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Anno: 2016

Capa&Friends: Un meraviglioso Natale

Capa&Friends

Capa & Friends è il nome del progetto tenuto da tempo nel cassetto. Il caposaldo sono però i racconti.

Iniziai ad inventarli per far addormentare la mia bimba, ma le avventure dei personaggi, così effervescenti e movimentate, le provocavano l’effetto contrario e divertita me ne chiedeva una dopo l’altra.

Capa è il nome della protagonista di questi racconti per bambini: una pecorella capo-gregge che con i suoi amici animali che io definisco stontonati, vive in una splendida e singolare fattoria.

Grazie al ritrovamento di una campanella magica che Capa si è messa al collo, tutti interagiscono tra loro e con gli abitanti dell’intera vallata vivendo divertenti avventure.

Ogni vicenda si conclude con un lieto fine spesso tramutato in un messaggio positivo tra le righe, una sorta di consiglio di vita quotidiana per i più piccoli.

A fine novembre è uscito il primo racconto “Un meraviglioso Natale”, acquistabile dal portale de L’Espresso ilmiolibro.kataaweb.it  digitando il mio nome o il titolo del racconto. A questo proposito ho chiesto all’associazione ABE di poter iniziare una collaborazione con della beneficenza, da parte loro accettata molto positivamente: con ogni racconto venduto, un euro verrà devoluto all’Associazione.

In occasione dell’Evento ICE VILLAGE a Gussago, domenica 11 dicembre è stato presentato il racconto ed ufficialmente il mondo di Capa & Friends, con l’aiuto di Cosetta Zanotti, scrittrice per ragazzi ed ideatrice di eventi letterari molto importanti.

All’ICE VILLAGE abbiamo allestito la casa di Babbo Natale con uno spazio interno molto accogliente dove è ospitata Capa la pecorella con uno spazio Capa & Friends e la possibilità per i bambini di giocare e fare dei laboratori creativi, utilizzando materiali di riciclo. E dove verranno venduti i racconti.

In primavera l’uscita effettiva del primo libro con varie e divertenti avventure degli amici della fattoria di “Gino il contadino e degli amici scapestrati”, dove si leggerà finalmente come tutto ebbe inizio, come la fattoria è diventata magica…..

Il Progetto è ampio, ci sono tante idee sulla carta, ma il filo conduttore di questa mia iniziativa è poter aiutare in qualche modo i bambini, anche SOLTANTO con un sorriso, nella speranza di poterlo amplificare.

L’idea originaria del progetto prevede una seconda “capsula” per arricchire la lettura con attività ludiche di condivisione tra i bambini portandoli ad interagire tra loro. Un gioco divertente.

 

E’ possibile restare aggiornati sulle avventure della simpatica pecorella e dei suoi spostamenti seguendo la pagina Facebook: Capa&Friends 

 

Ringrazio per questo bel progetto l’ideatore :Edoardo Dore

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Decorazioni per il Natale con il Das

Le mamme sono sempre molto creative ed è per questo che da questo Natale si apre su Bresciabimbi una nuova rubrica “Idee creative”! Si tratta di un angolo dedicato a chi non è capace a stare fermo con le mani e la creatività e che da ogni cosa sa trovare lo spunto per creare qualcosa di nuovo ed originale. Se poi in tutto questo ci aiutano i bambini allora siamo in una botte di ferro. Per questo Natale mi sono fatta aiutare da Sara, mamma creativa e curatrice del blog Stellegemelle, per qualche idea nuova per addobbare in modo personale la casa in occasione del Natale.

Decorazioni per il Natale con il Das

Mi piace preparare lavoretti con le bambine, ma mi piace realizzare cose belle da appendere in casa, non i soliti “lavoretti” che poi finiscono in un cassetto.

Ecco perché quest’anno io con le bambine ci siamo divertite a realizzare delle formine per l’albero di Natale con il “vecchio” e classico Das.

Abbiamo utilizzato delle belle formine per biscotti, che, per fortuna, a casa nostra non mancano!

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E’ semplice e divertente, in poco tempo preparerete delle bellissime e perfette decorazioni per il vostro albero di Natale, o per decorare ogni angolo della vostra casa.

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Dopo aver preparato tutte le formine che vi servono o che riuscite, è importante ricordasi  di praticare un piccolo foro nella parte alta della vostra creazione. E’ possibile utilizzare uno spiedino di legno, la punta di una matita o anche  una cannuccia, l’importanet è riuscire a creare  un passaggio dove far scorrere  un cordino per poter appendere le decorazioni. Ricordatevi di praticare il foro quando il Das è ancora morbido e lavorabile, una volta secco sarà impossibile!

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Fatevi aiutare dai bambini e soprattutto  lasciate che si divertano, che si esprimano e che usino tutta la loro fantasia e…ne vedrete delle belle!

Qui le mie bambine hanno deciso di fare anche delle piccole decorazioni su ogni formina.

Una meraviglia.

Lasciate asciugare le formine per almeno 24 ore, fino a quando il colore del Das diventerà più chiaro.

Se le formine saranno ben asciutte il colore prenderà meglio.

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Noi le abbiamo dipinte di bianco, ma se usate il Das bianco potete anche saltare questo passaggio, ma colorare è molto più divertente.

 

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Questo è il primo risultato…poi le bambine, come al solito, si sono fatte prendere la mano!

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…e ancora una volta ne è uscita una meraviglia!

 

Buon divertimento e Buon Natale!

Trattamenti ortodontici: mezzi terapeutici tradizionali e innovativi per un approccio sistematico

Trattamenti ortodontici: mezzi terapeutici tradizionali e innovativi per un approccio sistematico

L’ortodonzia è una branca medica odontoiatrica che si occupa dello studio e del trattamento delle anomalie di sviluppo e posizione dei denti , mascellari e muscolatura facciale.

