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Anno: 2016

Risparmiare energia in casa è più facile di quel che sembra

Risparmiare energia in casa è più facile di quel che sembra

Quando si discute di risparmio energetico, si pensa sempre in grande, tuttavia bisognerebbe sottolineare che per salvaguardare il Pianeta ed il bilancio familiare basta seguire qualche piccolo accorgimento. Ognuno di noi può dare una mano. Alla fine, è proprio all’interno della casa che avviene un’alta percentuale di spesa energetica: tra gli elettrodomestici, l’illuminazione, l’acqua e il riscaldamento, le dispersioni sono (purtroppo) all’ordine del giorno.

Con questa piccola guida cercheremo di inquadrare alcune utili indicazioni su come risparmiare energia ed acqua in casa, per proteggere l’ambiente, sfruttare le fonti rinnovabili e abbattere le spese. Se la cosa vi interessa e avete voglia di ulteriori approfondimenti, potete dare un’occhiata anche al sito di Facile.it che tratta solamente le informazioni fondamentali sul risparmio energetico.

Casa calda a metà prezzo

Il riscaldamento è uno dei punti forti in fatto di consumi energetici: il 79% della spesa energetica domestica è infatti imputabile a questa voce. Si può intervenire in 2 modi:

Nel primo caso è sufficiente:

• provvedere a un’adeguata manutenzione della caldaia, tenendo i filtri puliti;

• eliminare l’aria accumulata nei termosifoni tramite valvola apposita;

• non coprire i termosifoni mentre sono in uso e tenere le finestre aperte quando c’è il sole per accumulare calore nelle stanze e ridurre sprechi energetici.

Nel secondo caso, se l’abitazione lo consente, si può pensare ad un intervento molto più importante che da un lato vi farà affrontare una spesa iniziale non indifferente, che però dall’altro lato verrà ammortizzata nelle bollette in futuro – parliamo della possibilità di:

• installazione un impianto fotovoltaico che comporta una vera svolta in materia di efficienza energetica e di risparmio; sono anche previste detrazioni fiscali per chi volesse lanciarsi in quest’impresa; l’autoproduzione d’acqua calda e di riscaldamento, sfruttando solo l’energia solare, porterebbe in breve alla sparizione delle temute bollette energetiche.

• provvedere all’isolamento termico con finestre a doppio vetro, soluzione che comporta una migliore coibentazione.

• effettuare interventi strutturali come il cappotto termico delle pareti e dei tetti.

 

Accendiamo (e spegniamo) la luce

Pensate che risparmiare energia senza restare al buio non è possibile? Vi sbagliate:

• l’illuminazione al led, tra faretti e lampadine, offre tutta la luminosità desiderata, ma ad un prezzo più basso; è vero che costano di più, quindi preparatevi ad una spesa iniziale maggiore, ma il risparmio energetico sulla bolletta è pari al 70%, dunque ne vale sicuramente la pena.

• fate maggiore attenzione anche a quando la luce non serve, è buona norma spegnerla per non consumare le kWh inutilmente.

 

Risparmiamo l’acqua

L’installazione di un fotovoltaico o di pannelli solari termici ridurrebbe i consumi in materia d’acqua, ma se ciò non dovesse essere possibile, sarà bene:

• utilizzare un miscelatore per rubinetti così da regolare la fuoriuscita d’acqua;

• servirsi dello sciacquone doppio per il water, così da usare solo l’acqua necessaria.

 

Occhio agli elettrodomestici

Per quanto riguarda gli elettrodomestici, è opportuno evitare di accenderne contemporaneamente troppi e ricordarsi di staccare sempre le spine non necessarie, comprese quelle della TV.

 

Come potete vedere, risparmiare energia in casa non significa affatto rinunciare al comfort, basta veramente correggere alcune abitudini e sfruttare le fonti rinnovabili insieme a quelle a basso consumo che la tecnologia oggigiorno ci offre.

Il pesce d’aprile!

Oggi torna puntuale il pesce d’aprile!! Pronti a fare e ricevere scherzi?

Quantomeno il più classico dei classici: attaccare alle spalle di un malcapitato un foglietto con disegnato un pesce o con sopra scritto: “Pesce d’aprile“.

Può essere occasione di ridere insieme ai propri bimbi e a superarsi prendendosi in giro.

Buon pesce d’aprile a tutti!

 

Ma sapete da dove nasce la tradizione del pesce d’aprile? 

