Ricordo sempre con affetto alla mia infanzia come mi piaceva giocare con la sabbia. Ho comprato al mio piccolo una sabbiera che è fatta di plastica e consiste di due parti. Una parte è convenientemente un coperchio in modo da poter chiudere la sabbiera. Trovo sempre interessante l’immaginazione che i bambini sviluppano quando giocano con la sabbia.
Giocare con la sabbia: un’esperienza per il corpo e la mente
Ricordate la prima volta che avete giocato con la sabbia?
E quali sensazioni vi provocava?
E’ iniziato così il workshop, Giocare con la sabbia, che si è tenuto a Brescia il 17 Gennaio, organizzato dall’Associazione EMMI’S CARE e condotto da Francesca Romana Grasso,EDUFROG.
Il gruppo di partecipanti composto da educatrici, insegnanti, coordinatrici di asili nido e psicomotriciste, è stato guidato in un percorso dove ha potuto vivere in prima persona esperienze di gioco con la sabbia e momenti di confronto con il gruppo, affrontando tutti gli aspetti caratteristici del gioco con la sabbia: il corpo e l’emozione, lo spazio e i materiali.
Attraverso il gioco con la sabbia i bambini ritrovano una lentezza e un’attenzione verso il piacere, che accompagna tutti i movimenti del corpo, sostenendo la varietà di macro e micro movimenti; i materiali di qualità, piacevoli da vedere e da utilizzare, offrono infinite azioni e possibili esperimenti al bambino, da vivere secondo la sua personale iniziativa e autonomamente.
L’hanno vissuto in prima persona le partecipanti al workshop, affondando le mani nella sabbia, contenuta in bellissime ceste, rivestite da morbido tessuto di cotone.
Ognuna ha potuto prendersi del tempo per osservare la sabbia che scendeva da un setaccio in acciaio, per riempire contenitori di vetro con piccoli cucchiaini antichi, per disegnare con le mani nelle sabbia o con una conchiglia: azioni e giochi infiniti.
Alcune spontaneamente hanno giocato occupando un certo spazio, con alcuni materiali, senza invadere l’altro, altre hanno giocato condividendo esperienze, idee e azioni.
L’esperienza con la sabbia offre al bambino la possibilità di fare un numero incredibilmente vario di esperienze logiche, matematiche, fisiche ed emotive che rappresentano una forma di apprendimento primordiale, sostenuta dal piacere dell’azione, favorisce la ibera espressione del bambino, la sua intenzionalità e volontà, sostenendo la costruzione della fiducia in sé.
Il ruolo dell’adulto è essenziale: non deve intervenire o interrompere l’attività del bambino, ma allestire con attenzione e cura l’ambiente, scegliendo materiali di qualità e offrendo il tempo necessario a ogni bambino. Principi, che grazie all’esperienza diretta con il gioco con la sabbia, hanno mosso all’interno del gruppo di partecipanti al workshop, alcune riflessioni sull’importanza che il linguaggio ha in ogni cosa che facciamo, in ogni luogo o situazione, con ogni persona; l’adulto deve scegliere con attenzione le parole da utilizzare per raccontare ciò che osserva di un bambino, cogliendo in modo oggettivo e per nulla giudicante ciò che vede.
Un’altra grande riflessione emersa grazie ai vissuti delle partecipanti, riguarda il modo dell’adulto di osservare e cogliere le azioni-emozioni dei bambini: domandarsi “Chi è?” questo bambino “Cosa sta facendo??”…anzichè “Che cosa voglio fargli fare??” o “ Cosa vorrebbe fare?”, favorisce una lettura obbiettiva, positiva e attenta dell’espressione del bambino, della sua personale storia.
Gli adulti dovrebbero sempre accogliere empaticamente le azioni dei bambini, senza interpretarne l’intenzionalità, o intervenendo, ostacolando lo spazio e i tempi necessari per esperienze piacevoli.
