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Quando andare dall’osteopata ?

Con grandissimo piacere do il benvenuto all’osteopata Gloria Ambrosi nella famiglia Bresciabimbi. Ci aiuterà a entrare in questa pratica sulla quale talvolta si hanno idee confuse

Quando andare dall’osteopata ?

La seconda domanda che mi viene posta è “da quando un bambino può essere trattato con l’osteopatia?” Perchè la prima solitamente, invece,è “a cosa serve?”

Proviamo a rispondere con ordine.

L’osteopatia è un metodo terapeutico basato su conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia) che attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, la valutazione ed il trattamento di vari disturbi che non interessano solo l’apparato osteo-articolare ma anche cranio–sacrale e viscerale.

Osteopatia e Neonati

Nei bambini l’approccio è Naturale e assolutamente NON invasivo,privo di effetti collaterali.

Di quali disturbi parliamo?

Quelli che più frequentemente sfiniscono i genitori: disturbi del sonno,riniti, coliche, stipsi,reflusso..

Ci sono poi piccole patologie neonatali, che alcuni bambini manifestano spesso in seguito a travagli e parti difficili come il torcicollo miogeno, o congenite come il piede torto. O semplicemente è bene rivolgersi all’osteopata solo per prevenire tutti questi disturbi che possono manifestarsi a seguito di uno scorretto equilibrio di crescita. La possibilità di curare sin dalla primissima infanzia eventuali malformazioni, scompensi della struttura ossea e disfunzioni dell’apparato membranoso e legamentoso può evitare dolorosi e lunghi percorsi di cura una volta adulti.

Le mani dell’osteopata,infatti, possono intervenire ben prima della nascita, già durante la gestazione, per accompagnare la donna e il suo bimbo verso un travaglio e un parto che siano i più confortevoli possibili.

Quindi non è mai troppo presto.Anche appena nato il bambino può essere trattato e si possono insegnare ai genitori tecniche semplici ed efficaci da effettuare una volta a casa. È così che il lavoro di sinergia con i genitori rende ancora più efficace l’intervento dell’osteopata.

 

Gloria Ambrosi
Tel:3396903855
Mail: Gloambro78@gmail.com

Test del DNA per il controllo del peso e per il proprio benessere

Test del DNA per il controllo del peso e per il proprio benessere.

Se si hanno problemi nella gestione del proprio peso e si e’ frustrati per l’ennesima dieta fallita esiste oggi un test del DNA che permette di avere la soluzione ai propri problemi.

Per formulare un programma vincente per il proprio fitness occorre conoscere il proprio codice genetico.

Un piano per controllare il proprio peso e benessere basato sul DNA non è solo una moda o un capriccio ma la chiave per raggiungere obiettivi quali la perdita di peso. Gli studi hanno dimostrato che l’aumento di peso è legato al 70% a questioni genetiche e che i geni svolgono un importante ruolo nel proprio benessere.

Si sara’ notato che la stessa dieta può produrre risultati molto diversi a seconda della persona. Questo problema ha coinvolto nutrizionisti e dietologi per lungo tempo ed è stato anche la causa di tanta delusione in individui che hanno seguito con attenzione e diligenza una data dieta.

I nostri corpi non sono tutti uguali e la nostra risposta ad un regime di dieta o esercizio fisico variano a seconda del nostro corredo genetico personale e questo è essenzialmente il punto cruciale del test del DNA Peso e Benessere. Ci sono alcune persone che mangiano di più, che non si sentono mai sazie per una ragione che è molto spesso esclusivamente genetica; persone con determinati geni possono essere più probabilmente predisposte a soffrire di voglie e a mangiare di più.

Il test del DNA permette di stabilire il tipo di dieta necessario, gli alimenti che si dovrebbero mangiare e quelli che si dovrebbero evitare e indica anche gli esercizi più adatti da intraprendere. Si ricevono anche informazioni preziose sul migliore dosaggio di integratori e vitamine.

Questo test DNA all’avanguardia è un test personalizzato che evidenzia 6 aree importanti:

 Scelte alimentari

 Esercizio e attività

 Salute Generale

 Comportamento e Motivazione

 Vitamine

 Rischio di Obesità

 

Il test Peso e Benessere è stato studiato e scientificamente convalidato. I numerosi studi dietro questo test sono stati pubblicati nelle principali riviste accademiche e giornali, tra cui alcune delle riviste scientifiche e mediche più antiche e rispettate del mondo: come The Lancet, il British Journal of Clinical Pharmacology e The American Journal of Clinical Nutrition che è stato selezionato dalla Special Libraries Association (SLA) come uno delle 100 riviste di biologia e della medicina più influenti negli ultimi 100 anni.

 

Per maggiori informaizoni: www.ibdna.it

 

Equilibrio: a tavola è la regola d’oro

Mangiare e bere in modo sano sono importanti premesse per una perfetta crescita ed un adeguato sviluppo dei bambini, che li farà sentire in buona salute sia ora che in età più avanzata.

La coscienza alimentare nonché il relativo comportamento si formano già durante l’infanzia.

Errori alimentari come cibi troppo dolci, troppo salati, pepati o grassi diventano lentamente una vera abitudine.
Le conseguenze potrebbero essere:

  • carie,
  • sovrappeso,
  • sottopeso
  • sensazione di pesantezza.

Il primo passo è sempre iniziare bene la giornata con la colazione: le scorte di energia si esauriscono durante l’intervallo notturno e devono rifornirsi al mattino, affinché il corpo possa disporre di energia per il lavoro fisico e mentale.

Quindi: fate colazione in assoluta tranquillità, possibilmente con la vostra famiglia, tutto questo diverte e permette di iniziare la giornata senza stress.

Non bisogna dimenticare poi che gli spuntini aiutano a tappare i «buchi» : nessuno  riesce ad essere in piena forma per tutta la giornata. Il rendimento si esprime in diverse fasi che fanno risultare il lavoro più o meno pesante.

