Brescia

Le sue strutture edilizie sono testimonianza viva dell’evolversi delle tecniche militari attraverso le quali il suo sistema difensivo è diventato inespugnabile, tanto da fargli guadagnare il nome di “Falcone d’Italia”.
I primi insediamenti di questo sito risalgono all’età Bronzo Finale tra XII e X secolo a.C. ed erano destinati al culto.

Nel I secolo d.C., fu edificato un tempio romano del quale sono ancora visibili le fondamenta in quello che oggi è il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”.
In seguito, sempre in epoca romana, divenne un complesso fortificato collegato alle mura della città per difendersi dai rivoltosi bresciani.

Durante il dominio visconteo (1337-1426), il Castello divenne una vera e propria fortezza militare. Fu costruito un sistema fortificato di muraglie e torri che includeva i palazzi del potere civile e di quello ecclesiastico.
Nel 1343, fu edificato il Mastio, residenza del capitano della guarnigione, unica parte della fortezza in cui vennero realizzati affreschi a soggetti geometrici e floreali, e il biscione, simbolo dei Visconti.
Oggi, nel Mastio ha sede il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”.

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Tra il 1450 e il 1500 circa, sotto la dominazione veneta, venne rafforzato il recinto visconteo.
In seguito alla sconfitta dei veneziani da parte dei francesi (1509), il Castello venne ulteriormente potenziato con due torrioni, uno dei quali cosiddetto appunto “dei Francesi”, sempre funzionale alla difesa del Castello che non era ancora dotato di postazioni per l’artiglieria pesante.

Di seguito, nel periodo di alternanza tra la dominazione veneta e quella francese, Brescia conobbe un periodo drammatico che sfocerà poi, nel 1512, nel tragico evento del “Sacco di Brescia” ad opera di Gaston de Foix, ovvero la messa a ferro e fuoco della città.
A seguito del ritorno del dominio veneziano, vennero apportati ulteriori miglioramenti al sistema difensivo del Castello: vennero realizzati nuovi baluardi edifici per il deposito di vettovaglie (il Piccolo e il Grande Miglio).

Nel 1796 i napoleonici occuparono la città e utilizzarono la rocca come caserma e prigione, come fecero più tardi gli austriaci, i quali, se ne servirono nel 1849 durante le Dieci Giornate.

I cittadini, guidati da Tito Speri, infatti, insorsero e lottarono per dieci giorni contro gli oppressori austriaci che, arroccati sul Castello, bombardavano le strade della città.

Il Castello e il Colle Cidneo persero la loro funzione militare tra il 1881 e il 1903, anno in cui le fosse e l’intero Castello passarono di proprietà dal Demanio all’amministrazione comunale.

Nel 1904, sulla scia delle esposizioni universali di Londra (1851) e del resto d’Europa che celebravano il progresso produttivo, il Circolo commerciale e industriale bresciano, costituito negli ultimi anni dell’Ottocento ebbe una visione: il Castello per una esposizione senza precedenti.

Così, non senza difficoltà, l’area del castello, venne dotata di rete idrica e illuminazione elettrica, e messa in comunicazione con l’abitato sottostante mediante un tram elettrico. Un lavoro enorme che rappresentava anche un’anticipazione dei progressi tecnologici che da quel momento, da quel colle, il colle Cidneo, avrebbero poi coinvolto tutta la città.
E così, nel 1904, Brescia ebbe la sua esposizione.

Nel 1912 fu inaugurato lo zoo, attivo fino alla Grande guerra, poi ripristinato negli anni Cinquanta, ed in seguito, chiuso definitivamente nel 1988; anno in cui venne inaugurato il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”.

Attualmente il Castello è vivo più che mai, con varie iniziative ed eventi, come il cinema all’aperto in collaborazione con il Nuovo Eden, i food truck di We Love Castello, le serate dell’Unione Astrofili Bresciani, ed il famosissimo CidneON, il festival internazionale delle luci, con artisti provenienti da Francia, Olanda, Germania, Polonia, Ucraina, Corea del Sud e Italia, che ha registrato 150.000 presenze nell’edizione 2017, 275.000 nel 2018 e 340.000 nel 2019.

Sostieni il Castello

Periodicamente il FAI lancia il Censimento I Luoghi del Cuore, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare.
Attraverso questa iniziativa è possibile contribuire ad offrire un futuro ai luoghi cui si è legati.

Cosa puoi fare tu?

Votate per il Castello di Brescia perché diventi Luogo del Cuore FAI 2020!

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La candidatura, sostenuta dal Comitato Amici del Cidneo Onlus, sta riscuotendo infatti grande successo: il Castello risulta attualmente al 2° posto in Lombardia (dopo la Città di Bergamo) e al 13° posto a livello nazionale (su oltre 34.000 siti).

La fine del concorso è fissata per il 15 dicembre 2020
Il voto è gratuito e basta 1 click!

Come si vota?
– su moduli cartacei che potete stampare e firmare, raccogliendo anche le firme di amici, parenti e conoscenti. Occorre poi consegnare i moduli cartacei presso la sede del Comitato anche anticipandoli scansionati a mezzo email a info@amicidelcidneo.it

– direttamente online, cliccando il seguente qui⇓

Vota subito!

 

Effetto psicologico della pandemia e della quarantena sulle famiglie

Questo articolo affronta l’effetto psicologico della pandemia e della quarantena per Covid-19 sulle famiglie.
E’ frutto delle riflessioni sorte a seguito di un questionario sottoposto a più di 1000 genitori

Come sono state le famiglie italiane dal punto di vista psicologico durante i mesi di lockdown?
Che impatto emotivo ha avuto il Covid-19 e la conseguente quarantena sui bambini e sugli adolescenti italiani?A questi e ad altri interrogativi rispetto alla salute mentale degli italiani risponde questa ricerca.

Questo studio è stato progettato da un team di ricercatori, formato da psicologi e psichiatri di diverse città italiane, costituitosi proprio durante il lockdown, e che attraverso i moderni canali di comunicazione telematica e tecnologica, ha formulato un questionario online che potesse comprendere molteplici e complessi aspetti psicologici connessi all’emergenza da coronavirus, raccogliendo la prospettiva dei genitori di bambini e adolescenti italiani.

Il progetto affonda le radici nei numerosi interrogativi che il gruppo di ricerca si è posto, dopo le prime due settimane di quarantena nazionale a seguito del Dpcm del 11/03/2020 “Decreto #IoRestoaCasa“, in particolare, dopo aver evidenziato nei propri pazienti regressioni nella sintomatologia rispetto al disturbo specifico, ma anche reazioni nuove quali disorientamento, incubi, anedonia, agitazione, rifiuto dei compiti a distanza, aspetti mai evidenziati negli stessi soggetti, precedentemente all’emergenza coronavirus, oppure problematiche esacerbate nel corso del lockdown.