La cura con apparecchi mobili e fissi ha lo scopo di ottenere una buona funzione masticatoria , favorire un’armoniosa estetica del viso , dare una stabilità nel tempo al risultato favorendo in questo modo un buono stato di salute del cavo orale.

Ogni caso necessita di una valutazione approfondita cui fa seguito il piano di trattamento; questo viene formulato dopo esame clinico, esami radiografici, fotografie del viso e delle arcate dentarie, modelli studio della bocca , analisi cefalometriche e esami posturali.

Prima di iniziare la terapia è importante che il paziente sia educato a un corretto stile igienico-alimentare e sottoposto a fluoro profilassi per prevenire la demineralizzazione dello smalto.

Nella maggior parte dei casi la terapia viene effettuata attraverso due fasi:

  • la prima detta fase ”intercettiva” può anche iniziare precocemente quando i denti da latte sono ancora presenti . Si applicano mezzi terapeutici quasi sempre mobili in grado di modulare la crescita ossea del palato e della mandibola per ottenere la correzione totale o parziale di una mal occlusione e per impedirne l’aggravamento. Intercetta abitudini viziate del bambino come il succhiamento del dito o del labbro inferiore, la deglutizione atipica,la respirazione orale. In questa fase il coinvolgimento dei genitori è importante per assicurare le condizioni favorevoli alla riuscita della terapia, così come è importante motivare il bambino alle ragioni per cui deve portare l’apparecchio.
  • La seconda fase inizia invece verso il termine della permuta dentaria e permette un corretto allineamento dei denti e una corretta occlusione tra le due arcate dentali. Fa uso di mezzi terapeutici fissi incollati sulla superficie del dente (brackets) a cui si legano degli archi metallici modellati di volta in volta dall’ortodontista ,secondo precise prescrizioni e in grado così di spostare i denti . Terminata la fase attiva del trattamento e ottenuto il corretto rapporto fra i denti delle due arcate, è necessario far seguire la fase di contenzione perché il risultato della cura sia destinato a durare nel tempo. Si applica un apparecchio mobile tipo il posizionatore in materiale elastico oppure una placchetta in resina . La durata di questa fase è variabile e dipende da molteplici fattori come l’età e la gravità della malformazione iniziale. Molto importante è saper continuare a ottenere la collaborazione del paziente anche in questa fase, affinché non appaiano recidive.

Le apparecchiature ortodontiche

Gli apparecchi ortodontici impiegati nelle varie fasi di terapia possono essere fissi o rimovibili. La scelta dipende dal tipo di malformazione e ha sempre una specifica indicazione dettata dallo studio di ogni caso.

Le apparecchiature mobili sono realizzate in resina acrilica e inglobano viti, ganci, archi metallici o cannule entro cui inserire ausiliari, come la trazione extra orale. Vanno portati tutto il giorno, compresa la notte; una volta ottenuto il risultato previsto, il medico può disporre di ridurre le ore di collaborazione.

Le apparecchiature di tipo fisso invece sono costituite da bande e attacchi incollati sulla superficie del dente con una resina adesiva. Dentro questi elementi si lega un arco in lega metallica che è il vero motore del trattamento, in grado di spostare i denti. In alcuni casi è necessario fare uso anche di piccoli elastici intraorali che il paziente impara ad agganciare da solo .

Altri presidi terapeutici che possono essere prescritti sono la trazione extraorale , la mentoniera e la maschera per protrazione.

In epoca più recente è stato introdotto l’uso di micro viti e di piccoli impianti rimovibili da inserire in particolari punti dell’osso, utili in pazienti adulti che seguono una terapia ortodontica preprotesica e che mancano dei denti molari di una emiarcata.

Ortodonzia estetica: si intende l’uso di attacchi in ceramica bianca o materiali polimerici trasparenti il cui impatto è poco disagevole per il paziente in quanto risultano meno visibili.

Esistono anche attacchi incollati sulla superficie interna del dente e questo tipo di terapia si chiama ortodonzia linguale.

Altre terapie sono quelle effettuate con l’uso di mascherine trasparenti sequenziali : queste evitano al paziente di applicare fili e attacchi sui denti , vanno portate con molta regolarità sostituendole ogni quindici giorni. Non possono essere sempre prescritte, ma trovano indicazione solo in alcuni casi di disallineamento dentale.

Nei ragazzi e nei bambini il trattamento preferibile rimane l’apparecchio convenzionale.

Questi presidi terapeuti sono le ultime novità nell’ambito delle apparecchiature ortodontiche per offrire al paziente il massimo risultato estetico anche se non tutte le mal occlusioni possono essere trattate con esse.

 

Ringrazio per questo articolo:

DOTT.SSA ELISABETTA PAGANUZZI
Medico-chirurgo- odontoiatra
Via Lagarina, 8 Brescia
tel: 3397294377

Lavora presso studio dentistico Benini G&C sito all’interno del poliambulatorio SMAO
Via Galvani, 4
25010 San Zeno Naviglio BS
Tel 030 3539280-290- 314 interno 223
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Autopalpazione al seno: come farla in maniera corretta

Autopalpazione al seno: come farla in maniera corretta

A cura dell’ufficio stampa Sorgente Genetica

Grazie ad un percorso di screening mirato è possibile monitorare la nostra salute. La prevenzione è molto importante soprattutto per contrastare l’insorgere di malattie oncologiche come ad esempio il tumore al seno. I controlli medici sono indispensabili, ma si può iniziare effettuando un primo screening che consiste nell’autopalpazione del seno, utile per riscontrare sporgenze, anomalie o dolore al seno.