Piccole e saltuarie iniezioni di energia aiutano a superare i cali di rendimento. Purtroppo molti alunni non si portano la merenda da casa e comperano, invece, torte, cioccolata o altri dolci.

La conseguenza potrebbe manifestarsi con disturbi della concentrazione e soprattutto si forma un’abitudine alimentare che potrebbe provocare carie, sintomi di carenza o di sovrabbondanza alimentare oltre ad altri futuri disturbi.

La regola d’oro è quella di privilegiare i cibi integrali che forniscono importanti sali minerali, vitamine e fibre.

Le fibre sono importanti: saziano più a lungo, consentono una capacità di concentrazione più durevole e stimolano la digestione.
Cibi ricchi di fibre sono:

  • cereali e prodotti integrali (farina, pasta e pane integrale),
  • legumi, frutta e verdura.

Latte e latticini sono particolarmente importanti  perchè forniscono il maggior apporto di calcio, necessario soprattutto all’organismo infantile per la formazione delle ossa e dei denti e per la creazione di riserve di calcio indispensabili durante la vecchiaia.

In tutti gli altri pasti poi è decisivo l’apporto della frutta e della verdura, rispettando il più possibile la regola delle cinque porzioni al giorno, tre di verdura e due di frutta, privilegiando i prodotti stagionali: frutta e verdura non di stagione arrivano sulle nostre tavole percorrendo migliaia di chilometri provocando un significativo danno ambientale.

Mangiando prodotti locali e di stagione, facendo attenzione agli imballaggi si può alleggerire l’ambiente di 1000Kg di anidride carbonica l’anno. Frutta e verdura contengono numerose sostanze indispensabili per la nostra salute, come le vitamine e i minerali.

In particolare le vitamine C e E e la provitamina A (antiossidante) svolgono un’azione protettiva sulle cellule e prevengono il cancro e l’arteriosclerosi.

(Prima infanzia – Giornale di Brescia 30 marzo 2015)

Bimbi in forma, serve un giro di vita

Il ministero della salute offre sul proprio sito una mini guida per genitori sulla prevenzione del sovrappeso e obesità infantile

L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per la salute di ogni età ma, se presente già in età pediatrica, si può associare alla precoce comparsa di malattie tipiche dell’età adulta, quali diabete di tipo 2, ipertensione, iperlipidemia con conseguente precoce esposizione ai principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori.
L’obesità infantile è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo che si ha quando si introducono per molto tempo più calorie di quante se ne consumano. E’ dovuta a un insieme di concause: scarsa educazione alimentare, predisposizione genetica, stile di vita (spesso troppo sedentario), ambiente familiare e condizioni socioeconomiche.
È da sfatare la convinzione generale che un bambino diventa obeso solo perché mangia troppo; non sempre infatti, un bambino “cicciotello” è necessariamente un “mangione”; più di frequente capita che preferisca cibi molto calorici, ricchi di zuccheri e grassi, associati a bevande dolci.

Ricorda: è importante conoscere lo stato nutrizionale del tuo bambino, rivolgiti al tuo pediatra per controllare regolarmente peso e altezza di tuo figlio.

Genitori, accettare il problema è il primo passo

Si può parlare di obesità quando il peso del bambino supera del 20% il peso ideale (stabilito dal pediatra in base al sesso e all’altezza), di sovrappeso se lo supera del 10-20%. In certi casi si parla disuper-obesi: sono quei bambini il cui peso supera del 40% i valori normali.
L’ultima “fotografia” aggiornata dei bambini italiani e delle loro abitudini alimentari ci racconta che la strada per diffondere stili di vita corretti e ridurre il sovrappeso e l’obesità è ancora lunga.
L’indagine Okkio alla Salute 2014, condotta da Ministero e Istituto superiore di sanità, conferma livelli ancora elevati di eccesso ponderale tra i bambini di 8-9 anni con il 20,9% dei bambini in sovrappeso e il 9,8% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud Italia. Inoltre è risultato che che molti genitori non hanno la percezione che il propio figlio è in sovrappeso.

La prima colazione è importante e deve essere sana e nutriente

La prima colazione permette di iniziare la giornata con energia, senza arrivare stanchi e affamati al pranzo, apporta circa il 20% delle calorie necessarie al fabbisogno quotidiano, adeguatamente ripartite fra proteine, grassi e carboidrati.
La maggior parte dei bambini tende a saltare la colazione, per mancanza di tempo, per abitudine consolidata anche dei genitori o per altri motivi. A volte la colazione si riduce a qualche cosa mangiato di corsa, mentre si scendono le scale o si sale in macchina per andare a scuola.
Abituamo invece i nostri bambini a fare una corretta prima colazione: svegliamoli dieci minuti prima in modo che abbiano il tempo di sedersi a tavola con tranquillità, facciamo in modo che diventi un piacevole momento da condividere insieme prima di affrontare la giornata.
Non fare colazione crea difficoltà di concentrazione e di memoria e basta poco per trasformare la “giusta colazione” in una “colazione sbagliata”:

  • 1 tazza di tè, o un bicchiere di latte, o solo qualche biscotto: è poco
  • 1 tazza di latte con 10 biscotti: è troppo.

Una buona colazione comprende:

  • latte o yogurt
  • pane o fette biscottate (con qualche cucchiaino di cacao, marmellata o miele), o biscotti, o cereali
  • frutta fresca

Sono tutti cibi perfetti per iniziare bene una giornata!
Inoltre per una buona merenda a metà mattinata possono bastare uno yogurt, un frutto o un piccolo panino.

Non più di 2 ore al giorno di TV e videogiochi

Purtroppo le attività dei nostri bambini sono sempre più sedentarie, spesso praticano sport soltanto per un’ora a settimana o anche meno, e guardano la TV e giocano con i videogiochi per più di 2 ore al giorno. Inoltre, solo un bambino su quattro va a scuola a piedi o in bicicletta.
Guardare la televisione, giocare con i videogiochi e usare il computer è divertente! L’importante è non esagerare: bisogna evitare di passare più di 2 ore al giorno davanti alla TV o al computer.