L’obiettivo specifico della ricerca pertanto è stato quello di indagare gli stati emotivi dei bambini/adolescenti e dei genitori legati all’emergenza sanitaria Covid-19 e alla conseguente quarantena collettiva, e come queste reazioni incidevano sulla relazione genitori-figli, quali fattori di rischio e di protezione intervenivano nella gestione dello stress e quali strategie di coping venivano attuate sia dai bambini che dagli adulti per fronteggiare eventuali disagi connessi alla quarantena e alla pandemia.
L’ipotesi iniziale era che le famiglie sottoposte alla quarantena per Covid-19 potessero trovarsi in un processo nel quale si alternavano fasi di crisi, fasi di funzionamento e fasi di adattamento, tra cui l’acquisizione di valori e l’esperienza della crescita post-traumatica.

Alla ricerca hanno partecipato oltre 1000 genitori, un campione molto numeroso e rappresentativo di una parte importante della popolazione, che ha permesso ai ricercatori di raccogliere una mole importante di dati sul benessere psicologico di genitori e figli durante il lockdown.

I risultati parlano chiaro: il Covid-19 ha generato sofferenza psichica nei bambini e negli adolescenti.

I punteggi ottenuti alla scala SDQ (Strengths and Difficulties Questionnaire), che valuta i punti di forza e debolezza dei bambini e ragazzi, sono stati suddivisi per quattro fasce di età dei figli: 2-5, 6-10, 11-14, 15-18 anni.
Come si nota nel grafico (Figura 1), la prosocialità risultava correlata all’età, con i bambini più piccoli maggiormente deficitari in quest’area.
Nella relazione coi pari, le fasce d’età più colpite sono risultate quella 2-5 e quella 11-14 anni. Nell’iperattività e nella condotta, nei bambini sotto i 10 anni sono risultate maggiori problematiche rispetto ai più grandi. Le fasce d’età 6-10 e 11-14 anni presentavano maggiori sintomi di natura emotiva.
Anche sul totale, la fascia d’età più grande risultava meno compromessa di quelle dei minori più piccoli. In generale sembrerebbe che l’età abbia effetti diversi sul disagio psicologico dei minori, in particolare nell’area della socialità, della relazione con i pari e della condotta, probabilmente a causa del fatto che i bambini di tali fasce di età hanno bisogno del contatto diretto per sviluppare e mantenere competenze sociali, a differenza dei bambini più grandi che hanno comunque conservato, seppur con dei limiti, la funzione sociale tramite internet o chat.

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Stress e malessere anche per i genitori. Le mamme più colpite dei papà.

Sono stati confrontati i punteggi riportati alla scala GHQ (General Health Questionnaire) che misura il benessere ed il disagio psicologico, compilata secondo la propria condizione PRIMA della quarantena e DURANTE la quarantena. Come si osserva nei grafici in Figura 2, il malessere (grafico a sinistra) è aumentato durante la quarantena, mentre il livello percepito di benessere (grafico a destra) è diminuito.

Anche la scala dello stress percepito (PSS; Perceived Stress Scale) misurata durante la quarantena conferma questo quadro di “sofferenza” psicologica, con punteggi che vanno da moderati (14-27 punti) a elevati (oltre 27 punti).

Per quanto riguarda il confronto tra mamme e papà (compilatori del questionario), comparando i punteggi ottenuti sul totale del GHQ (come punteggio di disagio generale), non sono emerse differenze significative PRIMA della quarantena, mentre è risultato significativo il confronto dei punteggi ottenuti DURANTE la quarantena. Come si può osservare nel grafico, infatti, per entrambe le figure genitoriali si è registrato un aumento del distress psicologico (misurato come totale del GHQ), ma questo aumento è risultato essere maggiore per le mamme che per i papà. Da notare come la media dei punteggi sia per le mamme che per i papà ha superato il punteggio soglia di 12 punti, indicato dalle linee guida GHQ come limite per la presenza di un livello di distress tale da causare preoccupazione clinica.
Quest’ultimo dato relativo alle differenze tra madri e padri, seppur significativo, va comunque considerato con cautela per la differenza di numerosità delle mamme (94% del campione) rispetto ai papà (6% del campione) nella partecipazione alla ricerca.

Fattori di impatto sulla relazione genitori-figli

È stato analizzato il livello di disagio manifestato dai minori in relazione alla condizione lavorativa dei genitori ed è emersa una minore sintomatologia psicologica riportata per i figli di genitori che hanno perso il lavoro a causa di Covid-19, mentre sembrerebbero manifestare sintomatologia peggiore i figli di genitori che hanno continuato a lavorare fuori casa.
Questo dato, probabilmente, può essere spiegato con un maggior tempo passato a casa dai genitori senza lavoro o in cassa integrazione, che potrebbe aver compensato un maggiore stress dovuto alla peggiore condizione economica.

Invece, l’assenza dei genitori da casa ha pesato sulla condizione psicologica dei figli, sia a causa della mancanza di figure di accudimento stabili in un periodo senza scuola sia a causa del fatto che i genitori che hanno continuato ad andare fuori casa per lavoro sono stati esposti maggiormente a rischio contagio e quindi a maggiore stress, soprattutto per coloro che hanno lavorato in prima linea, come i medici e gli infermieri negli ospedali.

Un dato degno di interesse clinico e sociale è che il 68% dei genitori abbia evidenziato la presenza di un cambiamento durante la quarantena nella relazione con il/la proprio/a figlio/a, di cui il 50% ha riportato un “miglioramento” e i restanti un “peggioramento”.

Alcuni genitori hanno specificato i “miglioramenti” percepiti nella relazione con i propri figli, riferendo i seguenti aspetti: per alcuni, avere “più tempo” a disposizione ha favorito la relazione; altri hanno riportato che il “dialogo” e la “vicinanza” sono aumentati e hanno determinato un’evoluzione positiva nel rapporto. Tra i miglioramenti vengono citate anche la “conoscenza” e la “comprensione” reciproca, la “complicità” e la “scoperta”.

Altri ancora hanno identificato una maggiore intensità relazionale nella condivisione di attività, come il “gioco” e i “compiti”.

I genitori che, invece, hanno riferito un “peggioramento” nella relazione lo riconducono, per il 40%, a difficoltà emotive o comportamentali del/lla figlio/a.

