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Tag: aiuto genitori

Ambulatorio pediatrico del sabato mattina

Quando i bambini non stanno bene, viene naturale rivolgersi al medico curante, e per la più ferrea legge di Murphy i bambini stanno male quando il pediatra non è di turno.

Pare abbiano un sincronismo strano e spesso la notte di venerdì  oppure il sabato mattina sembrano il momento ideale per far uscire quella macchiolina latente da giorni. Spesso niente di grave, ma come valutare una cosa che non si conosce?
I genitori sono tali e non tutti sono medici!

A volte si ha solo un dubbio e quindi il bisogno di una risposta competente, per non passare il fine settimana non sapendo come affrontare il malessere. Il timore di un eventuale peggioramento aumenta il bisogno di avere risposte e informazioni.

L’istinto immediato è di cercare in Internet, ma spesso il risultato della ricerca porta ad aumentare i propri timori piuttosto che sedarli, facendo davvero temere il peggio del peggio.

L’assenza del pediatra di base indirizza al Pronto Soccorso.
Se il caso è classificato come “verde”, cosa che si spera, si rischia di non sapere quando si viene visitati e dimessi. L’attesa  può diventare veramente lunga.
Giustamente in pronto soccorso hanno precedenza i casi più gravi.

Altra alternativa è la guardia medica ora chiamata Servizio di Continuità Assistenziale, ma da diversi anni è attivo uno sportello pediatrico  attivo il sabato mattina dalle ore 9.00 alle ore 12.00.

Serve per rispondere ai dubbi, o meglio alle problematiche sanitarie non urgenti. L’ATS (Agenzia di Tutela Sanitaria, ex ASL) mette a disposizione  4 punti sul territorio bresciano cui potersi rivolgere gratuitamente e senza prescrizione o ricetta.

L’idea è di non andare ad affollare il Pronto Soccorso, ma di avere comunque un consulto corretto.

Questi i punti:

  • BRESCIA – Viale Duca degli Abruzzi, 13 – tel. 030.8377111
  • ROVATO – via Matteotti, 1 – tel. 030.8377142
  • MONTICHIARI – Via Falcone, 18 – tel. 030.9661217
  • PADENGHE SUL GARDA – Via San Rocco, 33 c/o RSA F.lli Beretta San Giuseppe – tel. 030.8377170

 

Ambulatorio-Pediatrico-sabato-mattina-sedi-e-orari

AGGIORNAMENTO!
L’ambulatorio pediatrico del sabato e prefestivi che precedono due festività è momentaneamente sospeso sino a nuova comunicazione.

Rimane attivo per ogni necessità sanitaria il servizio di continuità assistenziale del proprio territorio previo contatto telefonico al numero unico 116117

Il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) e l’Ambulatorio Pediatrico del sabato sono attivati negli orari in cui il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Famiglia non sono tenuti ad esercitare l’attività.

I medici presenti assicurano gli interventi non differibili, ovvero non rinviabili al medico curante il giorno successivo, garantendo visite domiciliari ed ambulatoriali.
Il servizio è gratuito.

Dettaglio sedi e orari Servizio di Continuità Assistenziale

La voce del principe

Dalle riflessioni di un logopedista sulla voce del “principe di casa” arriva la storia di un bambino, che con la sua “forte” voce percepisce quanto lui sia forte ma anche il mondo sia a sua volta “forte”

Sono Emanuele Crema e lavoro come logopedista da 5 anni presso lo Spazio La Libellula in città e la mia grande passione sono i problemi della voce.
Nella mia carriera sono arrivato ad affezionarmi sempre di più ai disturbi del linguaggio e della comunicazione.

Perché parlo dei disturbi della voce?

Nel bambino e nella sua crescita queste dimensioni vanno a fondersi per dare il via alla strutturazione della personalità.

La voce comunica parole, racconti, intenzioni, ma soprattutto emozioni.

Questi aspetti si mescolano rendendo necessario considerare la voce come essenza della comunicazione, del suo voler “stare” al mondo.

Con questo racconto voglio dare ai genitori un piccolo spunto di riflessione, per renderli consci delle fragilità della voce d’un bambino, che non affronta con la stessa facilità dell’adulto le insidie derivate dall’ambiente, dal contesto comunicativo e dalle esigenze emotive.

È la storia di un bambino, che con la sua “forte” voce percepisce quanto il mondo sia a sua volta “forte” e quanto lo prosciughi di energie, ma nonostante questo non si arrende mai nel dimostrare che è lui il “Principe” e che lui può
tutto.

La voce del Principe

Eccomi!! Parla il principe, tutto il regno venga a me.
Sono il Principe, così mi chiamano, e il mio regno è il mondo.

