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Anno: 2016

Si riparte?? Si riparte!

C’è chi si gode gli ultimi giorni di vacanza e chi corre a fare gli acquisti per il materiale scolastico, ma settembre è ufficialmente iniziato e in un battibaleno arriverà il primo giorno di scuola, ormai manca davvero poco, tanto che le vacanze sembrano un ricordo lontano, soprattutto per chi è partito all’inizio dell’estate.

Pronti a ripartire?

Ogni nuovo inizio ha in sè un mix di voglia, paura, speranze, ansie, timori, slanci,…. in qualsiasi ordine scolastico si entri. Ancor di più se a giugno si è concluso un ciclo e questo settembre sia sinonimo o della prima conoscenza con il mondo della scuola o il passaggio ad una scuola nuova. L’energia della novità è fortissima.

I bimbi sono agitati, ma anche noi genitori, ammettiamolo. E’ bello vedere crescere i propri figli, ma  il primo giorno di scuola è un momento di “scontro” con la realtà perchè da la misura di quanto stanno crescendo, eppure sembrava solo ieri che iniziavano a gattonare…sembra incredibile!

Non preoccupatevi troppo se non avete ancora tutto, spesso è meglio attendere le indicazioni degli insegnati che realmente seguiranno la classe per evitare spese inutili.

Se i bimbi entrano per la prima volta a scuola, quindi entrano alla scuola materna potrebbe essere di aiuto leggere con loro dei libri che li aiutino a vivere con serenità il momento del distacco per l’inserimento nella nuova realtà. Ecco allora una lista di 10 libri che sono proprio utili

Per gli studenti che già vanno a scuola pare proprio che da questo settembre cambierà il metodo di valutazione , non più numeri ma lettere.

Per iniziare sereni la scuola ecco qualche consiglio per una buona ripartenza.

Andrà tutto bene e comunque Bresciabimbi è sempre al vostro fianco!

Cosa è successo in estate?

L’estate che ci stiamo lasciando alle spalle è stata molto intensa per Bresciabimbi. Da tempo erano in cantiere alcune idee che finalmente hanno trovato spazio per essere realizzate. E così la grafica è in continua evoluzione per rendere sempre più piacevole utilizzare il portale, ma soprattutto è finalmente attiva una bella novità: è possibile selezionare gli eventi per zona. La provincia di Brescia è stata divisa in macrozone: Brescia città, Hinterland, Bassa Bresciana, Valle Camonica, Valle Sabbia, Val Trompia, Valtenesi e lago di Garda, Franciacorta e lago d’Iseo. Cliccando sulla cartina presente nella pagina del calendario è possibile ottenere il filtro degli eventi di quella specifica zona. In ogni caso, se non sapete dove andare, resta sempre attivo il calendario generale per vedere tutti gli eventi disponibili.

Resta sempre valido l’invito per tutti a segnalare eventi e attività che non sono presenti nel portale, per questo è stata predisposta una simpatica infografica e arricchito il modulo da compilare online per comunicare le informazioni, dove è possibile allegare direttamente la locandina dell’evento.

Tanti piccoli step sono stati spuntati dalla lista in attesa sulla scrivania per permettervi di utilizzare sempre di più e al meglio il portale.

E se non lo avete ancora fatto è tempo di iscrivervi alla newsletter! E’ facile, veloce e gratuito e vi permette di ricevere aggiornamenti e anticipazioni interessanti.

Buona ripartenza a tutti!

 

 

 

 

Suona la campanella e si rientra… consigli per una “buona ripresa”

Suona la campanella e si rientra ..alcuni consigli per una “ buona ripresa “

Dott.ssa Annalisa Croci

 

Dopo mesi di vacanza i tempi sono diventati flessibili e le richieste scolastiche sono diminuite lasciando spazio al gioco; il rientro a scuola perciò potrebbe risultare pesante generando tensione nel riprendere in mano i libri, sia per i bimbi che per i genitori.

E’ arrivato il momento della ripresa scolastica: suona la campanella e tutti rientrano fra i banchi; tutti sono coinvolti: insegnanti, bambini e famiglie.La ripresa di una quotidianità, sopita dalle lunghe vacanze estive, porta così alla luce vari aspetti ; ad esempio la gioia del ritrovarsi con i compagni, ma anche ansia, confusione per i preparativi e la curiosità per il nuovo anno scolastico.

Come per gli adulti il lavoro occupa molto tempo e pensieri, anche per i bambini la scuola è un’attività che copre l’intera giornata e i momenti liberi in cui si devono svolgere i compiti; occupa così un posto di rilievo che include aspettative, paure e soddisfazioni.

E’ importante quindi saper gestire al meglio quest’onda emotiva per non trovarsi di fronte ad un carico di stress “ anticipatorio “. I bambini infatti vanno accompagnati e sostenuti amorevolmente aiutandoli a far emergere le loro emozioni, anche quelle negative poiché esse possano essere espresse, comprese e risanate. Lo stato emotivo più frequente all’inizio della scuola è l’incertezza e la curiosità per ciò che accadrà, la paura per il nuovo; questo passaggio quindi deve essere vissuto con tranquillità, così il bambino può associare alla scuola un’idea positiva e un senso di serenità che lo aiuterà a trascorre bene tutto l‘anno.

Ecco alcuni consigli per una buona ripresa:

reintrodurre orari adeguati almeno la settimana prima che inizi la scuola ( orario per coricarsi la sera e la sveglia della mattina ).

Avere attenzione per una sana alimentazione, spezzettando una o due merende leggere nella giornata, evitando che il bambino si abbuffi per tutto il giorno.

Se la scuola è nuova sarebbe utile accompagnarlo qualche giorno prima per far vedere il tragitto e come si presenta la scuola, cercando di essere fiduciosi e rendendo conosciuto l’ambiente che dovrà affrontare all’inizio dell’anno scolastico.

Consiglio utile :

informarsi sugli orari di inizio lezioni e sui rientri pomeridiani, alcune scuole la prima settimana hanno un calendario diverso, pertanto è bene esserne a conoscenza per potersi organizzare a tempo e comunicare il tutto anche al bambino.