Inoltre la televisione nella camera da letto riduce il tempo dedicato al sonno, così importante per lo sviluppo, e contribuisce a diminuire le ore dedicate al gioco e all’attività fisica.
La TV nella camera da letto dei bambini va evitata!

Frutta e verdura più volte al giorno

Un’alimentazione eccessiva e scorretta durante l’infanzia oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose, determina anche un aumento del loro numero: da adulti si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti. Sarà infatti possibile ridurre le dimensioni delle cellule adipose, ma non sarà possibile eliminarle. Intervenire durante l’età evolutiva è, quindi, di fondamentale importanza, perché ci dà la garanzia di risultati migliori e duraturi.

Un’alimentazione equilibrata e bilanciata nell’arco della giornata aiuta a mantenere il giusto peso e la mente attiva. Alimentarsi nella giusta maniera non è così difficile: vuol dire mangiare di tutto,senza esagerare nelle quantità.
È importante mangiare la frutta e la verdura più volte al giorno, ogni pasto o spuntino sono una buona occasione!
Frutta e verdura sono un valido aiuto per mantenersi in forma e sono fonte di vitamine, sali minerali e fibre di cui il nostro organismo ha bisogno.

Più acqua e meno bibite

L’acqua è indispensabile per il nostro organismo, di acqua sono ricchi anche la frutta e la verdura.
Abituate i vostri bambini a dissetarsi con acqua o spremute di frutta, senza esagerare con il consumo di bevande zuccherate. Con il tè, i succhi di frutta confezionati e le bevande dolci e gassate, non solo assumono acqua, ma anche zucchero!

Ricorda: i bambini abituati a consumare bevande zuccherate corrono più rischi rispetto all’obesità.

 

Movimento per almeno 1 ora al giorno

Quando parliamo di movimento non ci riferiamo solo ad attività sportive praticate una o due volte alla settimana, ma a
uno stile di vita attivo, fatto di gesti quotidiani. Muoversi fa bene non soltanto alla forma fisica, ma anche alle ossa, al cuore e persino all’umore. Non c’è bisogno di correre decine di chilometri, basta passeggiare, pedalare e fare qualche rampa di scale tutti i giorni, anche andare a scuola a piedi o in bicicletta è divertente e permette di dire no alla pigrizia.

L’attività fisica migliora le capacità di apprendimento e l’adattabilità dei bambini agli impegni quotidiani, favorisce un buon controllo emotivo, una migliore autostima e aumenta la capacità di socializzazione perchè è anche gioco e divertimento.

È importante che i bambini facciano attività fisica ogni giorno, vanno bene tutte le attività motorie e il gioco in movimento, magari all’aria aperta.

www.salute.gov.it

Le illustrazioni sono di Francesco Fagnani tratte da: Un anno in salute – Agenda 2014

 

Mangia bene, cresci bene: campagna sana alimentazione

“Mangia bene, cresci bene”, la campagna informativa sulla sana alimentazione

Le regioni del centro-sud le più colpite: primato alla Campania con 1 bambino su 2 sovrappeso. 1 genitore su 2 non conosce i corretti stili alimentari.

In Italia 1 bambino su 4 è sovrappeso, 1 su 10 obeso.

Allarme sul consumo quotidiano di bibite zuccherate e gassate.

L’iniziativa promossa dal Moige – movimento genitori è realizzata con il patrocinio scientifico di SIPPS – società italiana di pediatria preventiva e sociale e di AMIOT – associazione medica italiana di omotossicologia e in collaborazione con GUNA S.p.A. Dall’indagine “L’obesità infantile: un problema rilevante e di sanità pubblica” (2015), a cura dell’Osservatorio del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’università “Milano Bicocca”, che raccoglie le principali ricerche nazionali ed internazionali in materia di alimentazione, emerge che l’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dal fenomeno dell’obesità infantile: nel nostro paese la prevalenza di sovrappeso in età pediatrica supera di circa 3 punti percentuali la media Europea, con un tasso di crescita/annua dello 0,5-1%, pari a quello degli Stati Uniti.

Le indicazioni emerse dalla prima rilevazione del WHO COSI Program evidenziano che i bambini italiani più soggetti a disturbi alimentari hanno tra gli 8 e 9 anni: a quest’età, 1 bambino su 4 è obeso e 1 su 2 sovrappeso; tra le bambine le percentuali scendono rispettivamente al 16% e al 41%. Diverse ricerche, riferite al contesto italiano, mostrano che, estendendo il campione tra i 6 e gli 11 anni, è sovrappeso 1 bambino su 4 (23,1%) mentre 1 su 10 (9,8%) è addirittura obeso. In ambito continentale obesità e sovrappeso prevalgono tra i minori dei paesi mediterranei (con percentuali che oscillano tra il 20 e il 36%), piuttosto che in quelli del nord Europa (tra il 10 e il 20%).

Anche in Italia il fenomeno ricalca le stesse differenze geografiche, con percentuali che vanno dall’8,2% al Nord, al 9,3% del Centro fino al 15,2% del Sud. La regione più colpita dal fenomeno è la Campania, dove 1 bambino di terza elementare su 2 è obeso o in sovrappeso; seguono Puglia,Molise Abruzzo e Basilicata, che evidenziano percentuali superiori al 40%. Gli adolescenti italiani in sovrappeso tendono a diminuire con l’aumentare dell’età, confermando la maggiore esposizione delle generazioni più giovani: a 11 anni ne soffre 1 ragazzo su 3 e 1 ragazza su 4; un dato che, raffrontato alle rilevazioni sui quindicenni, decresce, per ambo i sessi, di circa 10 punti percentuali.