Effetti dello spazio disponibile in casa sul benessere psicologico di bambini e adolescenti

Il tipo di abitazione in cui si è trascorso il lockdown è risultato essere un predittore importante del livello di difficoltà manifestato dai minori. Come mostrato nel grafico in Figura 5, minori che abitano in appartamenti senza spazi aperti (0) mostrano livelli di disagio psicologico maggiori degli altri, in particolare di chi ha passato il periodo di isolamento in appartamenti dotati di piccoli (1-2) o grandi spazi aperti (3), o in case indipendenti con ampi spazi aperti (4).

Le osservazioni iniziali circa l’impatto del Covid-19 sulle famiglie hanno trovato riscontro nei risultati dell’indagine.

“Molte famiglie sia per il fenomeno del contagio sia per l’esperienza di isolamento e convivenza “forzata” stanno sperimentando vissuti di preoccupazione, percezione di vulnerabilità, angoscia, paura per il futuro, frustrazione e impotenza. Tutte forme di apprensione che, se prima di questo momento storico rimanevano latenti o compensate da alcuni fattori di protezione, con cui si riuscivano a gestire le fatiche quotidiane, ora stanno emergendo e si stanno amplificando… Di conseguenza la situazione attuale che sta mettendo in discussione le stabilità delle famiglie può essere vissuta con sofferenza da parte di parecchi bimbi.” (Spina G., 2020, “Il coronavirus agli occhi dei bambini”).

Questa è una delle considerazioni iniziali avanzate osservando le reazioni che nell’immediato stavano avendo bambini e genitori sia in ambito clinico che pubblico, osservazioni che hanno spinto poi i ricercatori a esplorare con metodi scientifici il fenomeno. I risultati di questo studio ad oggi costituiscono un dato importante per consentire a psicologi e psicoterapeuti – auspicabilmente insieme alle istituzioni – di strutturare interventi mirati per migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane che in seguito al Covid-19 hanno sviluppato disagi psicologici significativi.

La ricerca ha anche esplorato le varie strategie di fronteggiamento dell’avversità – Covid19 attivate dai genitori, come ad esempio il supporto famigliare ma anche un atteggiamento accettante o ottimistico.

Questo studio apre interessanti prospettive sulle risorse psico-emotive e contestuali dei genitori, e su quei fattori che, in modo quasi controintuitivo, proprio nella situazione di difficoltà, hanno condotto a esiti di trasformazione positiva e non solo di ripiegamento depressivo o ritorno alla normalità.

Ringrazio per la concessione alla pubblicazione i relatori e curatori:
Giulia Spina1, Flavia Cristofolini2, Francesca Giordano3, Camilla Gnagnarella4, Silvia Grazioli5, Marta Landoni6, Cristina Viggiani7, Luca Simione8
1 Psicologa dell’età evolutiva, Psicoterapeuta in formazione (Istituto PSIBA), Referente equipe DSA accreditata, Università Cattolica di Brescia, Università degli Studi di Brescia.
2 Psicologa specializzata in Psicologia Giuridica e Psicodiagnostica, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e Milano.
3 Psicologa e Psicoterapeuta dell’età evolutiva, Unità di Ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Milano.
4 Medico Specializzanda In Psichiatria, Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Sapienza, Università di Roma.
5 Psicologa, laureanda in Biostatistica. Laboratorio di Psicopatologia dello Sviluppo (IRCCS E. Medea, Associazione La Nostra Famiglia, Bosisio Parini); Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano (IESCUM), Milano; Dipartimento di Statistica, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
6 Psicologa e Ricercatrice, Centro di Ricerca sulle Dinamiche Evolutive e Educative (Cridee), Unità di Ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, Parent Infant Research Center (PIRi) a Melbourne.
7 Psicologa Clinica e della Salute, Psicoterapeuta secondo il Modello Strutturale Integrato, Formatrice nei corsi ASACOM riconosciuti dalla Regione Abruzzo.
8 Psicologo e Ricercatore presso Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma.

Occhiali da sole per bambini, la giusta protezione solare

Occhiali da sole per bambini, la giusta protezione solare

Stare all’aria aperta è ideale per per stimolare la nostra vi(s)ta.
Il gioco all’aria aperta migliora la salute (visiva) dei nostri bambini, lo dicono i pediatri, lo dicono i medici oculisti, lo dice la scienza.
Per godere al massimo di tutti i benefici dell’esposizione ai raggi solari occorre attrezzarsi con le giuste protezioni, per questo è importante e ancora di più utile far portare gli occhiali da sole ai bambini

Quali sono i benefici del sole nella crescita dei bambini?
Innanzitutto favorisce lo sviluppo delle abilità “visuo-spaziali” grazie all’utilizzo del campo visivo e dei movimenti oculari, fondamentali per la coordinazione motoria e l’orientamento.

Ma non è finita qui.
La parte più interessante viene ora: molti infatti non sanno che l’esposizione ai raggi solari è considerata “fattore protettivo” nei confronti dello sviluppo della miopia, il più frequente difetto visivo presente oggi nel Mondo.

La miopia causa visione sfocata da lontano e riguarda oltre il 30% della popolazione italiana.

Sembra proprio, a sentire i massimi esperti sull’argomento, che il regolare sviluppo dell’occhio passi anche dalla quotidiana esposizione ai raggi solari.

Una esposizione di 2-3 ore al giorno stimolerebbe, infatti, il neurotrasmettitore “dopamina” a rilasciare nell’organismo sostanze (ormonali) che impedirebbero l’allungamento del bulbo oculare (fattore preponderante nell’esordio della miopia).

Attenzione all’esposizione diretta del sole

La luce solare, infatti, è formata da diverse lunghezze d’onda, alcune delle quali possono causare danni permanenti agli occhi, a maggior ragione se l’esposizione è prolungata.
Mi riferisco, in particolare, alle lunghezze d’onda ad alta energia note come UVA ed UVB, che sono in grado di penetrare facilmente attraverso il cristallino, ancora fragile ed immaturo, dei più piccoli.
Per questo motivo consiglio sempre ai genitori di iniziare a proteggere gli occhi dei loro bambini con i giusti occhiali da sole, a partire dai primi giri in passeggino!

Occhiali da sole per bambini: sono tutti uguali?

La buona notizia è che oggi esistono tantissimi occhiali da sole dedicati a neonati e bambini.
Per scegliere quelli giusti, è bene tenere a mente che:

  • la montatura deve essere adatta: esistono materiali siliconici anallergici, morbidi e flessibili.
  • per garantire protezione 100% da UVA e UVB non importa la gradazione di colore, quanto piuttosto la categoria dei filtri colorati. E’ importante che le lenti siano certificate (UNI EN ISO 12312) e di categoria 3.
  • le lenti polarizzate sono la scelta top: rispetto alle comuni lenti da sole, garantiscono protezione totale dai raggi di luce riflessi dalle superfici (come l’acqua o la neve) e sono quindi consigliate durante le gite in montagna ed al mare.

