Skip to main content

Tag: aiuto genitori

Posso guardare nel tuo pannolino?

Il freddo non invoglia certo i genitori a pensare al momento in cui dovranno iniziare lo“spannolinamento”. Questo è infatti il temine tecnico, coniato dai genitori, che definisce il passaggio dal pannolino al wc.

Per ovvi motivi di praticità la fase dello “spannolinamento” è sempre associata alla bella stagione e quindi  al caldo.

Per i neo-genitori tanto quanto per i genitori esperti arrivare a togliere il pannolino è sempre un traguardo molto importante, non solo perchè vengono alleggeriti nelle loro cure quotidiane, ma soprattutto perchè il controllo degli sfinteri rappresenta un traguardo di crescita e di autonomia dei propri figli importante. Il primo passaggio “difficile” da affrontare che richiede serenità e un certo grado di maturità, anche muscolare, dei bimbi. Si tratta di   una fase delicata della crescita che talvolta mette a dura prova i genitori. I bambini sono impauriti da ciò che non conoscono e da ciò che non sanno fare, soprattutto  se si deve avere a che fare con una cosa che puzza. Durante la stagione fredda allora si può iniziare a seminare le basi per uno spannolinamento sereno.  

libro_bambini_togliere_pannolino_topotto

Come fare? Si può iniziare con un buon libro illustrato. I libri hanno il potere di dare parole ai genitori quando mancano. Una lettura simpatica che incuriosisce i bambini su cosa succede nel loro pannolino, mostrando la normalità della cacca non solo per i bimbi, ma per tutti gli animali.

Amerete Topotto il simpatico topolino curiosone protagonista de Posso guardare nel tuo pannolino?  che vuole vedere cosa nascondono nel pannolino tutti i suoi amici animali.

Uno per uno, chi più chi meno timidamente, apre quindi il proprio pannolino per mostrare cosa c’è. Ogni pannolino ha contenuto diverso per grandezza e forma… e ogni amico del topolino diventa curioso di sapere cosa invece ci sarà nel pannolino di Topotto. Alla fine anche il topolino accetta di mostrare a tutti il suo pannolino e increduli tutti gli animali scoprono che è vuoto perché il topolino ha imparato a usare il vasino. Così il topolino insegna a tutti allegramente a usare il proprio vasino.

La storia è deliziosa e illustrata molto bene. Il messaggio è immediato e chiaro per i bimbi che si divertono ad aprire e chiudere le alette per scoprire cosa c’è nei vari pannolini.

Di sicuro un avvicinamento soft e divertente.

 

Puoi leggere anche i consigli sullo “spannolinamento”  sereno e su quando iniziare a togliere il pannolino  dei nostri esperti.

 

 

 

Giù le mani

Alcuni argomenti sono difficili e delicati e spesso non sappiamo bene quali parole usare per parlarne con i nostri bambini, uno di questi temi è di sicuro l’abuso sui bambini. 

Spesso i libri danno ai genitori le parole che a loro mancano, come in :

Giù le mani!

Il pinguino Leo impara a difendersi dagli adulti

Edizioni Erickson

Come ci si deve comportare se si è piccoli e indifesi e un adulto vuole farci del male? Come trovare il coraggio per parlare con i genitori di un abuso? Questa favola dedicata ai bambini più piccoli, tratta il tema delle molestie sessuali con grande sensibilità e chiarezza. È la storia del pinguino Leo, un cucciolo che, dopo aver subito un tentativo di abuso, si sente imbarazzato, confuso e impaurito. Finché non trova il coraggio di raccontare alla mamma quello che gli è successo… Una favola unica, che riesce ad affrontare un tema estremamente delicato con eccezionale limpidezza. Un racconto che per la prima volta si rivolge direttamente ai bambini, che potranno così imparare come è giusto comportarsi in certe situazioni e chiedere subito aiuto all’adulto senza vergognarsi e senza ingiusti sensi di colpa.

Telecamere al nido?

Gli spiacevoli episodi che purtroppo si sentono al telegiornale o navigando in internet  in strutture dedicate alla cura dell’infanzia sollevano la questione della necessità o opportunità di telecamere nei nidi e nelle scuole. La normativa però non permette l’installazione di webcam. Il divieto è motivato del Garante per la privacy così:  “Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà d’insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia normale essere continuamente sorvegliati, come pure condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti. La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”.

Ci sono strutture che intendono dotarsi di sistemi di sorveglianza e lavorano in questa direzione e  ci sono genitori che si battono per ottenere le telecamere negli asili nido. La questione è certamente complicata e delicata da sviscerare. Da una parte c’è il bisogno dei genitori di sicurezza e di serenità nell’affidare ad altri i propri bimbi. Dall’altra c’è nel Garante il principio di conservazione della libertà d’insegnamento e della spontaneità delle relazioni. Come conciliare questi bisogni? Basta una telecamera per rasserenare gli animi? Certamente poi servirebbero regole chiare per evitare che le immagini raccolte finiscano in mano a terzi. Come genitore è sempre grande la cusiosità di sapere cosa fa il proprio figlio a scuola e cosa succede quando non si è presenti, ma d’altra parte non credo sia “salutare” potersi connettere ogni qualsivoglia alle telecamere della scuola. Un buon compromesso, sempre la strada migliore, sia il poter visionare i filmati a richiesta, quando il bimbo riporta “fatti strani”, certo che se va al nido non sa parlare……

Vi riporto la comunicazione ufficiale del nido il Pianeta dei bambini.

Voi cosa ne dite?

TELECAMERE AL NIDO ?

Facciamo un po’ di chiarezza….

Gli Asili nido e le Scuole materne non possono utilizzare webcam all’interno delle strutture, il garante per la privacy ha vietato qualsiasi sistema di sorveglianza e punito i trasgressori per tale atto illecito.

Alcune realtà pertinenti al mondo dell’infanzia hanno deciso comunque di istallare sistemi di videosorveglianza, contravvenendo alle normative in vigore.

Il Pianeta dei Bambini da diverso tempo sostiene una battaglia istituzionale con relativa petizione per poter utilizzare le telecamere criptate alle quali non può avere accesso e visibili agli organi competenti solo su segnalazione delle famiglie. Ad oggi non e’ possibile adottare tale procedura che rischierebbe di portare gli Asili nido e le Scuole materne ad una forte sanzione nonché alla chiusura del servizio.

L’adozione di impianti di videosorveglianza “fai da te” da parte di Asili nido e Scuole materne poco attente a norme e leggi prestano il fianco a molteplici obiezioni, tra le quali:

1) La disponibilità delle immagini da parte della titolarità dell’asilo mette in condizione questa di attuare azioni volte a nascondere evidenze “scomode” per la sua reputazione, ad esempio cancellando determinati filmati.

2) La videosorveglianza in chiaro in presenza di educatrici deve richiedere esplicita autorizzazione dalla direzione territoriale del lavoro (non è sufficiente il benestare delle interessate) incorrendo altrimenti in azioni penali contro l’asilo.

3) La norma prevede che le registrazioni debbano essere cancellate entro 24 ore dal momento della loro raccolta vanificando così l’uso dello strumento in fase di indagine.

4) Il genitore che osserva da remoto il proprio piccolo può osservare anche gli altri bambini ed il fatto di avere un figlio non esclude dal soffrire di pericolose deviazioni.

5) Non vi e’ alcuna garanzia che le immagini trasmesse in chiaro utilizzando la rete non possano essere intercettate da terzi con le conseguenze immaginabili.

Il presente comunicato serve a sensibilizzare le famiglie dei minori fornendo un’informazione rispondente alle normative e a diffidare da chi utilizza le telecamere contravvenendo alle linee impartite dal garante della privacy.

Il Pianeta dei Bambini continuerà ad impegnarsi costantemente per poter utilizzare le telecamere al nido e alla scuola materna con l’autorizzazione ufficiale del garante della privacy e del ministero del lavoro, con l’auspicio che la sua liceità sia estesa a tutte le strutture destinate ai minori.

La pagina Facebook dedicata alla campagna è : Telecamerealnido e l’Hashtag: #telecamerealnido .

#OFF4aDAY

Sono molte le iniziative messe in atto contro il bullismo e in particolare contro il cyber-bullismo.

In particolare segnalo #OFF4aDAY: un progetto promosso dal MOIGE– Movimento Italiano Genitori e da Samsung, con il patrocinio della Polizia di Stato, che ha l’obiettivo primario di sensibilizzare ragazzi e adulti sulla prevenzione al fenomeno del cyberbullismo

Il progetto prevede la nascita del primo centro di supporto per le vittime di cyberbullismo che risponde ai seguenti contatti : 393.300.90.90 (numero verde) e help@off4aday.it

La campagna invita inoltre  tutti a “spegnersi” per un giorno e a promuovere il messaggio dell’iniziativa e il servizio di ascolto insieme a Samsung, impegnata a portare i benefici della tecnologia a tutti, ma anche attenta ai rischi che in particolare i più giovani possono correre per un utilizzo scorretto.