Le origini del pesce d’aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie.
Prima dell’adozione del calendario Gregoriano, nel 1582, il Capodanno era celebrato dal 25 marzo (la vecchia data dell’equinozio di primavera) al 1 aprile. Una delle ipotesi più accreditate vuole dunque che, a seguito del cambiamento, non tutti si abituarono al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui l’origine burlesca dell’1 aprile.Infatti, in Europa, i festeggiamenti del primo d’aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500. Nella Francia di Re Carlo IX e nella Germania degli Asburgo prende via la tradizione che si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.Nel 1564 il re francese stabilì, con il decreto di Roussillon che il primo giorno dell’anno fosse il 1 gennaio.Anche il calendario gregoriano sceglierà qualche anno dopo la stessa data per festeggiare il Capodanno.La leggenda vuole che molti francesi, contrari a questo cambiamento o semplicemente sbadati, continuassero a scambiarsi regali, festeggiando il Capodanno come ai vecchi tempi.Dei burloni iniziarono così, per sbeffeggiarli, a consegnar loro regali assurdi o vuoti durante feste inesistenti. Nel regalo vuoto si poteva trovare un biglietto con scritto “Poisson d’Avril”: pesce d’aprile in francese.

In Italia l’usanza dell’1 aprile è recente: risale al 1860-1880. La prima città ad accogliere l’abitudine francese fu Genova, dove la passione per gli scherzi d’aprile sbarcò nel suo porto così vivace. La tradizione si radicò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.

E nel resto del mondo?

Ogni paese ha un suo modo di chiamare la festa dell’1 aprile. In Francia, come in Italia, si usa l’espressione Poisson d’Avril – Pesce d’aprile.

Nei paesi anglofoni, come Regno Unito e America, invece, si chiama “April fool’s day” (“Il giorno dello sciocco d’aprile”), dove il termine “fool” richiama alla mente il “Fool”, il giullare delle corti medioevali, sottolineando così la connotazione scherzosa della festa. Infine, in Germania “Aprilscherz” è più semplicemente lo “Scherzo d’Aprile”.
Nella Scozia delle Highlands invece, il pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il”Taily Day”, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati (sciocchi o gawls) un cartello con la scritta “Kick me!” (Dammi un calcio).

In Portogallo, i giorni dedicati agli scherzi sono la domenica e il lunedì prima della Quaresima in cui interi pacchi di farina vengono gettati sugli amici!

Anche l’India ha il suo pesce d’aprile. Cade però un giorno prima, il 31 marzo. In quella data si celebra la festa Huli per celebrare la primavera e prendersi gioco di tutti.

Ovunque, in Europa e nel mondo, l’1 aprile si festeggia ancora un po’ Carnevale!

 
(fonte FocusJunior)

Buona Pasqua

Pasqua ormai è alle porte l’augurio di Bresciabimbi è di riuscire a trascorrere del tempo in famiglia, del tempo buono che permetta a tutti, grandi e piccini di ricaricarsi.

Sono pochi giorni di stop, ma sempre utili per recuperare o ritrovare l’energia.

Se non avete idee per il giorno di Pasquetta, nel calendario ce ne sono diverse!

Se avete voglia di avventurarvi fuori Brescia, in provincia di Vercelli, c’è il Castello delle sorprese. Un borgo medievale che si trasforma in una cittadella in festa con storie, laboratori e giochi di una volta per giornate all’insegna della spensieratezza e del divertimento.

 

Buona Pasqua!

 

Non aprite quella pappa!

Cosa c’è davvero dentro il cibo dei bambini? Conosciamo gli ingredienti “nascosti” che arrivano sulle nostre tavole? Sappiamo leggere le etichette?  Cosa guida davvero  i nostri acquisti?

Tante domande come queste hanno mosso la giornalista Laura Bruzzaniti  ad affrontare un viaggio all’interno di un mercato che pare marginale, ma che in realtà ha grande potere: il baby food. Tutte le informazioni raccolte e le riflessioni che ne sono nate sono racchiuse in un libro da poco in circolazione dal titolo: Non aprite quella pappa! Manuale di autodifesa per genitori e bimbi edito da Altraeconomia.

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Titolo certamente importante, ma ancora di più lo sono i suoi contenuti. Senza pregiudizi e con il supporto di autorevoli pareri il libro scopre il velo sull’universo del cibo industriale per bambini e sul marketing del baby food spiegando chi sono “i padroni della pappa”, quali siano alcuni dei meccanismi e degli inganni della pubblicità nel settore del cibo per bambini.

Il vero obiettivo della pubblicità degli alimenti per l’infanzia è  chi si occupa della  spesa: i genitori! I bimbi difficilmente si recano al supermercato in autonomia, così sono i grandi ad essere influenzati dal bombardamento di messaggi rassicuranti sulla bontà e genuinità  di prodotti che vengono raccontati come salutari e adatti ai bambini, ma spesso non lo sono.

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Il testo non è un invito a non comprare cibo industriale, ma vuole essere un manuale che aiuti i genitori a diventare più consapevoli nei propri acquisti e nelle proprie scelte; genitori capaci di leggere le etichette correttamente e soprattutto di decodificare i messaggi nascosti e la pubblicità ingannevole.