 

Se il piccolo appare svogliato e non pronto all’inizio è possibile mostrare , da parte del genitore, entusiasmo puntando sul fatto di ritrovare compagni o insegnati a cui si è affezionato, sottolineare le varie attività che la scuola offre durante l’anno.

 

Ultimo consiglio, ma forse quello più importante: il primo giorno è “ sano “ che il genitore o entrambi accompagnino il figlio a scuola-asilo, specialmente se molto piccolo; dimostrandosi fiduciosi rispetto alluogo  in cui lo lasciano. Talvolta il distacco e l’inserimento sono un vero tasto dolente per i bambini, da ciò si possono manifestare nei giorni seguenti condotte d’evitamento per la scuola, è importante quindi dedicare tempo e attenzione in questa fase.

 

Buon inizio !

Dott.ssa Annalisa Croci

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

www.ascoltopsicologo.it

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Come gestire con serenità l’arrivo di un neonato e la presenza di amici a quattro zampe in casa.

Come gestire con serenità l’arrivo di un neonato e la presenza di amici a quattro zampe in casa.

Babies and Dogs……is love…

Molti proprietari di cani che stanno per diventare genitori, sono preoccupati da come il loro amico a quattro zampe possa reagire all’arrivo del neonato.

Effettivamente un bimbo, con i suoi ritmi e le sue esigenze, sconvolge la vita dei genitori e, di conseguenza, anche quella del cane di casa. Inoltre, lo stile di vita della famiglia tende a cambiare radicalmente e spesso il cane vede ridursi drasticamente il tempo dedicato a lui: le passeggiate sono più corte, i momenti di gioco e d’interazione si riducono in frequenza e durata. Perciò, in previsione della nascita del neonato, bisogna fare in modo che il cane impari a conoscere i bambini gradualmente e in modo corretto, associandoli sempre ad esperienze positive.

Quando il bambino arriva a casa, è bene non diminuire la quantità di attenzioni riservate al cane e premiare sempre (con carezze, premi in cibo e giochi ) l’amico a quattro zampe, quando rimane tranquillo . In questo modo, nella sua mente, si creerà un’associazione positiva con l’immagine del bambino. Proprio a tale scopo, evitiamo di punire il cane in presenza del bimbo, altrimenti si rischia, al contrario, un’associazione negativa.

Allo stesso modo, evitiamo di allontanare l’amico a quattro zampe quando tenta un approccio con il bambino: cerchiamo piuttosto di far stare il cane nella stessa stanza con il bimbo, tenendolo magari impegnato con qualche gioco interattivo riempito con del cibo (si tratta di giocattoli che stimolano la mente, il fiuto e la masticazione). Al contrario, se il cane si nasconde o si allontana dal bimbo, non costringiamolo per forza a stare in sua presenza. Se prima dell’arrivo del piccolo il cane era abituato a stare sul divano con voi a guardare la tv, continuate il più possibile a farlo, non allontanatelo da tutte le abitudini che aveva con voi, se no assocerà il bimbo all’allontanamento di tutti i suoi privilegi!

Naturalmente, è sempre necessario supervisionare le interazioni tra cani e bambini, perché anche l’amico a quattro zampe più tranquillo, se disturbato eccessivamente, potrebbe reagire in modo aggressivo per difesa e, comunque, anche giocando, potrebbe fare involontariamente del male al bambino.

Quando non è possibile supervisionare le interazioni tra cane e bambino, perché stiamo preparando il pranzo o altro, allora è preferibile tenerli separati; allo scopo si possono usare dei piccoli cancelli per dividere gli ambienti oppure si può tenere il cane in un altra stanza o in giardino. Se, però, il cane non era abituato a stare all’esterno, non lasciatelo tutta la giornata fuori, si sentirebbe abbandonato, potrebbe piangere oppure cercare continuamente di entrare dalla porta o dalla finestra!

È, inoltre, bene evitare che il bambino tocchi le cose del cane, come la ciotola, la cuccia e i giochi. A questo scopo collochiamo la cuccia in una zona della casa tranquilla e inaccessibile al bimbo. Un cane non correttamente socializzato (significa non abituato fin dalla più tenera età a convivere con i bambini piccoli, lasciato a vivere in un recinto, alla catena o in giardino, lontano dalla famiglia) indipendentemente dalla razza, può non riconoscere un bambino piccolo come appartenente alla specie umana. Un bambino piccolo, infatti, ha proporzioni fisiche diverse da quelle di un adulto umano, emette strilli e versi differenti da quelli di un adulto, si muove a scatti, corre, sgambetta e cade.

Bisogna ricordare che i cani non sono né “buoni”, né “cattivi”.

Sono cani. Il cane non ha un senso morale, non ha una cultura, non ha leggi. E’ un animale e si comporta secondo il proprio etogramma. Si comporta anche secondo l’educazione che ha ricevuto… ed esistono indubbiamente razze (o tipologie) più o meno reattive, più o meno possessive, più o meno mordaci… ma tutti i cani sono tendenzialmente “buoni”, dal punto di vista morale (nostro).

Purtroppo, anche il cane più dolce del mondo, in certe condizioni, può mordere.

Dire“ho lasciato mio figlio da solo con quel cane perché so che è buono” non ha alcun significato, perché il cane può reagire mordendo ad un’infinità di stimoli: il dolore (vedi tirate di coda, dita negli occhi e altre cose che i bambini piccoli a volte compiono in assoluta innocenza – perchè neppure loro hanno ancora ben chiaro i concetti di “giusto” e “sbagliato” – ma che fanno male al cane lo stesso); la difesa del cibo o anche solo di un oggetto (palline, ossetti ecc.); fraintendimento di atteggiamenti amichevoli/giocosi che il cane scambia per minacciosi; suoni che lo infastidiscono (i bambini strillano spesso e volentieri) eccetera eccetera.