Chi lo dice?? La Mamma e il Papà: loro ripetono sempre che sono solo io il Loro Principe, che io sono Tutto e che posso fare Tutto!!
La mamma mi ha raccontato che quando ero piccolo la mia Voce era uno squillo di trombe: Attenti!! Il principe ha chiamato!! Tutti ai suoi ordini!! Era impossibile ignorarmi.
Quando poi ero un po’ meno piccolo il papà mi ha raccontato che giocavo tutto il giorno con la Voce: che lunghi discorsi facevo, ridacchiavo piangevo e canticchiavo…. Ma chissà cosa dicevo.
Mamma e Papà mi sentivano da ogni dove: la mia voce era Super-Forte, ma che dico Fortissima!! Mi han detto che anche il nonno sordo mi sentiva e che i cani scappavano da quanto urlassi! Io Sono Il Principe ed è grande il mio Regno!!

Ora che sono grande voglio Conoscere e voglio farmi Sentire in ogni dove!! La Zia dice che non mi fermo mai neanche per prendere fiato!! Niente mi può fermare: io Sono il Principe!
Ma che fatica però…eh…. A fine giornata il Principe deve anche riposare: troppi giochi, troppo movimento, troppi discorsi, ho tanto da dire ma un giorno è troppo breve per tutto!!
Mamma mia quanta fatica si fa, anche la voce degli altri bambini è potente e loro sono dei Principi come me!! Non mi ascoltano mai, vogliono sempre parlare più di me e corrono di qua e di la!!! Ma io sono più Principe di loro!!

Il mio regno è il mondo e la mia casa è il mio castello!! A sera tutto dentro le mura ad ascoltare il Principe!!!!
La carrozza Reale mi porta a casa e mi fa ascoltare tanta musica!! Ma nonostante il baccano dei clacson con la mia voce Fortissima racconto tante cose alla Nonna che guida!!

Certo che però ogni tanto le persone mi fanno arrabbiare, anche la Mamma è il Papà: il Principe parla e loro continuano a parlare tra di loro… ma che modi sono? Per fortuna la Voce del Principe è Forte!!
Per non parlare di quando il Principe Vuole: se il principe Vuole qualcosa come si permettono di rispondermi un secco “NO”?? Per fortuna la voce del Principe è forte e può tutto!!
Ho il sospetto che anche il Papà sia un po’ sordo!! A casa quando gioco, mentre guardo i cartoni e la mamma cucina, il Papà non mi ascolta se lo chiamo dal Salotto!! Per fortuna la voce del Principe è Forte!!

Ma che fatica essere il Principe: alla sera a forza di urlare mi stanco anch’io!! Che fatica raccontare tutto!! Se la Voce del Principe non c’è più poi come faccio a farmi sentire??
A fine giornata anche lei va a nanna, a volte anche prima di me!!
È bello abitare in un grande castello ma questa voce quando è stanca non si sente.
Pure i personaggi dei cartoni si sentono più di me!!
Come faccio a raccontare tutto le cose che mi sono capitate al Papà e alla Mamma?
Dovrò aspettare domani?!
È davvero difficile fare il Principe!!

Emanuele Crema

Logopedista
Esperto in Vocologia Artistica

opera presso LO spazio La Libellula

⇒ Scopri di più sul mondo dello Spazio La Libellula


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Bebè, bimbi e lettura

Bimbi e lettura, ovvero come arricchire la vita dei bambini tramite i libri e la lettura.

Questo articolo vuole parlare dell’importanza della lettura nel bambino che va dalla nascita fino ai 5 anni di età. Questo è un periodo in cui inizia un percorso che vede il bambino diventare un lettore a tutti gli effetti e scoprire il suo primo libro.

Enormi sono i benefici della lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. E per sottolineare l’importanza di leggere insieme un bel libro e il valore della lettura come gesto d’amore che stringe grandi e piccoli nell’abbraccio delle storie, quest’anno il Premio Nonino è stato assegnato a NATI PER LEGGERE, progetto che dal 1999 promuove la lettura in famiglia, sin dalla nascita. Si inserisce negli obiettivi di Nati per leggere la recente iniziativa Genitoripiù, volta a rendere i genitori “veri protagonisti della salute dei propri figli, dal concepimento e dai primi giorni di vita del bambino”.

Lettura: una delle 7 principali azioni pratiche consigliate

La lettura ad alta voce è talmente importante da essere inserita nelle 7 principali azioni pratiche che, nell’ambito della salute perinatale e infantile, sono considerate come prioritarie per l’efficacia dimostrata sulla salute.