Zucchero, sale, farine raffinate, grassi “cattivi”, additivi e aromi sono spesso presenti in quantità eccessive nella lista degli ingredienti dei cibi “dedicati” ai bambini. L’analisi dell’autrice scova, o meglio, fa risaltare la presenza di questi ospiti in alimenti di uso comune nell’alimentazione dei bambini. Se è nell’immaginario di tutti che le merendine possano contenerli magari balza meno alla mente che siano presenti in nelle tisane, latte di proseguimento, yogurt, formaggini, surgelati, cornflakes,…..

Il potere è nelle mani di chi compra!

La psicologia perinatale

La psicologia perinatale

La definizione perinatale abbraccia tutto ciò che ruota attorno al concepimento, alla gravidanza, al parto, all’allattamento ed alla puericultura dei primi mesi di vita del bambino.

La psicologia perinatale ha come obiettivo la promozione e la tutela della salute fisica e psichica di mamme e bambini, durante i delicati periodi di gravidanza, parto, puerperio, ma anche la promozione del benessere della coppia e della famiglia.

L’obiettivo dello psicologo perinatale è promuovere e potenziare le risorse individuali della donna e della coppia, attuando prevenzione ed informazione, accompagnando verso scelte consapevoli ed autonome a favore dell’acquisizione del ruolo genitoriale, sempre nell’ottica di favorire il benessere caso specifico di ogni particolare situazione.

Le ricerche sul benessere percepito dalle donne in gravidanza e nel posto parto evidenziano quanto il benessere fisico e psicologico siano correlati indissolubilmente.

La donna che può usufruire di uno spazio di consulenza in cui confrontarsi con altre mamme e con esperti di psicologia perinatale ha a disposizione la più potente delle risorse per affrontare al meglio, con consapevolezza, con supporto, il cammino dell’attesa e del post parto.

In gravidanza e nel post parto le problematiche fisiche ed emotive sono intrecciate come non mai. Le emozioni collegate al concepimento, alla gravidanza ed all’attesa del giorno del parto sono amplificate rispetto ad altri momenti della vita, è normale vivere emozioni contrastanti, come è normale vivere in modo amplificato queste sensazioni.

Obiettivo della consulenza perinatale è far emergere e dare voce alle emozioni più controverse: le paure, il senso d’inadeguatezza, la fatica fisica e psichica, le aspettative, la solitudine, la rabbia… al di là degli stereotipi e dei condizionamenti culturali.

Per una donna in attesa prima e una neo mamma poi trovare uno spazio di condivisione con altre donne, confronto, accoglienza, in un clima di sospensione dei giudizi, significa trovare un contenitore per tutte le angosce non dette e non riconosciute, tutto quello di cui ci si potrebbe vergognare, che quasi si fa fatica a pensare, e che pare impossibile da dire ed esternare ad alta voce.

Questo processo non può essere indolore, ma abbiamo una risorsa fondamentale: le altre donne che vivono assieme a noi questo meraviglioso viaggio chiamato gravidanza e gli esperti pronti ad ascoltare ed accogliere ogni dubbio.

Maria Giovanna Massensini

Mariagiovanna.massensini@ordinepsicologiveneto.it

338 8607755

collabora con Centro La Ninfea 

Auguri a tutti i papà!

La festa del papà

A metà tra la festa della donna e la Pasqua cade un’altra giornata molto importante: la festa del papà!
Il giorno è 19 marzo il giorno perfetto per festeggiare e non perdere l’occasione di  rinnovare l’ amore per una persona davvero speciale: il papà!
Papà è una parola breve, due sillabe semplici che racchiudono metà della nostra vita e della nostra esistenza.

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Ci sono molti modi di festeggiare, ogni famiglia ha il proprio, non esiste una regola in questo, ma certamente il regalo migliore che ogni papà, e ogni genitore, desidera e apprezza di più è una sincera dimostrazione di affetto. I lavoretti sono sempre molto graditi perchè, oltre alla bellezza del regalo in sè, sono la dimostrazione di un pensiero, di un’attenzione, di un tempo dedicato per preparare qualcosa di unico  e personale per qualcuno. Non si può non adorare i meravigliosi lavoretti che i bimbi regalano.

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  • 13 marzo 2022

    Qual è il profumo del tuo papà?

    Degustazione olfattiva con laboratorio creativo per bambini
    Domenica 13 marzo 2022 dalle ore 11.00 alle ore 19.00
    l’Olfattorio di Brescia dedica la giornata ai papà.

    Scopri i dettagli della giornata

Di solito per la festa del papà vanno per la maggiore cravatte, portapenne, agende, simpatici attestati,…forse sarebbe bello poter lasciare un segno che non ricordi il mondo del lavoro, da cui spesso i papà sono assorbiti.