Le nuove tecnologie incidono infatti su comportamenti e “vita reale”: se in passato le conoscenze avvenivano nei luoghi pubblici o nelle case, oggi, invece, si fa amicizia online e si stringono legami istantanei, talvolta anche ambigui, per cui la comunicazione e l’incontro sono tecno-mediati e alla relazione si sostituisce la “connessione”. Ciò può essere pericoloso, soprattutto per i ragazzi, che possono sentirsi protetti dietro a uno schermo, e questo può portarli a diventare impulsivi, superficiali e talvolta dannosi per gli altri. Il cyber-bullismo ne è un esempio: si comincia con una presa in giro verso qualcuno, che online raccoglie consensi, si esalta, si trasforma, diviene caricatura. Il contenuto mette al centro un individuo che si ritrova coperto di ridicolo, anche se non si conosce personalmente, talvolta cercato e perseguitato, intrappolato. Se non si interviene in tempo, si può arrivare a distruggere la vita di una persona, specie se in età formativa.

Per approfondire vi invito a rivedere gli articoli dei nostri esperti ai seguenti link:

 

Maggiori informazioni sul progetto sul sito www.moige.it

Aiuto ai genitori separati

La Regione Lombardia ha istituito un aiuto concreto per i genitori separati incaricando le ASL locali di raccogliere le richieste, valutare i requisiti ed erogare il contributo.

Le ASL autorizzano la spesa massima di € 2.400 per ogni progetto personalizzato di aiuto al genitore pari a € 400 per un massimo di 6 mesi. Il contributo è erogato ad uno solo dei genitori, quello più fragile, identificato a mezzo dell’ISEE più basso e della graduatoria risultante dall’applicazione dei criteri di valutazione.

I requisiti necessari per poter accedere al fondo sono:

  • separazione legale da non più di tre anni
  • genitori ancora privi di una sentenza di separazione definitiva che sono destinatari di provvedimenti ex art. 708 c.p.c., da non più di tre anni
  • divorzio da non più di due anni
  • genitori destinatari di provvedimenti temporanei ed urgenti di cui all’art. 4, comma 8 della L. n. 898/1970 da non più di due anni
  • presenza di figli minori nati dall’unione dei coniugi che richiedono il beneficio, oppure adottati durante il matrimonio, oppure maggiorenni portatori di disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992
  • residenza in Regione Lombardia da almeno cinque anni continuativi dalla data di presentazione della richiesta di accesso al contributo
  • ISEE uguale o inferiore ad € 15.000 anno

La richiesta può essere presentata ad uno di questi punti: elenco consultori abilitati

Il termine per la presentazione delle domande è il 30 settembre 2015.

Per maggiori dettagli o per scaricare il modulo di domanda: ASL Brescia

 

“STUDIARE BENE … “ DOPO IL CORSO

“STUDIARE BENE … “ DOPO IL CORSO

a cura di Marzia Sellini

Roberto, 15 anni, è da poco arrivato a casa, ha trascorso la mattinata a scuola. Mentre sta pranzando, a tavola con la mamma, in silenzio, inizia a pensare :

Ora mangio, mi rilasso un po’, gioco a Candy Crash, e poi oggi mi metto a studiare! Oggi voglio proprio studiare! Lo sento, mi sento carico! Voglio finire quel capitolo di storia, che poi magari la prof lunedì m’interroga! Dopodiché passo agli esercizi di mate. Io quella materia proprio non la digerisco, non la capisco, non ci sono tagliato, è inutile! Non è che adesso, per forza, tutti devono esser capaci di far tutto, ma vaglielo dire te alla prof! E per finire un’oretta d’inglese. Due orette e mezza, massimo tre e dovrei aver fatto tutto, cosi poi alle sei, avanza giusto il tempo per uscire e distrarmi un po’. Esco col Carlo,che sono giorni che non lo vedo! Dai! Ce la posso fare, oggi è un giorno buono!”

… Un paio d’ore più tardi, dopo aver pranzato e aver giocato, Roberto è nella sua stanza, davanti a sé la storica scrivania.

“Uffa non riesco a concentrarmi! Dai adesso ci riprovo, riparto, riprendo il capitolo daccapo, leggo tutto e poi ripeto. E che diamine lo sanno tutti che per studiare si fa cosi! ”

Roberto riprende a leggere, sottolinea, ma solo qualche battuta dopo ..:

“Insomma, io non ci riesco proprio! E’ tutto inutile ” guarda il cellulare, lì in bella vista sulla scrivania e prende ad inviare messaggi ai compagni.

“Qualcuno ha già finito di studiare il capitolo di storia?”

In quel preciso istante entra la madre nella stanza, lo vede, ed inizia a gridare:

“Roberto! Insomma, quante volte te lo devo dire che non devi usare internet o il cellulare mentre studi, Come puoi concentrarti se fai altro! ”

Ecco questo è grosso modo quello che accade ad un ragazzo che vuole fare, vuole studiare e riesce a non farlo. Ma perché questo ragazzo pur volendo ( lo abbiamo letto nelle battute iniziali), non riesce a portare a compimento le sue buone intenzioni?

Ma proviamo a mostrare meglio che accade. Lo studente, Roberto, in questo caso, dice a se stesso: “Oggi voglio proprio studiare!” quindi se lo facesse riuscirebbe a realizzare il fatto di potersi piacere, di potersi valutare positivamente. Perché non lo fa? Perché non cerca di agire in modo da poter apprezzare se stesso? Se questo è il modo migliore per valutarsi perché poi non riesce a farlo?

Perché evidentemente col comunicare al suo pubblico (cioè noi, la mamma, e ovviamente se stesso) che gli manca qualcosa, la voglia in particolare, tutto “quadra”: il ragazzo non ha colpe perché è privo di quella qualità biologica che è la voglia, l’adulto non ha colpe perché pur mettendocela tutta , se il ragazzo no ha voglia , che può fare?

Ecco allora in modo estremamente sintetico in che cosa consiste corso “Studiare bene senza averne voglia”: nel fargli/le vedere che non è vero che gli/le manca la voglia. Tutto qui.

Già, tutto qui, ma non è poco, si tratta di un lavoro che implica profondi autocambiamenti nel modo di agire dell’adulto.

Il corso, ideato più di vent’anni fa dal prof. Marco Vinicio Masoni del Centro Formazione & Studio – Laboratorio di Psicologia di Milano, realizzato, ad oggi, con più di decine di migliaia di ragazzi in tutt’Italia, è stato da me condotto quest’anno, nell’ambito del progetto “La scuola che cambia: strategie di aiuto contro il disagio e le difficoltà scolastiche” , a Brescia e provincia con 185 studenti degli Istituti superiori.

Il progetto è stato sottoscritto dal prof. Venceslao Boselli, dirigente scolastico dell’Istituto Golgi di Brescia, prof.ssa Maria Piovesan, dirigente scolastica dell’istituto Sraffa di Brescia, prof. Mauro Zoli, dirigente scolastico dell’Istituto Primo Levi di Sarezzo ed è stato cofinanziato dalla Fondazione Asm di Brescia.

Qui sotto vengono riportati alcuni dei commenti (anche con gli errori), rilasciati dai ragazzi subito dopo gli incontri, negli Istituti dove il corso è stato realizzato. Chiedevo ai ragazzi di raccontare la loro esperienza o di immaginare di riferirla ad un compagno, o un amico, che non aveva preso parte. Ho chiesto inoltre di verificare se gli incontri avessero corrisposto alle loro aspettative. Per lasciare maggiore libertà di espressione ho detto loro che non era obbligatorio firmare il commento.

Sono stati tolti i nomi di chi si era firmato e sostituiti con asterischi:

Istituto Primo Levi di Sarezzo (Bs)

“La partecipazione al corso “Studiare bene senza averne voglai” è stata un’esperienza molto particolare e piacevole. Non ti insegna un metodo di studio o cose simili, ma ti aiuta a capire quali sono i motivi per cui si fa fatica a studiare. Spero che questi due appuntamenti si rivelino efficaci nel tempo, per il momento io mi sento più consapevole di ciò che devo fare e di quali sono i miei obiettivi. Le due lezioni non sono risultate per nulla pesanti e/o impegnative. Consiglio la frequentazione a questo corso a tutti quegli studenti che vorrebbero migliorare la propria situazione scolastica, ma non sono ancora riusciti a farlo.” ***

“Quello che ho percepito dal corso è che non è la voglia a mancarmi ma, tutto è dovuto al fatto che una parte di me sia convinta che perderei il tempo da dedicare a ciò che mi piace. Questo progetto mi ha fatto capire che senza grandi sacrifici si possono raggiungere degli ottimi risultati. Lo studio non è mio nemico e non mi farà rinunciare al tempo per me stessa, anzi, probabilmente studiando con determinazione e senza distrazioni otterrei voti migliori a scuola e ciò mi renderebbe più felice e in questo modo potrei divertirmi anche di più.” ***

“Ora che ho fatto il corso penso di poter realizzare i miei obiettivi in modo graduale. Mi ha fatto capire che il mio essere testarda devo applicarlo anche in ambito scolastico. Devo iniziare ad essere me stessa e più consapevole di ciò che faccio. Dovrei pensare prima di tutto ai miei progetti e al mio futuro, poi a tutto il resto. Per concludere il progetto aiuta molto a conoscere noi stessi e col passare del tempo a stare meglio con noi e con gli altri.” ***