I fattori che determinano l’obesità, oltre a quelli di natura genetica, sono principalmente legati al contesto socio-economico, familiare e agli stili di vita. Diverse indagini concordano nell’attribuire maggiore predisposizione a diventare obesi a soggetti che vivono in condizioni “disagiate”. Il dato più preoccupante riguarda però l’impatto dei genitori sull’alimentazione dei minori. Solo il 44,7% di loro conosce le regole della sana alimentazione (Censi). I dati dell’indagine “OKkio alla Salute” confermano una disinformazione diffusa da parte degli adulti in materia di dieta alimentare. Il 37% delle madri di figli in sovrappeso non ritiene “eccessiva” la quantità di cibo che i mangiano i bambini, mentre solo il 29% di esse afferma il contrario. Inoltre solo 4 mamme su 10 reputano insufficiente l’attività motoria svolta dal figlio. Sul versante delle abitudini alimentari è altrettanto importante la percentuale di coloro che adottano comportamenti scorretti: 1 bambino su 10 salta la prima colazione, mentre 3 su 10 la fanno in maniera sbilanciata (troppi carboidrati o proteine); 2 bambini su 3 fanno una merenda abbondante a metà mattina. I genitori dichiarano che 4 bambini su 10 consumano quotidianamente bevande zuccherate e/o gassate e il 22% non mangia tutti i giorni frutta e verdura. Dall’indagine Zoom8 emerge inoltre che 1 intervistato su 2 non mangia “mai o quasi mai” legumi e solo 1 su 5 lo fa 2-3 volte a settimana, come raccomandato. 1 su 7 si alimenta con insaccati una o più volte al giorno. Il consumo giornaliero di cibi ipercalorici è un fenomeno largamente diffuso: 1 bambino su 3 mangia quotidianamente snack e 1 su 4 consuma bibite zuccherate. In alcune circostanze anche più volte al giorno (nel 3,5% dei casi per i primi, 17% per le seconde). Anche uno stile di vita sedentario concorre all’obesità in età pediatrica, poiché strettamente correlato al consumo di questi cibi. 1 bambino su 6 dichiara di non aver fatto attività fisica nel giorno precedente all’indagine, o di fare sport un’ora alla settimana; 4 su 10 confessano di avere la tv in camera; 1 su 3 di restare incollato al televisore o ai videogames per più di 2 ore al giorno, mentre solo 1 su 4 dichiara di andare a scuola a piedi o in bicicletta.

LE DICHIARAZIONI

“La sana alimentazione è un aspetto centrale nell’educazione dei nostri figli. Contenere il consumo di snack, promuovere corretti stili di vita e sport all’aria aperta, adottare una dieta varia ed equilibrata sono alcune accortezze per combattere l’obesità ed evitare rischi per la salute dei nostri ragazzi”. Così Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige – movimento genitori.

“Il nostro impegno spazia dalla corretta alimentazione del bambino nei primi 3 anni di vita al divezzamento e prevenzione dei rischi; dalla formazione delle famiglie, sull’opportunità di una dieta appropriata, al coinvolgimento degli adolescenti, con l’obiettivo di prepararli a gestire autonomamente il proprio stile alimentare”. Le parole di Giuseppe Di Mauro, presidente SIPPS – Società Italiana di Pediatria Preventiva e

“AMIOT ha aderito e promuove con vigore l’iniziativa “Mangia bene, cresci bene” e non poteva essere altrimenti: l’omotossicologia ha tra i suoi campi applicativi di elezione la medicina preventiva. Agire sui più piccoli attraverso la prima medicina, il cibo, è il passaggio fondamentale per la salute delle future generazioni”. Il commento di Cesare Santi, presidente AMIOT – Associazione Medica Italiana di Omotossicologia.

“È una grande soddisfazione contribuire a questo progetto educativo, che vede la luce in un momento quanto mai opportuno e forse cruciale per il benessere delle future generazioni. Tanto più che lo scopo dell’iniziativa è perfettamente in linea con gli obiettivi fondanti di GUNA: diffondere il concetto di salute basato su stili di vita corretti e sulla prevenzione attraverso terapie naturali.” ha dichiarato Alessandro Pizzoccaro, presidente GUNA S.p.A.

LA CAMPAGNA

Tra febbraio e maggio, “Mangia bene, cresci bene” attraverserà tutta Italia. Prenderanno parte al progetto 379 scuole, suddivise tra medie ed elementari, per un totale di circa 40.000 studenti e 75.000 genitori coinvolti. In ciascun istituto, i docenti e i medici di AMIOT terranno degli incontri formativi sulla sana alimentazione e distribuiranno un kit didattico a ragazzi e genitori. Agli studenti è inoltre riservato un concorso a premi: le illustrazioni più significative saranno affisse nelle farmacie e gli studi medici aderenti e daranno vita ad un calendario info-educativo dell’iniziativa distribuito nelle scuole che hanno partecipato all’iniziativa.

Maggiorni informazioni www.moige.it

Paolo Sparro Tel: 06.32.36.943 Cell. 342.36.09.640

ufficiostampa@moige.it

La febbre: in realtà fa più paura alla mamma!