Un controllo costante e preventivo favorisce una diagnosi più rapida e di conseguenza aumentano le possibilità di sopravvivenza. Statistiche affermano che il tasso di sopravvivenza delle donne colpite da tumore al seno a 5 anni dalla diagnosi è del 98% circa¹.

Per effettuare l’autopalpazione del seno è bene eseguire i passaggi nel modo corretto.

Vediamo come.

Prima di procedere, si parte con un’attenta osservazione del seno. Per questa operazione è necessario disporsi davanti ad uno specchio e mantenere le braccia lungo i fianchi. Da questa posizione possiamo osservare se il seno presenta affossamenti, sporgenze, alterazioni del colore e della forma dei capezzoli. Identica osservazione va fatta anche con le braccia alzate.

È possibile ora procedere con l’autopalpazione. Con un braccio sopra la testa, si porta la mano libera sulla mammella (prima una e poi l’altra) e si inizia a tastare cercando di mantenere tese le dita in modo da cercare possibili irregolarità nel tessuto come ispessimenti e indurimenti o masse che hanno tutta l’aria di essere “strane”.

Nella fase successiva ci si sdraia su un letto e si appoggiano testa e spalle sul cuscino. Si porta poi un braccio dietro alla testa e con mano e dita appiattite si effettua ancora una volta l’autopalpazione eseguendo questa movimenti circolari che partono dall’esterno fino ad arrivare al capezzolo. È importante svolgere la palpazione anche nell’incavo dell’ascella dove potrebbero essere presenti dei noduli.

Un altro controllo che è indispensabile effettuare è verificare se si presenta la fuoriuscita di liquidi, stringendo il capezzolo senza fare troppa pressione.

Questo controllo va effettuato almeno una volta al mese e per le donne con ancora il ciclo mestruale è preferibile effettuare l’autopalpazione al termine di questo periodo in quanto il seno risulta più morbido. 

Se si rilevano anomalie come noduli, dolore al seno, fuoriuscita di liquidi o infossamenti è bene rivolgersi ad un medico specialista. Soprattutto per le donne che hanno già familiarità con casi di tumore al seno o all’ovaio è bene effettuare periodicamente degli esami di screening. Test utili per questi casi sono la mammografia, l’ecografia o test genetici per le mutazioni dei geni BRCA. A questi ultimi infatti sono associati l’insorgenza del 15% di casi di tumore alle ovaie e il 5/10% dei tumori al seno.

Per saperne di più sui testi genetici BRCA: www.brcasorgente.it

 

Fonti

1. airc.it
2. Campeau PM, Foulkes WD, Tischkowitz MD. Hereditary breast cancer: New genetic developments, new therapeutic avenues. Human Genetics 2008; 124(1):31–42
3. Pal T, PermuthWey J, Betts JA, et al. BRCA1 and BRCA2 mutations account for a large proportion of ovarian carcinoma cases. Cancer 2005; 104(12):2807–16

Seggiolini auto per bambini, ecco cosa cambierà dal 2017

Seggiolini auto per bambini, ecco cosa cambierà dal 2017

La sicurezza in auto è importantissima, ogni genitore, se interrogato, sarebbe d’accordo.

Eppure le statistiche dicono altro, pare infatti che il 60% dei genitori italiani non utilizzi il seggiolino auto, questo quanto emerso dall’indagine condotta con il Sistema Ulisse dall’Istituto Superiore di Sanità.
La fascia d’età più critica è quella dei bambini tra i 5 e i 12 anni: genitori si sentono più sereni rispetto ai primissimi anni di vita poiché i bambini sono più grandi e sanno stare ben seduti,ma non per questo hanno garantita la sicurezza in auto. E’ doveroso infatti ricordare che la prima causa di morte, in questa fascia di età, è proprio costituita dagli incidenti stradali.
Gli atteggiamenti che espongono maggiormente i bambini al pericolo sono: lo scorretto utilizzo del seggiolino, se non addirittura l’assenza dello stesso e le eccezioni, ovvero la decisione di non utilizzare il seggiolini per tratti brevi o in alcune particolari circostanze.
Spesso l’auto viene considerata un’estensione della casa,e i seggiolini vengono quindi percepiti come delle sedie che servono per stare comodi e portare il bambino all’altezza giusta per la cintura di sicurezza.

Non è per niente così!

I seggiolini auto sono dei veri e propri dispositivi di sicurezza e vanno scelti e utilizzati con cura e seguendo regole precise.

La materia è importante e nel tempo sono state stabilite leggi specifiche.La ECE R44 è la normativa della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UN/ECE) che ha per oggetto la regolamentazione dei dispositivi di ritenuta per bambini in auto, ovvero seggiolini auto e rialzi.La normativa ora è alla quarta revisione ( ECE R44-04) e viaggia in stretta compagnia con la prima fase della normativa R129 detta i-Size

E’ importante ricordare che le varie revisioni della norma hanno apportato migliorie in termini di aumento dei parametri di sicurezza richiesti,e ora i seggiolini omologati secondo la ECE R44/01 e la ECE R44/02, sono ormai obsoleti e ne è proibito sia l’utilizzo che la vendita.
Questa normativa suddivide le tipologie di seggiolini in base al peso del bambino e stabilisce che i bambini al di sotto dei 9 kg devono viaggiare in seggiolini rivolti in senso contrario alla marcia
Questi i 5 sono i gruppi di peso definiti dalla Legge:

  • Gruppo 0: per bambini di peso inferiore a 10 kg.
  • Gruppo 0+: per bambini di peso inferiore a 13 kg.
  • Gruppo 1: per bambini tra 9 e 18 kg.
  • Gruppo 2: per bambini tra 15 e 25 kg.
  • Gruppo 3: per bambini tra 22 e 36 kg.