“Credo che il corso “Studiare bene senza averne voglia” non è per chi davvero non ha voglia. Questo corso aiuta innanzitutto a sentirsi bene con se stessi, e rende esplicito che sono la felicità e la serenità la chiave per ottenere miglioramenti a scuola e non solo. Il risultato sperato dopo il corso (cioè l’andar meglio a scuola) penso che in realtà non è una conseguenza vera e propria del corso, bensi del sentirsi bene con noi stessi. Questo progetto aiuta a ritrovare quella serenità che si è persa dopo un calo della prestazione scolastica. Sono del parere che questo corso potrebbe essere indirizzato anche per ragioni alternative alla scuola, proprio per il fatto che in primo luogo aiuta a star bene con se stessi.” ***

“Non me l’aspettavo così motivante e ricco di riflessioni. Pensavo il solito corso dove mi dicono che devi fare di più senza farti riflettere sul motivo del perchè devo dare di più. Mi ha fatto ragionare riguardo a sentimenti che possono sembrare scontati ma che se sottovalutati possono demotivarci. E’ un corso che sprona e ti aiuta a capire perchè si deve migliorare e a non dar nulla per scontato.”***

” E’ stato interessante e coinvolgente. Mi ha aiutato a capire che non devo scoraggiarmi che posso stupire gli altri e anche me stessa. Penso sia un’esperienza da provare per capire davvero perchè si ha un certo tipo di atteggiamento e soprattutto come possiamo migliorare secondo questo aspetto. Sono contenta di aver frequentato il corso e spero che mi sia d’aiuto anche nel futuro.” ***

“Questo corso mi è servito per capire cosa non “andava” in me quando volevo studiare. Dal primo incontro non avevo capito bene l’utilità ma adesso spero di riuscire a recuperare quelle materie che ho giù studiando di più e con tranquillità, dato che si può sia studiare che avere del tempo libero.”***

“All’inizio ero un pò scettico riguardo a questo corso che poi si è rilevato molto utile, adesso mi sento diverso. E’ stato una bella esperienza e sono veramente cambiato! Interessante ti fa apparire come te ti vedi o ti vedresti.”** *

“Mi aspettavo un corso sul metodo di studio invece mi ha aiutato ad avere più fiducia in me stesso” ***

“Il corso mi è servito per capire che posso andare bene a scuola e che non c’è bisogno di chiassà che cosa per riuscirci. Se la mia amica non andasse bene ma vorebbe riuscire glielo consiglierei sicuramente ora credo di poter riuscire a studiare. E credo anche di essere io a voler studiare e quindi mi sento anche più sicura di me che per mio studio.”***

“Sicuramente all’inizio di questo corso non credevo che mi avrebbe aiutato un gran che, ma subito dopo il primo incontro ho notato un leggero cambiamento che spero continui e di questo ne sono più che felice perchè so che mi fa bene.” ***

“Questo corso per alcuni può anche essere sottovalutato, mentre per me è stato molto interessante, mi ha fatto capire che per studiare non serve l’aiuto di nessuno o i nostri genitori che ogni giorno ci ripetono sempre la stessa cosa, ma basta solo avere la buona volontà.” ***

“Esperienza strana e non me l’aspettavo cosi, strana ma penso che sia utile, o per lo meno sembra esserlo. Mi ha fatto pensare molto e capire ciò che accde quando non si ha voglia di studiare ma si è consapevoli che serve. Inizialmente il disegno della macchina lo trovavo insensato, ma appena l’ho visto finito ho condiviso realmente quello che significava.”***

“E’ stata una seduta breve ma intensa, spero abbia realmente risvolti positivi nell’immediato futuro. Ha rispecchiato più o meno le mie aspettative. Nonostante fossi diffidente è stata un’esperienza positiva che rifarei e riproporrei, essa mi ha posto difronte ad una situazione abituale dandomi (forse) la marcia in più necessaria.”***

“Ho partecipato a questo corso studiare bene senza averne voglia mi è piaciuto, è stato interessante ho capito tante cose. Che mi aiutano a fare le cose meglio ed a studiare e quando ti comandano di fare quella cosa bisogna provarla a farla anche se non si ha voglia.”***

“Questo corso mi è stato molto utile nel migliorare lo studio, mi ha aiutato ad essere più concentrata nello studio ad avere più fiducia in me stessa riguardo alla scuola ma non solo. In questi due incontri ho capito che tutto lo sforzo che stavo facendo non funzionava, era lavoro sprecato. Sono molto contenta di aver partecipato perché mi ha cambiato in modo positivo e mi sta aiutando a non essere bocciata.”***

“Questo corso è stato un continuo di forti emozioni diverse che m’hanno aiutato a capire cosa non riuscivo a fare e il motivo dandomi le dritte giuste per poter essere una persona migliore che vuole appunto migliorare nella sua vita e quindi ad essere una persona più serena, più fiera di se stessa senza aver alcun dubbio su quel che vuole veramente fare ed essere. Questo corso mi è piaciuto molto anche perché non me l’aspettavo così. Ci sono state molte sorprese, infatti lo consiglierei a tutti i miei amici perché è un’esperienza fantastica.”***

“Questo corso mi è molto servito perché mi ha fatto capire come posso studiare ma non mi è servito solo per lo studio ma anche per me cioè mi ha fatto molto maturare a cosa stavo per andare incontro che sarebbe la bocciatura volevo anche molto ringraziarla per avermi aiutato fatto capire certe cose che non sapevo.”***

“Questa esperienza è stata molto produttiva, spero di migliorare il mio andamento scolastico. Lo consiglio a tutti gli studenti.”***

“E’ stata un’esperienza molto bella e ho capito molte cose. Questo corso me l’aspettavo noioso invece è stato rilassante e piacevole. Grazie mille dottoressa Marzia Sellini”***

“Questo corso mi ha insegnato che non devo sforzarmi di cambiare perchè posso essere migliore con facilità. E’ stata un’esperienza divertente nella quale mi sono sentita a mio agio. Mi ha insegnato ad avere più fiducia in me.”*** 

“Durante questo corso abbiamo intrappreso viaggi in noi stessi e ci siamo aiutati. Ci siamo liberati di alcuni blocchi che avevamo nella testa. Ho capito quanto è importante concentrarmi e riuscire a guardarmi dentro. Ho capito anche che sono io che dico che non ho voglia di studiare ma che è solo un pretesto per non farlo.”***

“E’ stato molto interessante sono molto più sicura di me e sono consapevole che posso raggiungere i miei obiettivi. Ho capito che non devo sforzarmi solo per far felice gli altri e alla fine di questo incontro posso dire che ho più autostima, d’ora in avanti mi impegnerò di più a scuola e sarò felice se recupererò anche solo una materia.”***

“Mi è piaciuto mi ha fatto capire che arrendersi davanti alle difficoltà è inutile, perchè tanto bisogna vivere ne più ne meno. Mi ha insegnato che c’è un metodo per riuscire a “distruggere” ogni cosa (come ad esempio l’andare male a scuola). E’ stato utile non solo per la scuola ma anche per stare meglio con sè stessi e con gli altri.” ***

Istituto Sraffa di Brescia

“Questo corso mi è servito molto. Mi sento più libera di me stessa. Adesso ogni giorno torno a casa più fiera di me. Abbiamo fatto diversi giochi nell’aula. Quello che mi è piaciuto di più è stato quelloì della macchina del tempo. Mi sembrava davvero di essere due mesi dopo. Adesso spero di migliorare tutto a scuola per il comportamento e i voti, a casa per la famiglia, in giro per gli amici. Vorrei ringraziare moltissimo la dott.ssa Sellini per la collaborazione e per queste due lezioni che ci ha fatto fare. Volevo ringraziarla per avermi fatto capire veramente come stavano le cose. Peccato però che gli incontri sono finiti (erano due incontri da due ore) perchè mi sono piaciuti moltissimo e mi hanno fatto davvero riflettere. Ho capito anche che devo essere più sicura di me perchè è solo con la volontà che si cresce e si va avanti. Questi incontri sono davvero utili anche per la parte interiore di noi (soprattutto). Ho capito che non bisogna mai arrendersi perchè se una cosa la si vuole, la si conquista. Ogni giorno che torno a casa, anche nel fare i compiti mi sento più a mio agio. Sembra tutto più semplice (questo vale anche per lo studio). L’unica materia, quest’anno con cui ho qualche carenza è una lingua, all’inizio quando prendevo 5 (non di meno del cinque), tornavo a casa con quasi le lacrime addosso o pensando di essere bocciata o magari rimandata, ma poi ho capito che (come ripeto) non bisogno mai arrendersi. Grazie davvero dottoressa Sellini “***

“Questo corso mi è piaciuto molto perchè è diverso da come me lo aspettavo pensavo sarebbe stato noioso invece tutto il contrario. Ho imparato cose nuove su me stessa e tutto grazie alla dottoressa.Non mi sono per niente pentita di aver fatto questo corso.” ***

“Pensavo di trovare qualcuno che mi insegnasse la strada ma ho trovato chi mi aiuta a scoprirla e trovarla.” ***

“Di sicuro non mi aspettavo fosse così, mi è piaciuto tutto, soprattutto i lavori, non me ne pento sicuramente. Mi aspettavo tempesta, ho trovato arcobaleni” ***

“Per me il corso è stato utile uno per aver avuto più fiducia in me stessa e poi per conoscere meglio le persone” ***