Nel manualetto che accompagna la campagna “Le 7 azioni per la vita del tuo bambino” si afferma che la “lettura in famiglia, effettuata spesso e precocemente (a partire dai 6 mesi di vita) favorisce:

  • La crescita di una relazione intensamente affettiva tra un adulto che legge ed un bimbo che ascolta, creando una speciale intimità
  • Lo sviluppo cognitivo del bambino (curiosità, sviluppo intellettuale)
  • L’apprendimento della lettura e il successo nella lettura a scuola
  • Lo sviluppo del linguaggio verbale, arricchendo il vocabolario, migliorando le qualità lessicali

Quindi, un adulto che legge ad alta voce ad un bambino compie un atto d’amore e nell’esperienza condivisa della lettura e dell’ascolto adulto e bambino entrano in sintonia reciproca e in una comunicazione fatta di emozione, complicità, fiducia che rinsalda il loro legame affettivo.

Dal punto di vista emotivo leggere una storia ad un bambino gli consente di esplorare le sue emozioni in compagnia di adulti che possono contenerlo, rassicurarlo e fornirgli spiegazioni.

La lettura offre un canale alternativo di conoscenza, oltre all’esperienza diretta, sviluppa la curiosità, l’immaginazione, amplia la memoria e le capacità logiche ed astratte.

Leggere ad alta voce è il modo più efficace per appassionare un bambino ai libri, alle storie, per solleticare la sua naturale curiosità in modo tale che il libro diventi uno strumento magico capace di introdurre il bambino in un mondo simbolico fatto di emozioni, gioie, paure, fantasie, affetti, scoperte.

La famiglia rimane il nucleo educativo primario, a cui è affidato il compito di aiutare le nuove generazioni alla costruzione della propria identità; quindi la relazione genitore-figlio rimane il luogo per eccellenza del processo di personalizzazione che garantisce all’uomo un percorso di crescita positivo. Per cui la famiglia è il nucleo primario di educazione alla lettura che contempli la lettura come un’attività che favorisce lo sviluppo del bambino, e del suo benessere, e delle relazioni familiari, specialmente quella esistente fra genitore e figlio.

L’attività della lettura

La lettura è un attività assolutamente spontanea, gratuita, volontaria ed è legata alle dimensioni di piacere e intrattenimento perché nella lettura sono presenti il coinvolgimento, l’emozione, l’eccitazione ed interesse, stati in cui la cognizione e l’emozione si influenzano reciprocamente. Nella primissima infanzia, le storie lette, guardate e ascoltate costituiscono un’occasione unica per offrire ai bambini esperienze di intima affettività. Inoltre, l’universo dei libri per bambini, attualmente cosi variegato, costituisce per il piccole lettore un bagaglio di esperienze emozionale i cognitive.

Secondo Bruno Bettelheim, psicoanalista, leggere una storia ad un bimbo significa offrirgli la possibilità di scoperta della sua identità e di esplorazione di quelle esperienze che gli permettono di sviluppare il proprio carattere e di addentrarsi nel suo personale percorso di vita.

Il punto di partenza per un’educazione alla lettura emozionale è dunque l’atteggiamento degli adulti che devono comunicare ai bambini il loro amore e la loro passione per la lettura. Quindi, più un genitore si propone come amante della lettura, come profondo appassionato di storie e emozionalmente coinvolto nei racconti che legge con maggior probabilità i bambini ricevono i segnali emozionali comunicati e li elaborano: le emozioni sono contagiose e gli episodi di contagio emozionale sono molto frequenti e fanno parte di un tacito scambio, che si verifica in ogni relazione e interazione umana.

Il genitore non può imporre la lettura ma motivare l’altra persona a leggere perché la lettura è un’attività spontanea e, quindi, per compierla con piacere bisogna volerlo e non c’è motivazione migliore di quella che proviene dal concepire l’esperienza di lettura come fonte di piacere.

La pratica di lettura è un momento esclusivo, in cui il genitore ha la possibilità di dedicare tutta la propria attenzione al bambino, cercando di stimolare interesse e curiosità del bambino nei confronti della parola scritta, delle immagini, delle illustrazioni, dell’oggetto libro, vissuto come mezzo di comunicazione privilegiato.

Il vero inizio della passione per la lettura risiede nel piacere intenso delle prime letture infantili, esperienza cruciale e fondamentale per la formazione del futuro lettore. Infatti, è noto, che le esperienze della prima infanzia sono quelle che più segnano la vita di una persona, per cui un approccio precoce al piacere della lettura è la strada privilegiata per formare un lettore per sempre.

La precoce esposizione alla lettura non riguarda affatto un precoce, inopportuno tentativo di insegnare a leggere il bambino ma ha l’obiettivo di creare attorno al bambino un’atmosfera di sicurezza, di piacere e di calore, legati all’esperienza letteraria, di ascolto e partecipazione intorno ad una trama.

Leggere può diventare un’attività familiare, riconosciuta come una speciale opportunità educativa di condivisione di pensieri, sentimenti e gesti fra genitori e figli, all’interno di tempi e spazi di vita in comune.