Magari una bella colazione a letto, sempre che il papà non lavori anche di sabato, accompagnata da tanti bacini e coccole, potrebbero essere un buon inizio. E se i bambini vanno a scuola di sabato si può rimediare nel pomeriggio o con una serata speciale. Il modo si trova!

L’importanza dei padri nella crescita

La figura del padre è importante fin dai primi mesi di vita del figlio, comprese le cure primarie.
Pertanto non abbiate paura di inserirvi nel profondo legame fra madre e figlio, voi siete i padri e non dovete avere timore.

Leggi l’approfodimento della dott.ssa Croci

L’origine della festa del papà, ecco una pillola di storia..

La festa del papà o festa del babbo è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, i papà sono in tutto il mondo, e da sempre vengono festeggiati.

La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale.

In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno, mentre in Italia viene festeggiata il 19 marzo,  il giorno di san Giuseppe, padre di Gesù. San Giuseppe, in quanto modello del padre e del marito devoto, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. Come ogni tradizione è accompagnata da specialità culinarie: la zeppola di San Giuseppe (di origine napoletana) è la più famosa, ma c’è anche la raviola e  la zeppola di riso.

Letture e lavoretti per la festa del papà

  • Papà isola

    Con la sterminata dolcezza che solo l’intimità può regalare, la compagna del neo-papà orso protagonista di questo albo spiega come fare il padre sia un gesto naturale, che non si impara su nessun manuale

  • Le mani di papà

    Le mani di papà sono salde e sostengono il bambino che cresce, lo rassicurano anche nelle situazioni più pericolose.

  • La pelle dell’orso

    Storia che offre un prezioso insegnamento e prova a dare voce alle distanze e alle solitudini che talvolta come genitori viviamo quando i figli diventano grandi e si allontanano.

  • Tanti altri titoli…

    Raccolta di libri bellissimi da leggere e lavoretti dalla rubrica creativa di Fata Violetta

  • Forti e teneri: i nuovi papà

    Quanti tipi di papà esistono, oggi?
    Sicuramente molti più di un tempo e così, quando pronunciamo questa semplice parola, possiamo immaginare

  • Deliziosa cornice fai da te

    Ci aiuta Sara di Stelle gemelle con una cornice facile da far realizzare ai bambini che i papà certamente apprezzeranno

WoodMyName per la festa del papa

LittleMe

Il nome del papà inciso nel legno!
Idea regalo davvero unica per un segno che dura nel tempo e crea un ricordo!

Scopri le idee LittleMe

SmemoCornice

Cornice super personalizzata per selfie speciali con il papà!
Idea creativa dell’Angolo degli Spaciughi di Fata Smemorina per la festa del papà.

Più di 100 lavoretti e regali

lavoretti e idee per la festa del papà da Pane Amore e Fantasia

Sul blog PaneAmoreeFantasia trovi più di 100 lavoretti e regali fai per la festa del papà, divisi per tipologie di materiali e non solo per bambini!

Da papà a papà

La compaternita

La compaternita è un podcast che senza prendersi troppo sul serio, fa un pò di chiarezza sulla professione più bella e complicata del mondo, quella del papà.

Scopri di più sulla compaternita

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La festa della DONNA

8 marzo: Giornata internazionale della donna.

Ma sappiamo che scintilla ha fatto nascere questa festa?

La Giornata internazionale della donna , o Festa della donna, cade l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

La festa affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909.

Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907  vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne. Il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne »,

Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali « di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.

Verso la fine dell’anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day.

Il Woman’s Day tenuto a New York  venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell’ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 – due giorni prima dell’apertura dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista – di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

In Europa le prime giornate dedicate alla Festa della donna ebbero luogo  nel 1911 e in Italia nel 1922, dove si svolge ancora oggi.

Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.

Col passare degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po’ sfumando, lasciando spazio ad una ricorrenza caratterizzata sempre più da forti interessi politici e, soprattutto,  commerciali, che vedono in questa festa il loro business.

Una leggenda alquanto controversa e poco documentata, vuole che questa festa nasca in un terribile  avvenimento umano e sociale che vide le donne protagoniste nell’ambito lavorativo.

Eppure l’unica colpa di queste donne era stata quella di unirsi in una lotta sociale per ottenere delle condizioni di vita più umane e dignitose…

Nel 1908, un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’ 8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.  Un grosso incendio divampa all’interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere  ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme.

Questa data fu poi proposta come giornata di lotta internazionale,  a favore delle donne, da Rosa Luxemburgo, proprio in ricordo della tragedia.
Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi  ad una serie di celebrazioni che, i primi tempi, erano circoscritte agli Stati Uniti  e avevano come unico scopo il ricordo dell’orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica.

In seguito, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla  condizione sociale, la data dell’ 8 Marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni  che la donna dovette subire nel corso dei secoli,  ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto

 

Un caro augurio ad ogni donna di vivere appieno e con serenità ogni giorno!