Interessante questo spunto di Elena Costa tramite genitori-consapevoli.blogspot.it/
LA FEBBRE: IN REALTA’ FA PIU’ PAURA ALLA MAMMA!
Il rialzo della temperatura corporea è una delle prime reazioni spontanee dell’organismo all’attacco di agenti patogeni.
Il fatto che nei bambini salga velocemente ed a livelli più alti rispetto che negli adulti è del tutto normale: la loro reattività fisica è migliore della nostra, i loro corpicini sembrano indifesi e fragili, in realtà sono delle piccole macchine da guerra, pronte a difendersi in modo potente!
Forse, molti di voi penseranno: “Non ci credo, mio figlio è sempre malato!”, ma è fondamentale sapere che quando un bambino si nutre in modo equilibrato, con cibi il più possibile naturali e non raffinati, dorme bene e in abbondanza, vive emozioni positive e sta all’aria aperta, il suo sistema immunitario è decisamente più pronto e competente rispetto a quello di bambini che (purtroppo) non conducono lo stesso stile di vita.
DI COSA SI TRATTA, ESATTAMENTE?
La febbre è lo strumento che il corpo utilizza, nella sua infinita saggezza, per inattivare gli agenti patogeni e per aumentare il metabolismo, cosa che porta naturalmente all’attivazione di preziosi enzimi ed all’aumento della produzione di globuli bianchi, a tutti gli effetti le nostre “forze dell’ordine”. Di per sé, la febbre non è la malattia da curare, in quanto si tratta del più classico dei sintomi ed, allo stesso tempo, anche la più classica delle crisi eliminative, quelle che portano alla fin fine al riequilibrio ed all’auto-guarigione.
E’ PROPRIO IN VIRTU’ DI QUESTO CHE NON VA COMBATTUTA, nei limiti del possibile.
Immaginate una pira che brucia: se si lascia fare il giusto corso al rogo, il fuoco brucerà tutta la legna e lascerà soltanto cenere. Se invece si prova a spegnere, gettandoci ad esempio acqua, il fuoco non riuscirà a bruciarla tutta, causando fumo e lasciando resti di legna non bruciata.
I medicinali antipiretici interferiscono allo stesso modo in questo delicato ed importante sistema di auto-guarigione, impedendo al corpo di liberarsi completamente degli agenti patogeni e, contemporaneamente, intossicandolo. Non è vero che sono privi di effetti collaterali e che sono sicuri, tutt’altro!
Vanno perciò usati con moderazione, solo e soltanto quando la temperatura raggiunga livelli potenzialmente pericolosi, naturalmente facendo riferimento anche ai consigli del pediatra ed evitando di “strafare” (soprattutto con bimbi molto piccoli, i quali non sono in grado di esprimere a parole il proprio malessere).
Il buonsenso deve sempre essere la nostra guida: il bambino ha la febbre a 38,5° ma gioca e saltella come un canguro? Oppure piange e non si regge in piedi? A voi le conclusioni.
OK, COSA FARE, QUINDI?
Esistono molti metodi naturali per abbassare la temperatura corporea, che tutte le nostre nonne e bisnonne sicuramente conoscevano:
 Pezzature fredde sulla fronte, sui polpacci e sui cosiddetti “polsi” (caviglie, collo e polsi), dove il sangue scorre più superficialmente.
Volendo, si può anche aggiungere dell’aceto, dall’azione rinfrescante.
Massaggi sotto i piedini, schiena, gambe e ventre con una miscela di oli essenziali diluiti in un olio vettore, ad esempio olio di jojoba, d’oliva, di mandorla dolce, di vinaccioli.
L’olio essenziale di menta è un potente rinfrescante, mentre quello di lavanda, uno dei più versatili ed efficaci, ha grande potere calmante su corpo e mente, arrivando ad agire persino sul sistema nervoso.
• Impacchi sulla fronte di patata crudagrattugiata, decongestionante e sfiammante (questo rimedio viene usato anche su articolazioni dolenti o gola infiammata, ad esempio).
 Digiuno o semi-digiuno.
Non spaventatevi se il vostro bambino non mangia per un giorno o più, il suo corpo è alle prese con un super-lavoro e non ha tempo di occuparsi anche della digestione, magari di cibi pesanti ed inadatti, come il famoso brodo di gallina (quello con le bolle di grasso che galleggiano!) o, peggio, del latte vaccino (ma questo è un argomento -scottante!- che tratteremo con i dovuti crismi…).
• Parola d’ordine: idratazione.
La necessità di liquidi aumenta considerevolmente in questi momenti, perciò ricordiamoci di somministrare acqua, tisane senza zucchero (faccio notare che la camomilla va infusa per pochi minuti, se si vuole sfruttare il suo effetto calmante), centrifugati di frutta e verdura assunti spesso e a piccoli sorsi.
• E, soprattutto, fare tanta NANNA!
Sotto due o tre belle coperte di lana, per fare una sana sudata e permettere al fisico di ritemprarsi.
Ah… Un messaggio ai “grandi”: sappiate che tutto questo vale anche per voi, perciò non avrete scuse la prossima volta che vi verrà l’influenza!
Prendiamo esempio dai bambini: spesso sono più saggi di noi e hanno la straordinaria capacità di saper ascoltare i messaggi che il proprio corpo invia loro.
Elena Costa

 

ICE In Case of Emergency

ICE:In Case of Emergency

Il telefono è un accessorio senza il quale non ci si muove, è una realtà per molti. E’ la prima cosa che si prepara in borsa o in tasca ed è la prima che si cerca quando si sale o scende dalla macchina, quasi prima delle chiavi stesse per avviare l’auto.

La tecnologia nasce per aiutare e facilitare e, molto spesso, è davvero così. Chi tornerebbe indietro di 15 anni?

Certo ringiovanire sarebbe un vantaggio non indifferente, ma se si pensa a quante comodità si sono assommate in questi anni….

Come ogni aspetto della vita, la misura è sempre il vero problema, o meglio la capacità di stabilire una misura. I pediatri sconsigliano caldamente l’uso del cellulare al di sotto dei 10 anni e diversi esperti sono preoccupati per l’avvicinamento alla tecnologia al di sotto dei tre anni .

Gli adulti stessi faticano a staccare la spina dalla tecnologia veramente, anche nei momenti di vacanza.

Ma non è tutto negativo, molti sono gli aspetti positivi.

Tra questi ce n’è uno che in realtà si spera non serva mai. E’ un allarme, o meglio una richiesta intelligente, lanciata dagli operatori delle ambulanze.

Quando capita un incidente diventa difficile per i soccorritori capire chi avvisare immediatamente tra i mille contatti salvati in rubrica. Non sono momenti in cui ci si può prendere il tempo di intuire chi sarebbe meglio chiamare scorrendo i contatti e cercando di capire la logica o il criterio con cui sono stati salvati. Ecco allora che è nata una piccola iniziativa che però diventa fondamentale nel momento di emergenza.

Basta prendersi qualche minuto e contrassegnare i contatti veramente importanti, quelli da chiamare immediatamente, con l’acronimo ICE. Ice sta per In Case of Emergency, che tradotto significa proprio In Caso di Emergenza.