Affianco a questa regolamentazione è stata introdotta anche la normativa UN/ECE R129 per aumentare ulteriormente gli standard di sicurezza.

A differenza della ECE R44 la ECE R129 classifica i bambini in base alla loro altezza e non al peso, rende obbligatorio far viaggiare i bambini in senso contrario alla marcia fino ai 15 mesi, richiede l’utilizzo del sistema Isofix di aggancio in auto che riduce i rischi di installazione non corretta e vuole che i seggiolini prima di uscire sul mercato superino anche la prova di impatto laterale

Ecco cosa cambierà dal 2017

L’anno nuovo porterà alcune importanti novità per entrambe le normative. Eccole in sintesi.

Con il nuovo anno per la normativa R44/04: tutti i bambini con un’altezza inferiore ai 125 cm dovranno obbligatoriamente utilizzare un seggiolino auto dotato di schienale e rende obbligatorio far viaggiare il bambino in senso contrario di marcia fino ai 9 kg di peso (mentre la normativa R129 dice fino ai 15 mesi)

Non saranno più in regola i famosi rialzi (booster) senza schienale.

Con l’estate del 2017 dovrebbe entrare in vigore la seconda revisione della R129 , quindi la R129-02 che prevederà che Isofix: il sistema Isofix non sarà più obbligatorio

i genitori potranno scegliere quindi se installare il seggiolino auto con gli agganci Isofix oppure con le cinture di sicurezza del veicolo per i seggiolini auto per i bambini da 100 cm a 150 cm

  • tutti i booster (rialzi) per essere omologati dovranno essere dotati di schienale.
  • obbligatorietà: resta confermata l’obbligatorietà del seggiolino auto fino 150 cm di altezza del bambino (per l’Italia)

E’ importante ricordare che entrambe le normative sono in vigore e continueranno ad esistere fianco a fianco.
Il genitore potrà liberamente scegliere se orientarsi su un seggiolino auto omologato ECE R44/04 o secondo la nuova normativa R129.

In ogni caso sarà utile appoggiarsi ad una guida riassuntiva che racchiude tutte le informazioni da valutare per  una scelta corretta

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Fonte: cercaseggiolini.it

Cosa succede su Bresciabimbi?

Cosa succede su Bresciabimbi?

Aiuto errore 404!

Se cliccando un link che vi eravate salvati o aprendo un vecchio post  di Facebook in questi giorni è possibile che vi ritroviate sulla schermata del vostro computer o del vostro dispositivo un piccolo mostriciattolo che, un pò perplesso, vi dice che c’è un errore.

In particolare il temutissimo errore 404, anche se ce ne sono di ben peggiori.

Il codice 404 nella lista nera degli errori che è possibile incontrare navigando in rete  indica che ciò che state cercando non esiste più.

Per Bresciabimbi non si tratta di un vero e proprio errore, ma di una miglioria.

Studiando e approfondendo il mondo di Internet, che credetemi non è così easy come poi appare all’utilizzatore, ho conosciuto alcune migliorie che servono a rendere ancora più piacevole la navigazione sul portale e ancora più facile trovare le informazioni cercate.

Alcune migliorie sono immediate e vengono eseguite dall’amministratore del sito senza che gli utenti quasi se ne accorgano, altre invece vengono scoperte da chi naviga perchè non funziona più come prima, ma in un modo nuovo.

Il portale è in continua e costante evoluzione, spero ve ne siate accorti; purtroppo questa modifica, tra le tantissime apportate, ha un’impatto anche su chi naviga il sito

Senza scendere in troppi noiosi dettagli tecnici in pratica è stata apportata una piccola modifica all’url degli articoli, ovvero al link.

Chiaramente chi si era salvato un link, ora  non lo trova più così come se lo era segnato. L’aggiornamento non tocca minimamente il calendario, ma gli altri articoli.

Niente panico però perchè tutte le informazioni sono al sicuro sul portale e sono ancora tutte disponibili, solo serve un poco di pazienza per trovare la nuova url.

Un piccolo trucco che velocizza il tutto è sfruttare la lente d’ingrandimento che trovate in fondo alla barra dei menu, in un attimo vi rimanda alla notizia che avevate salvato o che volevate approfondire..

Mi scuso di questo primo momento di disagio, ma serve davvero per offrire un servizio migliore!

lente-ingrandimento-menu

 

Avete notato la sezione A Brescia?

Dateci un occhio e ditemi cosa ne pensate!

Nasce dall’idea di far trovare ai genitori informazioni circa le belle realtà presenti sul territorio bresciano e che si adoperano per i vari aspetti della vita familiare e di gestione dei bambini con la stessa praticità del calendario. 

 

 

Laura Bresciabimbi

Giornata Mondiale della Gentilezza

Giornata Mondiale della Gentilezza

Altri sono i mesi per eccellenza delle feste, il vicino dicembre ne è l’esempio più famoso.

Ma in realtà anche novembre ha diverse giornate importanti nel proprio calendario. Certo non si tratta di giorni di vacanza o di festività comandate, ma di giornate che fanno riflettere e che portano l’attenzione su aspetti particolari della nostra vita. Una giornata che mi piace molto è la Giornata Mondiale della Gentilezza, il 13 novembre.

Può sembrare strano indire una giornata mondiale per ricordarci di essere gentili, o per farci riflettere sull’importanza della gentilezza ma è così! La vita è sempre più veloce, frenetica, incasinata e incalzante che pare non ci si possa concedere il lusso di “perdere” il tempo in un sorriso o in una gentilezza. Paiono cose d’altri tempi, in realtà fanno bene al cuore di ogni epoca, e nella nostra, ovvero l’epoca della velocità e del massimo rendimento, forse ce n’è addirittura più bisogno.