“All’inizio pensavo che fosse un progetto stupido ma che mi hanno fatto capire cose che non sarei riuscito a capire da solo.” ***

“Pensavo fosse un corso noioso sui soliti metodi di studio da appplicare a casa. Invece è un aiuto psicologico, io credo che può farci cambiare senza sforzarci e senza accorgercene, magari facendoci impegnare di più nella scuola senza farcene rendere conto.” +++ 

“Questo corso è molto divertente e simpatico mentre pensavo fosse uno dei soliti corsi dove ti fanno solo impazzire, con i metodi di studio. E’ stata un’esperienza molto piacevole inviterei molte altre persone a farlo, penso che funzionerà anzi lo spero, molto.” ***

“Di questo corso mi aspettavo altro ma è servito comunque per migliorare a scuola. Mi ha aiutata ad impegnarmi per migliorare a scuola. Mi sono divertita ho preso esempio, sono riuscita a capire un pò me stessa. Sono riuscita ad esprimere le mie paure. Ho preso più fiducia in me stessa. Tutto ciò grazie agli incontro con la dott.ssa Marzia Sellini che ci ha fatto giochi per riuscire a capire le nostre difficoltà lei e noi stessi per riuscire poi ad affrontarle.”***

“Ho partecipato ad un corso dal 10 all’11 di Marzo, in un corso “Studiare senza avere voglia”. All’inizio pensavo che mi facevano vedere il metodo più facile, rapido e utile per studiare e memorizzare velocemente senza grande difficoltà come prima. Ma non era cosi, però è stato un corso psicologo che ha permesso di sapere le mie conoscenze e di essere autonoma. Essere libera non stressata dagli elementi che mi circondano. Mi è servito perchè mi ha fatto sapere che quello che sentivo o quella persona che sono è quella giusta nonostante che per alcuni il mio comportamento è aggressivo. Perchè a volere certi amici mi negano di studiare di fare o di dire ciò che trovo giusto e che potrebbe non andare bene a loro. Dovrò solo credere in me per raggiunger i miei obiettivi.”***

“E’ un corso che ti aiuta molto, pensavo spero che in questi 20 giorni io possa migliorare.”***

“Per me questo progetto è stato utile perché con questo progetto ho avuto la fiducia in me che posso recuperare le materie che ho giù anche se penso che non riuscirò.”***

“Per me questo corso è stato interessante mi ha fatto pensare che magari la scuola non è cosi difficile cime sembra, ma basta poco. Per quanto riguarda i pensieri dovrei effettuare molti lavori ancora.”***

“Per me il corso è stato molto utile perchè ho imparato molte cose es: studiare e di stare felice sempre.”***

“Questo corso mi è servito e mi è piaciuto per tranquilizzarmi, per liberarmi, credere, un pochino di più in me stessa, credere nelle mie potenzialità e anche per divertirmi! La ringrazio! Arrivederci dottoressa.”***

“E’ stata un’esperienza molto bella e ho capito molte cose. E’ questo corso me lo aspettavo noioso invece è stato rilassante e piacevole. Grazie mille dottoressa Marzia Sellini “***

“Questa esperienza è stata molto produttiva, spero di migliorare il mio andamento scolastico: lo consiglio a tutti gli studenti.”***

“Cara Tizia, volevo raccontarti dell’incontro con la psicologa. E’ stato veramente interessante partecipare a queste due lezioni, Vieni motivato a capire perchè e come studiare e capire. Spero che dopo queste lezioni cambi la mia situazione scolastica. Mi sono trovata bene e ho capito che posso raggiungere i miei obbiettivi se voglio. Sono generalmente scettica su queste cose ma reputo questo corso costruttivo e utile.”***

“Ciao Alex, sono stata a due incontri ieri e oggi perchè vado male a scuola e mi ha molto aiutato. Mi ha fatto capire che la mia vita può solo migliorare se acquisto volontà e che tutte le cose che pensavo di perdere in realtà non le perderei affatto. Mi ha aiutata a guardare dentro me stessa e capire ciò che sono e che provo.”***

“Amigo te ne pentirà. E’ strabello sto incontro vieni anche tu ti metterai a studiare fess.”***

“Ciao sono la ragazza che ha partecipato nel corso di psicologia. Ti consiglio di farlo, non te ne pentirai! Te lo assicuro! E’ molto interessante e molto bello! “***

“Questo corso è stato davvero bello. Ed è stato molto utile perchè ti fa capire tante cose per studiare e ho superato le mie paure dello studio.”***

“Mi aspettavo fosse una cosa più pratica e meno psicologica nel senso che pensavo di più ad un metodo per studiare concretamente invece è una cosa forse più importante ovvero l’apertura della mente. So che nei prossimi giorni migliorerò spero radicalmente.”***

“Credevo che fosse molto diverso rispetto a ciò che è realmente. Non me l’aspettavo così interessante e piacevole. Spero davvero che in 20 giorni circa, quello che ho “visto” qua lo rivedrò nei miei giorni reali.”***

“Ho partecipato ad un corso dal 10 al 11 di Marzo, in un corso “studiare senza avere voglia” All’inzio pensavo che mi facevano vedere il metodo più facile, rapido e utile per studiare e memorizzare velocemente senza grande difficoltà come prima. Ma non era cosi, però è stato un corso psicologico che ha permesso di sapere le mie conoscenze di essere autonoma. Essere libera non stressata dagli elementi che mi circondano. Mi è servito perchè mi ha fatto sapere che quello che sentivo o quella persona che sono è quella giusta nonostante che per alcuni il mio comportamento è aggressivo. Perchè a volte certi amici mi negano di studiare, di fare o di dire ciò che trovo giusto e che potrebbe non adare bene a loro. Dovrò solo credere in me per raggiungere tutti i miei obbiettivi.” ***

“Questo “corso” è stato inaspettato, diverso da una qualsiasi lezione sistematica, è stato fuori dagli schemi, ha dato la possibilità di rompere certi schemi, è stato un qualcosa di adatto a me, libero, come me. La mia ambizione più desiderata è quella di aiutare gli altri, penso sia l’aspirazione maggiore, la moneta che rende più ricchi, oltre al denaro, molto sopra esso, i soldi non fanno la felicità si usa dire, ed è vero, aiutare gli altri rende davvero ricchi, e questo corso mi ha aiutato a capire che le mie aspirazioni sono concrete, mi ha colpito davvero dicendomi dopo avermi sentito parlare “chi ha così sicurezza di ciò che vuole fare ci riesce”. Io sono sicuro di me, so che riuscirò, oltre alla scuola, a fare ciò che voglio, sono libero di farlo, sono sempre stato sicuro di riuscirci, e mi fa piacere che lei lo abbia notato. Penso che ormai abbia capito chi sono la ringrazio; Luca F. (lo so che era anonimo ma mi sentivo in dovere).”***

“Non mi aspettavo che il corso fosse cosi, mi è piaciuto tantissimo e mi ha aiutato a capire che possiamo raggiungere tutto quello che vogliamo e mi ha fatto capire che devo sempre lottare per ciò che voglio e non devo essere obbligata da nessuno anche se sono i miei genitori. Soprattutto avere fiducia prima di tutto di noi stessi ed essere sicura a quello che stiamo facendo e di quello che vogliamo che succeda nel futuro.”***

“Questo corso mi ha dato dei giusti consigli. Mi è servito molto grazie alla professoressa. “***

“Questo corso mi è piaciuto molto, è un corso molto interessante. E che può aiutare a capire come faccio studiare, e aiutare a costruire un metodo di studio!! A me è servito molto! Grazie. E tutti dovrebbero provarlo a fare quelli che vogliono migliorare ma non ce la fanno! “***

“Spero che mi sia utile e spero che sia di gran aiuto. Non ho ancora visto dei cambiamenti ma spero che funzioni questo metodo è studiare senza averne voglia.” ***

“Sembrava una cosa stupida e invece no, volevo solo perdere lezioni, ma mi sono trovata di fronte ai miei problemi esistenziali, e sono crollata, sono crollata, mi sono sentita troppo bene per far si che questo si avveri, le frasi sono ciò che mi ripetono da una vita, credo di aver però capito che merito di essere felice e di essere me stessa senza paura di essere rifiutata.” ***

“Ho trovato bene nel questo corso. Ho trovato utile cose per me. Adesso sono sicura che riuscirò a studiare il diritto. Se tu fai fatica a studiare, fai questo corso secondo me migliorerai. Io sarò felice se io migliorerò. Grazie a questo corso e la dottoressa che mi ha aiutato. Grazie”***

Rientro a scuola: manuale di sopravvivenza per genitori

Per molti le vacanze non sono ancora cominciate, per altri, invece, stanno volgendo al termine e già si guarda con una certa apprensione al ritorno al lavoro. In particolare i genitori devono cominciare a pensare non soltanto agli impegni lavorativi ma anche a quelli scolastici dei loro figli, poiché bisognerà farsi trovare pronti al rientro a scuola avendo già a disposizione tutto ciò di cui si ha bisogno. Innanzitutto meglio evitare gli acquisti dell’ultim’ora per due motivi: primo perché si rischia di non trovare quello che si cerca e secondo per evitare lunghe file alle casse insieme ad altri ritardatari.