Ora che sai come proteggere adeguatamente gli occhi del tuo bambino/a, puoi accompagnarlo/a al parco o organizzare delle scampagnate all’aria aperta in tutta sicurezza:

“Sun is good, sunwear is good too.”


Ringrazio per questo articolo:
Dr. Federico Loda
Si occupa di optometria, ottica e visual training per: istituti sanitari, centri multidisciplinari per l’età evolutiva e studi privati.
Dal 2018 è store manager di Loda -Centro ottico 954-.
E’ relatore/speaker in corsi di aggiornamento professionale.

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Genitori ai tempi del Covid-19… che ne sarà dei nostri cuccioli?

Come questo tempo e questo virus impatterà sulla vita dei bambini?

Mi presento mi chiamo Silvia sono una pedagogista educatrice di asilo nido e istruttrice di acquaticità neonatale,

Il mio lavoro mi porta a  stretto contatto con famiglie, genitori, bambini, nonni, zii e tutte le persone che fanno parte del meraviglioso mondo dell’infanzia.
Nel quotidiano mi trovo ad affrontare domande dubbi perplessità richieste di consigli da parte dei genitori.

Ogni dialogo è accolto con il cuore ma ci tengo sempre a fare una premessa importante:

Gli esperti primari dell’educazione dei propri figli sono i genitori; sono loro che conoscono i propri figli al mille per mille senza sconti, conoscono percepiscono ogni loro cambiamento.

Una mamma sa perfettamente leggere negli occhi del suo cucciolo. È proprio per questo che vi invito a riflettere sull’importanza dello star bene come persone perché se voi state bene riuscite a trasmettere serenità ai vostri bimbi.
Ogni esperto di educazione vi potrà consigliare al meglio ma cosa sia davvero il meglio per il proprio figlio lo sa prima di tutto la famiglia; vero è che molte volte mettendo come giusto al primissimo posto i bimbi ci dimentichiamo di noi stessi…

“Non puoi aiutare nessuno se non metti in gioco te stesso” cit. Carl Rogers

Quanti di voi si sono messi in gioco come mai prima d’ora in questi mesi di lockdown?

Facciamo tesoro di un momento difficile perché io sono certa che ogni famiglia abbia riscoperto il piacere di vivere il tempo del bambino, di trovare il momento per osservare il proprio figlio, per scoprirne le meraviglie che spesso a causa della frenesia ci sfuggono.

Sicuramente siete stati messi anche alla prova, ci saranno stati momento di alti e bassi ma è bello potersi ascoltare dentro ogni tanto, è bello poter ripartire con nuova carica.
Ed è proprio ciò che accadrà d’ora in poi, lentamente si ricomincia ma cerchiamo di non perdere questo vissuto intenso.

Cerchiamo di far tesoro del tempo e promettiamoci di prenderci cura di noi stessi proprio per dare il meglio con i nostri figli, una passeggiata, un caffè con le amiche, una semplice doccia con calma… sono gesti semplici ma non scontati per mamme e papà.

Vi ho introdotto a questo importante aspetto dello “stare bene” come genitori poiché il periodo appena trascorso lascerà segni indelebili nei bimbi; difficoltà di cui ci accorgeremo soprattutto nel corso della ripresa.

Non voglio allarmarvi, la mia vuole essere una semplice visione della situazione per orientare il modo di porsi verso il futuro.

Il bambino ha bisogno di una socialità con i pari per crescere al meglio, ha bisogno di confronto, di contatto, di prove, di condivisione e tutto questo non è stato possibile per troppo tempo. La difficoltà l’abbiamo percepita noi adulti che attraverso smartphone, pc etc potevamo mantenere un contatto o almeno un’idea di ciò, figuriamoci i piccoli!

Ogni genitore, io ne sono certa, ha cercato di riorganizzare la propria vita per sopperire alle mancanze e si sono creati legami fortissimi tra madre e figlio ancor più forti di prima; le idee e gli input dalle strutture educative non sono mancati, la crescita globalmente parlando non è cambiata ma la socialità aiuta i bimbi sotto molti aspetti dello sviluppo.

Prima di tutto i bimbi vivono di routine e da marzo la routine è stata stravolta e sconvolta; l’aver ricreato nuove routine è già molto utile per una minima stabilità ma la mancanza di socialità soprattutto di pari innesca un meccanismo di fragilità; i bambini hanno bisogno di essere messi alla prova, di avere un proprio spazio, un proprio tempo con altri bambini.

Lo sviluppo cognitivo è essenzialmente un processo sociale. La vita dei bambini è ricca di incontri e la necessità di variare i contesti di apprendimento è fondamentale.
Il periodo trascorso in situazione di emergenza può sembrare breve ma se pensiamo ai ritmi di crescita dei bambini ha occupato buona parte dell’anno, periodo in cui la permanenza in un unico contesto, quello familiare ha limitato notevolmente la possibilità esperienziale al di fuori ma a mio parere non è stato uno stop completo.

Oggi riapriamo gli occhi verso un mondo un po’ diverso, speriamo non per molto, e diamo la possibilità ai bambini di riconquistare a poco a poco quel contatto sospeso.
I timori sono assolutamente umani e fondati ma il bene dei vostri bimbi è ancor più importante, ripartiamo in sicurezza, ma ripartiamo insieme!

E proprio in queste settimane i vostri bimbi avranno la possibilità di tornare alla socialità in modi un po’ diversi da quelli a cui erano ed eravate abituati ma il rientro sarà sicuramente speciale.
Questi nuovi metodi di gestione che hanno limiti solo se ci chiudiamo a un solo punto di vista, esplorando meglio scopriremo quanto la possibilità di una gestione in piccoli gruppi da parte di una sola educatrice o insegnante sia un metodo molto promettente per dare stabilità, ovvero la presenza della stessa figura di riferimento, ma anche per permettere di svolgere attività e sperimentare esperienze che in gruppi più ampi non è possibile proporre.

Il legame familiare consolidato nel periodo di lockdown potrà non soltanto perdurare ma persino fortificarsi ulteriormente, importante per i vostri figli è il sentirsi ascoltati e ciò non significa assecondare richieste ad ogni occasione ma spiegare il perché di determinate scelte o dare motivazioni adeguate al loro sviluppo cognitivo.
Significa condividere con loro momenti semplici ma speciali che non sono necessariamente artefatti, anzi se in quarantena li avete coinvolti nello svolgimento di alcune faccende domestiche perché non mantenere l’abitudine? Apparecchiare la tavola insieme, l’aiuto in cucina, la raccolta differenziata, suddividere i panni da lavare per colore, annaffiare i fiori, … etc.