La festa, introdotta in Italia dal 2000, venne lanciata attraverso una conferenza nel 1997 a Tokyo.

In realtà quante situazioni sarebbero più “facili” se affrontate con la gentilezza da entrambe le parti?

Cos’è la gentilezza?

  • è tenerezza, disponibilità, amicizia, pazienza, ascolto, parole dolci sussurrate all’improvviso, sorrisi, piccoli gesti come tenere la porta aperta a qualcuno o cedere il posto in metropolitana.
  • è lasciar scivolare via le sgarberie, far affiorare le emozioni positive, trasformare ogni incontro in una nuova amicizia.
  • è un’attitudine che tutti possediamo ma al giorno d’oggi, purtroppo, la usiamo molto poco; la lasciamo rinchiusa in un cassetto per le occasioni speciali invece di donarla e goderne i benefici.
  • va coltivata, in un mondo teso all’individualismo e al profitto, e può essere faticoso. Essere gentili, tuttavia, ripaga sempre e i suoi effetti sono dirompenti.
  • è un indicatore del benessere della nostra società. Oggi più che mai, abbiamo un gran bisogno di condividere degli spazi, dei progetti e dei sogni comuni.

La parola d’ordine è chiaramente “essere gentili”.

In favore della gentilezza sono stati fondati il Movimento mondiale per la gentilezza Gentletude e Movimento Italiano per la Gentilezza  perchè

“La gentilezza viene dal cuore, spontanea, disinteressata e accogliente, 

cosa diversa dalla cortesia, che è formale ed esteriore”.

Il tema per la giornata del 2015 è GentilezzavsBullismo. Gentletude lancia la prorposta di scattarsi una foto con il messaggio “Contro il bullismo io scelgo la Gentilezza” da condividere sui propri profili, e postarla, se lo desiderano, sulla pagina Facebook dell’associazione
In questa giornata cercate l’occasione per mettere in pratica questa cultura della gentilezza, che magari non viene spontanea quando si è sottoposti a molto stress.
Ogni luogo è ideale per praticare la gentilezza: in ufficio, al lavoro, nelle scuole ,… concedetevi di sorridere a chi incontrate e vedrete che sarete ricambiati!

 

Il manifesto per la giornata della gentilezza del 2016 propone la gentilezza in ogni ambito della vita e i piaceri che procura

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Il sabato è come un palloncino rosso

IL SABATO E’ COME UN PALLONCINO ROSSO

di Ricardo Liniers Siri (Nuova Frontiera Editore)

Le protagoniste di questa storia delicata sono due sorelline, Matilda e Tina, e un sabato di pioggia che diventa magico, se visto attraverso gli occhi delle due bambine.

Mano nella mano, Matilda conduce la sua sorellina alla scoperta del mondo, dei giochi, del crescere insieme.

«Oggi è sabato! Possiamo fare un sacco di cose!», grida Matilda appena sveglia, e non sarà certo un po’ di pioggia a fermarla.

Perché se ci si sveglia di buonumore, ogni cosa acquista una luce magica: e allora la solita colazione diventa all’improvviso più buona, la pioggia ha lo stesso suono degli applausi, e un palloncino rosso si trasforma in un regalo speciale.

sabato è come un palloncino rossosabato è come un palloncino rosso

La storia si snoda attraverso vignette piene di grazia e tenerezza, fino alla conclusione che, come d’incanto, fa comparire un bellissimo arcobaleno, quasi a coronamento di una giornata all’insegna del gioco e delle risate che l’indomani… si ripeterà! Sì, perché… «Domani è domenica… E anche le domeniche sono DIVERTENTI!»

Università online, quello che c’è da sapere

Università online, quello che c’è da sapere

Il titolo di studio oggi è più che mai importante per inserirsi nel mondo del lavoro: è sempre più richiesta la professionalità e la specializzazione e i sacrifici che affrontano le famiglie per dotare i figli del diploma e della laurea sono grandi ma sempre ben ripagati se si arriva al termine del percorso formativo.

Il passaggio dalle scuole superiori all’università generalmente è il più traumatico. Questo sia perché cambia radicalmente la tecnica formativa, sia perché spesso si vive in una città priva di sede universitaria e si è costretti a trasferirsi. Generalmente sono i genitori a coadiuvare i figli nelle scelte delle facoltà e ad assumersi la responsabilità di consigliare e sostenere i ragazzi nelle scelte difficili. Quella dell’allontanamento da casa risulta una scelta difficile, soprattutto per le mamme che spesso soffrono in maniera evidente il distacco dai proprio figli, che nonostante la maggiore età, vengono sempre visto come bisognosi di attenzioni. La soluzione per conciliare istruzione e vita in famiglia comunque esiste ed è diventata una scelta molto utile per chi vuole proseguire gli studi senza lasciare la propria città: l’università online.

Nata per far fronte alle direttive dell’Unione Europea del progetto di e-learning europeo per la condivisione della Cultura, l’Università online è stata equiparata alle Università tradizionali con il Decreto Ministeriale del 17.04.03 nella legge Stanca-Moratti, per la riforma scolastica. La riforma prevede, in questo caso specifico, che si possano seguire le lezioni universitarie anche da casa utilizzando il web. A fronte di questa riforma alcune università si sono attrezzate per curare dei corsi universitari online, e rilasciare le rispettive lauree, valide quanto quelle tradizionali, ma con indiscutibili vantaggi in più.