Le prime cose da comprare sono senza dubbio diari e zaini e orientarsi fra le tante proposte non è semplice. In questo caso, però, a venire in soccorso sono i gusti dei bimbi, appassionati di un cartone o di un personaggio televisivo. Per acquistare materiale scolastico e zaini, un’opzione sia economica che comoda è quella di effettuare gli acquisti online; se ad esempio siete in cerca di zaini con faccine, basterà dare un’occhiata online per trovarne a prezzi convenienti.

Una volta acquistato lo zaino, il diario e tutto l’occorrente, è necessario cominciare a pensare a come riprendere i ritmi della routine quotidiana abbandonati durante le vacanze. Il relax è sicuramente piacevole ma non è detto che ricominciare con le cose di tutti i giorni debba essere per forza un incubo, basta affrontare la situazione nel modo giusto e una volta riabituati ai vecchi ritmi, le faccende non appariranno più come dei pesanti sacrifici.

Proprio lo zaino e l’abbigliamento del bambino possono essere preparati la sera prima, in modo da non doversi occupare di ogni cosa di prima mattina e potersi così svegliare con più calma. Minore stress significa affrontare la giornata con più energia; lo stesso discorso dei vestitini e dello zaino può valere anche per la merenda di metà mattina del bimbo: pensarci la sera prima vuol dire risparmiare tempo il mattino seguente.

In questo modo si potrà fissare la sveglia ad orari più “umani” e dormire un po’ più a lungo, senza svegliarsi prima dell’alba a causa del timore di non riuscire a fare tutto in tempo. L’elasticità dell’estate in fatto di regole e orari va accantonata in favore di una maggiore rigidità, che aiuterà i bimbi – e di conseguenza i genitori – a riabituarsi agli orari di tutto l’anno; per facilitare il passaggio si potrebbe cominciare una o due settimane prima dell’inizio della scuola, così da farsi trovare pronti nel momento in cui suonerà la prima campanella dell’anno scolastico.

C.R.

Farmacie di turno

FARMACIE di TURNO in BRESCIA e  PROVINCIA

Il numero verde 800231061 è a disposizione per fornire informazioni in merito alle farmacie in servizio di guardia nelle 24 ore.

La chiamata è gratuita e  il servizio è realizzato in collaborazione con l’Associazione Titolari Farmacie di Brescia.

RICORDA: i farmaci vanno conservati in base alle indicazioni riportate sulla confezione,  in un luogo asciutto, talvolta in frigorifero, lontano dalla portata dei bambini e vanno smaltiti negli appositi contenitori che si trovano in Farmacia. Il farmacista è in grado di fornire indicazioni sul corretto utilizzo e sulla corretta conservazione del farmaco. Al Medico curante può essere utile sapere quali farmaci possiede in casa il cittadino.

 

Il sito di riferimento che consiglia l’ASL per reperire le farmacie di turno è: www.federfarma.brescia.it

In ogni caso per chi non fosse troppo distante da Brescia Due o da Leno è sempre operativa la farmacia Bravi aperta 7 giorni su 7, 24 ore al giorno anche la domenica e i festivi. Per info www.bravifarmacie.it

 

I Quaderni.Dal silenzio il canto: storie di mutismo selettivo

Adriana Cigni, editore del libro “I Quaderni.Dal silenzio il canto: storie di mutismo selettivo” racconta a Bresciabimbi la storia di questo libro. Buona lettura

 I Quaderni.Dal silenzio il canto: storie di mutismo selettivo

AA.VV. a cura Daniela Conti ed. A.G.Editions

Gli AA.VV. sono 28, genitori, giovani, adolescenti, insegnanti, psicoterapeuti e perfino una bambina hanno raccontato la loro storia.

Daniela Conti, che ha curato l’editing del libro, ha raccolto queste storie, come dice lei stessa “Ho limato le loro parole, reso fluidi i pensieri, assemblandoli in veri e propri testi, sorprendendo a volte gli autori: non si erano accorti di aver scritto così tanto e così bene. La loro forma era diventata poesia narrata. Perché il loro sentire era incredibilmente intenso.”

Ho quindi preceduto ogni racconto con una presentazione molto personale, cercando di racchiudere in qualche riga l’essenza poetica di ogni contributo. Insomma le ha rese “libro”.

Il filo rosso che unisce le storie è il mutismo selettivo ma il libro è per tutti. È stato scritto per essere letto da tutti, un libro che esprime emozioni, che le trasmette, non ha un pubblico privilegiato.

Ho voluto fortemente questo libro, racconta l’editrice Adriana Cigni,  mi sono già occupata di mutismo selettivo, con il libro “La sfida di Riccardo” di Valérie Marschall, un libro per bambini che racconta la storia, vera, in prima persona di un bambino che ha superato questo disturbo. Ma un giorno ho ricevuto un messaggio su un social network, un messaggio che mi ha turbata per la disperazione che trasmetteva. Mi chiedeva come in un urlo imploso: vi occupate sempre dei bambini, avete idea di quale sia la vita di un’adolescente che non parla? Una vita a metà.

Ma cos’è il Mutismo Selettivo?

L’MS è un disturbo legato all’ansia. Pensate ad un bambino, ma anche un adolescente o una persona giovane e perché no, un adulto, normalissimi, senza alcun problema, né ritardo nell’apprendimento deficit cerebrale;

Immaginate tutta questa varia umanità nella sua normalità (se è vero che esiste, la normalità) quotidiana, in casa per esempio: il bimbo gioca, ride, impara; l’adolescente ascolta musica; l’uomo o la donna adulti …sono seduti davanti ad un computer.

Ora spostiamo queste persone a scuola, in situazioni ad alta socialità, sul posto di lavoro, in un ufficio pubblico.

Resteranno mute, impossibilitate a parlare, saranno colte da un totale blocco verbale. Per alcune di esse, in particolare i bambini, i giovani, il silenzio è anche accompagnato da una postura rigida, dall’evitamento fisico e visivo dell’altro. Si può immaginare la sofferenza di chi pur avendo tutte le capacità fisiche e mentali di parlare sia completamente bloccato? Io navigo molto nei gruppi chiusi del social network dedicati a questo disturbo, seguo e collaboro con le associazioni italiane e francesi che aiutano e informano le famiglie e soprattutto gli insegnanti su questo disturbo considerato fino ad oggi raro. E forse la rarità è dovuta alla scarsa informazione e letteratura sia divulgativa sia scientifica, forse questo libro servirà a far comprendere a tutti un concetto fondamentale: non c’è alcuna volontà nel silenzio dei mutici selettivi, la paura attanaglia tutto il loro essere e li rinchiude.

Il libro “I Quaderni” ha la presunzione di fare da portavoce, amplificare le parole non dette. Questo libro è stato stampato grazie ad un progetto di crowdfunding, che ha coinvolto 10 artisti italiani, i 28 autori e circa 200 persone che hanno acquistato il libro anticipatamente, finanziando in questo modo la sua stampa. Un coinvolgimento enorme!

Il libro non è rivolto a chi soffre di mutismo selettivo. È rivolto proprio a tutti gli altri.

Chi è in silenzio, sa bene di cosa si tratta, conosce bene le modalità, gli escamotages per evitare l’invisibilità, per vivere una vita normale senza dialogare con gli altri. Chi lo vive in prima persona lo sa. E allora è proprio a noi, tutti noi che si rivolgono i 28 autori.

Immaginate di essere di spalle.

Come una carezza leggera, qualcuno vi sfiora per attirare la vostra attenzione.

Ecco questo libro è una carezza leggera, vi chiede attenzione, non è difficile, basta girarsi poi è solo emozione.

Adriana Cigni

Editrice A.G.Editions

 

 

 

“I Quaderni. Dal silenzio il canto:storie di mutismo selettivo”  AA.VV. a cura di Daniela Conti A.G.Editions 13.50€

ilblogdiadri.altervista.org

mail: ageditions@yahoo.fr

Il complesso di Edipo

A tutti noi capita spesso di sentire nominare il “complesso edipico” in televisione, leggendo libri, giornali, parlando con altre mamme o insegnanti. Ma sappiamo realmente di cosa si tratta? Ora, ripercorrendo il mito stesso di Edipo e la trattazione di Freud la nostra esperta, al dott.ssa Tania Vetere, ce ne darà una spiegazione.