Il sonno del bambino

Cosa dobbiamo conoscere per sapere se nostro figlio ha un problema con la nanna

Sonno e sviluppo

Il sonno è essenziale per lo sviluppo del bambino perché durante il sonno il corpo ed il cervello del piccolo continuano a svilupparsi e si pongono le basi per l’apprendimento. È fondamentale tenere presente che il sonno si trasforma a seconda dell’età. Nella fascia d’età 0-3 anni, il sonno del bambino ha caratteristiche specifiche che lo differenziano da quello dell’adulto, poiché vi sono un maggior numero di fasi che si susseguono e in generale passano più tempo nella fase di sonno leggero che non in quella di sonno tranquillo. Dai quattro anni in poi, il sonno prende le caratteristiche formali di quello dell’adulto.

I primi tre mesi di vita del neonato rappresentano un’esogestazione, cioè una seconda gestazione al di fuori dal grembo materno. Il piccolo si trova per lo più in una condizione di disadattamento rispetto al mondo esterno, abituato per nove mesi a una realtà completamente diversa e molto più protettiva. Per questo motivo è naturale che vi sia in questa fase una stretta dipendenza genitore-bambino, anche per l’addormentamento, poiché il piccolo necessita della massima salvaguardia ( anche stando a stretto contatto con il genitore) per poter sopravvivere. Nel primo trimestre, mediamente un bambino può dormire 15/16 ore, suddivise tra il giorno e la notte. È molto più comune che in questa fase il piccolo si addormenti ed entri subito in una fase di sonno REM, che è un tipo di sonno più agitato rispetto al non- REM. Ecco perché può succedere che si svegli molto più facilmente rispetto a quando è addormentato da più tempo.

Dal quarto al sesto mese di vita, il bambino possiede un sistema nervoso sufficientemente maturo tale da consentirgli di dormire anche otto ore senza mangiare e senza che sia necessario un intervento del genitore (anche se è possibile che ciò ancora non avvenga). È anche possibile che il bambino dorma dieci/undici ore, magari svegliandosi una o due volte per notte. In generale, nel secondo trimestre, la quantità di tempo di sonno diminuisce: in media il bambino dorme 8/10 ore di notte e 4/5 di giorno. Il sonno inizia con una fase di sonno tranquillo (non-REM) e intorno al 6° mese il piccolo passa solo ¼ del tempo nella fase REM.

Nel terzo trimestre solitamente diminuisce la quantità di sonno, soprattutto quello pomeridiano e diminuisce il sonno più agitato.

Durante il primo anno di vita si alternano più volte nell’arco della stessa notte fasi di sonno profondo non- REM a fasi di sonno leggero REM, durante le quali non sono infrequenti i risvegli del nostro bambino.

A cosa serve, vi chiederete, tutto questo sonno REM? Il sonno REM è un tipo di sonno un po’ paradossale perchè si è visto che,in una persona profondamente addormentata, l’attività della corteccia cerebrale è molto vicina a quella della veglia. Aumenta il ritmo della respirazione, il consumo di ossigeno da parte del cervello e il battito del cuore è meno regolare. Questa stimolazione costante del cervello è necessaria al bambino per il suo sviluppo cognitivo ed affettivo.

Sonno, separazione, autonomia e regolazione

Per il nostro bambino imparare a dormire è il risultato di un complesso processo di autonomizzazione dal genitore. Anche per il genitore stesso, insegnare al piccolo a dormire fa parte del difficile compito di separarsi da lui psicologicamente e questo può avvenire solo se anche il genitore fa un passo indietro per permettere al bambino di imparare a dormire da solo.

Al giorno d’oggi sempre più spesso i genitori lavorano tutto il giorno e, quando rientrano la sera, non vedono l’ora di stare con il proprio bambino e sentono davvero difficile lasciarlo anche durante la notte. Ciò però ostacola il processo di auto regolazione del bambino rispetto ai suoi bisogni interni, soprattutto se si considera che i primi tre anni di vita lo sviluppo di pattern regolari si organizza attraverso il sistema di mutua regolazione bambino-caregiver. Non dimentichiamo però che il bambino, per la formazione della sua identità, ha bisogno di sentirsi amato, riconosciuto e valorizzato. Questi tre aspetti fanno riferimento ad un genitore comunque presente e affettivo ma rispettoso dei bisogni del suo bambino. Sperimentare una BUONA DIPENDENZA è la base per lo sviluppo di una SANA AUTONOMIA nel presente e nel futuro.

La regolazione del ciclo sonno/veglia, tuttavia, si basa, oltre che sulla capacità del genitore di sintonizzarsi sui bisogni di autonomia del bambino (in base alla fase del ciclo di vita in cui si trova), anche su altri aspetti come ad esempio il soddisfacimento dei bisogni primari (allattamento, fame, sete, ecc.), il tipo di ambiente dove dorme il bambino (rumore, luce, temperatura, ecc.) e il temperamento del neonato.