Non fate quegli errori del tipo: “ Il cane è bravissimo, si lascia fare di tutto!”. Frasi come questa hanno conseguenze a volte molto pesanti, per il bambino…. ma anche per il cane. Un cane che morde perché ha sentito fastidio e/o dolore è “cattivo”? Neanche per idea: è un cane, che, ricordiamolo, non ha nessunissima arma di difesa al di fuori dei denti, quindi usa quelli. Anche il bambino di due anni per difendere i propri giochi potrebbe arrivare a mordere l’amichetto!

Un bimbo piccolo, al cospetto di un cane, può, e sicuramente lo farà, se non c’è supervisione:

1. infilare un dito in un occhio del cane o in un orecchio o in bocca ;
2. agguantare la pelliccia pizzicandola malamente e strappare i peli;
3. pestare una zampa o la coda;
4. può montare il cane come se fosse il cavallo;
5. toccare un punto dolorante del cane.
6. contendere o appropriarsi di un osso, di un giocattolo suo che il cane vuole, o di un gioco del cane lasciato per terra;
7. entrare nello spazio fisico che il cane considera suo;
8. mettere le mani nella ciotola del cane.

A tutte queste azioni, il cane può rispondere con aggressività “territoriale” o di dominanza.

Non lascerei mai un cane e un bambino piccolo da soli, perché so che esiste una remota possibilità che un gioco innocente possa trasformarsi in un gioco mortale.

La supervisione dell’adulto impedisce al bambino di stressare il cane. Tutti i cani e i bambini devono essere educati al reciproco rispetto e convivenza.

Quindi, il rapporto tra cani e bambini è sicuro quando è mediato da un adulto responsabile che impedisce al bambino di disturbare il cane.

I bambini che crescono con gli animali domestici (cani, gatti, uccellini…), hanno sicuramente una capacità empatica maggiore, capacità di leggere, comprendere le emozioni e i comportamenti altrui, proprio perchè allenati, fin dalla più tenera età, all’osservazione di un essere vivente ricco di bisogni fisici, ma anche psicologici come un animale, e difficilmente interpretabili. I benefici sono, quindi, a livello psicologico ed educativo; interagire con l’animale mette in moto il desiderio di curare un altro essere vivente, di sperimentarsi in una relazione. A livello educativo, insegna ad attendere i tempi dell’altro e la virtù della pazienza. Inoltre, ci sono benefici fisici legati all’attività motoria che il bambino può fare insieme al suo amico a quattro zampe, nonché attività sociali. Un bimbo, insieme al suo animale cattura sempre l’attenzione e suscita simpatia immediata.

Queste indicazioni sono rivolte a chi già possiede un cane prima dell’arrivo del figlio.

In caso contrario, ovvero, quando si decide di prendere un cane dopo la nascita di uno o più figli mi sento di consigliare un’accurata riflessione. Certo che è bello avere un cane e godere delle sua compagnia, ma proprio perchè nessuno abbia problemi, ovviamente anche il cane necessita una attenta autovalutazione dei propri comportamenti e delle proprie possibili capacità!

 

Dott.ssa Mariateresa Bertazzoli

Docente di Psicologia e Pedagogia

Consulente Pedagogica

mariateresabertazzoli@gmail.com

Buone vacanze!

Buone vacanze!

Il mese di agosto da sempre è sinonimo di vacanze.

Purtroppo per  molti resta un mese lavorativo uguale agli altri, forse per questo pesa ancora di più lavorare ad agosto. Il caldo, il sole, le belle giornate non sono certo un buon incentivo a restare dietro ad una scrivania, al computer, dietro un bancone,… o qualsiasi sia il lavoro in questione.

Fisiologicamente si ha bisogno di una pausa. Serve per staccare la spina, vuotare la mente e ancora di più rilassarsi per poter riprendere le energie giuste.

Inoltre tempo delle vacanze permette quella libertà che altrimenti non si ha: i bambini sono a casa da scuola per un tempo lungo e sono liberi dagli impegni e dagli stress quotidiani. Per questo l’estate, e le vacanze, sono il momento ideale per andare via che sia  mare, montagna, campeggio poco importa. Quello che conta è buttarsi in un’avventura nuova. Le occasioni poi sono moltissime:si può andare al museo, al lago, a visitare le città d’arte, si sistema casa, si prova uno sport nuovo o si va all’avventura, si va in piscina o a fare picnic in un bosco…..l’unico limite è la vostra fantasia e la vostra voglia di avventura, o la stanchezza accumulata.

Qualsiasi sia la vostra idea di vacanza l’augurio di Bresciabimbi è che sia davvero vacanza: fermarsi dalla frenesia di tutti i giorni e dedicarsi alla propria famiglia.

Anche Bresciabimbi si prende un periodo di vacanza, dopo tanti cambiamenti ed avvicendamenti una pausa è doverosa. Finora è stata un’estate molto operosa,il restyling grafico è in continua evoluzione, la facilità e la comodità sono due cardini fondamentali tanto che ora è possibile scegliere quale zona della provincia di Brescia visitare.Proprio così gli eventi del calendario sono filtrabili per zona. Se però non sapete dove andare il calendario generale è sempre disponibile. E’ facile, basta un clik sulla zona desiderata e si aprono gli eventi solo della zona selezionata.

Valle Camonica Franciacorta e Lago d'Iseo Bassa Bresciana Brescia città e hinterland Val Trompia Valle Sabbia Valtenesi e Lago di Garda Consulta il TUTTO calendario

Se vi fermate in città il calendario resta sempre attivo ed aggiornato, ma se vi spostate allora seguite i consigli del network Time4kids di cui Bresciabimbi fa parte per scoprire le proposte per bambini presenti nelle altre città d’Italia.

Buone vacanze!

Domande frequenti e risposte sulla conservazione cordone ombelicale

Domande frequenti e risposte sulla conservazione cordone ombelicale

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Chi è abilitato ad eseguire il prelievo di cellule staminali cordone ombelicale? Cosa succede nel caso di parto gemellare? Scegliendo di partorire in casa è ugualmente possibile conservare le staminali del cordone? Tanti dubbi per le mamme che si informano sulla conservazione del cordone e cellule staminali; tante domande a cui dare risposta.