Uno dei vantaggi principali delle Università online è proprio quello che lo studente non deve seguire i corsi di persona e di conseguenza non è obbligato a cambiare città per proseguire gli studi. In Lombardia per esempio esistono le facoltà dell’Università di Milano Unicusano, che permettono di seguire i corsi a distanza e allo stesso tempo usufruire di supporto didattico in loco quando lo studente ne ha necessità. Altro vantaggio è la possibilità di seguire le lezioni in qualsiasi orario torni comodo essendo scaricabili dal web quando si vuole. Tutta la didattica, testi compresi, è scaricabile online e l’Università cura non solo le lezioni ma anche gli stage aziendali che servono ad ottenere i crediti formativi per le successive abilitazioni.

Questo ovviamente agevola non solo gli studenti fuori sede ma anche coloro che non vogliono interrompere l’attività lavorativa. Anche i disabili ne possono trarre enorme giovamento considerando che per costoro a maggior ragione gli spostamenti sono difficoltosi e dispendiosi. Infine gli over-trenta, decisamente svantaggiati per essere rimasti nell’occhio del ciclone della crisi, e tutti coloro che per trovare lavoro hanno necessità di migliorare il livello professionale, hanno, nelle Università online, un’occasione d’oro per ricominciare.

Novembre “festaiolo”!

Novembre è un mese triste, o almeno nel mio immaginario è sempre parso così.

Una pausa grigia e nebbiosa, umida e piovosa in attesa del luminoso dicembre e delle feste che porta. Una pausa obbligatoria e dovuta in preparazione di grandi eventi.

Ho dovuto ricredermi quando ho scoperto che novembre è un gran festaiolo! Certo non si tratta di giorni di vacanza e riposo o di addobbi e regali, ma di feste nel senso più ampio del termine, si parla di giornate dedicate alla riflessione su temi specifici. Dopo i primi due giorni in suffragio dei nostri cari estinti il calendario presenta ben 10 giornate mondiali di “qualcosa”. Interessante!

Ecco una panoramica di tutte le feste in esso presenti:

  • 1 novembre : Ognissanti
  • 2 novembre : Giorno dei morti
  • 4 novembre: Festa dell’Unità Nazionale in ricordo del 4 novembre 1918, giorno della vittoria e della fine della prima guerra mondiale per l’Italia
  • 9 novembre : Giorno della libertà sancito dalla Repubblica italiana in memoria dell’abbattimento del Muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo
  • 13 novembre : Giornata Mondiale Gentilezza (leggi tutti i dettagli in questo articolo)
  • 15 novembre: Giornata Mondiale Vittime della Strada (leggi tutti i dettagli in questo articolo)
  • 16 novembre: Giornata internazionale della Tolleranza. Istituita nel 1995 dall’Unesco, la giornata della Tolleranza conteneva non meno di 16 tra accordi, dichiarazioni, convenzioni e raccomandazioni, tutte relative al bisogno di tolleranza nel pianeta. Tutti i punti sono attuali oggigiorno, e tutti devono ancora essere pienamente rispettati. (www.unric.org)
  • 17 novembre: Giornata Mondiale prematurità . Istituita e ufficialmente celebrata in Europa per la prima volta nel 2008, dal 2011 si celebra in tutto il mondo come “World Prematurity Day” (WPD).Lo scopo principale è di focalizzare l’attenzione sulla prevenzione del parto prematuro e sulla nascita prematura.
  • 20 novembre Giornata Universale del Bambino Il 20 novembre è l’anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC), approvata nel 1989. L’adozione della convenzione internazionale è stata una pietra miliare per i diritti dei bambini. Per la prima volta i bambini non sono stati visti come oggetti passivi che dovevano essere assistiti, ma piuttosto come persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere. (leggi tutti i dettagli i  questo articolo)
  • 21 novembre Giornata mondiale della Televisione. La TV è il mezzo di comunicazione di massa più diffuso e discusso al mondo e senza dubbio il marchingegno che ha fatto storia. Nata come una scatola nera, e che poi la tecnologia ha saputo tramutare in varie forme e dimensioni con più o meno funzionalità, la televisione soggiorna nelle case di ognuno, informa e tiene compagnia. Per sottolinearne l’importanza il 21 Novembre si celebra la Giornata Mondiale della Televisione.
  • 25 novembre: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite alla fine del 1999 per accendere i riflettori dell’opinione pubblica sulla brutalità e meschineria della violenza sulle donne (così come della violenza in generale)

Riflettiamo cari amici di Bresciabimbi, riflettiamo!

Halloween

Halloween

La notte del 31 ottobre arriva una festa che non trova tutti d’accordo: Halloween!

E’ proprio così. C’è chi vi è a favore, chi contro, chi non ci trova nulla di male, chi ci vede il maligno,….

La notte di Halloween precede il giorno di  Ognissanti (1 novembre) ovvero il giorno di tutti i Santiuna festa cristiana che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i Santi, cui immediatamente segue la Commemorazione dei defunti (2 novembre).

Forse a dimostrare che la morte non guarda in faccia alle credenze di nessuno?

Negli anni questa ricorrenza ha preso sempre più piede fino ad essere assorbita dai bambini come una ricorrenza immancabile nel calendario delle festività. Complice di questa espansine è stata certamente la forte spinta commerciale che ha portato in auge Halloween, più dell’interesse per l’origine della ricorrenza in sè, purtroppo.

Quale che sia il vostro punto di vista rispetto ad Halloween, si può certamente sfruttare  l’occasione di Halloween per parlare della paura coi bimbi, e per che no , della morte.Temi certamente delicati e non da trattare con leggerezza, perchè si tratta delle emozioni dei nostri bambini.