 

Quali sono alcune possibili cause dei problemi del sonno nel bambino?

Nella fascia d’età che va dagli o ai tre anni bisogna tenere in considerazione diversi fattori che possono dare origine o influenzare l’addormentamento del bambino: il suo temperamento, la regolazione dei bisogni fisiologici, parto difficile/traumatico oppure un momento specifico che genera ansia nel bambino (es. recente periodo di malattia, ingresso al nido, ecc.), oltre ovviamente a problemi di ordine medico (es. coliche,reflusso,intolleranze, ecc.) e alle fasi evolutive dove il piccolo acquisisce importanti nuove competenze che richiedono molta energia (es. si pensi al gattonamento).

Oltre a ciò, è importante tenere presente i fattori comportamentali e quelli relazionali, anch’essi fondamentali per comprendere le cause delle difficoltà del bambino. Tra i fattori comportamentali che possono ostacolare l’addormentamento possiamo citare, ad esempio, un’eccessiva stanchezza del bambino che gli impedisce di raggiungere uno stato psicofisico abbastanza rilassato per poter avvicinarsi al sonno, oppure un ambiente nanna iper-stimolante (es. troppo rumoroso oppure con luci disturbanti), oppure ancora una modalità di addormentamento non adeguata all’età (es. è più probabile che un bambino di tre mesi si addormenti mentre sta mangiando, mentre un bambino di due anni, più autonomo rispetto al neonato, è possibile preferisca la lettura di una filastrocca associata a qualche coccola). Dormire in un ambiente poco adeguato potrebbe inoltre causare risvegli notturni frequenti, così come l’eccessiva stanchezza potrebbe portare ad avere un sonno agitato, oppure una modalità di addormentamento totalmente dipendente dal genitore (dopo il primo trimestre di vita del bambino).

Tra i fattori relazionali che possono causare difficoltà di addormentamento oppure risvegli notturni problematici possiamo citare l’aver avuto precedenti esperienze “negative” con il sonno (es. pianto prolungato) o l’avere relazioni con il mondo esterno che causano ansia e/o preoccupazione nel bambino. Inoltre, è importante che il piccolo sia riuscito a soddisfare durante la giornata il suo bisogno di attaccamento e vicinanza, anche solamente condividendo con la sua famiglia la cena, il bagnetto o il rituale dell’addormentamento. Il bambino inoltre percepisce eventuali tensioni o conflitti presenti all’interno del nucleo familiare o nella coppia e questo inevitabilmente può influenzare la sua serenità durante il sonno.

Dr.ssa Cavana Maura-Psicologa

Mail: maura.cavana@gmail.com

Telefono: 349 7071804

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

Servizio 0-5 anni

Servizio 0-5 anni

Comprendere le difficoltà del bambino piccolo … così che non crescano con lui

Un’occasione per vivere al meglio i primi anni di vita del tuo bambino e i suoi cambiamenti: primo distacco, inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia, arrivo del fratellino, difficoltà con il cibo e con il sonno, togliere il pannolino, cosa fare con il ciuccio, irrequietezza, affrontare un piccolo intervento …

Se desiderate fissare un incontro potete telefonare in Consultorio il mercoledì dalle 10 alle 11 e il venerdì dalle 9 alle 12 chiedendo del Servizio 0-5 anni. Il servizio è gratuito.

IL SERVIZIO

Si tratta di una consultazione psicologica che si propone di intervenire precocemente sulla relazione genitori bambino per favorire rapidamente la ripresa della funzione dell’ambiente emotivo e, quindi, di un buono sviluppo psicologico del bambino. La consultazione offre cinque collo- qui con la famiglia a cadenza quindicinale e un intervento di follow-up a distanza di sei mesi. L’equipe è composta da psicologi psicoterapeuti dell’età evolutiva.

A CHI SI RIVOLGE

Alle famiglie con bambini da 0 a 5 anni che manifestano difficoltà emotive, del ritmo sonno-veglia, dell’ambientazione, della relazione. Difficoltà per le quali si rende necessario un inter- vento di comprensione del mondo in- terno del bambino, delle sue emozioni, di come sente la presenza delle figure genitoriali e di quanto sta affrontando attorno a lui.

GLI OBIETTIVI

– Riattivare le risorse positive dei membri della famiglia.

– Favorire il ripristino e/o lo sviluppo delle competenze del bambino.

– Accogliere e contenere gli stati emotivi della mamma e del papà per con- sentire loro di esprimere e riconoscere dubbi, disagi, ansie e preoccupazioni che avvertono nel rapporto quotidiano con il loro bambino.

– Recuperare le funzioni genitoriali.