Vantaggi e problemi legati alla conservazione privata del cordone ombelicale: quali sono?

Uno dei principali vantaggi della conservazione privata consiste nella possibilità di disporre del campione immediatamente in caso di bisogno; c’è poi la totale compatibilità con il bambino di queste cellule provenienti dal suo cordone. I problemi invece derivano dalla possibilità che il sangue, o più precisamente le cellule al suo interno, non siano sufficienti per effettuare il trapianto e per fare in modo che esso abbia un esito positivo in rapporto al peso del ricevente. Numerose ricerche scientifiche hanno però portato alla possibilità di aumentare in vitro il numero delle cellule staminali disponibili per il trapianto, superando così il problema.

Chi può effettuare il prelievo del sangue dal cordone ombelicale subito dopo il parto?

Le figure abilitate per eseguire l’operazione del prelievo sono infermieri, ostetriche e medici ginecologi. Con la scelta di partorire in casa è ugualmente possibile conservare le cellule staminali del cordone? La risposta è positiva ed è possibile conservare il sangue cordonale consegnando il kit di prelievo all’ostetrica che vi assisterà durante il parto. Tale kit sarà fornito dalla vostra banca del cordone ombelicale insieme alla documentazione riguardante il procedimento da seguire per il prelievo.

E in caso di parto gemellare? Come si procede per conservare il cordone ombelicale?

Se i gemelli sono omozigoti è possibile effettuare un unico prelievo in quanto le cellule staminali cordonali sono compatibili al 100% con tutte e due i gemelli; per i gemelli eterozigoti invece, occorre effettuare un doppio prelievo e una doppia conservazione.

Come stabilire la compatibilità delle cellule staminali con gli altri membri della famiglia? Nel caso in cui un membro della famiglia, ad esempio un fratello, necessiti delle staminali conservate come si procede?

Le probabilità che il campione sia compatibile con i familiari diminuiscono con il diminuire del grado di parentela tra il donatore e il soggetto ricevente. In particolare i genitori hanno una probabilità di risultare compatibili che può arrivare fino al 50%, mentre tra fratelli la percentuale di compatibilità scende fino al 25%

 

Saranno degli esami specifici, chiamati di tipizzazione HLA (Human Luekocyte Antigen) a determinare la compatibilità tra le cellule conservate e il ricevente. La primissima tipizzazione può essere eseguita già al momento della crioconservazione prelevando una piccola quantità del sangue del cordone, ma anche successivamente, attraverso un semplice prelievo di sangue. Se la tipizzazione di base conferma la compatibilità si passa all’analisi del DNA e in ultima battuta all’analisi MLC (Mixed Linfocyte Culture) che sancisce definitivamente il grado di compatibilità.

 

Per informazioni: www.sorgente.com

I segreti di una serena prima gravidanza

I segreti di una serena prima gravidanza

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

La prima gravidanza porta con sé grandi emozioni ma spesso anche tante paure e dubbi nella futura madre.

Ci sono degli accorgimenti che ogni donna in dolce attesa dovrebbe adottare per tutelare la propria salute e quella del bimbo, come seguire uno stile di vita sano e sottoporsi a tutti i controlli ginecologici e ai test di screening prenatale.

L’alimentazione è sicuramente la prima cosa a cui una donna incinta deve prestare attenzione. Una dieta sana ed equilibrata permette di assimilare i giusti nutrienti e in quantità necessaria per garantire la normale crescita del feto. Inoltre un’alimentazione adeguata serve anche a fornire il giusto apporto di energia al fisico della mamma, sottoposto ad enormi cambiamenti e fatiche durante tutto l’arco della gravidanza.

Attenzione va rivolta anche alla quantità di cibo e calorie assunte: esagerare non fa bene. Un aumento eccessivo di peso può infatti favorire l’insorgere di numerose patologie, anche gravi, come il diabete gestazionale.

Probabilmente scontato ma mai ribadito a sufficienza è il concetto che in gravidanza sarebbe bene bandire del tutto sia fumo che alcol. Infatti ciò che viene assimilato dall’organismo della mamma viene poi trasferito al feto e per questo motivo i ginecologi raccomandano di smettere di fumare e di assumere bevande alcoliche. Queste sostanze potrebbero portare danni all’apparato respiratorio del bambino e le bevande alcoliche, quando assunte in eccesso, possono portare allo sviluppo della sindrome fetale alcolica, un disturbo che può arrecare danni molto seri al feto, sia di tipo fisico che mentale. Il fumo, inoltre, porta ad una minore pressione sanguigna, per cui il circolo di sangue materno verso il feto è diminuito e ciò può favorire un parto pretermine.

Ogni donna in gravidanza dovrebbe poi ricordarsi che è nella scelta dei farmaci da assumere è meglio evitare le decisioni perse in autonomia e il “fai da te”. È infatti buona prassi consultare sempre il ginecologo per accertarsi su quali siano i farmaci giusti per contrastare alcuni disturbi senza avere effetti collaterali sul feto. In particolare, le donne che seguono una terapia farmacologica quotidiana non dovrebbero interromperla ma consultare subito lo specialista per verificare l’eventuale necessità di variarla.

Appena accertato lo stato di gravidanza, la futura mamma dovrebbe effettuare test di screening prenatale e specifici esami del sangue per verificare se siano presenti infezioni e malattie virali, e che permettono anche di stabilire se la gestante sia immune a rosolia e toxoplasmosi, malattie che, se contratte in gravidanza, possono essere pericolose per il piccolo. Solitamente tutti questi esami del sangue vengono svolti nei primi mesi di gravidanza nel corso dei test di screening prenatale consigliati dal ginecologo.

L’età della gestante (superiore ai 35 anni 1 )  e la presenza in famiglia di determinate patologie genetiche potrebbero influenzare la salute del bambino in arrivo aumentando la probabilità che sia affetto da difetti cromosomici. Il ginecologo o uno specialista in genetica sapranno consigliare la madre su quali test di screening prenatale effettuare per verificare lo stato di salute del bambino.