IL COMPLESSO EDIPICO

IL MITO DI EDIPO (Secondo un racconto di Sofocle)

“A Laio e Giocasta, sovrani di Tebe, fu predetto dall’oracolo che loro figlio avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Intimoriti da questa previsione, affidarono il neonato ad un pastore che avrebbe dovuto abbandonarlo ma questi, intenerito dall’innocenza della piccola creatura, lo portò a Corinto, dove fu adottato da Polibo, re della città, il quale pur essendo sposato non era ancora riuscito ad avere figli. Un giorno accadde che Edipo, cresciuto e istruito a corte come un vero e proprio principe, si sentì accusare di essere un bastardo, ed egli, preoccupato e incuriosito, andò a chiedere spiegazioni all’oracolo di Delfi che gli comunica la profezia secondo cui, un giorno, si macchierà dell’omicidio di suo padre e sposerà sua madre. Edipo, convinto di essere figlio dei sovrani di Corinto, per evitare che la predizione potesse compiersi, scappa verso Tebe. Lungo la strada ha una disputa con un nobile locale, che si rivelerà poi essere Laio, re di Tebe e padre naturale di Edipo, che si conclude con la morte di quest’ultimo per mano del figlio. Arrivato a Tebe, suo paese nativo, la trova infestata dalla Sfinge, un mostro che, insediatosi nel centro della città, poneva domande a tutti coloro che gli passavano dinanzi, uccidendo chiunque non avesse saputo rispondere. Edipo riesce a rispondere esattamente all’enigma sottopostogli dal mostro (*L’enigma della Sfinge*), che di conseguenza, sconfitto, si uccide. Per aver liberato la città dal mostro, viene nominato principe e sposa Giocasta, inconsapevole del fatto che fosse la sua madre naturale, e ne ha quattro figli. All’arrivo di una pestilenza, Creonte, il fratello di Giocasta, si reca dall’oracolo per conoscere i motivi dell’epidemia, e questo gli rivela che la causa è la presenza di un patricida in Tebe; tornato in città informa la sorella ed Edipo, e quest’ultimo s’incarica di provvedere. Si rivolge a Tiresia, una veggente che prova in tutti i modi a dissuadere il re di Tebe dal voler conoscere la verità, ma poi gli rivela che il colpevole in realtà e lui stesso. Dopo aver messo a confronto varie testimonianze, conscio delle proprie colpe, Edipo si accieca, mentre la madre si toglie la vita.”

Il complesso di Edipo è un concetto originariamente sviluppato nell’ambito della teoria psicoanalitica di Sigmund Freud per spiegare la maturazione del bambino che conduce verso l’identificazione col genitore del proprio sesso passando attraverso il desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto. Questa tappa si struttura come una delle fasi essenziali nella formazione della personalità e dell’orientamento del desiderio, ed è un vero e proprio organizzatore della vita affettiva presente e, soprattutto, futura. Ma non solo, esso conduce anche alla formazione del Super-Io, definito da Freud come la nostra “coscienza morale”, etica.

Questo fenomeno si basa sul mito greco di Edipo (riportato brevemente nel paragrafo precedente), il quale, a sua insaputa, uccise suo padre Laio e, altrettanto inconsapevolmente, sposò sua madre Giocasta. Nella concezione classica freudiana, infatti, il complesso edipico indica un insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali: desiderio di morte e sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso opposto.

Relativamente alle fasi dello sviluppo psicosessuale (teoria freudiana), esso insorge durante la fase fallica, cioè dai 3 anni fino ai 5 anni circa.

La risoluzione (superamento) del complesso apre la via alle identificazioni, in particolare con il genitore dello stesso sesso, attraverso la rinuncia al soddisfacimento sessuale con il genitore di sesso opposto (divieto dell’incesto).

Il bambino, attraverso l’ammirazione e la gelosia per il genitore dello stesso sesso e per evitare il conflitto con lui e piacere alla madre, si identifica con il padre, mentre la bambina, per evitare il conflitto con la madre e piacere al padre, si identifica con la madre (definito da Freud “Complesso di Elettra”, versione femminile del complesso edipico). Attraverso questa dinamica di colpa, timore e identificazione, il bambino acquisisce la consapevolezza dell’appartenenza al genere sessuale, consolida cioè la sua “identità di genere”.

In conclusione: non spaventiamoci se capita che nostro/a figlio/a ci allontani per starsene solo/a soletto/a con l’altro genitore. Ora sappiamo che si sta realizzando un’importantissima tappa dello sviluppo personale del nostro bambino, limitiamoci ad accettarlo, aiutando quest’ultimo a viverlo nel migliore dei modi.

Dott.ssa Tania Vetere – Psicologa

Genitori e internet, la guida

Utilizzare internet e le sue potenzialità permette di essere sempre aggiornati, collegarsi con più parti del mondo; allo stesso tempo consente di accedere a chat e social network che modificano le interazioni reali  mascherando le difficoltà, proteggendo o distorcendo le emozioni.
Sempre più spesso anche minori utilizzano il web, ciò li espone a rischi. E’ necessario che gli adulti, quindi i genitori, si aggiornino sulle modalità di funzionamento, al fine di prevenire disagi e disturbi.

Arriva una  guida per genitori, educatori, insegnanti sul mondo della rete chiara ed immediata scaricabile gratuitamente.

Segue il link per scaricare una guida gratuita al mondo della rete

Strumento a cura di Dott.ssa Annalisa Croci, psicoterapeuta

cel. 334/2357696

www.ascoltopsicologo.it

Generazioni connesse

Il Safer Internet Centre raggruppa alcune fra le principali realtà nazionali che hanno a cuore l’uso responsabile, positivo e consapevole di internet e delle tecnologie digitali da parte dei più giovani.

Hanno realizzato e continuano a progettare, programmi di educazione e sensibilizzazione perché usare internet in tutta sicurezza è un bene troppo prezioso per essere sprecato.

I destinatari del progetto sono bambini, adolescenti, ragazzi , genitori e docenti cui sono dedicate sezioni specifiche con materiali di suporto e sostegno nell’affrontare temi difficili quali:

  • dipendenza online
  • cyberbullismo
  • sexting
  • pivacy
  • grooming
  • pedopornografia
  • gioco d’azzardo
  • videogiochi
  • malware e phishing
  • adescamento
  • cyberbullismo

 

con modalità diverse a seconda dei destinatari dei contenuti.

Divertente è la sezione dedicata ai Supererrori, interessante spunto di riflessione per i ragazzi su pratiche che mettono in atto e che possono provocare seri pericoli e disavventure in rete. L’obiettivo è stimolare la criticità e la consapevolezza dei ragazzi, oltre alla loro padronanza delle risorse della rete.

 

 

 

Trovi tutto raccolto sul sito Generazioni connesse

Mutismo selettivo

Interessante analisi sul mutismo selettivo proposta da Adriana Cigni per il blog maestraemamma.

Il mutismo selettivo

di Adriana Cigni

Qualche giorno fa mio figlio mi ha sottoposto  ad una raffica di richieste concernenti una ricerca sul Rinascimento italiano (fra l’altro proposta da me in un momento di “orgoglio patriottico”). Dopo averlo rassicurato sui tempi, la scelta delle illustrazioni e la definizione dei termini ho riflettuto sull’agitazione e la paura che si nascondeva dietro a questo “compito”: ricerca sul Rinascimento Italiano.

Questo episodio ovviamente banale, mi ha dato lo spunto per definire  il tema di questo articolo: il mutismo selettivo. Ho capito che quando  la preoccupazione per gli avvenimenti futuri  raggiunge livelli massimi, diventa ansia. So che non è una grande scoperta  e ci saranno tomi e tomi di libri di psicologia a tale proposito ma credo che, nel caso del bambino  mutico, quest’ansia sia incontrollabile e diventi paura: paura di tutto ciò che può accadere fuori dal proprio spazio protetto, paura della novità, degli sconosciuti e della scuola . Forse i bambini che soffrono di mutismo selettivo, che viene appunto definito un disturbo legato all’ansia, provano proprio questo.

Questi bambini che non parlano a scuola  mentre a casa sono delle macchinette inarrestabili, questi bambini  che sembrano trasformarsi in statue di ghiaccio in classe, forse hanno solo tanta paura. Per la maggior parte dei casi questa paura non è giustificata da fatti reali , possiamo “indagare” , assicurarci che nessuno gli abbia fatto del male: non la maestra, non i compagni, nessuno.

continua a leggere l’articolo: Mutismo selettivo

Il Cyberbullismo

Continua la riflessione della dott.ssa Tania Vetere sul bullismo e più in particolare sul cyberbullismo.

Occorre conoscere per attivarsi. Buona riflessione!

Molestie virtuali ad effetto disastroso: IL CYBERBULLISMO

Ogni giorno siamo martellati (e disgustati…) da notizie di ragazzi che hanno ceduto sotto il peso delle molestie attuate nei loro confronti da veri e propri bulli tramite blog, social network, mail, SMS, MMS e altri canali interattivi. Questo nuovo fenomeno è stato definito Cyberbullismo proprio perché riguarda atti di bullismo, che vengono perpetrati attraverso mezzi elettronici e internet.

Il fenomeno del cyberbullying è in costante aumento: Schneier individua nella mancanza di visibilità, nell’anonimato, la pericolosità del “bullo elettronico”. Il bullo tecnologico pensa di molestare e perseguitare senza poter mai essere scoperto, barricandosi dietro la cosiddetta “mask of electronic anonymity”. Nel contesto del cyberbullying infatti, l’”Identità Reale” viene sostituita dall’ “Identità Virtuale”. Questa situazione di pseudo-anonimato tende ad indebolire le remore etiche che ognuno di noi abitualmente segue ed ascolta: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe mai nella vita reale.

Un’ulteriore specificità del fenomeno cyberbullismo risiede nella modalità di trasmissione del messaggio denigratorio o aggressivo che, a differenza del bullismo tradizionale, non avviene di persona. Ogni qualvolta il materiale oggetto di queste violenze finisce in rete è difficile che venga rimosso o cancellato. Questo fa sì che la vittima si senta ancora più impotente, rinforzando lo sbilanciamento di potere tra gli attori coinvolti (bullo e vittima), elemento tipico del bullismo tradizionale.