CONTATTI

CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS

Via Volturno 42 -25126 BS

Tel: 030 3099399 – 338 5214063

Fax: 030 3397644

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Pulizie in casa: come proteggere il tuo bambino

Pulizie in casa: come proteggere il tuo bambino

Chi ha dei bambini piccoli, sa bene che le pulizie domestiche a volte diventano molto complesse. I bambini, soprattutto se neonati, non solo portano via molto tempo, ma hanno bisogno anche di essere costantemente sorvegliati durante la pulizia dell’ambiente casalingo. Spesso, infatti, si maneggiano prodotti nocivi che, se finiscono nelle mani sbagliate come quelle di un bambino, possono provocare anche danni abbastanza seri. Ecco perché quando le donne decidono di dedicare un po’ di tempo a rimettere in ordine la casa e pulire, devono adottare alcune misure di sicurezza, soprattutto se usano detergenti come l’ammoniaca per pulire l’ambiente, che necessitano di alcune accortezze.

Allo stesso tempo è bene anche mettere in atto piccoli trucchi e stratagemmi per pulire in modo veloce e impeccabile. Come fare? Con questi consigli, tutte le mamme potranno avere bambini felici (e al riparo dai pericoli) e una casa sempre splendente!

Innanzitutto c’è da dire che l’organizzazione e le precauzioni (così come i prodotti da usare) variano in base all’età del piccolo. Se il bambino è molto piccolo e ancora non cammina, è bene tenerlo a bada in un box o seggiolone senza perderlo mai di vista. Questo perché potrebbe mettere le mani nel secchio dell’acqua con il detersivo e magari rovesciarselo addosso. Nel caso in cui il piccolo è già più autonomo, può essere coinvolto attivamente nelle faccende domestiche, affidandogli piccoli ruoli che non prevedono naturalmente l’uso di detergenti.

Ma vediamo come poter pulire la casa in modo più rapido possibile. La cosa più importante, che permette di gestire al meglio il tempo, è avere degli ambienti organizzati e ordinati. Molto comode sono le cassettiere, le cassapanche, gli scatoloni di cartone o i contenitori in plastica per permettono di raccogliere gli oggetti sparsi per la casa e i giocattoli del bimbo. Un ambiente ben organizzato sarà più facile da pulire e il bambino non rischierà di inciampare e ferirsi con oggetti pericolosi!

Un altro consiglio utile è quello di suddividere le mansioni in piccoli spazi di tempo, anche brevi. Quindi, ad esempio, se si hanno solo dieci minuti a disposizione, si possono sfruttare per svuotare la lavastoviglie o per pulire la libreria. Quando c’è un bambino piccolo, purtroppo, non si ha il tempo di svolgere le mansioni tutte insieme, ma bisogna adattarsi ai suoi orari e alle sue esigenze. Un altro trucco molto utile è quello di passare un panno umido sulle superfici di cucina e bagno tutte le mattine, quando il piccolo sta dormendo. In questo modo si evita l’accumulo di polvere e ci vorrà di seguito meno tempo per le pulizie più profonde.

Naturalmente, le mamme dovranno tenere conto anche della pappa e del pranzo di tutta la famiglia, nell’organizzazione delle pulizie di casa. Per questo motivo, potrebbe tornare utile pianificare in largo anticipo ogni pasto e la spesa, senza ridursi all’ultimo minuto.

In tutto ciò bisogna prestare attenzione anche ai prodotti che si usano per l’igiene della casa. In particolare, le mamme dovrebbero evitare l’uso di prodotti troppo aggressivi o di pesticidi, soprattutto se nell’ambiente è presente anche il bambino. Questi infatti, se in inalati anche in piccole dosi, potrebbero provocare serie conseguenze. Allo stesso tempo è anche importante non utilizzare questi prodotti nella cameretta del bimbo, ma preferire dei detergenti neutri e possibilmente ecologici. I bambini infatti tendono a trascorrere molto tempo sul pavimento e a toccare di tutto, portando poi le mani in bocca. In ultimo, un accorgimento fondamentale è quello di non lasciare in giro i flaconi dei detersivi, ma di riporli in un armadietto ben chiuso, sulle mensole più alte. Evitare anche di travasare i detersivi nelle bottigliette dell’acqua, che i bambini, anche se più grandi, potrebbero confondere con facilità.

 

M’illumino di meno

M’illumino di meno

Compie ben dodici anni l’iniziativa lanciata e ideata da Caterpillar di Radio2. “M’illumino di meno” è la  più grande campagna radiofonica di sensibilizzazione sui consumi energetici e la mobilità sostenibile.

Il nome della campagna prende spunto dai celebri versi di Ungaretti “M’illumino / d’immenso”  e sin dalla sua prima edizione cade nei giorni attorno al 16 febbraio, non a caso ma per ricordare il giorno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.