A seconda dell’età, e quindi delle tappe dello sviluppo psicomotorio, ci sono libri e modalità più adatte.

Quindi, genitori, leggete non “al” bambino ma “con” il bambino, in una comunicazione reciproca e ricca.

 

Buona lettura a tutti

Roberta Pilati
Psicologa  e psicoterapeuta

 

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Un altro articolo presente nel blog del portale Bresciabimbi con pratici suggerimenti per cosa fare e cosa non fare quando si legge insieme al bambino

Leggi qui l’articolo Leggere ai bambini: suggerimenti in ordine sparso

leggere ai bambini. i consigli per stare bene insieme leggendo

Che cos’è l’Osteopatia?

In questo articolo cercheremo di mostrare i principi basilari di una grande metodologia terapeutica che negli ultimi anni è sempre più rivalutata: l’Osteopatia.

Che cos’è l’Osteopatia?

L’osteopatia non è una professione para-medica, nè una medicina alternativa, bensì una disciplina terapeutica che comprende un insieme di conoscenze specifiche basate su:

  • anatomia e fisiologia del corpo umano
  • test osteopatici di mobilità
  • tecniche manipolative osteopatiche

Puoi quindi considerare l’osteopatia come un approccio in grado di capire se nel tuo corpo ci sono delle disfunzioni nella mobilità dei tessuti, e quindi in grado di aiutarti qualora tu possa trovarti in una situazione del genere.

Chiarito il concetto di osteopatia, ti sei chiesto chi è che si occupa di tutto ciò?
Se prendiamo la lista delle varie categorie di medici troviamo un’infinità di nomi, e nel settore dell’osteopatia parliamo precisamente dell’osteopata.

Chi è l’Osteopata?

L’osteopata è un professionista della salute specializzato nel trattamento del sistema muscolo-scheletrico e non solo. Gli osteopati basano i loro trattamenti sulla teoria che il corpo può essere curato attraverso tecniche manuali come la manipolazione di articolazioni, muscoli, fasce e visceri.

Cosa fa l’osteopata?

Se non sei mai andato da un osteopata e ti ritrovi a dover affrontare questo tipo di visita, rilassati in quanto si tratta di un consulto molto simile a quello del medico di famiglia. L’osteopata ti farà delle domande sul tuo curriculum medico, sulla tua condizione fisica e sul tuo stile di vita. Durante questa seduta l’osteopata realizzerà anche dei test tipici e propri dell’osteopatia, e quello su cui si concentrerà sarà:

  • Esaminare la postura e vedere come la struttura si muove
  • Capire il legame tra sintomatologia, test osteopatici e pregresso del paziente
  • Applicare le tecniche di riduzione (soluzione) per ripristinare la mobilità
  • Consigliare, se necessario, ulteriori accertamenti o visite specialistiche

L’osteopata tratta qualsiasi tipo di paziente?

La risposta è sì, in quanto i trattamenti riguardano un’ampia gamma di pazienti, dai neonati agli anziani.

Osteopatia neonatale

Solitamente si crede che i bambini e i neonati non dovrebbero avere tensioni strutturali o problemi particolari, in quanto la loro giovane età e la loro straordinaria flessibilità alludono al fatto che sono meno soggetti a lesioni associate abitualmente agli adulti. La realtà, tuttavia, è molto differente.
Se sei un genitore, in particlare una mamma, dovresti già sapere che il parto è il momento più cruciale nella vita di tutti gli esseri umani in quanto da ciò dipende la qualità di vita del neonato. Il neonato, infatti, deve attraversare vari “vicoli” anatomici, alcuni ossei ed altri muscolari, e in questo processo di passaggio è dove possono generarsi la maggioranza delle disfunzioni.
Alcune tensioni (ad esempio quelle presenti nel cranio) come risultato del parto, possono migliorare con la suzione e il pianto. Tuttavia, in alcuni casi, le disfunzioni rimangono e colpiscono la crescita e lo sviluppo. Un parto difficile può essere causato da vari motivi, come per esempio, la posizione anomala del feto, parti molto lenti, cesarei e così via. Tutte le tensioni non curate di un parto del genere, quindi, sono da prendere in considerazione per la salute del neonato.
La cosa migliore è procedere quanto prima ad un trattamento di osteopatia neonatale, poiché il tempo può soltanto complicare la cura di questi effetti.
Fortunatamente puoi stare tranquillo in quanto questo settore dell’osteopatia potrà mettere a riguardo il nuovo arrivato.