Oltre al persecutore e alla vittima, nel cyberbullismo assistiamo alla piena partecipazione di tutti quei personaggi che nel caso del bullismo tradizionale sarebbero stati considerati secondari: si tratta di tutti quegli “spettatori”, i cosiddetti bystanders, che osservano il fenomeno ma non intervengono a favore della vittima e condividendo i video o le foto sui social network alimentano la portata della sua pericolosità, dando vita a un vero e proprio processo di vittimizzazione.

Inoltre, mentre il bullismo tradizionale è un fenomeno circoscritto a determinati momenti della giornata, come ad esempio l’orario scolastico, e a luoghi specifici (ad esempio i corridoi della scuola), nel cyberbullismo le aggressioni risultano essere ininterrotte, agendo anche quando la vittima è a casa, rendendo così la dimensione spazio-temporale potenzialmente illimitata. Nancy Willard, Direttore del centro americano per l’utilizzo sicuro e responsabile di Internet (Center for safe and responsible internet use), nel suo libro “Educator’s Guide to Cyberbullying” ha individuato differenti tipologie di cyberbullismo:

1. Flaming: spedizione di messaggi online offensivi e volgari indirizzati ad un singolo o ad un gruppo di persone. Il caso tipico è rappresentato da insulti verbali all’interno di forum di discussione on-line.

2. Molestie (Harassment): spedizione ripetuta e ossessiva di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.

3. Denigrazione (Put-downs): spedizione di mail, sms, post su blog a diversi soggetti con lo scopo di danneggiare gratuitamente la reputazione di un singolo.

4. Sostituzione di persona (Masquerade): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o per pubblicare contenuti volgari e reprensibili.

5. Rivelazioni (Exposure): rendere pubbliche informazioni riguardanti la vita privata e intima di una persona.

6. Inganno (Trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per ottenere confidenze, racconti privati, spesso imbarazzanti, al fine di renderli pubblici o condividerli con un gruppo di persone.

7. Esclusione (Exclusion): esclusione intenzionale di un soggetto da un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password.

8. Cyber-persecuzione (cyberstalking): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura che spesso sfocia in vero e proprio terrore per la propria incolumità fisica.

9. Cyberbashing o happy slapping: comportamento criminale che ha inizio nella vita reale (un individuo un gruppo di individui molestano fisicamente un soggetto mentre gli altri riprendono l’aggressione con il videotelefonino) e che poi continua, con caratteristiche diverse, on line: le immagini, pubblicate su internet e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo direttamente partecipato al fatto, occasione di condivisione, possono essere, commentate e votate. Il video ‘preferito’ o ritenuto il più ‘divertente’ viene, addirittura, consigliato.

Alcune delle conseguenze comportamentali più frequentemente rilevate nelle vittime del Cyberbullismo sono: un maggiore assenteismo a scuola e più basse prestazioni scolastiche (Katzer, Fetchenhauer, & Belschak, 2009); a livello psicologico sono stati identificati effetti come la depressione (Didden et al, 2009), l’ansia sociale (Juvoven & Gross, 2008) e una bassa stima di sé (Katzer et al, 2009). Come accennato inizialmente, spesso questo senso di inferiorità e di inadeguatezza delle vittime sfocia nel più drammatico e disperato degli agiti: il suicidio. Sappiamo tutti che in adolescenza le punizioni ed i comportamenti di controllo eccessivo hanno un effetto controproducente. Stabilire invece una buona comunicazione tra genitori e adolescenti, piuttosto che investire tempo e risorse su software di monitoraggio della navigazione online, è uno dei più importanti fattori protettivi in grado di arginare il fenomeno del cyber bullismo, promuovendo innanzitutto un utilizzo consapevole e responsabile dei nuovi media da parte dei giovani. Non dimentichiamolo!

Dott.ssa Tania Vetere – Psicologa

Youtube Kids: cartoni a prova di bimbo

Youtube Kids: cartoni a prova di bimbo
Google ha pensato di dedicare un app esclusivamente per i bambini sotto i dieci anni e che sia adatta anche a quelli in età pre-scolare: si tratta di YouTube Kids, sostanzialmente differente per contenuti e funzionalità dal canale tradizionale.
L’idea è quella di mettere al sicuro i più piccoli da contenuti espliciti in cui spesso s’imbattono navigando con familiarità su dispositivi come tablet e smartphone ma anche al computer.
Ecco perché l’app YouTube Kids, rilasciata su Android e su iOS a partire dal 23 febbraio scorso, si presenta come quella che finalmente darà tranquillità ai genitori rispetto alla sicurezza della navigazione per i propri figli. Per ora è disponibile solo sul mercato americano ma si attende anche che in arrivi in Italia e in altri paesi a breve.

L’interfaccia è accattivante per la fantasia dei bambini con colori accesi, immagini, fumetti, e rende comunque facile accedere alle varie sezioni e ai vari contenuti.
Per i bambini che non sanno ancora leggere e scrivere c’è la guida vocale che rende tutto più semplice.
I genitori avranno la possibilità di pre-impostare il tempo da trascorrere davanti a You Tube Kids al termine del quale i bambini saranno avvisati da un messaggio vocale che la visione terminerà a breve.
L’archivio dei contenuti è stato selezionato ad hoc e la funzionalità che impedisce di accedere a contenuti non adatti alla loro età inserendo termini come “sesso” o affini, garantisce da qualsiasi pericolo.
Il bambino infatti si troverà davanti un messaggio di non disponibilità del contenuto e non gli sarà possibile accedere nuovamente se non dopo che i genitori avranno inserito un pincode.
A Google hanno anche pensato di preservare l’udito dei bambini lasciando solo la traccia di audio principale ed eliminando quei i rumori di sottofondo che possono creare inquinamento acustico.

Il successo dell’app YouTube Kids è assicurato da studi condotti negli Stati Uniti che parlano di un aumento della visualizzazione di contenuti sul canale tradizionale aumentata fino al 200% e la visualizzazione dei video in generale è in costante crescita, anche secondo dati riferiti al Regno Unito.
I bambini infatti sono propensi ormai a sostituire la tv con internet dove i genitori possono trovare cartoni, film, programmi preferiti subito disponibili, come accade per la tv on demand.
Nell’attesa che arrivi YouTube Kids anche nel nostro paese, per il momento conviene affidarsi ai servizi delle tv On Demand come Infinity tv, dove è possibile trovare in streaming cartoni animati in italiano e quindi contenuti sicuri, divertenti e mirati per i più piccoli.

Claudia Astolfi

 

 

Disgrafia e difficoltà di scrittura: non abbandonare, ma prevenire e recuperare

Interessante approfondimento e studio della nostra esperta, la dott.ssa Dialisa Salamone, sulle possibilità di recupero e d’intervento sulla disgrafia e disturbi grafo-motori.

 

DISGRAFIA E DIFFICOLTÀ DI SCRITTURA: NON ABBANDONARE, MA PREVENIRE E RECUPERARE

L’apprendimento della scrittura manuale oggi, nonostante se ne inizi a parlare, è ancora molto sottovalutato e non c’è sufficiente formazione rispetto alla sua importanza per lo sviluppo del bambino, anche a livello neuronale.

Dal 2003, anno in cui sono diventata grafologa rieducatrice della scrittura, lo scenario è radicalmente cambiato ma la sensibilità su questo argomento è ancora “latente”.

Si assiste ad un crescente interesse da parte di alcuni insegnanti, mentre diverso è l’atteggiamento di certi medici i quali, poichè in effetti durante l’età evolutiva vengono trattati casi con problematiche anche molto complesse, parlano della disgrafia come di “acqua fresca”.

Generalmente le frasi riduttive più comuni sono: “Esistono problemi ben più gravi!”, “Eh va beh scrive male… non ci si può fare niente, scriverà in stampato, userà il computer!”, “Lasciatelo tranquillo tanto non si può lavorare su questo disturbo”.

Sicuramente, dal mio punto di vista, il primato della sensibilità va ancora tutto ai genitori, centrati sul benessere dei propri figli.

La disgrafia e la scuola

Entrando nello specifico dell’istituzione scolastica va detto che l’attenzione sui Disturbi dell’Apprendimento è sicuramente molto aumentata ma, di fatto, non è semplice riconoscere la disgrafia o il “rischio disgrafia” in quanto occorre una preparazione specifica.

Gli insegnanti che scelgono autonomamente di fare formazione spesso ottengono poche nozioni sulla patologia della scrittura, la quale viene argomentata in modo marginale rispetto agli altri DSA (in particolare dislessia e disortografia, molto più evidenti).

Attualmente quindi se al bambino viene individuata una possibile disgrafia, la scuola sovente preferisce aspettare la certificazione medica per attuare i provvedimenti previsti, che non intervengono direttamente sul problema, ma attraverso i quali l’alunno viene semplicemente esonerato il più possibile dallo scrivere. Le Asl oltre a fornire l’eventuale certificazione non prevedono alcun trattamento per questo disturbo.