Ecco allora che un trucco spaventoso o un costume mostruoso possono essere un buon inizio, una “scusa” perchè permetteranno al bambini di trasformarsi nelle loro stesse paure, entrando in quello che per loro è il mondo dell’ignoto, e riuscendo a farsi beffa di questo sapendo di essere “al sicuro”.

Da sempre l’uomo ha avuto bisogno di un rito per affrontare ciò che non conosce e per il quale nessuno ha risposta.

Molti studiosi hanno infatti rivelato tracce della festa in tutto il mondo, da sempre anche se ciascuno con le proprie peculiarità.

Forse proprio a dimostrare in ogni uomo che c’è il bisogno di superare alcune paure indipendentemente da dove viva e questo bisogno è insito nella natura dell’uomo stesso.

Pillole di storia….

Ebbene forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime e irlandesi, quando l’Irlanda era dominata dai Celti.

Halloween altro non corrisponde che infatti a Samhain, ovvero il capodanno celtico. La parola deriva dal gaelico antico “Sam Fuin” e significa “fine dell’estate”. Gli antichi Celti dividevano l’anno in due grandi stagioni in base alla transumanza del bestiame. Questa festa segnava la fine dei raccolti e l’inizio della parte fredda e buia dell’anno. Samhain è la festa del passaggio dalla luce al buio, la festa che chiude un ciclo e ne apre un altro, perciò era considerato una specie di capodanno. Si credeva che  in questa occasione i confini dei mondi diventassero più sottili, permettendo qualche “intrusione” da un mondo all’altro. I Celti credevano infatti che gli spiriti degli avi tornassero sulla terra a far visita, portando auspici e protezione. I contadini delle campagne irlandesi e scozzesi credevano che in questa notte alcuni spiriti di defunti malvagi potessero recargli del male. Perciò si travestivano da mostri, orchi, fantasmi e altri personaggi terrificanti, per spaventare gli spiriti o confondersi fra di essi e non essere molestati.

Da questo deriva poi l’origine della parola Holloween (“All Hallows Eve”) cioè “notte di tutti gli spiriti”.

Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi oltre oceano.

Come da tradizione gli antichi infilavano una candela in una rapa cava posta fuori dalla finestra affinché gli spiriti ritrovassero la strada di casa.

La zucca arrivò centinaia e centinaia di anni più tardi, quando i primi coloni inglesi migrarono in America, e non avendo a disposizione rape, le sostituirono con le zucche.

“Trick or treat” (dolcetto o scherzetto) è ormai usanza immancabile per Halloween. La pratica però si  rifà a quando la gente povera andava porta a porta e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti.

Vedo streghe spaventose
cavalcar scope focose;
vedo mummie sorridenti
e fantasmi fluorescenti;
vedo anime dannate
e anche zucche colorate;
vedo pipistrelli a frotte
svolazzare in questa notte.
Perché vedo tutto questo
dimmi un po’, te lo sei chiesto?
Perché ora, adesso, infin
è la notte di Halloween!

(di Jolanda Restano)

 

Festa dei nonni

Il 2 ottobre è la festa dei nonni!

Ufficialmente la ricorrenza è stata introdotta con legge dal Parlamento solo nel 2005 “quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”.

 In realtà è una festa che tutti portiamo nel cuore, da sempre. La parola stessa “nonni” è ormai sinonimo da una parte di saggezza e anzianità, ma dall’altra di dolcezza, coccole, piccoli vizi, chiacchierate speciali, racconti di cose lontane, esperienza, grandi capacità, giochi insieme, uscite al parco, tempo in cucina….I nonni hanno quel tempo che magari per mamma e papà è difficile da ritagliare e quella dose di pazienza in più che ai bimbi piace tanto.

Ecco perchè è fondamentale il dialogo tra nonni e genitori, per permettere un clima sereno in famiglia e una vera collaborazione.

La festa  cade inoltre nel giorno della festa degli angeli custodi, quale accostamento migliore! I nonni  sono spesso  gli angeli custodi di molte famiglie, sono presenti, disponibili ad aiutare mamma e papà coi bambini. Non si può proprio allora pensare di non ricordarli in modo speciale e magari far trovare loro un lavoretto speciale, una poesia, un pensiero,… per ringraziarli.

 

Buona festa a tutti i nonni!

 

 

Cosa fare se mio figlio non ha più la motivazione?

E SE MIO FIGLIO NON HA PIU MOTIVAZIONE?

Mi scrive Luisa mamma di Mattia, un ragazzo di 14 anni, portiere in una locale squadra di calcio. Si sfoga Luisa dicendo che il ragazzo non ha più la motivazione per continuare a giocare, è apatico verso gli amici e l’allenatore e fa spesso errori banali, fatali per la squadra e per il suo futuro da giocatore.
Nella sua lettera mi racconta l’infanzia del piccolo, che, dall’età di 5 anni, spronato dal padre e dagli allenatori segue costantemente gli allenamenti con voglia di fare e tanta passione. Sono pochi i goal subiti nelle tante partite disputate: Mattia è un piccolo Buffon, futuro talento del calcio italiano. Un ragazzo di cui andare fieri, che anche a scuola è sempre stato diligente e motivato.

Il ragazzo ha un talento innato che con dure ore di allenamento lo ha portato avanti, molto avanti nello sport tenendo sempre alta la sua motivazione. Ma da qualche tempo non è più cosi.

Presso gli antichi popoli del Mediterraneo il talento era un’unità di misura di peso (circa 35 chili) e di denaro, metallo prezioso pesato.  Un talento d’oro o d’argento rappresentava una ricchezza importante che gravava di responsabilità chi la possedeva. Nella parabola del Vangelo viene premiato chi ha utilizzato i talenti di denaro ricevuti in custodia, facendoli fruttare. Viene criticato chi  li ha sotterrati, per non correre rischi.