Osteopatia pediatrica

Grazie alle terapie dell’osteopatia neonatale, man mano che i bambini crescono ci sono dei notevoli miglioramenti riguardo l’irritabilità, la difficoltà nel dormire e nell’alimentazione, e soprattutto nei pianti incessanti. Nonostante ciò, se i modelli di tensione non sono trattati, il bambino può soffrire di effetti secondari durante la fase di crescita e sviluppo.
Anche qui, se noti delle difficoltà di tipo motorio in tuo figlio, un’ottima soluzione potrebbe essere quella dell’osteopatia, in questo caso dell’osteopatia pediatrica.
L’osteopatia pediatrica, inoltre, risulta molto utile sia per bambini che per adolescenti che soffrono di:

  • otite
  • difficoltà di apprendimento
  • scogliosi
  • dolori legati alla crescita
  • mal di testa ed emicrania

Ovviamente, l’osteopatia pediatrica è cercata soprattutto per quelle lesioni causate da una caduta o da un incidente. È qui importante aggiungere qualcosa in più riguardo gli adolescenti, soprattutto quelli abituati a fare molto sport. Nell’adolescenza ha luogo un importante cambiamento ormonale e fisico: la muscolatura si sviluppa nella sua totalità e le ossa finiscono di crescere. Il muscolo si sviluppa meglio se c’è una certa attività fisica, ma fare sport senza un controllo può essere dannoso.

Osteopatia Pediatrica per il benessere del neonato

Se ti ritrovi a dover affrontare dei problemi come il rigurgito, una anomalia posizionale del capo, un cranio un pochino schiacciato posteriormente e da un lato con tuo figlio appena nato, non esitare ad andare dall’Osteopata per neonati. La cosa ideale è svolgere il trattamento durante i primi sei mesi di vita in quanto è il periodo in cui le tecniche sono più efficaci grazie al potenziale cambiamento che presenta il neonato.
L’osteopata tratta il corpo e il cranio del neonato per far sì che funzioni correttamente e per alleviare le tensioni e lo stress causato durante il parto. Come è stato già specificato, la fase successiva all’osteopatia neonatale è quella pediatrica ed è qui che ti ritroverai davanti alla figura, appunto, dell’osteopata pediatrico che, tramite tecniche specifiche di ascolto e induzione, restituisce il movimento ai tessuti ed elimina la presenza di eventuali tensioni.

Se vuoi quindi salvaguardare la postura, l’equilibrio e le varie funzioni del tuo corpo e di quello del tuo bambino, non esitare a contattare un osteopata per godere delle vantaggiose soluzioni di questa grande medicina ormai riconosciuta come tale in quasi tutto il mondo

Corso di formazione: Il motorio alla base del cognitivo

Corso di formazione: Il motorio alla base del cognitivo

Corso di formazione per insegnanti, educatori e genitori per approfondire la conoscenza dello sviluppo motorio alla base dello sviluppo cognitivo

Si accettano iscrizioni fino ad esaurimento posti e in ogni caso entro e non oltre venerdì 24 novembre 2017
Il corso si terrà soltanto se verrà raggiunto un numero minimo di partecipanti.
Sabato 25 novembre verrà inviata a tutti gli iscritti una mail in cui si confermerà l’avvio del corso

Al termine del corso verrà consegnato ai partecipanti un attestato di partecipazione.

Dove: via don Pietro Minelli 4 – Frazione Villa 25087 Salò (BS)

Età dei partecipanti: ​educatori ed insegnanti del nido e scuola d’infanzia e genitori

Giorno e argomenti:
Mercoledì 29 novembre 2017 – Il movimento nello sviluppo globale
Mercoledì 20 dicembre 2017 – Rotoli, salti e capriole: visione e gestione dello spazio
Mercoledì 10 gennaio 2018-  Coordinazione globale: lo striscio e lo schema crociato
Mercoledì 31 gennaio 2018 – Gattonare per apprendere e parlare
Mercoledì 28 febbraio 2018 – Movimento e problem solving
Mercoledì 21 marzo 2018 – Movimento ed attenzione
Mercoledì 11 aprile 2018 – L’uso dei bastoncini di nordic walking nella psicopedagogia dello sviluppo
Mercoledì 2 maggio 2018 – Scambio di esperienze

Il corso è tenuto da: dottor Matteo Faberi

 

Contatti:
dottor Matteo Faberi
telefono: 0365 521635 – 339 5030777.
mail: matteo.faberi@gmail.com
sito: http://www.faberi.eu/

Genitori efficaci

Genitori efficaci

Il corso GENITORI EFFICACI si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita familiare e dei rapporti tra genitori e figli: la qualità dell’interazione educativa, le competenze interpersonali e le abilità comunicative in famiglia.