E’ molto importante per l’autostima e la fiducia in sé stessi portare a termine un compito e svilupparne le capacità con l’esercizio che per i bimbi può divenire un gioco.
Il loro sentirsi parte integrante del sistema familiare li appaga molto e il loro aiuto per voi è prezioso e lo sarà anche in futuro.

Potete anche decidere di prendervi maggior tempo per altri momenti insieme nel week end o nei giorni in cui avete l’intera giornata a disposizione potendo gestire lo scorrere del giorno in modo tranquillo. Non sempre sarà possibile ma provateci.

Non è assolutamente necessario mirare ad essere perfetti anzi spesso è controproducente, ogni persona, ogni famiglia ha un proprio equilibrio e ciò non va mai dimenticato.
La stanchezza, la frustrazione, giornate difficili non devono essere necessariamente viste come ostacoli ma come segni dell’importanza dell’ascoltarsi e del sapersi fermare il mettersi in gioco significa anche impegnarsi ad affrontare anche alti e bassi.

Proprio quando eravamo “bloccati”ci siamo accorti di tutte le risorse di cui siamo dotati e di quanto potesse mancarci la nostra quotidianità, di quanto anche le emozioni negative debbano essere ascoltate provate, sentite e a volte condivise.

E non dimenticate che quello sguardo curioso di un bambino che sembra far finta di non vedere in realtà coglie ancor più in profondità di quanto si possa credere … buon nuovo inizio a tutti!!!

 

Ringrazio per questa condivisione:
Silvia Pezzotti
telefono: 338 927 36 96
Visita il profilo Instagram

La Compaternita

Il mondo dei Podcast sta crescendo sempre di più, le persone di ogni età si avvicinano con più frequenza e curiosità.

Perché?
Da la possibilità di scegliere cosa ascoltare, invece che subire i contenuti radiofonici.

In America alcuni Podcaster sono vere e proprie celebrità, al pari di attori, sportivi o presentatori televisivi.
l’Italia piano piano ci sta arrivando, lasciandosi alle spalle il vecchio concetto di Podcast, ossia la possibilità di riascoltare un contenuto se ci si è persi la diretta.
Oggi nascono veri e propri palinsesti, serie, storie coinvolgenti, approfondimenti sule più svariate tematiche.

Ascoltare Podcast può sembrare inizialmente strano, ma se all’ascolto uniamo una attività, allora il gioco è fatto e il coinvolgimento è garantito.

C’è chi ascolta podcast mentre è in viaggio in macchina, chi mentre fa la corsetta quotidiana, mentre pedala, o semplicemente mentre si sposta da una destinazione ad un’altra.

Ascoltare podcast tramite smartphone ormai è diventato semplicissimo: Apple podcast, Google podcast, Spotify, Spreaker sono solo alcune applicazioni gratuite che permettono di accedere ad un database di contenuti infinito e di ogni genere.
Basta mettere le cuffie e via.

All’interno di questo enorme pianeta, da qualche mese, ha fatto anche il suo ingresso il podcast, La Compaternita

Nato dall’idea di Emanuele papà del piccolo Tommaso, un maschietto che ha decisamente dato un senso alla sua vita, cosa che di sicuro è successa ad ogni papà.

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Ecco come la descrive Emanuele.

LA COMPATERNITA è un podcast che nasce da una considerazione di base: Anche se non siamo più negli anni 50, sembra che i papà siano quelli sempre super impegnati con il lavoro, che abbiamo sempre poco tempo, che vorrebbero seguire meglio i figli ma non riescono.

Da una parte c’è la vita frenetica che ogni giorno affrontiamo, dall’altra c’è il desiderio di essere più vicino ai propri figli, di fare qualcosa per loro, di capire meglio certe dinamiche.

LA COMPATERNITA nasce proprio per questo: in macchina durante i viaggi, mentre corriamo, mentre pedaliamo o siamo in treno; prendiamoci un pò di tempo e impariamo qualcosa di più su come possiamo affrontare le molteplici tematiche che quotidianamente i nostri figli vivono.

LA COMPATERNITA è il club dei papà.

È un podcast che senza prendersi troppo sul serio, fa un pò di chiarezza sulla professione più bella e complicata del mondo, quella del papà.

L’obbiettivo è la creazione e la divulgazione di contenuti finalizzati a crescere come padri, ma il punto cardine che cerco di mettere in ogni puntata è innanzitutto la leggerezza, perchè, non me ne vogliano le mamme, noi maschietti non siamo in grado di sostenere i discorsi complessi dei gruppi delle mamme, delle chat dell’asilo, delle pagine Facebook su come si crescono i figli.
Ci stufiamo subito.

Ho voluto fortemente un podcast lontano dal voler essere il “manuale del perfetto papà”, sono stato alla larga da discorsi troppo impegnativi, seriosi, da argomenti pesanti e complicati, non perchè considero noi papà incapaci di affrontare tematiche di spessore, semplicemente perchè imparare con il sorriso credo sia per noi papà il miglior modo di alleggerire le nostre giornate.

La prima stagione de LA COMPATERNITA è composta da 13 puntate, ne viene pubblicata una ogni 10 giorni, l’ultima sarà online a ferragosto.
Toccheremo tematiche di ogni genere: sesso durante la gravidanza, gadget tecnologici per un super papà, come affrontare al meglio la sala parto, come sconfiggere le maniglie dell’amore post-corona virus, scopriremo se ha senso fare il secondo figlio e tanto tanto altro.

In questi 13 appuntamenti non sarò da solo ma di puntata in puntata mi accompagneranno tanti professionisti in grado di dare autorevolezza e credibilità agli argomenti trattati.

  1.  Perchè l’ho fatto e cosa troverete (on-line)
  2.  Gadget tecnologici per diventare un super papà (on-line)
  3.  Diventare i bomber della sala parto (on-line)
  4.  La piscina e il magico legame (on-line)
  5.  Foto e video con lo smartphone ai vostri figli (on-line)
  6.  Maniglie dell’amore ciao ciao (on-line il 3 giugno)
  7.  Albi illustrati: sognare e crescere (on-line il 13 giugno)
  8.  L’asilo e il ruolo del padre (on-line il 23 giugno)
  9.  Marketing strategico per famiglie (on-line il 3 luglio)
  10. Secondo figlio. Vorrei ma… (on-line il 13 luglio)
  11. I migliori podcast per papà (on-line il 23 luglio)
  12. Viaggiare senza moglie e figli (on-line il 2 agosto)
  13. Sesso e gravidanza, che fatica! (on-line il 12 agosto)

Mi piacerebbe che LA COMPATERNITA diventasse un punto di riferimento per tutti i papà, non solo come strumento di crescita personale, ma anche perchè essendo potenzialmente una comunità popolata da tantissime professioni diverse, sogno che un giorno siano gli stessi papà del gruppo ad aiutarci a migliorarci attraverso molteplici consigli o trucchi che possono venire fuori.