Per ciascuno si tratta davvero di una manciata di minuti “persi”, ma che diventano fondamentali per i soccorritori.

Un tempo molti avevano nel portafogli un piccolo foglietto, delle dimensioni di un biglietto da visita, che svolgeva la stessa funzione. Con la massiccia diffusione dell’uso dei cellulari gli operatori delle ambulanze, la polizia, i pompieri e tutti i  primi soccorritori non cercano più portafogli e biglietti, ma puntano al telefono e in esso i contatti segnati in rubrica on ICE per avvisare i cari di chi è rimasto coinvolto in un incidente e in altra situazione di emergenza.

ICE=In Case of Emergency

Poichè è consigliabile avere più di un contatto di riferimento è consigliabile indicare anche una certa graduatoria segnando ICE1, ICE2,…..

Tra l’altro ora diversi telefoni hanno già integrato automaticamente il gruppo ICE:Contatti emergenza

E’ un piccolo stratagemma di grande utilità!

Investiamo dieci minuti per segnare i contatti ICE, con l’augurio di non averne mai di bisogno!

 

 

In fritture sostanza potenzialmente a rischio cancro

Il nostro dietista, il dott. Antonio Rea, sottopone all’attenzione di tutti gli amici di Bresciabimbi un’informazione molto imporatnte

In fritture sostanza potenzialmente a rischio cancro. Efsa: alte temperature producono acrilammide,va ridotto al minimo il consumo 

La sostanza che si produce in cottura (chiamata acrilammide), e che dà la classica a gustosa doratura a tanti prodotti come le patatine fritte potrebbe essere motivo di preoccupazione per la salute pubblica perché potrebbe favorire lo sviluppo di tumori.

E’ quanto afferma in una nota l’Agenzia Europea per la Sicurezza del Cibo (EFSA) che ha confermato le valutazioni precedenti secondo cui, sulla base di studi su animali, l'”acrilammide negli alimenti aumenta potenzialmente il rischio di cancro per i consumatori in tutte le fasce d’età”.

Questa sostanza è prodotta dalla reazione chimica che conferisce al cibo la “doratura” – durante la normale cottura ad alta temperatura (+150°C) sia in ambito domestico, sia nell’industria alimentare. Le tipologie di cottura in cui si produce acrilamide sono frittura, cottura al forno e alla griglia. Caffè, prodotti fritti a base di patate, biscotti, cracker e pane croccante, pane morbido e alcuni alimenti per l’infanzia rappresentano importanti fonti alimentari di acrilammide. In virtù del loro peso corporeo, i bambini sono la fascia d’età maggiormente esposta.

Le autorità europee e nazionali, spiega la nota Efsa, già raccomandano di ridurre al minimo la presenza di acrilammide nei cibi e forniscono consulenza a consumatori e produttori alimentari sulla dieta e sulla preparazione degli alimenti.

L’EFSA ha richiesto pareri a esperti sulla propria bozza di parere scientifico sulla presenza di questa sostanza negli alimenti.

 

Fonte Ansa 07 luglio 2014.

 

Dieta & salute

Con grande piacere vi presento il dietista dott. Antonio Rea che da poco collabora con Bresciabimbi. Oltre ad essere una persona piacevolissima il dottor Rea è dietista preoccupato per diffusione e divulgazione di uno stile di vita sano ed equilibrato.

Se avete dubbi o richieste il dottore sarà a vostra disposizione, basta lasciare un commento all’articolo!

 

Dieta & Salute

Salve a tutti!

Mi presento, sono il Dott. Antonio REA, Dietista, “specializzato” in Educazione ad un stile di vita Sano ed Equilibrato.

Notifica: Rapporti commerciali e conflitti di interessi, NESSUNO.

Ossia, non lavoro per alcuna azienda alimentare, farmaceutica o produttrice di integratori, creme, o altro.

Questa “libertà” mi consente di parlare più liberamente di Alimentazione e Attività Fisica, basandomi esclusivamente su studi e conoscenze personali, senza condizionamenti o secondi fini commerciali.

Insieme alla sig. Laura, coordinatrice e webmaster del sito Brescia Bimbi, abbiamo deciso di creare uno spazio dedicato al importante tema “Dieta e Salute”.

Questa iniziativa nasce dal fatto, oggi universalmente accettato da tutta la comunità medico scientifica, che la Dieta rappresenta un fattore determinante per il BENESSERE psicofisico attuale e futuro dell’essere umano.

In particolare, una alimentazione squilibrata e di scarsa qualità è riconosciuta essere la causa principale di Obesità, Cardiopatie, Diabete Mellito, Tumori, e di tante altre malattie metaboliche, comprese quelle neuro degenerative.

Questa correlazione è periodicamente evidenziata e ribadita in occasione di importanti eventi medico scientifici. In occasione dell’ultimo Congresso Mondiale sul Cancro è stato affermato che 1 su 3 dei tumori potrebbe essere evitato con una dieta corretta.

Considerato che queste malattie del benessere, obesità in testa, sono sempre più in aumento nei paesi industrializzati, è necessario che noi tutti cerchiamo di acquisire gli strumenti utili, informazioni, che ci consentono di contrastarle e debellarle.

È il tempo di farsi carico della propria salute, smettendo di demandarla sempre ad altri, quali il medico di base, piuttosto che lo stato.

Se non vogliamo farlo per noi stessi, facciamolo per i nostri bambini, “vittime sacrificali” dell’industria alimentare che considerandoli consumatori, continua a offrirgli “cibi spazzatura” sempre più attraenti, con il benestare inconsapevole dei genitori. Inconsapevole perché poco spazio, in tutti i contesti, compreso quello scolastico, è concesso all’educazione alimentare.

Risultato, la maggior parte dei genitori, presta poca attenzione all’alimentazione dei propri bambini. Conseguenza, sovrappeso e obesità stanno oramai dilagando nella giovane età.

Difatti è stimato che circa il 36% dei bambini italiani è troppo grasso, il 23,6% è sovrappeso, il 12,3 % è addirittura obeso. Siamo primi in Europa.