Obiettivi che il Corso si propone:

 Imparare a leggere il comportamento
 Riconoscere situazioni problematiche e capire “di chi è il problema”
 Apprendere l’ascolto empatico
 Utilizzare in modo efficace il confronto e l’assertività
 Imparare ad usare un metodo democratico di “Problem Solving”
 Imparare a promuovere la consapevolezza dei valori Struttura del corso

Il Corso è diviso in otto moduli:

1° MODULO: Come capire il comportamento delle persone. Il rettangolo del comportamento. Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi. Di chi è il problema?
2° MODULO: Come prestare ascolto e attenzione all’altro. Gli ostacoli alla comunicazione.
3° MODULO: L’ascolto passivo. L’ascolto attivo e l’empatia.
4° MODULO: Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri. I messaggi in prima persona. Il confronto e l’assertività. Genuinità ed empatia.
5° MODULO: Come trattare la resistenza al cambiamento. La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto la rabbia? La teoria dei bisogni. Il cambio di marcia.
6° MODULO: Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate. Conflitti di bisogni e collisioni di valori. Metodi basati sull’uso del potere per la risoluzione di conflitti di bisogni.
7° MODULO: Come rendere produttiva la conflittualità. Il metodo democratico. Come promuovere l’autocontrollo e l’autodisciplina. Come definire le regole di comportamento in modo da rendere superflui ulteriori controlli. Come modificare l’ambiente in modo da ridurre i problemi.
8° MODULO: Come trattare le collisioni di valori. Le opzioni ad alto rischio. Le opzioni a basso rischio. L’area di libertà personale e professionale.

Metodologia

Il corso prevede una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Offre molti contenuti nuovi e stimolanti, facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 10 GENNAIO 2018 per un MASSIMO DI 15 PERSONE.
In caso di esubero di iscrizioni verrà organizzata una seconda edizione durante l’anno 2018.

Dove: via Magenta 58, Manerbio

Età dei partecipanti: genitori ed adulti

A partire da: 3 febbraio 2018

Il giorno o i giorni: 8 incontri di sabato mattina dalle 9.00 alle 12.30/13.00 secondo questo calendario:
1) SABATO 3 FEBBRAIO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
2) SABATO 10 FEBBRAIO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
3) SABATO 17 FEBBRAIO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
4) SABATO 24 FEBBRAIO dalle ore 9.00 alle ore 13.00
5) SABATO 3 MARZO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
6) SABATO 10 MARZO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
7) SABATO 24 MARZO dalle ore 9.00 alle ore 12.30
8) SABATO 31 MARZO dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Si ricorda che è possibile saltare un solo modulo

Costo:  € 150

Il corso è tenuto da: FORMATRICE GORDON: Dr.ssa Veronica Premi

Contatti:
dr.ssa Veronica Premi – Studio La Chiocciola
telefono: 349.2827009
mail: veronica.premi@gmail.com
Facebook: Studio “La Chiocciola”

Essere mamme lavoratrici: come conciliare i due lavori

Essere mamme lavoratrici: come conciliare i due lavori

Spesso si pensa che i genitori, e nello specifico le mamme, vivano una vita semplice da un punto di vista lavorativo. Ma altrettanto spesso si ignora il fatto che non sono poche le mamme lavoratrici, costrette a barcamenarsi fra professione e famiglia. In questi casi, la fatica è doppia, così come l’attenzione ai particolari ed una capacità organizzativa ai massimi livelli. Eppure esistono delle professioni che possono venire incontro alle mamme che desiderano anche lavorare. Questi lavori hanno il pregio di rendere più semplice la conciliazione fra professione e famiglia, soprattutto per via della loro flessibilità di orari. Quali sono questi possibili lavori adatti alle mamme?

Le attività da freelance

Internet è un mondo davvero ricco di possibilità per lavorare e per portare a casa cifre mensili di tutto rispetto. Ma bisogna ovviamente possedere dei talenti e delle specifiche capacità, per poter abbracciare una delle tante attività da freelance. Questi lavori sono estremamente comodi perché possono essere svolti da remoto, e dunque da casa: in questo modo, la mamma diviene totalmente padrona dei propri orari lavorativi. Ma quali sono le migliori opportunità in tal senso?

Il copywriting è ideale per le mamme con la passione della scrittura, mentre le traduzioni sono una manna per le donne che conoscono bene le lingue straniere come l’inglese. Esistono poi altri mestieri da freelance come il social media specialist, che gestisce (sempre da casa) le pagine social ufficiali delle aziende. Inoltre, altrettanto attrattive sono professioni come la blogger o la venditrice online di oggetti fatti a mano. Si tratta di attività davvero vantaggiose: possono essere svolte con totale libertà di orari, da casa oppure da qualsiasi altro luogo. Bisogna però informarsi con un commercialista quando diviene necessaria l’apertura della partita IVA.