Sottoporsi agli esami di screening e diagnosi prenatale è dunque una tappa fondamentale nella gravidanza. Tramite test prenatali diagnostici di tipo invasivo, quali amniocentesi e villocentesi, è possibile avere una diagnosi sullo stato di salute del feto. Tuttavia tutti i test diagnostici invasivi hanno un rischio di aborto pari all’1% 1 .

Alcuni esami di screening prenatale non invasivi, che non hanno quindi alcun rischio di aborto, hanno un’elevata affidabilità nella rilevazione della Sindrome di Down e altre anomalie genetiche e cromosomiche. Tra questi test rientra il test del DNA fetale. Tale test viene effettuato analizzando i frammenti di DNA del feto circolanti nel sangue materno; dall’analisi di questi frammenti è possibile scoprire se il bambino abbia anomalie cromosomiche o mutazioni genetiche; tali anomalie vengono rilevate con un’affidabilità pari al 99,9% 2 .

 

Per sapere in cosa consiste il test del DNA fetale visita il sito www.testprenataleaurora.it

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche- Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Pacunaimba – L’avventuroso viaggio di Santo Emanuele

Santo Emanuele è il giovane aiutante del sindaco di Lancastre, un tipo eccentrico e truffaldino.

Le elezioni sono imminenti, il paese è in subbuglio e, per essere rieletto, il primo cittadino ha bisogno del prezioso voto di un lontano parente di Santo Emanuele, disperso da anni nel grande Brasile.

Con la testa che torna sempre alla dolcissima collega Mara, l’ingenuo e sprovveduto impiegato si imbarca in un avventuroso viaggio all’insegna della meraviglia e il Brasile, tra gli imponenti alberi del mato e le baracche di fango e di lamiera delle favelas, si rivela uno specchio magico che riflette un’immagine nuova di Santo Emanuele, molto diversa da quella che ha sempre visto.

Dall’autore di Storia di una matita un romanzo magico e visionario che intreccia poesia e comicità e ci regala il racconto di un viaggio straordinario da un sud Italia sospeso tra cielo e mare a un Brasile selvaggio e seducente.

Narrativa per ragazzi

Bullismo: conoscerlo per affrontarlo

Bullismo: conoscerlo per affrontarlo.

Come molte delle parole che oggi sono entrate a far parte del nostro vocabolario quotidiano, la parola “bullo” è un’italianizzazione del termine inglese “bully”, che viene utilizzato per indicare qualcuno che opprime o perseguita una persona, solitamente più debole.

Questo fenomeno, benché sia di forte attualità, è in realtà di lunga data e non è raro trovare nelle storie adolescenziali o infantili di ognuno di noi un “bullo” o ricordarci di quelle volte in cui magari siamo stati noi stessi bulli con i nostri compagni. Si pensi anche a quante storie si possono ritrovare a livello di letteratura o cinematografia che affrontano questo “antico” fenomeno, come Rosso Malpelo di Verga o Gran Torino di Clint Eastwood. Solo in epoca recente però la nostra attenzione è stata particolarmente attirata da questo problema sociale, sia per i numerosi fatti di cronaca ma soprattutto grazie a degli studi che hanno dimostrato quali possono essere le conseguenze psicologiche per le persone che hanno subìto tali prevaricazioni. Tra questi, uno studio pubblicato dall’American Journal of Psichiatry è stato il primo che ha approfondito le conseguenze del bullismo oltre la prima età adulta. E’ stato evidenziato che tra le possibili ripercussioni sperimentate da persone precedentemente vittime di bullismo vi sono peggiori condizioni di salute fisica e psicologica, un aumentato rischio di depressione, disturbi d’ansia e pensieri suicidi. Oltre a ciò, questi tipi di traumi possono influenzare negativamente le relazioni interpersonali e la qualità generale della vita anche a molti anni di distanza.

Per quanto riguarda la situazione italiana, i dati Istat, pubblicati a dicembre 2015 che si riferiscono all’intero 2014, sottolineano che poco più del 50% degli ragazzi compresi tra gli 11 e i 17 anni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze. Il 19,8% è vittima assidua di una delle “tipiche” azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese.

Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale. Le prepotenze più comuni che sono state rilevate consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%), aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%). Il 16,9% degli intervistati è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, cioè caratterizzato da una relazione vis a vis tra la vittima e bullo e il 10,8% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze di tipo diretto e indiretto (rispettivamente 16,7% e 14%). Al contrario, tra i maschi le forme dirette (17%) sono più del doppio di quelle indirette (7,7%).

Ma che cos’è veramente il bullismo? Come facciamo a distinguerlo dallo scherzo che solitamente caratterizza le relazioni soprattutto tra adolescenti?

Olweus (1986;1991)) ha scritto: “Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”. Un’azione si può definire offensiva, come per quanto riguarda le condotte più aggressive, quando una persona arreca intenzionalmente danno o un disagio ad un’altra. L’offesa può avvenire sia attraverso atti fisici più o meno violenti (botte, spintoni, calci) sia verbali come ingiurie, rimproveri, prese in giro. Stante questa definizione, è vero che ogni singolo atto di questo genere potrebbe essere chiamato “bullismo”, ma è altrettanto vero che nella pratica comune si tendono ad escludere fatti meno gravi ed occasionali e ci si concentra invece maggiormente su quei comportamenti che hanno carattere di continuità e di persistenza nel tempo. Questo rappresenta un fattore estremamente importante per discriminare cosa è bullismo da cosa non lo è. E’ inoltre importante sottolineare come, all’interno del repertorio comportamentale del bullo ci possono essere manifestazioni più visibili, come gli attacchi diretti alla vittima, spesso più osservabili nei maschi, e altre meno esplicite ma non meno pericolose, come ad esempio agli atti di isolamento sociale e di intenzionale esclusione dal gruppo, più tipici tra le femmine.