Ascoltare LA COMPATERNITA è molto semplice: innanzitutto c’è il sito web dove è possibile ritrovare tutte le puntate e lo spazio per dire la vostra, scrivermi, proporre o commentare.

Se avete voglia di avvicinarvi al mondo dei podcast, o se già siete ascoltatori abituali, infilate gli auricolari, troverete LA COMPATERNITA su tutte le principali piattaforme:

Non posso pretendere che si generi un senso di appartenenza al gruppo, ma vi invito ad ascoltare qualche puntata, sperando che un giorno ci siano papà che si sentano parte di un club divertente e ricco di iniziative, per la crescita personale e per il buonumore.

Ringrazio per il racconto di questa bella idea
Emanuele Coco

Ecco dove è possibile sentire i podcast della Compaternita:
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Allenarsi a casa: ecco i consigli per ottenere risultati

A casa. Un termine che ci ha accompagnati a lungo in questa emergenza Covid-19 e che ha impattato ogni aspetto della nostra vita: lavorare a casa, fare scuola da casa e, appunto, fare sport da casa.

Se prima questa dell’home fitness era una pratica utilizzata da meno persone, potendo gli altri andare in palestra, in questo periodo storico è diventata l’unica possibilità di mantenersi in forma.

Fortunatamente ad oggi, con le dovute precauzioni, possiamo tornare a scegliere, ma, avendo provato l’esperienza, molte persone continuano ad allenarsi a casa, trovandone benefici, vantaggi e giovamento.

Gli aspetti a favore sono:

  •  ci si allena quando si vuole, anche molto preso al mattino. Molte palestre non sono aperte a quell’ora, e questo ottimizza la giornata per molte persone
  • non si perde tempo in spostamenti
  • ci si fa la doccia comodamente nel proprio bagno, con tutta la privacy e le comodità a disposizione
  • non si ha il problema di aver dimenticato nulla.

Ma allenarsi a casa può essere efficace? Cioè, si ottengono reali risultati con l’home fitness?

La risposta è , ma solo se si attuano tutta una serie di accortezze fondamentali dal punto di vista delle performance.

Innanzitutto c’è da distinguere un aspetto importante alla base della volontà di allenarsi a casa: l’obiettivo.

Sempre che ognuno di noi ne abbia uno specifico, questo è quello che fa la differenza per poter strutturare i nostri allenamenti.

Vogliamo “solo” mantenerci in forma”?
Fare del movimento?
Tenerci attivi?

Oppure il nostro obiettivo è quello di modellarci, strutturare meglio il nostro sistema muscolare, ricomporre al meglio il nostro corpo?

Perché se la risposta è della prima categoria, allora va bene un po’ tutto, senza nessun accorgimento specifico. Pilates, yoga, allenamenti HIIT…allenamenti più o meno aerobici ci terranno freschi, attivi, vascolarizzati. E va benissimo.
Sicuramente meglio di fare “divaning” (la pratica dello stare sul divano).

Obiettivi, costanza e un programma ben strutturato: ecco cosa serve

Ma se il nostro obiettivo è togliere sistematicamente della ciccia (ad esempio), scolpire la nostra silhouette, creare massa magra, migliorare il nostro aspetto estetico e di salute, ovviamente, non possiamo davvero pensare di farlo andando come alla “Corrida”, cioè allo sbaraglio.

Per ottenere risultati e poterli protrarre nel tempo, è di fondamentale importanza, infatti, poter dare ai vostri allenamenti queste caratteristiche:

  1.  devono essere impostati esattamente come una scheda in palestra, che ha una durata specifica di 6 (di solito) settimane e che comprende tot allenamenti che rimarranno quelli e sempre uguali per tutto questo tempo. Quindi no, assolutamente, ad allenamenti presi a caso, in base a “oggi mi va questo” e senza un’impostazione ben definita in termini di tempo e impegno.
  2. La scelta degli strumenti/attrezzi è funzionale al risultato. Si possono fare molte tipologie di allenamento anche senza carichi, ma per la crescita muscolare è importante sapere che, difficilmente, si potranno ottenere buoni risultati senza usare pesi.
  3. Ci vuole tempo, costanza, dedizione. Definire il proprio corpo comporta impegno e non è cosa che si fa in un mese o due. Nemmeno in 3. Per cui, se si è certi di avere impostato un buon programma, o, meglio, di essersi rivolti al giusto professionista per farsi dare delle dritte competenti, il programma non va cambiato ogni 2 settimane. Perché in 2 settimane i risultati non si vedono.
  4. Tenere presente che le donne sono diverse dagli uomini e che, specie dopo il parto, accanirsi con mille mila addominali per farsi andar via la pancia non solo non serve a nulla ma, addirittura, è pericoloso e dannoso per i tessuti muscolari e per il pavimento pelvico.
  5. Non da meno, l’aspetto della nutrizione ricopre un ruolo importantissimo. Non c’è risultato che tenga se a tavola si mangia scorrettamente.

Farsi seguire da un professionista è una garanzia, non retorica

L’aiuto di un professionista è sempre la scelta migliore. Se non altro, si evita di perdere tempo, magari allenandosi in un primo momento come pazzi per poi o trovarsi a non vedere risultati, oppure, a peggiorare la situazione.

Eh, sì, perché questo è uno dei rischi che si corrono quando ci si cimenta nel mondo del fitness senza averne le basi necessarie. Cascare nella rete dei falsi miti del fitness è facilissimo, ci siamo passati tutti.

I più famosi falsi miti

Tra questi, annoveriamo i più noti:

  • più sudo più il mio allenamento è efficace: se fosse vero, basterebbe mettersi in sauna (che è pure piacevole).
  • meno mangio, più dimagrisco. Questo è falso e anche pericoloso. Il corpo non solo è più intelligente e, in carestia, cerca di fare magazzino, ma è anche programmato per distribuire meglio che può le sue risorse. Per cui, deve esserci un corretto apporto nutrizionale che possa correttamente sorreggere lo sforzo dell’allenamento. Non meno e non di più.
  • La tale vip fa questi esercizi e su di lei funzionano. Sì, tu la vedi fare questi esercizi, ma non condivide con te il suo piano di lavoro settimanale. Cosa che, anche se facesse, va bene per lei, ma non per te. Siamo tutti diversi, abbiamo trascorsi fisici e muscolari diversi. Copiare i 4 esercizi che vedete nei video su Instagram del vip di turno non ha davvero senso ai fini del raggiungimento di un risultato.