L’edizione di quest’anno è dedicata in particolare al tema della mobilità sostenibile con la grande operazione Bike the Nobel, la campagna in cui si candida la bicicletta a Premio Nobel per la Pace. Per questo  l’invito per gli amministratori e i cittadini è quello di basare la propria adesione promuovendo l’uso della bicicletta e di tutti i mezzi a basso impatto energetico come simbolo di pace e di rispetto per l’ambiente. Pedalate cittadine, incentivi a usare i mezzi pubblici, pedibus scolastici, rinunciare un giorno all’automobile sono solo alcune delle tante iniziative che è possibile organizzare nei proprio territori per aderire.

Inizialmente l’idea di ridurre al minimo il consumo energetico spegnendo per almeno qualche ora i dispositivi non indispensabili era rivolta ai cittadini. Nel corso delle edizioni poi ha raccolto consensi e adesioni anche da parte di comuni e autorità fino a ottenere il consenso Presidenza del Consiglio dei ministri e  il patrocinio del Ministero dell’Ambiente. Questo a dimostrare che il problema è di tutti, di chi decide, certamente, ma anche di chi utilizza. La comodità e la fretta spesso sono cattive consigliere nel trovare alternative a favore del risparmio energetico. Si sente spesso ripetere che bastano pochi gesti , ed è vero. Prendere l’impegno di compiere piccoli gesti con costanza ed assiduità  è il primo passo per trasformare una difficoltà iniziale in una buona abitudine consolidata e aprono la mente alle possibili alternative. Pare impossibile vivere senza determinati apparecchi e l’idea non è certo di tornare al Medioevo o di fare tutto a mano, la società si è talmente trasformata che sarebbe veramente complicato, ma imparare ad usare e non abusare. Lo stimolo maggiore è capire che è per il bene di tutti.

Volere è potere e  nulla è impossibile dicono i saggi. Certo è che forse non ci siamo più così abituati, ma una strada alternativa c’è, occorre riorganizzarsi in questo senso. Così ecco un giorno in cui non solo ai vertici, ma tutti siamo chiamati a sperimentare, almeno per qualche tempo l’assenza di ciò che pare indispensabile.

I bisogni

Qual’è il tuo bisogno?

Questo tema mi affascina davvero molto, per esperienza personale quando chiedo ad una persona “Qual è il tuo bisogno?” la risposta stenta ad arrivare, dopo un attimo di riflessione la risposta è: “Non lo so”.

Non conosciamo i nostri bisogni spesso perché non ci fermiamo ad ascoltarci ed anche perché la ns educazione non ci ha abituati a questo. Quando impariamo a riconoscere i nostri bisogni diventiamo anche più empatici e comprensivi nei confronti dell’altro perché siamo in grado di riconoscere anche i suoi.

Che cos’è un bisogno? E quali sono i bisogni dell’essere umano?

Il bisogno è una sensazione sgradevole che deriva dalla mancanza di qualcosa di necessario alla vita. I bisogni nascono dall’ esigenza di alleviare delle “tensioni” di ordine fisico (come la fame, la sete, il sonno, ecc.) e di ordine psichico (come il bisogno di sicurezza, di affermazione, di appartenenza ad un gruppo, ecc.). Uno studio molto semplice e molto efficace è quello di Abraham Maslow, psicologo americano contemporaneo.

Ha studiato per anni le motivazioni dell’essere umano e ha elaborato la teoria conosciuta come “la piramide dei bisogni”. Maslow ha elaborato una classificazione dei bisogni dell’essere umano distinguendoli in 5 categorie (sintetizzandoli)

Quando ci sentiamo in difficoltà per qualcosa o litighiamo/discutiamo con qualcuno spesso dietro chi sta un bisogno nascosto, non soddisfatto, allora fermiamoci un attimo, facciamo un lungo respiro ad occhi chiusi con le mani sul cuore e chiediamoci: “qual è il mio bisogno non soddisfatto?”, ascoltiamo cosa succede al nostro corpo, quali sono i messaggi che ci arrivano.

Pensiamo che i bisogni debbano essere chissà cosa per chiamarsi tali ma sono le cose semplici le più importanti e fondamentali per un buon equilibrio e centratura in noi stessi. “Quando, con il nostro comportamento, non abbiamo soddisfatto un nostro bisogno, è molto più probabile che impariamo qualcosa dalle nostre azioni se riusciamo ad identificare quel bisogno, perché, senza perdere il rispetto per noi stessi possiamo iniziare ad immaginare in quale altro modo avremmo potuto meglio soddisfarlo…” (tratto dal libro “Parlare Pace” di Marshall B. Rosenberg)

E tu conosci i tuoi bisogni?

Debora Forbici- Counselor Olistico opera presso La Ninfea

Scopri le date consultando il calendario di Bresciabimbi o all’articolo “Come stai?”

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