Il bullo e la vittima possono essere sia individui sia gruppi di persone. Solitamente si parla di bullismo qualora vi sia un’asimmetria nella relazione tra bullo e vittima, mentre ciò non avviene quando è presente una maggiore parità a livello di forza fisica o psicologica. In questo caso non si può parlare di un atto di bullismo, perché è in scena una relazione alla pari, in cui non c’è prevalenza di un individuo, ma un’alternanza di ruoli tra vittima e persecutore. Non possiamo parlare di bullismo inoltre quando rileviamo comportamenti molto gravi che si configurano come reati perché in questo caso si parla di atti anti-sociali e devianti.

 

Scopri di più sul bullismo leggendo anche:

Bullo, vittima, gregari e spettatori: gli attori del bullismo

Cosa possono fare i genitori?

Dott.ssa Maura Cavana – Psicologa

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

maura.cavana@gmail.com

feramre il bullsimo, cosa possono fare i genitori

Bibliografia:
Bullismo a scuola, D. Olweus, 1996
http://www.stateofmind.it/2014/11/bullismo-conseguenze- eta-adulta/
http://www.stateofmind.it/2015/06/aggressivita-proattiva- reattiva-bullismo/
http://www.istat.it/it/archivio/176335

Conservare privatamente e richiamare il campione in Italia è legale e consentito ecco perché

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

Conservazione privata del sangue cordonale: il rientro in Italia del campione

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

La conservazione cordone ombelicale è fonte di dubbi (anche a causa della circolazione di informazioni non corrette), circa il rientro in Italia per fini terapeutici del campione prelevato e consegnato ad una biobanca per la conservazione privata. Vediamo cosa dice la legge.

Nell’Unione Europea il prelievo, la conservazione e la circolazione dei campioni di sangue cordonale sono regolati da norme di legge specifiche1 che stabiliscono che questi debbano essere prelevati seguendo una certa procedura, da persone qualificate e presso una struttura accreditata. Dopo aver prelevato il sangue, il campione va inviato a un istituto di tessuti affinché ne assicuri la tracciabilità e lo conservi correttamente.

Questo istituto in caso di necessità terapeutica consegnerà il campione al centro sanitario, dove sarà eseguito il trapianto. Secondo la legge, inoltre, la biobanca (la struttura che si occupa della conservazione delle cellule staminali) deve avere l’accreditamento dell’autorità competente che attesti che le norme siano rispettate.

La legislazione italiana2 definisce che il sangue prelevato può essere portato all’estero e consegnato a biobanche previa richiesta di autorizzazione all’esportazione fatta alla Regione competente (il rilascio del documento è a pagamento).

L’Istituto Superiore di Sanità, tramite il Centro Nazionale dei Trapianti, ha confermato la possibilità di far rientrare in Italia il sangue conservato all’estero. Il Centro Nazionale dei Trapianti, interrogato dall’Autorità garante del mercato e della concorrenza, ha risposto che per fini terapeutici l’utilizzo del campione di sangue estratto da parte di un Centro di Trapianti non può essere escluso, a patto che i campioni conservati all’estero rispettino i requisiti di legge.

Affermare che le strutture pubbliche italiane non hanno fiducia nelle biobanche estere (accreditate da una nazione appartenente all’UE), vuol dire dubitare di uno dei principi più importanti del mercato europeo: gli stati membri dell’Unione Europea riconoscono reciprocamente le autorizzazioni e le certificazioni che sono state fornite dalle autorità pubbliche di un altro Stato appartenente all’UE.

È quindi assolutamente legale richiamare in Italia i campioni di sangue cordonale esportati con una precisa autorizzazione della Regione, mediante le Direzioni Sanitarie competenti, e dopo aver pagato una tariffa.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

 

Note

1. Direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE
2. Decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 191 ("d.lgs. 191/2007") e dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 16 in attuazione delle direttive 2004/23/CE e 2006/17/CE.

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

Test di screening e di diagnosi prenatale: quali sono le differenze?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

In cosa si differenziano i test di screening prenatale dai test di diagnosi prenatale? Questo è un interrogativo che spesso si pongono le gestanti, soprattutto quelle che affrontano la loro prima gravidanza.

Per tutelare salute e benessere di mamma e bimbo si consiglia di eseguire, durante la gestazione, diversi esami (es. Bi Test, villocentesi ecc.) che si distinguono in non invasivi e invasivi.

I test di “screening prenatale”sono di tipo non invasivo. Abbinano analisi di tipo biochimico sul sangue della madre a ecografie per evidenziare alterazioni rispetto ai valori di riferimento. Si tratta di test sicuri e innocui sia per la mamma sia per il bambino e sono di tipo probabilistico, ossia determinano la percentuale di possibilità che vi siano anomalie fetali (es. trisomie, difetti del tubo neurale) confrontando gli esiti dell’esame con i valori di riferimento. La percentuale di affidabilità varia in base al tipo di test di screening prenatale.

Bi Test, Tri Test e Quadri Test esaminano il valore di determinate proteine nel sangue e associano un’ecografia (translucenza nucale) per misurare il feto. L’affidabilità di questi test raggiunge l’85% 1 . Anche i test prenatali non invasivi che esaminano il DNA del feto fanno parte dei test di screening prenatale, e individuano nel campione ematico prelevato dalla gestante, i frammenti di DNA fetale (presente nel circolo sanguigno materno fin dall’inizio della gestazione). Questi test rilevano alterazioni cromosomiche (es. Sindrome di Down, trisomie 18 e 13) e hanno un’attendibilità del 99,9% 2 .

Villocentesi, amniocentesi e cordocentesi sono esami invasivi e appartengono ai test “diagnostici”. Esaminano liquidi o tessuti prelevati direttamente dal feto e forniscono una diagnosi, poiché rilevano con certezza le anomalie fetali. Questi test di tipo invasivo prevedono che si prelevi un campione tramite una siringa direttamente dal pancione, di liquido amniotico (amniocentesi), di sangue cordonale ombelicale del bimbo (cordocentesi), di placenta (villocentesi). Essendo invasivi, i test di tipo diagnostico hanno una percentuale di aborto dell’1%.

Sottoporre la futura mamma a uno di questi esami è una decisione che il ginecologo prenderà dopo aver valutato alcuni fattori come età della donna e casi in famiglia di anomalie genetiche.