Le attività part-time a contatto con le persone

Una mamma non deve necessariamente lavorare da casa come freelance: esistono anche mestieri part-time che si conciliano perfettamente con la vita familiare, in quanto occupano metà giornata e consentono comunque un maggiore contatto con le persone. Ad esempio se amate i bambini potreste consultare le diverse offerte di lavoro per baby sitter sui siti web di annunci dove poter visionare le suddette offerte in pochi click, trovando le più pertinenti velocemente. Altre opportunità lavorative part-time ideali per una mamma?

Le insegnanti presso le scuole private come gli asili, ma anche le ripetizioni ai giovani studenti (che possono essere persino fatte online). Infine, l’insegnante sportivo, presso le palestre o le stesse scuole. Questi sono lavori part-time che offrono diversi vantaggi: se si ama il contatto con le persone, si ha anche l’opportunità di evadere dalla routine quotidiana, così da trovare molti più stimoli. E poi, impiegando solo mezza giornata, la mamma può tranquillamente gestire gli impegni che i bambini e la casa presentano ogni giorno.

Bonus asilo nido – INPS

Bonus asilo nido – INPS

Dalle ore 10 del 17 luglio 2017 e fino alle 23,59 del 31 dicembre 2017 sarà possibile presentare domanda per il “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione” tramite il servizio online.
La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato dal 1° gennaio 2016 per un contributo di massimo 1.000 euro, per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche.

E’ importante ricordare che  il richiedente dovrà indicare a quale dei due benefici intende accedere. Qualora il richiedente intenda fruire del beneficio per più figli sarà necessario presentare una domanda per ciascuno di essi.

Requisiti

La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato dal 1° gennaio 2016 in possesso dei seguenti requisiti

  • cittadinanza italiana;
  • cittadinanza UE;
  • permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea;
  • carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea
  • status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • residenza in Italia;
  • relativamente al contributo asilo nido, il richiedente è il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta;
  • relativamente al contributo per forme di assistenza domiciliare, il richiedente deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune.

Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda.

In caso di adozioni o affidamenti preadottivi verrà presa in considerazione la data più favorevole tra il provvedimento di adozione e la data di ingresso in famiglia del minore, purchè successivo al 1° gennaio 2016.

BonusAsiloNido

Potranno verificarsi due possibilità:
– Frequenza scolastica del minore nel periodo gennaio-luglio 2017 (anno scolastico 2016/2017): il genitore richiedente dovrà indicare gli estremi della documentazione attestante l’avvenuto pagamento delle rette per la fruizione dell’asilo nido pubblico o privato autorizzato prescelto e dichiarare che il minore è già iscritto per l’anno scolastico 2017/2018.

– Minore iscritto per la prima volta all’asilo nido a decorrere da settembre 2017 (anno scolastico 2017/2018):la presentazione della domanda sarà possibile solo nel caso in cui sia fornita prova dell’avvenuta iscrizione e del pagamento almeno di una retta di frequenza, oppure dell’avvenuto inserimento in graduatoria del bambino.

In ogni caso il rimborso avverrà solo a seguito di allegazione di ricevuta di pagamento che potrà essere fornita tramite ricevuta o quietanza di pagamento, fattura quietanzata, bollettino bancario o postale, e per i nidi aziendali tramite attestazione del datore di lavoro o dell’asilo nido dell’avvenuto pagamento della retta o trattenuta in busta paga.

ATTENZIONE: Il premio asilo nido non è cumulabile con le detrazioni fiscali frequenza asili nido e non può essere fruito in mensilità coincidenti con quelle di fruizione del bonus infanzia ( contributo asilo e voucher baby sitting).

AssistenzaDomiciliare

nel caso in cui il richiedente intenda accedere al bonus per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, dovrà allegare, all’atto della domanda, un’attestazione rilasciata dal pediatra, che dichiari per l’intero anno di riferimento, “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”. In tale ipotesi l’Istituto erogherà il bonus in un’unica soluzione.

Come inoltrare la domanda

La domanda può essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato.

In alternativa, si può fare la domanda tramite:

  • Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

 

Per maggiori informazioni consultare la scheda prestazione sul sito INPS 

 

Bonus mamma domani

Bonus mamma domani

Dopo quasi 5 mesi da inizio anno, dal giorno 4 maggio si può finalmente presentare domanda all’INPS per ottenere il bonus nascita pari ad Euro 800,00 senza limite di reddito ISEE, come stabilito dalla legge di bilancio 2017.

Il contributo economico è una nuova agevolazione del Governo e viene erogato per ogni figlio nato, adottato o affidato a partire dal 1° gennaio 2017 ma riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza.

Verrà corrisposto in unica soluzione su domanda della gestante o dalla madre del minore, nato, adottato o affidato nel 2017 entro il termine di un anno dall’evento.