Tirando le somme…sembrava più facile di quello che realmente è, vero?

È vero che il fitness si basa sulla scienza. L’allenamento si basa sulla scienza e la nutrizione pure. Per questo gli addetti ai lavori hanno competenze più specifiche ma è anche vero che non tutti noi diamo le stesse risposte a parità di stimoli.

Non per nulla esiste un lavoro che si chiama Personal Training. La capacità di valutazione funzionale iniziale risulta quindi determinante ai fini del risultato.

Ringrazio per questo interessante ed utile approfondimento:
Mamma Sportiva ovvero Silvia Segala
Mamma Sportiva, Personal Trainer specializzata in Maternity Fitness, outdoor addicted, Sportland Evangelist
392 008 57 36
silvia@mammasportiva.it
Visita il sito

Specializzata sul mondo femminile e, in particolare, in maternity fitness (gravidanza, post partum e sport coi bambini) potrebbe interessarti approfondire questi argomenti:
Lo sport dopo la gravidanza, tra falsità e miti
Cosa fare per tornare in forma dopo il parto
Addominali in gravidanza e nel post parto: quando e come allenarli

 

Giornata Mondiale dei genitori

Il 1° giugno è la  Giornata Mondiale dei Genitori.

La festa è stata istituita dall’ONU per ricordare che i genitori di ogni razza, religione, cultura e nazionalità sono i primi autentici educatori dei bambini.

Per questo tutti gli Stati Membri sono invitati a onorarli durante la Giornata Mondiale dei Genitori, riflettendo e valorizzando il loro importante compito educativo quale fondamento della società.

Introdotta da soli due anni è di grande rilevanza perchè  pone l’attenzione sull’importanza del ruolo educativo dei genitori.

I genitori, sia biologici che adottivi, hanno in mano il futuro, l’educazione dei loro bimbi!

Il lavoro di genitori chiede sempre grandi e maggiori responsabilità e, a volte o per meglio dire spesso, senza alcun riconoscimento. Tutti i genitori del mondo meritano rispetto e gratitudine. I genitori sono coloro che giornalmente si prendono cura, nutrono i loro figli e sono i modelli per la vita futura (anche se talvolta, purtroppo,  non è così). Sono coloro che guidano i figli e condividono con loro valori e indicazioni sulla vita, li aiutano a crescere e svilupparsi.

E’ di vitale importanza aiutare i genitori di oggi, onorare quelli di ieri che ci hanno aiutato ed insegnato, trasmettere ai giovani di oggi la meravigliosa esperienza dell’essere genitori.

Si dice che il ruolo di  genitore sia il lavoro più difficile del mondo, ed in effetti lo è. Attiva ogni minima particella del corpo e soprattutto mette a ferro e fuoco la sfera emotiva. E’ un “lavoro”, se così si può dire, che non ha orari, condizioni, riposi  e contratti. Quando nasce un bambino, nasce un genitore e questa trasformazione non si ferma più, anzi ogni giorno si consolida e viene forgiata dalla vita. Si tratta in effetti di una vera trasformazione perchè si impara e si cresce coi figli e grazie ai figli, ma è proprio questo il bello.

 

“Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto”

(Carlo Maria Martini)

Giornata Mondiale Genitori 1 giugno

Buona giornata dei genitori a tutti!

Nuovi modi per giocare a…

L’Animatrice Strampalata se ne è inventata una nuova, o meglio ha trovato interessanti varianti un gioco super divertente che certamente conoscete.
È davvero famoso e ci si può divertire veramente tanto.

Il bello è che non serve essere per forza in parecchi amici e in realtà non serve neanche avere tanto spazio, si può fare tutto da seduti.

E’ talmente famoso che non ci si gioca solo in Italia, ma in ogni parte del mondo, anche se con nomi diversi.
I bambini tedeschi dicono “giochiamo a posta silenziosa?”
In Norvegia invece chi vuole fare questo gioco chiede ” Giochiamo a sussurri?”
Gli amici della Croazia come quelli inglesi domandano ” Giochiamo a telefono guasto?”
Avete capito di che gioco parlo?

Esatto il telefono senza fili

Ma come si gioca?

Facciamo un breve ripasso, nel quasi impossibile caso che qualcuno non sappia come funzioni questo gioco.
I giocatori possono mettersi seduti in cerchio oppure in fila uno accanto all’altro.
Si sceglie un amico che da via al gioco, magari il più chiacchierino, o anche un adulto che abbia voglia di partecipare!
Il primo concorrente penserà ad una parola/frase e la dirà sotto voce nell’orecchio dell’amico accanto che a sua volta riferirà quello che ha capito al terzo giocatore.
Così di orecchio in orecchio si arriverà all’ultimo partecipante che ripeterà ad alta voce quello che ha compreso alla fine della catena.

Pensate la frase iniziale “La bambina nuota in piscina” potrebbe arrivare all’ultimo orecchio come “La pallina ruota sulla panchina” oppure “La cugina pancina”.
Immaginate lo stupore e le risate!
E anche un po’ di confusione lo sappiamo, perché nel frattempo qualcuno dice “Ma io ho ripetuto giusto” e qualcun altro “Ho capito solo macchina” e in realtà non era neanche stato detto.

A proposito di cosa sia stato detto o no veramente, in alcuni casi il primo giocatore scrive su un bigliettino la parola/frase pensata e poi lo piega più volte e si passa di mano in mano.
Solo l’ultimo amico dopo aver detto ad alta voce a tutti quello che ha capito aprirà il foglietto per vedere la parola/frase iniziale.

Questa è la versione “classica” che certamente conoscete e a cui avete giocato già mille volte.

Proviamo una nuova versione?

Ora voglio raccontarvi un altro modo divertente per poter fare questo gioco e visto che siamo sempre più abituati alle videochiamate forse lo troverete anche più moderno.
I giocatori si mettono in fila indiana, uno dietro l’altro come fanno le formichine.
L’ultimo della fila picchietta sulla spalla del giocatore davanti a sé e senza parlare gli fa vedere una o più sequenze con una parte del corpo, per esempio schiaccia l’occhiolino sinistro e alza il piede destro, o alza le spalle e piega le ginocchia,….
L’amico deve memorizzare quello che ha appena visto e a sua volta far girare il giocatore che ha davanti per ripetere gli stessi movimenti.
Si arriverà fino al primo della fila e si scoprirà se la sua successione è uguale a quella di partenza.
Se volete potete usare ancora il bigliettino per essere più sicuri che nessuno faccia il furbetto.