Per maggiori informazioni: www.testprenataleaurora.it

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche – Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut

2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Leggiamo d’estate?

I consigli per l’estate di Mileggiunastoria

Per i ragazzi di 10 – 12 anni:

Il giardino segreto (Salani Ragazzi) di F. H. Burnett –  Per le bambine che stanno ormai diventando delle giovani ragazze, sognatrici e romantiche. Una bellissima storia senza tempo, che parla di amicizia, di sogni da realizzare, e dell’avventura più grande di tutte: crescere!

Il mago dei numeri di H. M Enzensberger – Questo libro parla di… matematica! Ebbene sì, proprio di numeri, frazioni, addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. Pensate che non sia adatto alle vacanze? Sbagliatissimo! Ad accompagnarci nel magico mondo dei numeri ci sarà un personaggio bizzarro e davvero dotato di super poteri perché alla fine, credetemi, finirete per amarla, la matematica!

Wonder di R. J. Palacio – Il protagonista di questo libro, Auggie, è un bambino nato con una grave deformazione facciale. È vero, la premessa non fa pensare a una storia divertente… E invece è proprio così! Auggie vi conquisterà con la sua auto-ironia, la sua simpatia, la sua intelligenza e la gentilezza che, nonostante tutto, riserva sempre agli altri. Perché, ce l’hanno detto tanto volte ma troppo spesso lo dimentichiamo, la vera bellezza è ciò che abbiamo dentro.

Per bambini di 8 – 9 anni:

Le streghe di Roald Dahl – Per tutti i bambini coraggiosi, che non temono di affrontare streghe cattivissime perfettamente mimetizzate fra signore eleganti e illustri benefattrici… Se seguirete il bambino protagonista in questa incredibile avventura, non avrete mai più paura di nulla!

Pinna Morsicata di Cristiano Cavina – Una storia dolce e divertente, che fa riflettere su chi siamo e su cosa vogliamo. Per tutti i pesciolini che non vedono l’ora di esplorare il mondo, perché non dimentichino che l’avventura più bella, alla fine, è far ritorno a casa.

Il vento nei salici di K. Grahame – I classici non deludono mai… Un libro che riporta nel mondo delle fiabe più vere, quelle dove vivono Topi casalinghi e Rospi vanitosi, saggi Tassi e Talpe coraggiose. Un’avventura che ha il sapore dell’infanzia, per bambini che non hanno fretta di diventare grandi.

Per bambini di 6-7 anni:

L’albero di Caluden di R. Piumini – Un libricino piccolo piccolo, che possono leggere anche i bambini che hanno appena imparato a farlo. Che cosa manca al potentissimo Re Trucaldor? Apparentemente niente. Ma quando il suo saggio consigliere gli fa notare di essersi stupito, ecco il Re capisce di non avere potere sulla sorpresa. Così, come tutti i re delle fiabe, anziché darsi da fare per conto suo, manda in spedizione ben cento cavalieri, affinché trovino dove nasce la Sorpresa…

Streghetta mia di Bianca Pitzorno – In assoluto il mio libro preferito di quando ero bambina! Di cosa parla? Vi basti sapere che c’è un giovanotto antipatico e brufoloso che cerca una strega da prendere in moglie per ottenere una cospicua eredità e una famigliola allegra e strampalata di sole figlie femmine. E tra queste figlie, naturalmente, si nasconde la nostra streghetta..

Il trattamento Ridarelli  di Roddy Doyle – Che cos’è il trattamento Ridarelli? È una punizione ingrata e puzzolente che tocca a tutti gli adulti che sono cattivi con i bambini. Stavolta, è il turno del signor Mack, che di mestiere fa l’assaggiatore di biscotti e che, a quanto pare, ha maltrattato i suoi figli… Oppure no? Un libro davvero divertentissimo!!

Per i bambini che ancora non sanno leggere…

Favole al telefono di Gianni Rodari – Una raccolta di favole da leggere e ascoltare in spiaggia, in giardino, prima di dormire o tutte le volte che vi va!

 

Buona lettura estiva!

Bambini Ribelli

Bambini Ribelli è il negozio di abbigliamento che veste bimbi e bimbe dai 6 mesi ai 16 anni con  le migliori marche del made in Italy come Rubacuori girl, Gaialuna precius, Two Play, Artigli…

Aperto a novembre 2015 in via della Volta, 4 a Brescia con un’idea ben precisa:

“vestiamoli semplicemente per onorare la loro bellezza”.

In negozio è disponibile un’ampia scelta di capi per bambini che spazia dai completi estivi per il tempo libero, senza dimenticare i costumini, fino agli  abiti da cerimonia, oltre agli immancabili accessori colorati che completano il look  anche dei più piccoli.

bambini_ribelli_negozio_abbigliamento _bambini

L’idea di vestire piccoli “ribelli”, è strutturata in modo da rendere il momento dello shopping divertente, facile e magico! E’ stato, infatti,  predisposto un piccolo angolino giochi per rilassarli durante gli acquisti, oltre ad un  dolce pensierino di saluto alla fine degli acquisti.

Le borsine-shopping sono colorate e divertenti e ideali come confezione dei regali per gli amici.

“Spaziamo nel mondo dei vostri bambini con i colori più belli dell’estate” racconta Elena, titolare del negozio “perchè se sono felici loro lo siamo anche noi!”.

Ecco allora che per rendere felici mamme e bambini sulla pagina Facebook del negozio vengono postate idee di completini e abbinamenti nate dalla passione e dal buongusto che facilitano le mamme nell’accostamento dei colori e degli accessori e che rendere immediatamente l’idea dell’outfit finito e acquistabile in negozio. Un ‘idea in più!

Il negozio chiuso solo di domenica copre i seguenti orari: dal lunedì al sabato la mattina dalle 9.00 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00

 

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negozio di abbigliamento

via della Volta, 4 Brescia

030.8371869

340.7764133 (anche Whatsapp)

FB: Bambini Ribelli Brescia

Le regole dell’infanzia: quanto servono?

Le regole dell’infanzia: quanto servono?