Francesca, conduttrice del work shop, nel pomeriggio di sabato, ha proposto alle partecipanti l’importante contributo della pediatra Emmi Pikler in merito allo sviluppo motorio spontaneo del bambino e il prezioso lavoro di Ute Strub sul gioco con la sabbia, un momento formativo, ma anche di riflessione e che ha acceso alcune domande:
esistono momenti in cui il bambino è libero di scegliere quale attività vivere?
l’adulto concede il tempo necessario, senza interrompere il bambino?
Gli ambienti famigliari ed educativi offrono spazi e materiali adatti alle fasi di sviluppo del bambino?
Per quali motivi sono scomparsi gli spazi dedicati al gioco con la sabbia, nei parchi, nei nidi, nelle scuole primarie e nei giardini di casa, così presenti , anche nel nostro paese, fino a pochi anni fa?
Alice Gregori
Psicomotricista
Associazione Emmi’s care
Il work shop sarà proposto nuovamente a Brescia, con un percorso di incontri di approfondimento, ricordiamo inoltre che è possibile richiedere una proposta formativa personalizzata, in loco, per equipe educative.
Conduttrice: Francesca Romana Grasso, pedagogista e dottore di ricerca in scienze dell’educazione (Edufrog) info@edufrog.it
Organizzazione: Associazione Emmi’s care info@emmiscare.org
Per continuare la riflessione, approfondimenti sono disponibili in questo articolo: Giocare con la sabbia, rispettare e nominare il libero movimento
Riflessioni proposte dalle esperte di Edufrog e l’Associazione Emmi’s care che hanno deciso di raccogliere in questo breve articolo alcuni dei momenti del work shop proposto a Brescia lo scorso 17 Gennaio. Sperando che possa essere un momento di riflessione per tutti, l’articolo solleva tematiche importanti per chiunque si prenda cura della persona e per i professionisti che mirano ad un’educazione basata sull’accoglienza, il rispetto e la cooperazione.
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Potrebbe anche interessarti leggere:
[adinserter name=”Correlati”]
Cosa ne pensi?
Commenti (2)
Lascia un commento Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Cerchi un CORSO per BAMBINI o per TE?
Cosa facciamo oggi?
Festa di COMPLEANNO no problem!
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Ricordate la prima volta che avete giocato con la sabbia?
E quali sensazioni vi provocava?
E’ iniziato così il workshop, Giocare con la sabbia, che si è tenuto a Brescia il 17 Gennaio, organizzato dall’Associazione EMMI’S CARE e condotto da Francesca Romana Grasso,EDUFROG.
Il gruppo di partecipanti composto da educatrici, insegnanti, coordinatrici di asili nido e psicomotriciste, è stato guidato in un percorso dove ha potuto vivere in prima persona esperienze di gioco con la sabbia e momenti di confronto con il gruppo, affrontando tutti gli aspetti caratteristici del gioco con la sabbia: il corpo e l’emozione, lo spazio e i materiali.
Attraverso il gioco con la sabbia i bambini ritrovano una lentezza e un’attenzione verso il piacere, che accompagna tutti i movimenti del corpo, sostenendo la varietà di macro e micro movimenti; i materiali di qualità, piacevoli da vedere e da utilizzare, offrono infinite azioni e possibili esperimenti al bambino, da vivere secondo la sua personale iniziativa e autonomamente.
L’hanno vissuto in prima persona le partecipanti al workshop, affondando le mani nella sabbia, contenuta in bellissime ceste, rivestite da morbido tessuto di cotone.
Ognuna ha potuto prendersi del tempo per osservare la sabbia che scendeva da un setaccio in acciaio, per riempire contenitori di vetro con piccoli cucchiaini antichi, per disegnare con le mani nelle sabbia o con una conchiglia: azioni e giochi infiniti.
Alcune spontaneamente hanno giocato occupando un certo spazio, con alcuni materiali, senza invadere l’altro, altre hanno giocato condividendo esperienze, idee e azioni.
L’esperienza con la sabbia offre al bambino la possibilità di fare un numero incredibilmente vario di esperienze logiche, matematiche, fisiche ed emotive che rappresentano una forma di apprendimento primordiale, sostenuta dal piacere dell’azione, favorisce la ibera espressione del bambino, la sua intenzionalità e volontà, sostenendo la costruzione della fiducia in sé.