Ancora troppo facile?

Tranquilli conosco un modo per rendere tutto ancora più complicato e eccitante, ma serve grande attenzione.
Il primo giocatore inizia facendo un solo movimento anche semplice, come ad esempio un sorriso, il secondo ripete il sorriso e aggiunge qualcosa a suo piacere come grattarsi il naso, il terzo partecipante dovrà quindi sorridere, grattarsi il naso e fare altro.
La catena continua andando avanti così fino all’ultimo che dovrà essere bravissimo e ripetere tutto.

Ma vi ho avvisati, è molto difficile!

Bene è ora che proviate anche voi a divertirvi come più vi piace!

Se scoprite altri modi in cui si può chiamare questo gioco o vi viene in mente un nome nuovo fatemelo sapere che sono curiosa!


Ringrazio per questo divertente idea L’Animatrice Strampalata

L’Animatrice Strampalata – Tanja Agazzi
telefono: 338 213 47 38
mail tanja.agazzi84@gmail.com
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Conosci meglio L’Animatrice Strampalata!

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Il menù di Pasqua al tempo del Coronavirus

Questo tempo sospeso ci permette di vedere e valutare le cose che prima davamo per scontate in modo diverso.

La fretta, la routine, l’essere sempre di corsa di prima non permettevano di dedicare il giusto tempo ed attenzione ai vari momenti della giornata.
Molti bambini, ma anche noi grandi, eravamo abituati a vedere il cibo soltanto nel piatto, come fosse un “oggetto commestibile”.

Un momento della giornata “necessario” ma non sempre vissuto con la giusta consapevolezza, neppure in merito alla quantità di imballaggi e confezioni che buttavamo via, il tempo necessario per la preparazione e il tempo seguente di riordino.

Oggi, certamente, il pasto assume un peso diverso.

Nell’essere costretti a casa possiamo riscoprire la gioia di condividere momenti più dilatati.

Il tempo e le energie per fare la spesa di tutta la settimana ha un peso e un sapore tutto diverso, così come le operazioni per pulire la verdura ed il pesce.

Magari abbiamo riscoperto la soddisfazione nell’applicarci a preparazioni più articolate e dai tempi lunghi come fare gli gnocchi, la pasta in casa e la pizza o, ancora, preparazioni a base di legumi.
O ancora siamo riusciti a realizzare quella famosa ricetta che da tanto tempo avevamo archiviato nella speranza di trovare il momento giusto per provarla.
Oltre a tutto questo poi c’è anche il risveglio della fantasia e della creatività, anche data dall’esigenza.

Quante ricette hai adattato scoprendo una nuova versione che ti piace ancora di più?
Capita anche questo, dovendo ridurre al minimo le uscite capita di apportare variazioni interessanti e sorprendenti a come si è sempre cucinato.

Ecco che allora questo tempo diventa un’occasione per ritornare a condividere “il tempo”, quello per conoscere e capire, quello per acquisire competenze, quello per guardarsi in faccia e parlare, quello per far emergere pensieri ed emozioni.

Ed è in questo tempo sospeso che il cibo potrebbe torna ad assumere la valenza di un bene, che nutre il corpo, la mente e le emozioni e non più un momento da gestire nella fretta.
In questi giorni il cibo ha un indiscutibile potere consolatorio.
Non c’è nulla di male a coccolare un po’ il palato, purché lo si faccia con moderazione, senza cedere al cibo scadente o sbilanciato.

Alcune preparazioni sono quindi indubbiamente più nell’ottica di essere nutrimento del corpo e dell’anima più che soddisfazione di un bisogno.

Ti lascio alcuni esempi:
• yogurt naturale con la frutta fresca per merenda
• biscotti usando farine semi-integrali (biscotti di avena) e farina di mandorle (per ridurre burro e zucchero) per colazione,
• crema all’arancia come dolce a fine pasto

Cosa fare per Pasqua e Pasquetta?

Le feste sono spesso sinonimo di grandi pasti, quasi abbuffate. Anche la Pasqua 2021 avrà un sapore tutto diverso e intimo.
Ecco una proposta di menù da elaborare in questi giorni, insieme anche ai piccoli.

Idee per il menù di Pasqua

I piatti unici:

  • pasta integrale fresca da condire a scelta con una di queste proposte:
    – con feta e noci
    – piselli (freschi di stagione) e gamberetti
    – alla carbonara
  • polenta e baccalà  oppure polenta ed involtini classici
  • risotto con crescenza, limone e rosmarino
  • crespelle al taleggio DOP

I secondi:

  • scaloppine di coniglio alla senape
  • hamburger con maionese (fatta in casa)
  • pollo al curry
  • cosce di pollo con capperi e olive
  • involtini di pesce spada

I contorni:

  • asparagi
  • carciofi
  • insalata russa (tutta fatta in casa)
Idee per il menù di Pasquetta

Immancabile per Pasquetta la classica torta Pasqualina o uova lesse accompagnate da asparagi o Erbazzone o Strudel di verdure.

E i dolci?

A Pasqua certamente la classica colomba e l’uovo di cioccolato fondente, a Pasquetta.

Meglio non finire tutta la cioccolata delle uova in due giorni!

Gli avanzi diventano la base per preparare una torta caprese all’arancia candita, oppure croccante al sesamo con cioccolato fondente e ancora tortino al cioccolato fondente con crema alla vaniglia.
Tutte queste ultime ricette sono con la cioccolata fondente avanzata dall’uovo perché la colomba diventerà un’ottima colazione per il risveglio del mattino.

Ovviamente sono consigli di preparazioni da fare nei giorni successivi, occorre dare tempo al nostro organismo di riprendersi dai giorni di Festa.

Ti riassumo qui le idee di alcuni menù di Pasqua e Pasquetta con la lista della spesa!
Cliccando sull’immagine dei ogni singola lista della spesa puoi ingrandire l’immagine.

Da questo pulsante puoi scaricare il pdf completo con tutti i menu e liste della spesa!
Scarica QUI i menu e le liste della spesa di Pasqua e Pasquetta

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Ringrazio per i consigli e le indicazioni

Dott.ssa Paola Cavagnoli
Dietista e nutrizionista presso www.spaziolalibellula.it
Paola.cavagnoli@gmail.com
328 136 38 62

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