Questi dati sono allarmanti perché l’obesità addominale aumenta il rischio cardiovascolare e di altre malattie metaboliche quali il diabete mellito già dall’infanzia. Si pensi che i bambini obesi hanno arterie che spesso presentano lo stesso grado di “usura” e “sclerotizzazione degli individui quarantenni affetti da problemi vascolari. Ciò rappresenta un campanello d’allarme, perché l’indurimento arterioso può essere causa di infarto e ictus anche in età giovanile.

“Se ti curiamo oggi, ti aiutiamo oggi, Se ti educhiamo, ti aiutiamo per tutta la vita”. (Organizzazione Mondiale della Sanità)

La soluzione è da ricercare principalmente nell’educazione alimentare, che deve partire dalla scuola e dalla famiglia.

Il nostro obiettivo, con questo corner su Dieta e Salute, è quello di divulgare i principi di una Sana ed Equilibrata alimentazione, nel contesto più ampio di una Dieta salutare.

Vi lascio con questo pensiero:

“Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, ne in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada giusta per la salute”. Ippocrate (460-377 a. C.)

 

L’appendicite

L’appendicite è un’infezione dell’appendice vermiforme, ossia di quel piccolo tratto di intestino a fondo cieco, connesso alla prima parte del colon.

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La fimosi nel bambino

Per fimosi si intende un restringimento del prepuzio, ossia del foglietto muco-cutaneo retrattile che avvolge il glande, da non permetterne l’agevole scopertura.

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La varicella

La varicella

La varicella è una delle principali malattie esantematiche dei bambini.
Qual è la causa della varicella?
Un virus della famiglia degli Herpes Virus chiamato Varicella Zoster.
Come ci si contagia la varicella?
Attraverso un contatto diretto con la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando oppure con il contatto con il liquido contenuto nelle caratteristiche vescicole. Può anche essere trasmessa, ma con minore facilità, da un individuo affetto da Herpes Zoster. Il picco di incidenza si verifica nel tardo inverno ed all’inizio della primavera. In genere colpisce bambini tra i 5 e i 10 anni di vita. È una malattia molto contagiosa per cui la maggior parte della popolazione in età adulta è immune.
Dopo quanto tempo dal contagio si manifestano i sintomi della varicella?
In genere dopo 14-16 giorni compaiono i primi sintomi ma si possono anche avere casi da 10 a 21 giorni dal contagio.
Come si riconosce la varicella?
Inizia con malessere generale e febbre, in genere lieve, ma che può arrivare anche a 39°-40°C. Dopo alcuni giorni compare la tipica eruzione cutanea (in termine medico esantema), molto pruriginosa, che interessa all’inizio il cuoio capelluto, il viso e il tronco e poi si estende all’addome, ai genitali, alle braccia ed agli arti inferiori. Le manifestazioni cutanee hanno dapprima l’aspetto di macule-papule, in altre parole appaiono come macchioline di colore rosso, lievemente rilevate al tatto, del diametro di 2-3 mm, che nel giro di poche ore si trasformano in vescicole (contenenti liquido chiaro). Queste in alcuni giorni diventano torbide tramutandosi in pustole e, quando si seccano, diventano croste che si staccano spontaneamente senza lasciare cicatrici (tranne nelle forme con sovrainfezione batterica). Le lesioni cutanee si risolvono completamente in circa 10-14 giorni.

Quali sono le complicazioni della varicella?
Sovrainfezione batterica (da stafilococco o da streptococco) delle lesioni cutanee, secondaria a grattamento delle vescicole Raramente epatite, encefalite (infezione del sistema nervoso centrale), polmonite, artrite, glomerulonefrite. La varicella è raramente grave nel bambino sano, ad eccezione dei bambini molto piccoli e in quelli che presentano una grave immunodepressione.
Per quanto tempo il bambino affetto da varicella è contagioso?
Da 1-2 giorni prima dell’inizio delle manifestazioni cutanee fino a quando le lesioni sono tutte ricoperte da croste (6-9 giorni).
Come si cura la varicella?
Nel bambino sano è solitamente una malattia autolimitantesi e la terapia è solo di supporto. Si somministrano antifebbrili (escludendo quelli a base di acido acetilsalicilico come l’aspirina, che possono provocare gravi reazioni nel paziente) e antistaminici per il prurito. È consigliabile tenere corte e pulite le unghie del piccolo per evitare che infetti le vescicole grattandosi. Esiste un farmaco specifico per la varicella, chiamato Aciclovir, che, somministrato per bocca entro 24 ore dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee, provoca una diminuzione della durata e dell’entità della febbre, e del numero e della durata degli elementi cutanei. Il suo uso non è raccomandato nel bambino sano, ma può essere preso in considerazione nei bambini maggiormente a rischio di complicazioni come quelli di oltre 12 anni di età, o con malattie respiratorie e cutanee croniche gravi o nei casi secondari che avvengono in famiglia (e che di solito hanno un decorso più grave).
Come si previene la varicella?

Con il vaccino anti-varicella, che in genere viene somministrato in un’unica dose sotto i 13 anni di vita e in due somministrazioni sopra tale età. La vaccinazione è indicata nella prima infanzia, nei bambini più grandi e negli adolescenti ancora suscettibili, che non hanno cioè contratto la malattia.

Quanto tempo si deve stare assenti da scuola in caso di varicella?

La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 7 giorni dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee.

Lo sapevate che …?
Una volta contratta la varicella, il virus rimane per tutta la vita nel nostro organismo, annidato nei gangli delle radici dei nervi spinali, pur senza dare sintomi (si dice, in questo caso, che rimane latente). Può accadere che, soprattutto negli adulti e negli anziani, in corrispondenza di situazioni stressanti o di immunodepressione transitoria, il virus si riattivi, causando lesioni cutanee che prendono il nome di Herpes Zoster o “fuoco di Sant’Antonio” e che sono costituite da grappoli di vescicole spesso dolorosi, localizzati lungo il decorso di un nervo sensitivo.