Dott.ssa Annalisa Croci

Le regole sono utili per educare, insegnare i limiti; il bambino ne ha bisogno, ma ovviamente ha bisogno anche di approvazione, riconoscimento e lodi . Volere bene al proprio figlio significa anche dare delle regole.

Senza regole infatti il bambino cresce “ onnipotente “, perciò al momento delle prime relazioni sociali gli sarà difficile tollerare le frustrazioni ed entrare in contatto con gli altri.

Le regole cambiano in base all’età, ad esempio fino al primo anno di vita il bambino è in uno stato di simbiosi, è un tutt’uno con la madre pertanto le regole pertanto possono riguardare i ritmi della giornata: cibo, spostamenti, attesa , ma devono tenere conto delle reali esigenze fisiologiche ed emotive del piccolo. Gli interventi dei genitori dovrebbero essere il meno punitivi possibile, ma rivolti a stabilire una routine e una scansione del giorno e dell’attesa.

Le regole dai due anni circa e all’età scolare cambiano poiché il figlio inizia ad avere il senso del tempo, dello spazio e dei rapporti di causa-effetto. Quindi è possibile stabilire regole e norme generali, per le quali può essere punito se non le rispetta. Dopo aver stabilito delle regole e è necessario comunicarle chiaramente al bambino. È possibile rimproverare o punire, ma prima le regole devo essere spiegate in modo semplice e comprensivo .Talvolta il piccolo reagisce con pianto e i capricci, essi possono rappresentare una modalità per tastare il terreno e comprendere fino a che punto i genitori sono intransigenti o accondiscendenti.Quindi : è compito dell’adulto fornire un limite, un contenimento.

Per i genitori qual’ è lo stile educativo migliore ?

Consiglio uno stile educativo stabile ossia fissare delle regole ed essere coerenti; ad esempio non essere indulgenti o punitivi a seconda dell’umore. Se l’atteggiamento degli adulti che si prendono cura di lui è altalenante e molto diverso, il bambino non comprende lo stile del genitore e quale siano i comportamenti adeguati e corretti.

Spesso i genitori faticano a dire di “ no “, si possono sentire confusi e disorientati nel proporre la regola,timorosi di essere i “ colpevoli “ delle sofferenze dei figli. Essere troppo accondiscendenti non aiuta sicuramente i piccoli e non aiuta loro a saper aspettare o rinunciare.

Quindi..

Il bambino ha bisogno di adulti che gli illustrino e gli ricordino continuamente dei sani comportamenti, non dimenticandosi il divertimento e la curiosità di scoprire ciò che ci circonda.

 

Dott.ssa Annalisa Croci

Psicologa psicoterapeuta

Cel. 334/2357696 – www.ascoltopsicologo.it

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Divertimento all’aria aperta: pescare con i bambini

Estate significa innanzitutto sole, acqua, abbronzatura e tanto, tantissimo divertimento. Soprattutto insieme alla propria famiglia e, dunque, ai propri bambini. E cosa c’è di meglio di andare tutti insieme a pesca, scoprendo la bellezza della natura e godendo della salubrità dell’aria pulita? Parliamo di uno sport che non solo è possibile svolgere in modo sostenibile, immergendosi nel verde senza causare danni né all’ambiente né alla fauna lacustre, ma anche di un hobby che consente di tenersi in allenamento da un punto di vista fisico, e di scaricare lo stress e le ansie. Anche se è difficile crederlo, la pesca è un’autentica manna dal cielo, particolarmente adatta alla stagione più bella dell’anno. Vediamo dunque tutti i consigli per pescare all’aria aperta con i figli durante questa estate 2016.

La giusta attrezzatura per le giuste tecniche

Fra le tipologie di pesca più divertenti da compiere con i figli, il carpfishing rappresenta un’opzione attraente: questa tipologia di pesca prevede il metodo del catch & release, ovvero dovrete rilasciare le carpe nell’acqua del lago poco dopo averle pescate. Pescare in modo sostenibile significa anche non utilizzare ami letali per i pesci, dunque sprovvisti di ardiglione.

In questo senso, sarà fondamentale dotarvi della giusta attrezzatura: per risparmiare senza rinunciare alla qualità, il consiglio è di acquistarla su siti web come Sportit.com, all’interno del quale potrete trovare tutte le attrezzature per le specifiche tecniche, come ad esempio i mulinelli per il carpfishing.

La licenza? Solo se maggiorenni

La pesca sportiva è un hobby regolamentato da una serie di leggi che servono per impedire ai pescatori di causare danni all’ambiente. Per questo motivo, voi genitori dovrete necessariamente possedere la corretta licenza per la pesca, da richiedere presso le sedi FIPSAS della vostra regione. Ed i bambini? La licenza diventa obbligatoria solo al compimento della maggiore età, dunque non dovrete richiederla per loro. In ogni caso, sarete voi i diretti responsabili dei vostri figli.

Ecco dove pescare a Brescia

Alcuni laghi sono molto pescosi, ma anche troppo grandi per permettere ai vostri figli di divertirsi. Proprio per questo, il consiglio è di partire da laghi più piccoli e con fondali bassi: l’ideale per imparare a pescare tirando su piccoli pesci come trote e scardole. Se amate il carpfishing, i laghi Mella in provincia di Brescia sono l’ideale. Il lago Buffalora, invece, è più basso e piccolo, dunque l’ideale per i bimbi. Anche il lago Giardinetto, in questo senso, si rivela una scelta molto azzeccata. Se invece volete partire subito da una sfida, il fiume Oglio è quello che fa per voi.

Consigli per avvicinare il bambino alla pesca

Fategli vivere questa esperienza come un divertimento, e non come una competizione: stategli accanto, motivatelo ma fatelo sempre utilizzando il gioco. E nel caso in cui non dovesse riuscire a pescare nulla, distraetelo con altre attività ricreative per non far emergere la delusione. Infine, non dimenticate mai di insegnare al bambino il valore della vita e l’importanza di trattare i pesci con delicatezza e con rispetto, per evitare di procurargli tagli o di tenerli fuori dall’acqua troppo a lungo.