Per gli eventi verificatisi invece tra il 1° gennaio e il 4 maggio 2017, il termine di un anno decorre a partire da tale ultima data.

Di seguito i semplici passi da seguire:

Passo 1

Durante la presentazione della domanda specificare se l’evento per il quale si richiede il beneficio riguarda:

– il compimento del 7° mese di gravidanza (inizio dell’8° mese di gravidanza);

– la nascita (anche se antecedente all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza);

– l’adozione del minore, nazionale o internazionale, disposta con sentenza divenuta definitiva;

– l’affidamento preadottivo nazionale internazionale.

Passo 2

Alla domanda dovranno essere allegati il certificato di gravidanza in originale rilasciato dal medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale attestante la data presunta del parto per le istanze presentate al compimento del 7° mese di gestazione; l’autocertificazione della madre in relazione al parto già avvenuto oppure i provvedimenti giudiziari nel caso di affidamento e adozione.

Passo 3

La domanda va presentata all’Inps esclusivamente in via telematica mediante una delle seguenti modalità:

– sul sito internet dell’istituto, tramite Pin dispositivo, accedendo all’apposita sezione (www.inps.it >Servizi on line> servizi per il cittadino> autenticazione con il PIN dispositivo> domanda di prestazioni a sostegno del reddito> premio alla nascita)

– tramite numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa)

– tramite enti di patronato (No CAF)

Il premio verrà pagato dall’Inps tramite accredito su conto corrente, libretto postale, carta prepagata con Iban

La misura del premio sarà sempre pari ad Euro 800,00 per ogni figlio nato, affidato o adottato.

In becco alla cicogna a tutte voi !!!!

Daniela Cancarini

Tornare in forma dopo il parto: come affrontare diastasi dei retti addominali

La diastasi dei retti addominali equivale a una separazione dei retti dell’addome: allontanamento dei rispettivi retti, destro e sinistro, dalla linea mediana del corpo.
Pur non essendo esclusivamente femminile, la maggior parte dei casi si verifica in situazioni di post-parto.
diastasi-retti-addominali
Nello specifico, la separazione è causata dalla spinta esercitata dal feto sulla pancia e si tratta di una condizione fisiologica del tutto normale, per creare lo spazio necessario allo sviluppo del bambino.

Nella maggior parte dei casi, dopo il parto la posizione dei retti addominali ritorna alla normalità e lo spazio che si era creato, lentamente si richiude. In alcuni casi però, può capitare che questi fatichino a riavvicinarsi, generando un antiestetico rigonfiamento, che nei casi più gravi può accompagnarsi ad una erniazione viscerale.

In tali casi, l’unica soluzione è la chirurgia, un intervento di addominoplastica per la ricostruzione della parete addominale.

Come diagnosticare la diastasi dei retti addominali

Diagnosticare la diastasi dei retti è piuttosto semplice, ed è possibile procedere in autonomia:

  • Sistemarsi in posizione supina, con le ginocchia flesse e i piedi a terra, una mano dietro la testa e una sull’addome, poco sopra l’ombelico;
  • Esercitare una pressione con le dita sugli addominali, mantenendoli rilassati;
  • Contrarre gli addominali sollevano capo e spalle da terra, senza portare il collo in flessione, cercando di avvicinare il torace al bacino;
  • Muovere le dita a destra e sinistra alla ricerca delle pareti del muscolo.

DIASTASI-RETTI-verifica

Se la distanza fra i retti è superiore a tre dita e non si riduce contraendo l’addome, è consigliabile consultare uno specialista.
In questa condizione, evitate di intraprendere una qualsiasi attività sportiva.

Cosa fare?

Nella maggior parte dei casi, comunque, come già detto in precedenza, l’allontanamento dei retti è solo una questione temporanea. Rimane quindi un unico e frequente dilemma: “Si possono fare gli addominali?”. Certamente, ma con tutte le precauzioni del caso, ovvero andando a lavorare prima sulla muscolatura profonda (come il muscolo traverso e il pavimento pelvico) unitamente alla respirazione. Solo in seguito, dopo aver ripristinato un po’ di tono, si potranno introdurre esercizi per la muscolatura più superficiale.

Un allenamento scorretto potrebbe invece provocare l’esatto opposto dell’esito sperato, peggiorando quindi la situazione.
Anche la scelta di non intraprendere nessuna attività non è consigliabile perché si andrebbe a causare un’ulteriore ipotonia a livello addominale, con conseguente peggioramento estetico.

Essendo quindi molti gli errori che si possono commettere nell’esecuzione degli esercizi, è sempre meglio affidarsi a uno specialista che vi aiuti a recuperare il benessere psicofisico.


Francesca Musitano
Massoterapista, insegnante di pilates, ginnastica posturale e istruttrice fitness