Il ruolo dell’adulto è essenziale: non deve intervenire o interrompere l’attività del bambino, ma allestire con attenzione e cura l’ambiente, scegliendo materiali di qualità e offrendo il tempo necessario a ogni bambino. Principi, che grazie all’esperienza diretta con il gioco con la sabbia, hanno mosso all’interno del gruppo di partecipanti al workshop, alcune riflessioni sull’importanza che il linguaggio ha in ogni cosa che facciamo, in ogni luogo o situazione, con ogni persona; l’adulto deve scegliere con attenzione le parole da utilizzare per raccontare ciò che osserva di un bambino, cogliendo in modo oggettivo e per nulla giudicante ciò che vede.
Un’altra grande riflessione emersa grazie ai vissuti delle partecipanti, riguarda il modo dell’adulto di osservare e cogliere le azioni-emozioni dei bambini: domandarsi “Chi è?” questo bambino “Cosa sta facendo??”…anzichè “Che cosa voglio fargli fare??” o “ Cosa vorrebbe fare?”, favorisce una lettura obbiettiva, positiva e attenta dell’espressione del bambino, della sua personale storia.
Gli adulti dovrebbero sempre accogliere empaticamente le azioni dei bambini, senza interpretarne l’intenzionalità, o intervenendo, ostacolando lo spazio e i tempi necessari per esperienze piacevoli.
Francesca, conduttrice del work shop, nel pomeriggio di sabato, ha proposto alle partecipanti l’importante contributo della pediatra Emmi Pikler in merito allo sviluppo motorio spontaneo del bambino e il prezioso lavoro di Ute Strub sul gioco con la sabbia, un momento formativo, ma anche di riflessione e che ha acceso alcune domande:
esistono momenti in cui il bambino è libero di scegliere quale attività vivere?
l’adulto concede il tempo necessario, senza interrompere il bambino?
Gli ambienti famigliari ed educativi offrono spazi e materiali adatti alle fasi di sviluppo del bambino?
Per quali motivi sono scomparsi gli spazi dedicati al gioco con la sabbia, nei parchi, nei nidi, nelle scuole primarie e nei giardini di casa, così presenti , anche nel nostro paese, fino a pochi anni fa?
Alice Gregori
Psicomotricista
Associazione Emmi’s care
Il work shop sarà proposto nuovamente a Brescia, con un percorso di incontri di approfondimento, ricordiamo inoltre che è possibile richiedere una proposta formativa personalizzata, in loco, per equipe educative.
Conduttrice: Francesca Romana Grasso, pedagogista e dottore di ricerca in scienze dell’educazione (Edufrog) info@edufrog.it
Organizzazione: Associazione Emmi’s care info@emmiscare.org
Per continuare la riflessione, approfondimenti sono disponibili in questo articolo: Giocare con la sabbia, rispettare e nominare il libero movimento
Riflessioni proposte dalle esperte di Edufrog e l’Associazione Emmi’s care che hanno deciso di raccogliere in questo breve articolo alcuni dei momenti del work shop proposto a Brescia lo scorso 17 Gennaio. Sperando che possa essere un momento di riflessione per tutti, l’articolo solleva tematiche importanti per chiunque si prenda cura della persona e per i professionisti che mirano ad un’educazione basata sull’accoglienza, il rispetto e la cooperazione.
[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]
Potrebbe anche interessarti leggere:
[adinserter block="8"]
Cosa ne pensi?
Commenti (2)
-
-
E’ proprio vero Fabio, quando i bambini iniziano a giocare con la sabbia entrano in una dimensione magica!
-
Lascia un commento Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Ricordo sempre con affetto alla mia infanzia come mi piaceva giocare con la sabbia. Ho comprato al mio piccolo una sabbiera che è fatta di plastica e consiste di due parti. Una parte è convenientemente un coperchio in modo da poter chiudere la sabbiera. Trovo sempre interessante l’immaginazione che i bambini sviluppano quando giocano con la sabbia.
E’ proprio vero Fabio, quando i bambini iniziano a giocare con la sabbia entrano in una dimensione magica!