Dott. Guido Vertua, pediatra della redazione di www.mammaepapa.it

Il raffreddore

Il raffreddore nel bambino

Il naso è un organo molto importante perché ci permette di ricevere ossigeno e rappresenta un importante filtro naturale per l’organismo: esso consente infatti, a differenza di quando respiriamo con la bocca, di filtrare l’aria, intrappolando nel muco nasale le impurità, i virus e i batteri presenti nell’ambiente. Inoltre permette all’ossigeno di arrivare ai polmoni con un’umidità ed una temperatura ambientale ottimale, soprattutto quando fuori il clima è freddo e secco.

Da queste premesse si comprende come alcuni disturbi alle vie respiratorie possano, nel bambino piccolo, causare problemi più o meno seri.

Il raffreddore e i suoi sintomi

Il classico raffreddore comune o rinite è una malattia acuta di origine virale che colpisce le vie respiratorie superiori, provocando un’infiammazione della mucosa nasale e, spesso, anche faringea. Esistono almeno 200 virus responsabili del problema e, di conseguenza, tutte le volte che un bambino ha il raffreddore, diventa immune per quel particolare tipo di virus, ma non per tutti gli altri: è normale allora che un bimbo che frequenti l’asilo nido o la scuola materna presenti naso che cola o naso chiuso anche ogni settimana.

Il naso chiuso nel lattante

In caso di raffreddore il lattante, che respira esclusivamente attraverso il naso, soffre notevolmente: interrompe spesso la suzione perché va in apnea, appare irritato, spesso piange per il fastidio, si sveglia frequentemente di notte e qualche volta può presentare alcune linee di febbre.

È comune, inoltre, che starnutisca frequentemente: lo starnuto, infatti, è una modalità per liberare il nasino dalle croste che vi si formano.

Il naso chiuso nel bambino più grande

Il classico naso tappato, spesso gocciolante e con sovrabbondante produzione di muco, rappresenta un vero e proprio tormento non solo per il lattante, ma anche per il bambino piccolo, anch’egli alle prese con difficoltà respiratorie durante il sonno notturno, occhi che lacrimano, respirazione a bocca aperta, testa pesante.

Tutto questo perché, soprattutto fino a 3-4 anni di vita, i bambini non sanno soffiarsi il naso, o almeno non sembra lo sappiano ancora fare nel modo corretto. La presenza di abbondanti secrezioni determina uno squilibrio nelle importanti ma delicate funzioni del naso favorendo, in alcuni casi, l’insorgenza di complicanze come sinusiti, otiti, faringiti e faringo-tonsilliti.

Che cosa si può fare, allora, per alleviare i disagi provocati dal raffreddore?

Per prima cosa occorre porre attenzione all’aria troppo secca. Una stanza in cui l’aria è poco umidificata può creare una secchezza nelle narici, con conseguente indurimento del muco e la formazione di un vero e proprio “tappo”. Sarà perciò consigliabile tenere un umidificatore nella stanza in cui soggiorna il bambino.

Per ridurre le difficoltà respiratorie, soprattutto notturne, può essere di qualche utilità mettere un cuscino sotto il materasso, dalla parte della testa. Questo piccolo accorgimento aiuterà il piccolo a mantenere il naso più libero. Nel lattante, durante le poppate, sarà opportuno tenere la testa del bebè ben sollevata.

Come facilitare poppata e sonno se il nasino è chiuso?

In caso di raffreddore o altre affezioni delle vie respiratorie è utile inoltre controllare e pulire frequentemente il naso del bambino con prodotti specifici, come ad esempio una soluzione fisiologica. Si tratta di un prodotto in grado di fluidificare il muco senza aggredire e irritare le mucose.

Senza controindicazioni, la soluzione fisiologica può essere usata, quando necessario, per facilitare la poppata e di conseguenza il sonno nei lattanti liberando il loro nasino dal muco in eccesso, favorendo inoltre il naturale processo di pulizia del naso.

E’ disponibile sia in flaconcini che in spray, e di facile somministrazione: dopo avere sdraiato o, se l’età lo consente, posto a sedere il bambino, si introduce la soluzione nella narice sinistra (inclinandogli la testa a destra) e poi in quella destra (inclinandogli la testa a sinistra). In alternativa è possibile nebulizzare la soluzione nelle narici, ottenendo un lavaggio più in profondità delle cavità nasali.

Dott. Guido Vertua, pediatra della redazione di www.mammaepapa.it

Come affrontare l’inquinamento

L’inquinamento è una problematica che nella nostra città non può essere presa tanto sottogamba. Si sa, il peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno comporta un aumento dei problemi di salute specialmente per i nostri cari più “delicati”, come i bambini e gli anziani in quanto maggiormente vulnerabili.

Chi sono questi nemici della nostra salute?

I principali agenti inquinanti presenti nell’aria sono: il materiale particolato (PM), l’ozono, gli ossidi di azoto e il benzo(a)pirene.

Con l’aiuto della Farmacia Vincoli vi suggeriamo 5 consigli per difendersi dall’inquinamento atmosferico:

1. Cammina a piedi o usa i mezzi pubblici, un po’ di attività fisica non guasta mai

2. Segui una dieta varia ed equilibrata, che includa tutti gli alimenti soprattutto quelli ricchi di antiossidanti perché in grado di proteggere l’organismo dai radicali liberi

3. Evita gli sprechi, prestando maggior attenzione ai consumi sia di acqua che di energia elettrica, questa buona abitudine può aiutarci a risparmiare le risorse disponibili

4. Attenzione all’esposizione al fumo di sigaretta attivo e passivo

5. Evita, quanto possibile, il contatto tra i bambini ed il traffico dei veicoli durante le ore di punta;

se non è possibile, proteggili con l’uso di mascherine per coprire naso e gola

Se desideri approfondire l’argomento, gli specialisti del benessere della Farmacia Vincoli sono al tuo fianco ad ogni ora del giorno e della notte per aiutarti e consigliarti.


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