A livello neuropsichiatrico la conclamata origine neurobiologica riconosciuta ai DSA forse meriterebbe di essere approfondita relativamente alla disgrafia. L’aspetto motorio e le variabili ambientali che possono intervenire su questo disturbo la differenziano dagli altri DSA. Bisognerebbe quindi verificare su quali basi poggiano per esempio le teorie per cui si pensa che anche la disgrafia sia “congenita” (come invece è confermato per la dislessia).

sportello-disgrafia

Allo stesso modo sarebbe opportuno che i sostenitori argomentassero quale fondamento avrebbero le ipotesi per cui si afferma che non sia possibile migliorare la scrittura con un trattamento individuale mirato e specifico, o che questo non permanga a lungo termine. I detrattori di tale teoria, a me noti, sono principalmente i genitori di alunni -con difficoltà grafo-motoria o con disgrafia certificata- migliorati attraverso il percorso di recupero programmato dalla grafologia applicata alla rieducazione della scrittura.

In Italia l’attenzione scientifica sull’argomento è ancora troppo recente e la maggior parte degli studi al riguardo è tuttora in corso. In ambito grafologico si studia la scrittura dal 1900 circa, mentre le patologie della stessa vengono approfondite dal 1950 circa.

Possiamo quindi chiamarla anche “il minore dei mali”, ma una difficoltà grafo-motoria col tempo spesso si trasforma in disgrafia, compromettendo così la comunicazione scritta con ogni sua valenza espressiva.

Non secondario è l’effetto negativo sull’autostima del bambino e quindi sulla sua crescita personale; non si esclude la possibilità che una difficoltà esecutiva della scrittura diminuisca l’attenzione ai contenuti didattici, con la concreta possibilità che ciò possa pregiudicare la motivazione allo studio. Attualmente si stanno accertando le conseguenze negative nell’evoluzione della personalità di quei DSA non riconosciuti e non trattati adeguatamente, i quali sembra che in età adulta abbiano una maggiore possibilità, rispetto alla norma, di maturare per esempio la depressione.

La scrittura unisce mente e corpo, costringe a stare fermi e concentrati, costringe a piccoli gesti precisi, ad organizzare lo spazio e il tempo: è tutt’altro che un compito di semplice apprendimento.

Vuoi approfondire la scrittura di tuo figlio/a? Servizio GRATUITO sportello DISGRAFIA

E’ importante restituire al bambino, nella delicata fase evolutiva, la capacità di scrivere in maniera fluente non esponendolo a confronti negativi coi quaderni ben scritti dei compagni, ed evitando di fraintendere una frettolosità dovuta alla difficoltà con una mancanza di volontà.

Copiare pagine e pagine di letterine o svolgere sistematicamente schede di pre-grafismo, in alcuni casi, è un carico di lavoro supplementare che stanca senza produrre i frutti sperati. Il percorso programmato dalla grafologia, applicata alla rieducazione della scrittura, è invece studiato ad hoc sulle peculiarità di ogni bambino e segue i principi di gradualità nel rispetto dell’unicità della persona, con l’obiettivo di restituire le funzionalità del gesto grafico.

In conclusione ritengo che i provvedimenti presi a scuola in caso di disgrafia certificata, attraverso gli strumenti dispensativi e compensativi previsti, portino solo ad ignorare il problema senza dare risposte strutturate e strutturali alla cura di questo prezioso apprendimento che ogni alunno avrebbe il diritto di acquisire. Esonerare dallo scrivere, di questo si tratta, è molto diverso dal prevenire e anche dal lavorare su un possibile miglioramento della situazione.


Dott.ssa Dialisa Salamone
Grafologa, Rieducatrice della scrittura dal 2003
telefono: 346/3238571
info@disgrafia-verona.it
www.disgrafia-verona.it

Non vedrò più la nonna?

“Non la vedro’ piu’ la nonna?”

di Melanie Walsh, Motta junior editore, € 12,00.

Il libro affronta in maniera adeguata per bimbi in eta’ pre-scolare il tema del lutto. La perdita della nonna e’ spiegata al bambino attraverso una serie di esempi concreti (come il raffronto con la dipartita della gatta di famiglia)in maniera discorsiva ed esaustiva,molto semplice e chiara. Viene data risposta agli eventuali “perché”che si formano nella mente del bambino che non riesce a capire concretamente il concetto di morte. Attraverso le parole della madre della storia illustrata si cerca di far sì che il bambino non rimanga intrappolato nella visione del fatto in se’ triste( quale risulta essere la morte)ma conservi nella propria mente il ricordo dei momenti sereni e li mantenga vivi.

Completamente illustrato e’ consigliabile come lettura guidata per tutti i bimbi che si trovano a dover affrontare  una perdita che non si spiegano e per tutti i genitori che non trovano le parole adeguate per affrontare il tema.


;

“Mamma, quel bambino mi picchia!”. Il fenomeno del bullismo

Recentemente si sente molto parlare di bullismo, viene in notrso aiuto nella riflessione la psicologa Tania Vetere. Buona riflessione a tutti!

“Mamma, quel bambino mi picchia!” – il fenomeno del bullismo

Il termine bullismo deriva dall’inglese “Bullying” e si riferisce a un’oppressione psicologica o fisica perpetuata da una persona – o da un gruppo di persone – più potente nei confronti di un’altra persona percepita come più debole.

Tutti noi, genitori, insegnanti, amici, parenti, ci ritroviamo spesso a domandarci fino a che punto un ragazzino/bambino possa essere considerato semplicemente “vivace” oppure “preoccupante”; nel momento in cui notiamo comportamenti aggressivi, oppositivi, provocatori, ci spaventiamo, non riusciamo distinguere nettamente ciò che rientra nella “normalità” da ciò che potrebbe trasformarsi in “patologico”, non siamo certi del limite che differenzia queste due realtà.

Gli studi condotti sull’argomento riportano che la differenza tra le normali dispute tra bambini e gli atti di bullismo veri e propri consiste nella predeterminazione e – dunque – nell’intenzionalità che caratterizza questi ultimi, nella ripetitività nel tempo, nonché nella soddisfazione che gli autori di tali abusi ne traggono. E’ inoltre implicito un tratto sadico tipico di tali comportamenti ed esiste quasi sempre uno squilibrio di tipo fisico o numerico tra il bullo e la sua vittima.

Come forse già sappiamo, ciò che caratterizza questo fenomeno è anche il fatto che la maggior parte di questi atti si verifica nelle scuole, in particolare nei corridoi e nei cortili di queste, ma anche nei pressi degli istituti scolastici o comunque nei luoghi frequentati dai gruppi di bambini.

Sembrerebbero esistere delle differenze di genere significative: i bulli sono prevalentemente maschi, ma esiste altresì una notevole percentuale di femmine in grado di mettere in atto comportamenti di bullismo; le ragazze parrebbero preferire il bullismo nella forma verbale e ancor più in quella indiretta (isolamento sociale, dicerie sul conto della vittima, calunnie e Cyberbullismo), piuttosto che in quella fisica, più prettamente maschile.

Tra le conseguenze più comuni che riguardano le vittime del bullismo spiccano la perdita di autostima e di sicurezza: questo vissuto di disagio e di stress può portare a sviluppare sintomi psicosomatici tipici dei disturbi da stress, quali mal di testa, mal di pancia/disturbi gastrico-intestinali, disturbi del sonno e pavor nocturnus (terrore notturno), disturbi d’ansia, fino a veri e propri attacchi di panico.

Questa condizione può influire negativamente anche sullo sviluppo delle capacità di concentrazione e, dunque, di apprendimento. Nei casi più gravi il vissuto traumatico e depressivo può indurre le vittime a metter in atto comportamenti a rischio che talvolta possono portare anche a gravi fenomeni di autolesionismo, poiché la vittima arriva ad autocolpevolizzarsi per l’accaduto, e persino alla morte (tentativi di suicidio). Questo rischio è davvero molto elevato, come ci conferma la triste cronaca sull’argomento.

Per quanto riguarda la prevenzione di questo fenomeno, sempre più presente nella nostra quotidianità, le ricerche sottolineano l’importanza di interventi focalizzati sui genitori e sul loro stile educativo; inoltre rilevano la necessità di investire risorse in programmi preventivi finalizzati alla promozione dei comportamenti prosociali nelle varie fasi dello sviluppo. Infatti, atteggiamenti e comportamenti prosociali contribuiscono all’attivazione di processi di mediazione utili per la costruzione di un buon adattamento scolastico e sociale.

Pensiamo ora ad uno dei tanti casi di bullismo, quello avvenuto a Roma poche settimane fa che vede protagonista un bambino di 5 anni (link: http://www.huffingtonpost.it/2015/02/19/bambino-bullo-asilo_n_6711612.html): una delle maestre stava cercando (sembrerebbe anche con successo) una soluzione al comportamento aggressivo del bambino con la collaborazione dei genitori; la madre difende “a spada tratta” il figlio, pur non essendo in grado di fornire giustificazioni attendibili (“Mio figlio è più bello dei vostri!”); i genitori degli altri bambini della classe lo accusano di essere un “bullo violento” ed allontanano i figli da lui. Potremmo chiederci dove stia la verità, chi abbia ragione, chi abbia torto, da dove scaturisca il comportamento aggressivo del bambino e se sia effettivamente un caso di “bullismo”.

Certamente in questa sede nessuno di noi è in grado di dare una risposta certa! Ma ciascuno può indubbiamente riflettere su quante differenti interpretazioni e punti di vista possano scaturire da un singolo episodio…

Dott.ssa Tania Vetere – Psicologa