Il talento sportivo (come qualunque altro talento) è una dote innata. 

Importante distinguere, qua tra talento e potenzialità. Il talento infatti si manifesta quando una potenzialità, altrimenti detta anche punto di forza, viene riconosciuta dall’esterno. Quando insomma più di una persona vengono da te a dirti “lo sai che sei veramente un fuoriclasse in questo” e tu non ti rendi conto, non ne hai spesso la percezione. Proprio perchè innato il talento viene spesso dato per scontato.  Se ne è provvisti in modo naturale, se non c’è non si può imparare. Allo stesso modo se non coltivato il talento può essere perso. E’ un valore che non dovrebbe essere disperso ma fatto gemmare e fruttare.E’ meraviglioso poter individuare già nell’infanzia la capacità, il talento che contraddistingue i propri figli. Per un ragazzo, però, arriva un momento in cui il talento può essere una responsabilità gravosa perché non ha gli strumenti per gestire questa dote, per incanalarla lungo la strada che tracci il suo destino di persona adulta.

Mattia si spaventa, sente un peso che non sa gestire. Forse anche non accetta più questo talento.

Mattia sarà un eccellente giocatore amatoriale o un campione? Il calcio sarà la sua professione, la sua realizzazione?

Il ruolo degli adulti nei confronti dei giovani talentuosi è fondamentale, delicato e molto complesso.

Mattia ha la stoffa del campione. Ma ora è in crisi.

Chiamo Luisa e la incontro per una sessione, solo lei ed io . Mi dice che Mattia inventa scuse di ogni genere, commette errori banali e salta spesso gli allenamenti.

E’ de-motivato. Né il successo, né la prospettiva di fama (e guadagni) sportivi, né la gioia di giocare con gli amici di sempre sembrano smuoverlo verso il campo da calcio. Verso quegli impegni e fatiche che ha sempre affrontato, con gioia, per tanti anni. Come sportiva amatoriale e coach so bene che i momenti di crisi come quelli di Mattia hanno una loro storia, possono avere significati diversi ed esiti opposti. Possono essere l’occasione per ritrovare, dentro di noi, radici forti, per proseguire con maggiore determinazione, affrontando le fatiche e le difficoltà richieste dall’impegno sportivo; a volte, al contrario, sono opportunità per riconoscere di aver cambiato strada maturato una nuova identità ed appartenere ad altro.Potrebbe essere giunto il momento per ri-definirsi e orientarsi verso una propria direzione più autentica, in quel momento. Per un ragazzo di 14 anni ancora molto volubile e nel pieno dell’età adolescenziale questi sono momenti di vita difficili da affrontare nella solitudine del proprio disorientamento, spesso emozionalmente ambivalente (desiderio e rifiuto, amore e odio). Richiedono un affiancamento, un accompagnamento da parte dei genitori certamente e anche da un professionista esterno.
Lo spiego a Luisa. Le dico che è importante che Mattia senta la vicinanza dei genitori e dell’allenatore ma che questa sia una vicinanza misurata senza trasformarmi in oppressione.

Sarebbe davvero triste che Mattia proseguisse, a tutti i costi, “per fare contenti i genitori” o gli allenatori; sarebbe, d’altronde, un vero peccato che abbandonasse un’attività appassionante per una crisi che potrebbe avere “solo” bisogno di ascolto, sostegno e incoraggiamento per essere superata.  Questa guida, questo ascolto potrebbe venire da lei Luisa, le dico oppure dal padre oppure ancora da una persona esterna.

Ritengo sia indispensabile ora restare su Mattia e porre a lui due semplici domande:

Cosa ti rende felice, in questo momento?

Cosa ti farebbe alzare, senza sforzo, alle 5 del mattino?

E prepararsi ad accogliere la risposta, qualsiasi essa sia.

Questo aiuterà lui e voi a comprendere le sue priorità, in questo passaggio di vita. Le sue passioni, i suoi stimoli attuali, la sua motivazione più profonda.

Mattia potrebbe parlare dello sport, dello studio, degli amici, di una ragazza, o forse potrebbe restare muto, senza dire nulla o addirittura dare una risposta non attesa. Potremmo scoprire che Mattia ha ancora entusiasmo in quello che fa ma ha (solo) bisogno di allentare i ritmi, di dare spazio ad altre dimensioni di sé. Potrebbe scoprire che il passaggio alle superiori ha posto nuove sfide che lui vuole fronteggiare, distribuendo energie tra impegni diversi e importanti.

E’ meglio spingere, assecondare, imporsi o lasciar fare? Una risposta buona per tutte le situazioni non c’è.  Potrebbe domandarsi, in tutta onestà: chi vuole che Mattia diventi un campione? Di chi è questo obiettivo? e orientare le sue scelte in base alla risposta. Accettando la responsabilità, le opportunità ed i rischi di ogni possibile scelta.

E’ naturale e giusto che siano i genitori a definire i sogni, gli obiettivi e i percorsi dei propri figli, quando sono piccoli. E’ altrettanto naturale e giusto trasferire nelle loro mani la capacità, la libertà e la responsabilità di definire e perseguire i propri sogni e progetti di vita adulta. E’ un processo lento e progressivo. E’ un processo che richiede consapevolezza e impegno, tanto nel genitore quanto nel ragazzo. E’ un processo che può unire genitori e figli nel momento presente gettando le basi per un futuro più maturo, più consapevole e perchè no, anche più motivato.

 

Lucilla Rizzini

Coaching & training
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www.lucillarizzini.com